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MSC Poesia: il nostro lento viaggiare tra ghiacci e vulcani

Stato
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gimale

Well-known member
Inizio questo diario per raccontare la nostra (mia e mio marito) crociera tra Scozia, Islanda e Groenlandia cominciata il 2 luglio e terminata domenica scorsa.
Un fantastico viaggio nella natura e in culture a me sconosciute. La stesura sarà piuttosto lenta e con qualche interruzione siccome tra lavoro, casa e altri impegni non avrò molto tempo per una scrittura assidua e costante.
E a chiunque avrà la pazienza di seguirmi in questo racconto do il benvenuto a bordo.

A domani per la prima puntata....
 
Ma quanti a seguire! Grazie.

Leggo con interesse…poi al termine, lo copiero‘ fra “ I migliori diari “, scevro da tutti commenti.
Grazie!

E grazie a Maurizio della fiducia.

Le fotografie sul mio cellulare alla fine del viaggio sono 1625 ma non spaventatevi sceglierò solo quelle a mio parere più suggestive. Alcune non saranno di qualità eccelsa perchè scattate dai bus o con lo zoom del cellulare che non è il massimo.

Iniziamo.

Circa un anno fa mio marito ha espresso il desiderio di fare una nuova crociera “lunga”, magari una nuova transatlantica verso i caraibi con partenza a novembre o dicembre ed invece siamo finiti in Islanda e Groenlandia a luglio. Probabilmente starete pensando: “questi due avevano proprio le idee chiare!”.
In realtà eravamo partiti con l’idea della transatlantica di 15 giorni + un’altra settimana nelle Antille o Isole Vergini ma il prezzo era piuttosto alto ed ho iniziato a guardare altre mete. Così ho trovato questa crociera verso nord, prezzo analogo ma scali totalmente nuovi per noi ed ho prenotato.
Questo l’itinerario originale che, come vi racconterò più avanti, ha subito una modifica.

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Non so se sarebbe stato fattibile ma per evitare due giorni interi di navigazione di ritorno dall’Islanda verso Copenaghen, si sarebbe potuto fare le due tappe scozzesi una all’andata e una al ritorno.

L’attesa è stata lunga ma alla fine la data della partenza è arrivata e, trasferita in campagna la suocera con gatta al seguito, siamo pronti per questo viaggio nella natura tra ghiacci e fuoco.

Partiamo il giorno prima dell’imbarco per raggiungere l’albergo, prenotato settimane, prima vicino all’aeroporto di Linate. Le autostrade liguri, come molti di voi sanno, sono un disastro e non possiamo rischiare di perdere l’aereo. E finalmente è il giorno dell’imbarco: lasciamo l’auto nel parcheggio e ci avviamo al check in solo per lasciare le valigie. Tutte le operazioni, compresi i controlli di sicurezza, si svolgono rapidamente ed eccoci davanti al gate di imbarco.

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Sull’aereo siamo praticamente tutti gli italiani che poi saranno a bordo; in tutto 170 su 2100 passeggeri, la maggioranza tedeschi poi Australiani, Statunitensi, Giapponesi, Spagnoli, Francesi. Partiamo con un po’ di ritardo.

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Il volo è stato tranquillo e dopo poco più di un'ora e mezza è iniziata la fase di discesa verso l'aeroporto di Rostock.
 
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Atterrati!
L’aeroporto è piccolissimo, ci hanno detto che mediamente arrivano e partono di qui solo due voli al giorno. C’è un unico nastro per il ritiro delle valige e le nostre arrivano per ultime. Fuori dall’aeroporto ci sono gli autobus che ci porteranno a Warnemunde, nostro porto di imbarco. Warnemunde dista circa 45 minuti dall’aeroporto ed il viaggio si svolge in mezzo alle campagne tedesche dove raramente si vede qualche costruzione.

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Ed ecco la nostra casa per i prossimi 21 giorni.

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Le operazioni di imbarco sono state molto veloci e mi ha stupito il fatto che abbiano controllato solo il passaporto e la carta di imbarco ma non la dichiarazione relativa allo stato di salute. Le cruise card ci vengono consegnate prima di salire a bordo. Ancora un controllo di sicurezza e finalmente saliamo a bordo.

MSC Poesia è una nave piuttosto datata, se non sbaglio, la data di consegna è il 2003 ma si difende decisamente bene. Appena entrata sono rimasta positivamente sorpresa dalla sua eleganza sobria. Siamo accolti dal personale che ci comunica che le cabine sono pronte e che se lo desideriamo possiamo ancora pranzare al buffet.

Saliamo al ponte 9 dove, sul lato destro della nave (e scopriremo poi che questa scelta è stata azzeccata), si trova la nostra cabina.

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Si tratta di un balcone premium spaziosa e dotata di numerosi cassetti e armadio ampio in cui trova posto tutto il necessario per una crociera di 21 giorni. Stavolta ho fatto bene i conti di ciò che serviva e non abbiamo avuto niente che non abbiamo usato o che ci è mancato.

La cabina era ubicata in posizione abbastanza centrale verso prua e il balcone era protetto dalla parte sporgente della sagoma della nave così che abbiamo potuto stare fuori senza essere troppo esposti all’aria.

Dopo aver posato i piccoli zaini che avevamo portato direttamente a bordo siamo andati al buffet che in questa nave si trova al ponte 13. (nota: in questo diario non troverete fotografie dei piatti e del buffet; chi ha già seguito i miei diari sa che non mi piace fotografare il cibo)

Il buffet è molto ben organizzato infatti non abbiamo mai fatto coda; si trovano due isole in cui al mattino si trova la frutta, gli yogurt, le marmellate e i cereali e, a pranzo e a cena, in una le insalate e nell’altra la frutta. Il resto del buffet si sviluppa su entrambi i lati della nave più o meno con le stesse offerte gastronomiche. Le differenze stanno nel settore dove si trova la pizza servita a fette, gratis, praticamente per tutto il giorno e nel fatto che negli orari di cambio tra colazione e pranzo, tra pranzo e merenda e tra merenda e cena si poteva trovare uno dei due lati chiuso per allestimento. Nella parte più a poppa a pranzo e a cena c’era l’angolo etnico dove ogni giorno vengono proposti piatti di diversi paesi.

Tutto il buffet si sviluppa, anche se i banchi sono in fila, a settori: in uno si trovano le paste fredde e calde, in un altro le carni, in un altro ancora i dolci e così via. In questo modo non si formano praticamente mai code.

Un po’ di affollamento si trovava al mattino nei settori dove erano le uova (fatte in almeno 5 modi diversi) e salumi e formaggi dovuto alle nazionalità maggiormente rappresentate; noi italiani che mangiamo croissant e cappuccino non abbiamo mai fatto code a colazione.

La varietà dell’offerta gastronomica al buffet mi è sembrata di buon livello anche se ne abbiamo usufruito solo a colazione e qualche altra volta di ritorno dalle escursioni.

I dolci al buffet erano piccole delizie; non siamo mai riusciti a rinunciare a prenderne almeno 2 o 3 e i risultati sul giro vita si vedono.

Una cosa che ho molto apprezzato è stato il servizio bar al tavolo, sempre presente al buffet. Quindi se non si volevano prendere le bevande ai distributori presenti in diverse aree del buffet si poteva chiedere ai camerieri quello che si voleva e nel giro di pochi minuti ci veniva portato.

Terminato il nostro pranzo siamo corsi in cabina perché stava iniziando l’esercitazione di emergenza fatta seguendo il video sulla televisione, a conferma dell’avvenuta visione abbiamo dovuto comunicare tramite telefono un codice e poi recarci al punto di riunione per la scansione della cruise card personale.

Siccome le valigie non erano ancora arrivate abbiamo fatto un giro per la nave che , come ho già detto, mi è piaciuta molto. Forse perchè non del tutto piena, si trovava sempre un posto per sedersi a bere qualcosa, a leggere un libro o ad ascoltare un po’ di musica.

Continua.....
 
Ed ecco le prime fotografie di Poesia.


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Il teatro si trova a prua e si sviluppa tra il ponte 6 e il ponte 7. Dalle poltrone situate più in alto la visuale della parte più in alto del palcoscenico può rimanere nascosta ma in generale da ogni posizione si riesce a vedere bene il palco.

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Il casinò è stata la parte della nave meno frequentata dagli ospiti di questa crociera; a bordo c'erano pochi giocatori. In un settore di questo locale era ammesso fumare le sigarette ma non pipa e sigari per i quali a bordo è presente una saletta apposita.

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Il Pigalle Lounge e il suo bar. E' stato il salone in cui alla sera venivano organizzate le attività dello staff di animazione e in cui di giorno si poteva stare tranquilli a leggere. Il bar apriva alle 20.00 perciò fino a quell'ora non c'era quasi nessuno.


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Alle 18.00 Poesia è ancora in porto a Warnemunde anche se la partenza era prevista per le 17.00.....

Ceneremo tutte le sere e anche molte volte a pranzo al ristorante. A volte i piatti si sono ripetuti, su 21 giorni è comprensibile, ma sono sempre stati molto buoni. Avendo una intolleranza alimentare ero seguita da un assistente “personale” che controllava minuziosamente che i piatti da me scelti non contenessero ingredienti che per me non andavano bene. Per questo aspetto devo dire che MSC ha un’ottima organizzazione ed è estremamente attenta a queste problematiche. Anche in una escursione che prevedeva il pranzo in un ristorante, quando sono arrivata, il gestore aveva già segnato su un foglio il mio nome, il numero di cabina e la mia intolleranza alimentare. Qualche giorno dopo sono stata contattata dalla reception per sapere se al ristorante e nelle escursioni avevo avuto o stavo avendo problemi.

Il personale di sala assegnato al nostro tavolo è stato superlativo: veloce, molto professionale e simpatico.

A pranzo, oltre alle pietanze presenti nel menù, veniva servita a chi la gradiva la “pasta dello chef”: un piatto di pasta preparata al momento e ogni giorno diversa.

Nel menu ci sono anche i piatti sempre disponibili: a pranzo spaghetti aglio e olio e fritto misto di pesce che ho preso più volte perché veramente buono, a cena penne al pomodoro, salmone alla griglia o al vapore, fettina alla griglia (in realtà era sottofiletto)

Tra i dolci c’era sempre il gelato e il sorbetto di diversi gusti.

Il dopo cena è trascorso ascoltando un po’ di musica nelle varie sale ma ci siamo ritirati presto un po’ stanchi della giornata. In cabina troviamo la lettera che ci comunica che il giorno dopo dovremo presentarci ai controlli dell’immigrazione britannica portando con noi passaporto e cruise card.

A causa del forte vento la partenza viene posticipata di quasi 7 ore: attorno a mezzanotte Poesia parte per Kirkwall a 722 miglia nautiche da Warnemunde.
 
Il giorno successivo è stato di navigazione.


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L'ospite che ha approfittato di un passaggio.

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Ci siamo svegliati con un bel sole e addirittura abbiamo potuto stare sul balcone in costume per un’oretta ma quando abbiamo deciso di provare ad andare in piscina si è alzato un forte vento e poco dopo il cielo si è coperto ed è iniziata la pioggia.

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Ci rechiamo al Pigalle Lounge per il controllo dell'immigrazione britannica: si tratta di un semplice controllo face to face molto veloce e ben organizzato. A seconda del ponte su cui si trova la propria cabina si ha un orario differente così che non si sono formate code e non ci sono state lunghe attese.

Più tardi riceviamo in cabina la comunicazione che a causa della partenza posticipata del giorno prima arriveremo a Kirkwall solo alle 14.00 anziché alle 9.00 come previsto ma rimarremo fino alle 20.00 invece che fino alle 17.00.

Durante tutta la giornata si sono susseguite diverse attività: giochi con lo staff di animazioni, lezioni di ballo, tornei di calcio balilla, ping pong e sudoku. Insomma non abbiamo avuto modo di annoiarci.

La sera è stata la prima serata di gala e in teatro c’è stata la presentazione degli Ufficiali e dei Capi Dipartimento.

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A seguire lo spettacolo con cantanti, ballerini e acrobati.
Gli spettacoli mediamente sono stati piacevoli, con costumi bellissimi e artisti molto bravi. Non lo stesso posso dire dei gruppi e dei solisti che suonavano e cantavano nelle sale e nei bar. Gli unici gradevoli da ascoltare erano un duo che si esibiva allo Zebra bar e un gruppo napoletano che suonava al Pigalle Lounge dove abbiamo trascorso gran parte delle serate.

Nella notte spostiamo indietro di un’ora l’orologio.

Arriviamo a Kirkwall subito dopo pranzo; non abbiamo acquistato nessuna escursione e abbiamo pianificato una visita a piedi della città. In porto è disponibile una navetta gratuita che collega il porto al centro città in pochi minuti.

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Kirkwall è la capitale e città principale delle Orcadi ed è piacevole passeggiare per le sue strade e sul lungomare. Dati storici la citano già nel 1046 ed oggi ha circa 9000 abitanti. La nostra prima meta è la Cattedrale di St. Magnus, detta la Luce del Nord, che risale al 1137.

Magnus era un conte norvegese che ereditò la Contea Norse delle Orcadi assieme a suo cugino. I due litigarono e nel 1116 ci fu un tentativo di pace. I due decisero di incontrarsi sull’isola di Egilsay, ma il conte Haakon ordinò di uccidere Magnus. Storie e leggende sulla santità di Magnus aumentarono negli anni e la contea venne riconquistata dal nipote di Magnus, Rognvald, che promise, se avesse vinto, di erigere una grande cattedrale in nome dello zio ucciso anni prima. Durante i secoli successivi la Cattedrale è stata ampliata in più riprese fino ad assumere la struttura odierna.

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La Cattedrale è imponente, costruita in arenaria rossa e gialla in stile romanico con aggiunte in stile gotico; ha la classica forma a croce e a tre navate e all’interno si trovano numerose sepolture risalenti al XVII secolo.

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Alcuni dei pilastri che separano le navate laterali appaiono leggermente inclinati segno di uno spostamento della struttura. Su uno di questi si trova una placca memoriale in legno nota come Mort Brod del XVII secolo che ricorda un mastro vetraio.

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Nel corridoio laterale del coro si trova la campana di ottone della HMS Royal Hoak nave da guerra affondata a Scapa Flow nel 1939. Nella teca è contenuto un libro memoriale le cui pagine vengono girate ogni settimana dai custodi per onorare i caduti.

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Una cappella è dedicata a Rognvald il fondatore della chiesa raffigurato nella statua al centro

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Le vetrate sono state installate durante uno dei restauri e risalgono agli inizi del 1900.20230704_134911.webp
 
Continuando la nostra visita della cattedrale....

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Degni di nota il coro ligneo, i bei pavimenti policromi riportati alla luce durante i lavori di restauro del secolo scorso e la statua sul sepolcro dell’esploratore John Rae, originario delle Orcadi, che si dedicò all’esplorazione dell’artico Canadese.

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Le lapidi di alcune delle sepolture presenti all'interno della chiesa

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L'ingresso e la visita della cattedrale sono gratuiti e all'entrata sono disponibili brochure in diverse lingue che descrivono la chiesa e la sua storia.
Usciamo.....ma prima fotografo un particolare della decorazione del portale d'accesso

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Ci dirigiamo verso le nostre due prossime mete: il Palazzo del Vescovo e il Palazzo del Conte che si trovano a poca distanza dalle Cattedrale.

Continua....
 
Il Palazzo del Vescovo fu eretto probabilmente contemporaneamente alla Cattedrale e fu ampliato attorno alla fine del 1400; fu residenza di numerosi vescovi delle Orcadi che dal 1468 in poi furono in maggioranza di origine scozzese e non più norvegese. Ormai del palazzo rimangono solo una sala al pian terreno, parte della torre ed i muri perimetrali.
Nella fotografia:
in fondo, di fianco al campanile della cattedrale, ciò che rimane della torre del Vescovo che in origine aveva 4 piani e probabilmente ospitava le stanze del vescovo.
In corrispondenza delle finestre sulla sinistra probabilmente si trovava la sala di rappresentanza al di sopra della quale si trovavano altre stanze

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Alla base della torre un ampio locale che serviva da cantina e magazzino

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Di fronte al palazzo del vescovo si erge ciò che resta dell’Earl Palace o Palazzo del Conte. Questo palazzo fu costruito nel 1606 dal conte Patrick Stewart ed era parte di un imponente complesso che inglobava anche il Palazzo del Vescovo. Alla fine delle opere di costruzione il conte si trovò pieno di debiti ed fu costretto a cedere tutti i suoi possedimenti al Vescovo James Law e pochi anni dopo fu anche rinchiuso in prigione. Cercò di riprendersi le terre mandando il figlio a riconquistarle ma senza successo e nel 1615 verranno giustiziati entrambi.


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Nel palazzo si possono ancora vedere il pozzo

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Le cucine in cui si trova un enorme focolare con un camino alto 5 metri

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Al piano terra si trovano i magazzini che si aprono lungo uno stretto corridoio.

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Lungo le pareti esterne si aprono feritoie difensive

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Un'ampia scalinata conduce al piano superiore dove si trovava la stanza del cancelliere riconoscibile per delle nicchie costruite nel muro dove probabilmente venivano riposti documenti di corte.

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proseguendo si arriva a ciò che resta della sala dei ricevimenti e di rappresentanza dove sono ancora visibili i grandi camini

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Una scala a chiocciola conduceva alla stanza del Conte ormai non più accessibile che si trovava ancora ad un piano superiore nella parte del castello che meglio poteva essere difesa.

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Infine la stanza della Contessa di cui rimane il muro perimetrale e la parte esterna dotata di ampie finestre

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L’accesso ai due palazzi è a pagamento, il chiosco è proprio davanti al palazzo del Conte nel parco che lo circonda, il costo se non ricordo male è di 12 sterline, si paga con carta di credito ed è disponibile una breve guida in italiano.

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Terminata la visita ci dirigiamo verso la via principale del villaggio, Victoria Street, dove si susseguono numerosi negozi di ogni genere: caffetterie, negozi di souvenir, alimentari, abiti da sposa e da sposo con i caratteristici kilt che oggi vengono indossati sono in occasioni speciali come ad esempio per i matrimoni. Una volta erano indossati comunemente e ogni clan aveva i suoi colori del tartan utilizzato così che si poteva riconoscere dal kilt indossato l’appartenenza ad una famiglia o ad un’altra di chi li indossava. La via termina in prossimità del porticciolo dove un gabbiano sta banchettando con un granchio rubato da un sacco abbandonato sulla banchina.

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Continua...
 
Proseguendo sul lungomare verso destra si può fare una bella passeggiata da cui si gode di scorci panoramici e in cui si susseguono tipiche casette anglosassoni.

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Tornando indietro decidiamo di tornare alla nave a piedi. Si tratta di una bella passeggiata di circa 45-50 minuti lungo una strada non troppo trafficata che costeggia campi e un laghetto; trovandoci dall’altra parte della baia si ha una vista sulla città che all’andata in bus non avevamo potuto apprezzare

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Lungo la strada incontriamo una mandria al pascolo e Poesia fa da sfondo

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Ritorniamo a bordo verso le 18.00, il tempo di un aperitivo e si va a teatro a vedere lo spettacolo di un ventriloquo: divertente.

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Alle 20.00, mentre entriamo al ristorante, Poesia parte per Stornoway.

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Arriviamo a Stornoway con una bella giornata di sole.

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Dal punto di attracco si vede la cittadina e la prima lancia si avvia a predisporre il punto di attracco dei tender che porteranno a terra i passeggeri.

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Chi ha l’escursione, come noi, sarà tra i primi a scendere. Chi non ha escursioni deve andare a ritirare il numero per la discesa in lancia, i diamond ricevono i biglietti priority direttamente in cabina e possono recarsi alla discesa in qualsiasi momento.

Stornoway è la città principale dell’isola di Lewis e Harris. Di fatto, anche se ha due nomi, si tratta di una sola isola: Lewis più a nord e più ricca e Harris più a sud e più brulla e povera. L’isola per molti anni fu abitata da vichinghi provenienti dalla Norvegia e si racconta che furono proprio questi a disboscare completamente l’isola su cui praticamente non si trovano più alberi.

L’escursione che abbiamo scelto ci porterà a visitare in particolare la costa ovest dell’isola di Harris.

Troviamo il nostro autobus poco distante dal punto di attracco del tender e ci accoglie la nostra guida. L’escursione si svolgerà in lingua inglese ma a bordo con noi c’è un ragazzo dell’ufficio escursioni MSC che farà da interprete.

Partiamo costeggiando il lungomare e poco dopo usciamo dalla città e ci troviamo immersi nel verde delle campagne dell’isola di Lewis.

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Ci dirigiamo verso sud e ben presto siamo a Harris. Il primo villaggio che incontriamo è Balallan. Il nome significa la città di Allan e il paese è caratterizzato da una serie di abitazioni più o meno isolate che si trovano lungo la strada per un tratto di circa 6 km: è anche conosciuto come il villaggio più lungo delle Ebridi.

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Nel territorio di Ballalan si erge il memoriale che ricorda la sommossa popolare degli abitanti di Ballalan che nella seconda metà del 1800 furono allontanati dalle case e dai terreni che coltivavano dai proprietari terrieri per avviare l’allevamento di pecore. La sommossa finì con una sconfitta dei rivoltosi e 6 di loro furono processati. Il loro gesto però contribuì all’ammodernamento delle leggi nelle Ebridi relative ai diritti e doveri dei proprietari terrieri. A questo proposito la guida ci ha detto che ancora oggi la maggior parte della terra appartiene a pochi grandi proprietari che affittano case e piccoli appezzamenti alle persone che vivono lì.

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Le strade ad Harris sono piuttosto strette ma in questa giornata decisamente poco trafficate e l’autobus deve fermarsi solo un paio di volte per pernmettere il passaggio dei veicoli che arrivano in direzione contraria

Durante il tragitto incontriamo spesso piccoli laghi ed ampie verdi radure, talvolta in parte coperte da piccole foreste di abeti

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Non ci sono colture e ci spiegano che il terreno è praticamente costituito solo da torba che non permette l’impianto di colture. La torba, in passato, è stata utilizzata come combustibile per il riscaldamento delle case e per molte famiglie era un’importante fonte di reddito. Man mano che procediamo ci avviciniamo alle maggiori alture dell’isola e il cielo si fa minaccioso.

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Ma passate le montagne ritroviamo il sole ed iniziamo a costeggiare il fiordo che viene chiamato Loch Shiphoirt e si aprono vedute incantevoli

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Lasciamo il punto panoramico in cui ci siamo fermati per le fotografia e ripartiamo attraversando territori verdissimi e bellissimi. Luoghi solitari in cui "spuntano" case qua e là

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Arriviamo al villaggio di Tarbert che sorge su un istmo che separa le due parti dell’isola di Harris: quella a nord più montuosa e costituita da torbiere e quella a sud più pianeggiante. Tarbert è il villaggio più grande di Harris, è servito da traghetti che arrivano nel suo piccolo porto ed è un centro turistico.

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E’ sede di una importante distilleria dove si produce prevalentemente gin. Mentre tutti i nostri compagni di escursione si fiondano dentro la distilleria, noi ci dirigiamo dalla parte opposta ed iniziamo a girovagare per il piccolo paese che di fatto non offre molto se non qualche bello scorcio sul mare e case molto "british" immerse nel verde dei giardini.

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Quando manca poco al rientro in bus per continuare il viaggio anche noi ci rechiamo alla distilleria dove si possono acquistare bottiglie di gin e di altri distillati, marmellate, the e altri prodotti locali. per noi non è stato possibile visitare la parte della distilleria dove viene prodotto il gin e non so se normalmente sia possibile. Sarebbe stato interessante...

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Ma è tempo di risalire in autobus e dirigerci a ovest per raggiungere i luoghi che mi hanno fatto scegliere questa escursione.

Il paesaggio inizia a cambiare: lungo la strada si aprono vedute incredibili su torbiere che sembrano disegnate

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E poi sullo sfondo inizia a vedersi la nostra meta…. Le spiagge più belle della Scozia

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Le spiagge sono quella di Luskentyre che è stata classificata tra le 10 più belle spiagge europee (la si vede sullo sfondo della prima delle seguenti fotografie), quella di Seilebost che si trova immediatamente dopo e quella di Horgabost dove ci fermeremo. Tutte queste meravigliose spiagge si susseguono una dietro l’altra tanto che non è quasi possibile capire quando si lascia una e si arriva all’altra. Siamo letteralmente rimasti senza fiato quando abbiamo iniziato a intravederle dalla strada.

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Lasciamo la strada principale e percorriamo con il bus per poche centinaia di metri una strada secondaria che termina in un parcheggio dove si trova anche un campeggio. Iniziamo a percorrere un sentiero tra le dune di sabbia ricoperte di erba di marram: un erba che cresce sulla sabbia formando lunghi ciuffi verdi. Poco lontano distese erbose sui cui pascola il bestiame.

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E poco dopo arriviamo alla spiaggia.....

Continua
 
Ed ecco la spiaggia di una sabbia bianchissima ed un mare con colori caraibici. Le temperature però sono da piumino e sciarpa ma c’è qualche ospite del campeggio che dotato di muta si immerge in queste splendide acque. A fare da sfondo le montagne che la incorniciano.

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Abbiamo goduto di questa meraviglia della natura con pochissima gente visto che non erano ancora arrivati altri autobus. Abbiamo avuto quasi 40 minuti di tempo per esplorare la spiaggia e camminare sulle dune ma da lì non me ne sarei mai andata….
 

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Ripercorriamo la strada a ritroso per ritornare a Stornoway ed è l’occasione per scattare ancora qualche fotografia

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Sullo sfondo il ponte costruito solo nel 1995 che collega l’isola di Skye al resto dell’isola di Lewis e Harris, prima era raggiungibile solo via mare.

Ripassiamo anche da Tarbert

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