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MSC Poesia: il nostro lento viaggiare tra ghiacci e vulcani

Stato
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Andiamo verso la piccola chiesa ma non è possibile visitarla, viene aperta solo per chi viene con l’escursione; passiamo accanto ad un negozio con annesso laboratorio di lavorazione di pesci, cetacei e foche.

Sui banchi di vendita si trovano diverse specie di merluzzi e altri pesci, carne di foca, di renna e di piccoli cetacei (forse globicefali); nell’annesso laboratorio gli addetti stanno sezionando delle foche e stanno lavando le loro pelli. Per noi è stato uno spettacolo non proprio gradevole ma bisogna pensare che i mammiferi marini qui sono una importante fonte di sostentamento.

Posto solo le fotografie dei merluzzi e di un pesce simile alla gallinella perché le foto delle foche sono troppo crude.

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Dietro le case tradizionali colorate sono sorti palazzoni grigi che niente hanno a che fare con l'ambiente circostante

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Scendendo per la strada verso il mare arriviamo al Greenland National Museum dove sono custoditi numerosi reperti, alcuni molto antichi risalenti alle prime popolazioni Saqqaq e Indipendence vissuti qui tra il 2500 a.c. e il 200 a.c. Nei secoli successivi queste popolazioni furono soppiantate dalle popolazioni Dorset che erano ancora presenti attorno al 1200 d.c. contemporaneamente alle popolazioni vichinghe. Sempre in questi anni dalle zone dell’Alaska arrivarono i Thule, da cui discendono gli attuali groenlandesi, che nel giro di 200 anni soppiantarono Dorset e vichinghi. Procedendo nelle sale del museo è come fare un viaggio nel tempo e nelle culture dei popoli che si sono succeduti in Groenlandia.

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Le maschere rituali venivano usate nella cultura Thule dallo sciamano per nascondere la sua identità agli spiriti con cui veniva in contatto.

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Questi sopra sono i Tupilak, talismani che venivano richiesti allo sciamano e che avevano parti di almeno tre animali. Sono testimonianza della cultura animista di questi popoli che appunto credevano che tutto avesse un'anima. La presenza di parti di tre animali era per dare al talismano la forza degli stessi in modo da raggiungere e fare del male alla persona designata. Ad esempio un Tupilak con la testa di volpe, il corpo di un aquila e la coda di un pesce avrebbe avuto l'istinto predatorio della volpe, la forza e l'abilità nel volo dell'aquila e la capacità natatoria del pesce. Durante la preparazione del Tupilak lo sciamano eseguiva canti rituali per infondervi uno spirito, infine il Tupilak veniva gettato in mare perchè iniziasse il suo viaggio verso la persona designata. Se però questa aveva poteri magici maggiori poteva ritorcere gli effetti del tupilak verso chi lo aveva commissionato.

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Le donne usavano ornamenti per i capelli e una sorta di coroncina arricchita con perline d'osso

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Alcuni degli strumenti che venivano utilizzati per la caccia e la pesca

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In una sezione sono esposti gli abiti utilizzati nei secoli, inizialmente fatti con pelli di foca o di orso poi di tessuti e di lana

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Un altro settore è dedicato alle suppellettili utilizzate nelle case

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I giocattoli

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e le riproduzioni delle case nelle diverse epoche o dei Thule e degli Europei arrivati per convertire al cristianesimo

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Diverse sale sono dedicate ai mezzi di trasporto via terra e via mare utilizzati

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Nelle varie sale sono esposti anche uccelli imbalsamati; non sono però riuscita a capire se si tratta in tutti i casi di animali autoctoni anche perchè mancavano le descrizioni e c'era anche un pinguino che, per quello che so, si trovano solo a sud dell'equatore.

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Nell’ultima sala sono esposte, in un ambiente ad atmosfera controllata, 4 delle mummie che sono state ritrovate nel 1972. In totale, in due tombe, furono trovate 6 donne e due bambini morti per cause sconosciute attorno al 1475. Sono state trovate tutte vestite con abiti tradizionali e pelli di animali; sono state seppellite con accanto altri abiti come per assicurare un viaggio e una vita confortevole nell’aldilà. Appartenevano tutte alla stessa tribù, infatti avevano tutte gli stessi tatuaggi ad eccezione della donna più giovane che si pensa non fosse ancora sposata o non avesse ancora avuto figli. L’utilizzo dei tatuaggi nelle donne dai 20 anni in su era per testimoniare l’appartenenza ad un gruppo famigliare o uno stato sociale era molto diffusa ed è stata abbandonata con l’inizio dell’attività missionaria europea. Le mummie sono conservate in maniera straordinaria e soprattutto il neonato è praticamente intatto.

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Usciamo all'esterno e attraversando la strada entriamo nel laboratorio del bottaio. Il laboratorio è nella sua sede originale ed è rimasto in funzione fino al 1940. Le botti qui venivano costruite o riparate. Venivano utilizzate per portare in Danimarca grasso di balena e fegato di merluzzo e per importare dalla Danimarca a Nuuk sale, zucchero, farina, burro, ecc.

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Ritorniamo a bordo verso mezz’ora prima del tutti a bordo quando inizia a piovere con più intensità, un salto al buffet per rifocillarsi e poi in cabina per una bella doccia calda: ci vuole dopo tutta questa umidità.

Alle 16.00 la nave parte e subito dopo si sente l’annuncio del Comandante Sarcinella che avvisa della impossibilità di raggiungere Ilulissat: nella Disko Bay ci sono troppi iceberg e c’è il rischio che il ghiaccio si chiuda e intrappoli la nave. Sul canale a circuito chiuso della televisione dopo una mezz’ora compaiono le immagini dei satelliti che testimoniano la situazione dei ghiacci nella baia. Ci informa che, in contatto con la Compagnia, stanno cercando di modificare l’itinerario per offrire agli ospiti una valida alternativa.

Un po’ mi dispiace perché proprio 5 giorni prima ero riuscita a trovare posto per l’escursione nel fiordo Kangia tra gli iceberg ma la sicurezza viene prima di tutto. Non così la pensa un altro passeggero, italiano, che cerca di coinvolgere altri italiani in una sorta di class action per ottenere un rimborso del 50% del costo della crociera per modifica unilaterale del contratto! Veniamo poi a sapere che non è la prima volta che promuove azioni del genere anche con altre compagnie. A noi non ha chiesto nulla ma se lo avesse fatto non avremmo sicuramente aderito.
Passiamo a chiedere dove stiamo andando ma ci dicono che non possono ancora dircelo ma poco tempo dopo ci informano che stiamo andando a Nanortalik e che il giorno successivo allo scalo di Nanortalik ci sarà una nuova navigazione turistica: stavolta del Tasermiut Fjord.

Lasciamo Nuuk di nuovo avvolti nella nebbia ed iniziamo la navigazione verso sud

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Il giorno di navigazione trascorre tranquillo e dall’ufficio escursioni arriva la comunicazione relativa al rimborso delle escursioni prenotate per Ilulissat e le proposte per Nanortalik: un tour a piedi e uno in barca, ma entrambi carissimi. Date le dimensioni del paese decidiamo che faremo una passeggiata in autonomia.

Continua....
 
Nanortalik è una cittadina con circa 1300 abitanti; il suo nome significa “luogo con gli orsi” anche se dicono sia molto difficile vederne qui. E’ situata su un’isoletta all’imboccatura del Tasermiut fjord caratterizzato da essere circondato da alte montagne mete di appassionati di arrampicata e alpinismo. E’ la città più a sud della Groenlandia e la decima per popolazione. Il villaggio è stato fondato nel 1770 ma si trovava in un’altra posizione; è stato spostato in quella attuale nel 1830 per una migliore protezione del porto. A parte il poco turismo estivo la popolazione vive prevalentemente di pesca e di caccia delle foche.

Arriviamo al mattino verso le 8.00 con la nebbia come capita ormai da quando siamo in Groenlandia: nebbia al mattino e alla sera. Alcune imbarcazioni si avvicinano alla nave che si ferma di fronte al paese. Scendiamo in tender un po’ più tardi; abbiamo tempo fino alle 17.30 per visitare il paese e girarlo in lungo e in largo. Intanto il tempo migliora e si inizia a vedere qualcosa.

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Appena scendiamo al molo la sensazione è quella di una giornata di festa; l’arrivo della nave, di tanta gente ha portato tutti a radunarsi attorno al molo per accoglierci, per approntare mercatini e piccoli punti di ristoro dove anche i bambini si danno da fare per vendere una tazza di the o caffè per pochi spiccioli. E incontriamo una donna con i tatuaggi in viso (di cui abbiamo letto nel museo di Nuuk).
In particolare proprio i bambini erano curiosi e divertiti da noi che forse vedevano così diversi per fisionomia; ci venivano dietro guardandoci per poi scappare ridendo; altri, più grandicelli si sono radunati al molo per salutare.

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Appena scesi ci siamo diretti verso sinistra lungo la strada che conduce alla chiesa, piccola ma molto carina sia fuori sia dentro.

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La strada per arrivare alla chiesa passa vicino al comune davanti al quale si trova una grande statua stilizzata in cui io ho "visto" un tricheco...

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Continuando sulla strada siamo arrivati un po’ fuori dal centro abitato dove case più isolate si affacciano su una insenatura dove è stato ricavato un piccolo porticciolo.

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La baia si apre verso il mare aperto e, essendo lì da soli nel silenzio, trasmette un senso di pace e tranquillità. Anche se, poi pensandoci bene, non deve essere facile vivere qui.

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Continuiamo la nostra camminata tra case colorate e fiori selvatici

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Ci inerpichiamo lungo le pendici di una collina e dall'altra parte scorgiamo un laghetto: si tratta di un invaso utilizzato per fornire acqua potabile al villaggio

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Allegati

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Spostandoci poi a nord arriviamo in una zona di case di recente costruzione e passiamo accanto ad un piccolo cimitero degradante verso il mare.

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In tutti i paese della Groenlandia visitati abbiamo sempre visto casette blu minuscole e senza finestre chiuse con lucchetti: si tratta di stazioni di pompaggio ma non so dirvi a cosa servono, se per l'acqua o gas.
Ritornando verso il porto ci fermiamo in un supermercato per curiosare pensando di trovare qualcosa di particolare ma la maggior parte dei prodotti sono gli stessi delle multinazionali che troviamo anche da noi. L’unico prodotto particolare è la carne di renna congelata. C’è poi la Nutella in versione “polare” e confezioni enormi di pop corn.

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Tra gli scaffali anche questa fotografia: non siamo andati a Ilulissat e mi consolo così….

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Ci dirigiamo verso il porto per risalire a bordo ma non posso non scattare ancora queste due fotografie

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Torniamo a bordo e scatto qualche foto dai ponti della nave e lontano vedo ribollire la superficie del mare, guardo meglio e mi accorgo che è un branco di foche: ho provato a fotografarle ma ci sarebbe voluto un teleobiettivo. Attorno a noi altri iceberg

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Poco prima della partenza due ragazzi in canoa vengono a salutarci e una volta partiti si affianca un’imbarcazione con una famiglia

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Poesia prende il largo

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Il Tasermiut è un fiordo lungo 70 km in cui Poesia entra attorno alle 10.00 per la navigazione turistica; attorno a noi ancora iceberg e alte montagne, alcune raggiungono i 2000 metri di altezza. Proprio le montagne sono impressionanti, non solo per l'altezza, ma per i colori che hanno: mai visto niente di simile.

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Dopo circa 2 ore passiamo in prossimità del villaggio di Tasiusaq dove vive solo un centinaio di persone.

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E poco dopo possiamo vedere la foresta di Qimerutilik una delle uniche due foreste naturali della Groenlandia.

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Si tratta di piccoli abeti. Vicino alla foresta ci sono due piccole case e una stalla dove vengono allevate pecore.

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qui vivono solo 4 persone.

Continuando la navigazione si iniziano a scorgere i primi ghiacciai incastonati tra le montagne.

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Arriviamo in fondo al fiordo attorno alle 14.30 e ci troviamo di fronte al ghiacciaio che è la parte più meridionale della calotta polare.

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Davanti al ghiacciaio Poesia ruota su se stessa ed inizia il viaggio a ritroso fino all’uscita dal fiordo e l’inizio della navigazione verso Qaqortoq.

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Appena usciti dal fiordo ho la fortuna di rivedere un branco di foche che nuota velocemente per poi sparire inabissandosi.

In cabina ci arriva la comunicazione che l’escursione che abbiamo prenotato per Isafjordur non sarà disponibile in Italiano e di rivolgermi all’ufficio escursioni per cambiare escursione o accettare di farla in Inglese. In realtà quando l’ho acquistata c’era già scritto che sarebbe stata in Inglese. Vado all’ufficio escursioni per confermare che mi va bene in Inglese e mi dicono “ma è stata confermata anche in Italiano”; me ne torno in cabina un po’ perplessa e quando arrivano i biglietti scopro che l’escursione sarà in Inglese. Insomma all’ufficio escursioni hanno fatto un po’ di pasticci.

Continua....
 
Arriviamo a Qaqortoq alle 9 di mattina e presto i tender sono in mare per portare a terra i passeggeri. Noi ci prepariamo con calma intanto staremo qui fino alle 22.00. Da bordo faccio qualche fotografia alla quarta città della Groenlandia, la più grande del sud con poco più di 3000 abitanti. Il suo nome significa “la bianca” anche se le sue case sono tutte molto colorate e in estate si riempie di fiori selvatici. Fu fondata nel 1775.

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Appena sbarcati ci si trova di fronte all’ufficio di informazioni turistiche che è anche negozio di souvenir. Fuori è appesa la cartina con l’indicazione degli edifici principali della città.
All’interno è anche possibile acquistare escursioni; vengono descritte con l’indicazione della durata e del costo in un cartello posto di fianco all’ingresso.

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Ci dirigiamo verso il lago Tasersuaq raggiungibile in pochi minuti passando vicino alla Chiesa del Salvatore che sorge sulle rive dell’emissario del lago. Si tratta di un lago piuttosto grande al cui interno sorgono alcune piccole isolette.
 
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Costeggiamo il lago per un tratto poi iniziamo a salire per le strade che si inerpicano tra le case. Tutti, ma proprio tutti, gli abitanti della città che incontriamo ci salutano sorridenti ed alcuni si fermano anche a chiedere da dove arriviamo.
Passiamo a fianco della scuola pubblica dove le mamme stanno accompagnando i bambini e poi salendo più in alto arriviamo dove è l’ospedale.

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Da qui si inizia ad avere una vista dall’alto sulla città e si scorge anche la nostra nave ancorata in rada.

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Continuiamo a salire tra le case che anche qui sono di dimensioni ridotte, per poterle riscaldare più facilmente, e tutte colorate.

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Arriviamo in cima alla collina da dove abbiamo una splendida vista sul paese e la baia

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Riscendiamo verso il mare dalla parte opposta da cui siamo saliti e arriviamo fino all’eliporto. A Qaqortoq non c’è un aeroporto quindi la città si può raggiungere solo via mare o in elicottero. C’è però il progetto per costruirne uno che dovrebbe entrare in funzione nel 2025.
Tornando verso il centro della città costeggiamo l’area portuale dove ci imbattiamo in alcuni murales.

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Poco oltre si trova un grande edificio dove vengono prodotti borse, giacche, cappelli e altro con le pelli di foca. E’ possibile visitare la fabbrica a pagamento e con una visita guidata che però in quel momento non era disponibile. Effettuano anche vendita diretta.
Ritorniamo verso il molo dove arrivano i tender e passiamo davanti ad un container in cui è stato ricavato un piccolo negozio gestito da una ragazza giovane e molto gentile. Qui abbiamo trovato diverse cose carine e particolari da portare a casa come ricordo o da regalare.
Passiamo su un piccolo ponte da cui si scorge nuovamente la Chiesa del Salvatore e arriviamo nella piazza principale della città dove è posizionata la fontana dei delfini: questa è l’unica fontana di tutta la Groenlandia.

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Passiamo al negozio del pesce dove oltre ad Halibut e merluzzi viene venduta la carne di piccoli cetacei e di foca e poi ci dirigiamo verso il piccolo museo.

Continua....
 
Decidiamo di visitare il museo, situato nella casa più antica di Qaqortoq. All’interno della costruzione, salendo in soffitta attraverso una ripida scala si posso visitare la Stanza Blu e la Stanza rossa dove Knud Rasmussen e Charles Lindbergh rispettivamente dormirono. Il primo fu un antropologo danese vissuto tra la fine del 1800 e l’inizi del 1900 che studiò a lungo le popolazioni Inuit compiendo diverse spedizioni in Groenlandia. Il secondo era il noto aviatore Statunitense di origine svedese famoso per la trasvolata dell’Atlantico.

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Nelle sale al piano terra sono esposte canoe, denti di tricheco magistralmente intagliati e una sacca costituita da pelli di foca cucite insieme con tendini degli stessi animali (blubberbag) . Una volta cucita la sacca veniva riempita d’aria e lasciata seccare. Durante la stagione della caccia veniva utilizzata per contenere il grasso di foca che veniva poi consumato in diverse preparazioni tipiche della cucina Inuit oppure lasciato fermentare fino a diventare olio che poteva essere conservato fino a due anni. Quando la sacca era vuota veniva usata anche per contenere piccoli pesci essiccati (ammassat), bacche o erbe.

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Nel museo è conservata anche una piccola collezione di Tupilak ed è presente una mostra temporanea di stampe che riproducono i quadri di artisti groenlandesi che sono esposti nei più importati musei mondiali tra cui l’Ermitage o fanno parte di collezioni private.

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Usciamo dal museo e ci dirigiamo dall’altra parte della strada dove in una casa gialla sono presenti la ricostruzione di una stanza di una casa dei primi del secolo scorso e alcuni reperti dell’epoca vichinga. Un poster informativo racconta che con l’innalzamento delle temperature all’inizio del 1900 e la diminuzione delle foche fu necessario trovare altre fonti di sostentamento. Nel 1906 un reverendo importò dalle isole Faroe le prime 11 pecore e nel 1915 fu installata una stalla con 170 pecore importate dall’Islanda. Il successo dell’allevamento fece si che altri seguirono l’esempio del primo allevatore a tempo pieno. Tutte le stalle sorgono nel sud della Groenlandia vicino a dove un tempo sorgevano gli allevamenti vichinghi. Il foraggio in parte viene importato e in parte viene ottenuto dagli antichi pascoli vichinghi che sono stati recuperati. Attualmente ci sono 45 allevamenti di ovini che mediamente hanno 500 capi ciascuno. Alcuni hanno anche cavalli e tre allevatori detengono anche bovini.

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Qaqortoq è la nostra ultima tappa in Groenlandia e da questa sera inizieremo a riportare avanti di un’ora l’orologio

Partiti da Qaqortoq vediamo la prima nave dopo tanti giorni: si tratta di una nave della Holland che sta andando in Groenlandia mentre noi ce ne stiamo allontanando. Abbiamo davanti a noi due giorni di navigazione che trascorrono tranquilli con le varie attività che vengono proposte a bordo: Trivial, Master Chef, giochi con l’animazione. Si ascolta un po’ di musica, se legge un buon libro e si va a teatro dove gli spettacoli sono sempre stati piacevoli e alcune volte veramente belli. Passiamo anche al desk del future cruise: ho già fatto un preventivo on line e approfittiamo delle agevolazioni previste dalla prenotazione a bordo per prenotare la crociera dell’anno prossimo.

La sera del primo giorno è di nuovo gala e al ristorante il nostro tavolo è veramente elegante.
 
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