Spinto e quasi trascinato piacevolmente dal diario di Vera95 spero di fare cosa gradita agli amici crocieristi se scrivo sulle mie avventure motociclistiche e automobilistiche americane, nell’attesa di una transatlantica già prenotata alla fine di novembre.
Electra Glide in Blue to Sturgis.
A molti, anzi a moltissimi, “Sturgis” non dirà alcunché ma nei miei anni giovanili aveva attinenza con la mia passione per la motocicletta e con una ipotetica avventura “coast to coast” negli Stati Uniti, preferibilmente sulla mitica “Route 66”.
Easy Rider, un film del 1969 diretto e interpretato da Dennis Hopper assieme a Peter Fonda (figlio di Henry Fonda) e Jack Nicholson, allora giovane attore quasi sconosciuto, aveva avuto la sua parte nel temprare la mia passione per la moto. Il lungometraggio narrava un viaggio di due motociclisti attraverso gli “states”, da Los Angeles a New Orleans, sulle loro motociclette Harley Davidson opportunamente modificate secondo lo stile “chopper”:
Possedevo in quegli anni una Moto Morini 125 di seconda mano e catturato dalle immagini di quel film mi cimentai nel tentativo renderla più appariscente possibile, a somiglianza di quanto avevo visto nel film, con risultati sufficienti sotto molti aspetti.
Cilindrata troppo piccola la 125 e non le era permesso di viaggiare in autostrada. Pertanto, fu la volta della mitica Honda 500 Four color oro, comprata sempre di seconda mano. Bellissima e con un livello qualitativo e meccanico non paragonabile con le motociclette italiane.
Ancorché apprezzabile, la Honda era comunque sottodimensionata per viaggiare in coppia e con bagagli al seguito; quindi decisi di salire di categoria comprando di seconda mano una Moto Guzzi 850 California. Era un vero trattore con vibrazioni a non finire.
Per viaggiare con tranquillità, avevo bisogno di una motocicletta di tutto rispetto.
Un’altra compagna di viaggi quindi ma, questa volta, finalmente “nuova”: BMW r100s.
Nel 1982 con mia moglie decidemmo di fare il nostro primo lungo viaggio in terra di Spagna, proprio nel periodo della grandiosa epopea del calcio italiano con la conquista del titolo mondiale.
La moto si rivelò costantemente una fida “compagna” che non tradiva mai, a patto di darle da “mangiare” un po’ d’olio e da “bere” ottima benzina: 6.000 chilometri tra andata e ritorno senza alcun problema.
Le lunghe distanze da percorrere in moto non mi intimorivano e certamente avrei potuto anche prendere in considerazione, in futuro, un viaggio avventura negli Stati Uniti. Tuttavia, gli impegni di famiglia e la nascita dei nostri figli mi costrinsero ad accantonare la motocicletta, la mia passione e il mio sogno che finì in un cassetto.
Ma il fuoco covava sotto la cenere!
continua...
Electra Glide in Blue to Sturgis.
A molti, anzi a moltissimi, “Sturgis” non dirà alcunché ma nei miei anni giovanili aveva attinenza con la mia passione per la motocicletta e con una ipotetica avventura “coast to coast” negli Stati Uniti, preferibilmente sulla mitica “Route 66”.
Easy Rider, un film del 1969 diretto e interpretato da Dennis Hopper assieme a Peter Fonda (figlio di Henry Fonda) e Jack Nicholson, allora giovane attore quasi sconosciuto, aveva avuto la sua parte nel temprare la mia passione per la moto. Il lungometraggio narrava un viaggio di due motociclisti attraverso gli “states”, da Los Angeles a New Orleans, sulle loro motociclette Harley Davidson opportunamente modificate secondo lo stile “chopper”:
Possedevo in quegli anni una Moto Morini 125 di seconda mano e catturato dalle immagini di quel film mi cimentai nel tentativo renderla più appariscente possibile, a somiglianza di quanto avevo visto nel film, con risultati sufficienti sotto molti aspetti.
Cilindrata troppo piccola la 125 e non le era permesso di viaggiare in autostrada. Pertanto, fu la volta della mitica Honda 500 Four color oro, comprata sempre di seconda mano. Bellissima e con un livello qualitativo e meccanico non paragonabile con le motociclette italiane.
Ancorché apprezzabile, la Honda era comunque sottodimensionata per viaggiare in coppia e con bagagli al seguito; quindi decisi di salire di categoria comprando di seconda mano una Moto Guzzi 850 California. Era un vero trattore con vibrazioni a non finire.
Per viaggiare con tranquillità, avevo bisogno di una motocicletta di tutto rispetto.
Un’altra compagna di viaggi quindi ma, questa volta, finalmente “nuova”: BMW r100s.
Nel 1982 con mia moglie decidemmo di fare il nostro primo lungo viaggio in terra di Spagna, proprio nel periodo della grandiosa epopea del calcio italiano con la conquista del titolo mondiale.
La moto si rivelò costantemente una fida “compagna” che non tradiva mai, a patto di darle da “mangiare” un po’ d’olio e da “bere” ottima benzina: 6.000 chilometri tra andata e ritorno senza alcun problema.
Le lunghe distanze da percorrere in moto non mi intimorivano e certamente avrei potuto anche prendere in considerazione, in futuro, un viaggio avventura negli Stati Uniti. Tuttavia, gli impegni di famiglia e la nascita dei nostri figli mi costrinsero ad accantonare la motocicletta, la mia passione e il mio sogno che finì in un cassetto.
Ma il fuoco covava sotto la cenere!
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