S
sciguetto
Guest
Rieccomi, di ritorno da una delle gite per pensionati alle quali (da qualche tempo) partecipiamo….
Questa volta il tema erano, appunto, i trasporti, ed erano previste le visite al museo storico delle Ferrovie Federali Svizzere (FFS) ed alla fabbrica degli aerei Pilatus.
Partenza, per noi, al cardiopalma perché a causa di una deviazione non prevista arriviamo a…. brucio al pullman e la puntualità elvetica è intransigente.
Arriviamo comunque ad Erstefld in perfetto orario
ed andiamo al Museo storico. Vi dirò che mi aspettavo qualcosa di più, infatti ci siamo accorti solo all’arrivo che il Museo storico è in corso d’opera e quindi vedremo solo alcune delle locomotive e non delle più vecchie.
Ma non ci facciamo abbattere…
Dunque, il Museo nasce dal fatto che verranno costruiti due nuovi centri ferroviari a Erstfeld e nella zona di Biasca, per cui gli attuali edifici di Erstfeld, piuttosto datati (quelli amministrativi, ai piani superiori hanno ancora i pavimenti in legno, un po’ inquietanti per gli scricchiolii e il classico ondeggiamento quando ci camminano più di 4/5 persone) rimarrebbero vuoti e gli si vuole trovare un buon utilizzo.
Perciò, visto anche che si prevede che l’Unesco ammetterà nel proprio patrimonio culturale mondiale la tratta di montagna del San Gottardo, ecco l’idea del Museo.
Non un concorrente del Museo dei Trasporti di Lucerna, bellissimo, ma a tutto campo, bensì un tributo ad una delle maggiori opere ferroviarie.
La costruzione della linea ferroviaria (che permetterà un transito diretto tra Italia e Germania) inizia nel 1872 e termina 10 anni dopo, grazie anche al lavoro di molti stranieri e rimarrà per 24 anni il traforo ferroviario più lungo (15'003 metri). Cederà lo scettro nel 1906 al traforo del Sempione.
Il traforo fu un vero capolavoro di ingegneria del tempo, pensate che si dovette superare un dislivello di circa 1300 metri, e a quei tempi l’energia era data dal carbone……; si risolse la questione con la costruzione di tratte elicoidali.
Una curiosità è che durante il tragitto si vede, per tre volte e da punti di osservazione diversi, questa chiesetta.
Iniziamo il giro, e in quello che una volta era il… dormitorio
Troviamo la riproduzione del “concetto” del traforo, oltre a foto d’epoca e modellini in scala di alcune opere.
un doveroso ricordo di un gruppo di lavoratori milanesi
Ci spostiamo poi nel deposito dei cimeli finora raccolti
Questa "stanga" serviva a verificare che la distanza interna tra le rotaie fosse costante e che si stesse rispettando la pendenza prevista dal progetto
Un misuratore di "tensione"
Una (per allora) modernissima bolla
Un apparecchio telegrafico (funzionante)
Una collezione di lampade rosse da segnalazione, un vecchio fischietto da capostazione, una pinza per annullare i biglietti, e un "affare", a destra) che non so cosa sia....
Con questo si indicavano le destinazione dei treni, il loro tipo ecc.
Scendiamo poi nei capannoni dove sono state stoccate, in attesa del necessario maquillage, alcune delle locomotive destinate all’esposizione.
Ogni locomotiva reca lo stemma di un cantone
o di un comune Svizzero
e questo è un po’ più particolare, visto che Münchenstein è il paese dove nel 1957 la fonderia Haas'sche Schriftgiesserei AG (Haas) ha creato il carattere tipografico Helvetica.
Ma passiamo alle locomotive...
Questa è la “Nonna (Grossmutti)” (progenitrice del Coccodrillo....)
Questa invece è una delle prime locomotive doppie. Grazie ad essa si potè evitare l’inserimento di una seconda locomotiva a metà convoglio per riuscire a superare il dislivello nel tunnel del Gottardo.
La locomotiva “Coccodrillo (Krokodile)” in una delle prime versioni e venne costruita appositamente per la linea del Gottardo; intuibile il perché del nome guardandone la forma…
mentre questa è molto più recente (e si vede....)
Il Coccodrillo è talmente famoso, e ci siamo tanto affezionati che, seppure in versione molto ridotta, ne produciamo ancora....
Ma non produciamo solo locomotive, perchè, come si dice, "non di sola schiscèta vive l'uomo"
Ecco un carro refettorio.
con un pizzico di civetteria….
Per chiudere con l'argomento treni
vi mostro quanto i convogli danneggino le rotaie; a sinistra un pezzo nuovo, a destra uno dopo nemmeno due anni di uso.....
Terminato il giro.... ferroviario, ci avviamo a una fermata ristoratrice nelle vicinanze della Pilatus per recuperare un po' di forze per il proseguimento della giornata che si preannuncia impegnativa.
A chiusura di questa parte del 3d, che spero non vi abbia annoiato più di quel tanto, permettetemi di “spezzare un’arancia” per combattere il pregiudizio che gli Svizzeri siano “quadrati” e poco dotati di spirito…
Ecco cosa mi sono trovato nel bagno quando, prima di pranzo, sono andato a… lavarmi le mani…
Pregherei di non avviare scommesse su quale sia stata la … posizione scelta…
To be continued (tomorrow.....) with
Questa volta il tema erano, appunto, i trasporti, ed erano previste le visite al museo storico delle Ferrovie Federali Svizzere (FFS) ed alla fabbrica degli aerei Pilatus.
Partenza, per noi, al cardiopalma perché a causa di una deviazione non prevista arriviamo a…. brucio al pullman e la puntualità elvetica è intransigente.
Arriviamo comunque ad Erstefld in perfetto orario
ed andiamo al Museo storico. Vi dirò che mi aspettavo qualcosa di più, infatti ci siamo accorti solo all’arrivo che il Museo storico è in corso d’opera e quindi vedremo solo alcune delle locomotive e non delle più vecchie.
Ma non ci facciamo abbattere…
Dunque, il Museo nasce dal fatto che verranno costruiti due nuovi centri ferroviari a Erstfeld e nella zona di Biasca, per cui gli attuali edifici di Erstfeld, piuttosto datati (quelli amministrativi, ai piani superiori hanno ancora i pavimenti in legno, un po’ inquietanti per gli scricchiolii e il classico ondeggiamento quando ci camminano più di 4/5 persone) rimarrebbero vuoti e gli si vuole trovare un buon utilizzo.
Perciò, visto anche che si prevede che l’Unesco ammetterà nel proprio patrimonio culturale mondiale la tratta di montagna del San Gottardo, ecco l’idea del Museo.
Non un concorrente del Museo dei Trasporti di Lucerna, bellissimo, ma a tutto campo, bensì un tributo ad una delle maggiori opere ferroviarie.
La costruzione della linea ferroviaria (che permetterà un transito diretto tra Italia e Germania) inizia nel 1872 e termina 10 anni dopo, grazie anche al lavoro di molti stranieri e rimarrà per 24 anni il traforo ferroviario più lungo (15'003 metri). Cederà lo scettro nel 1906 al traforo del Sempione.
Il traforo fu un vero capolavoro di ingegneria del tempo, pensate che si dovette superare un dislivello di circa 1300 metri, e a quei tempi l’energia era data dal carbone……; si risolse la questione con la costruzione di tratte elicoidali.
Una curiosità è che durante il tragitto si vede, per tre volte e da punti di osservazione diversi, questa chiesetta.
Iniziamo il giro, e in quello che una volta era il… dormitorio
Troviamo la riproduzione del “concetto” del traforo, oltre a foto d’epoca e modellini in scala di alcune opere.
un doveroso ricordo di un gruppo di lavoratori milanesi
Ci spostiamo poi nel deposito dei cimeli finora raccolti
Questa "stanga" serviva a verificare che la distanza interna tra le rotaie fosse costante e che si stesse rispettando la pendenza prevista dal progetto
Un misuratore di "tensione"
Una (per allora) modernissima bolla
Un apparecchio telegrafico (funzionante)
Una collezione di lampade rosse da segnalazione, un vecchio fischietto da capostazione, una pinza per annullare i biglietti, e un "affare", a destra) che non so cosa sia....
Con questo si indicavano le destinazione dei treni, il loro tipo ecc.
Scendiamo poi nei capannoni dove sono state stoccate, in attesa del necessario maquillage, alcune delle locomotive destinate all’esposizione.
Ogni locomotiva reca lo stemma di un cantone
o di un comune Svizzero
e questo è un po’ più particolare, visto che Münchenstein è il paese dove nel 1957 la fonderia Haas'sche Schriftgiesserei AG (Haas) ha creato il carattere tipografico Helvetica.
Ma passiamo alle locomotive...
Questa è la “Nonna (Grossmutti)” (progenitrice del Coccodrillo....)
Questa invece è una delle prime locomotive doppie. Grazie ad essa si potè evitare l’inserimento di una seconda locomotiva a metà convoglio per riuscire a superare il dislivello nel tunnel del Gottardo.
La locomotiva “Coccodrillo (Krokodile)” in una delle prime versioni e venne costruita appositamente per la linea del Gottardo; intuibile il perché del nome guardandone la forma…
mentre questa è molto più recente (e si vede....)
Il Coccodrillo è talmente famoso, e ci siamo tanto affezionati che, seppure in versione molto ridotta, ne produciamo ancora....
Ma non produciamo solo locomotive, perchè, come si dice, "non di sola schiscèta vive l'uomo"
Ecco un carro refettorio.
con un pizzico di civetteria….
Per chiudere con l'argomento treni
vi mostro quanto i convogli danneggino le rotaie; a sinistra un pezzo nuovo, a destra uno dopo nemmeno due anni di uso.....
Terminato il giro.... ferroviario, ci avviamo a una fermata ristoratrice nelle vicinanze della Pilatus per recuperare un po' di forze per il proseguimento della giornata che si preannuncia impegnativa.
A chiusura di questa parte del 3d, che spero non vi abbia annoiato più di quel tanto, permettetemi di “spezzare un’arancia” per combattere il pregiudizio che gli Svizzeri siano “quadrati” e poco dotati di spirito…
Ecco cosa mi sono trovato nel bagno quando, prima di pranzo, sono andato a… lavarmi le mani…
Pregherei di non avviare scommesse su quale sia stata la … posizione scelta…
To be continued (tomorrow.....) with