Ciao a tutti,
non sono riuscito a capire come inserire il diario di viaggio nell'apposita sezione e quindi lo incollo qui sotto, chiedendo scusa anticipatamente. Voglio anche ringraziare bibilica per il suo diario di crociera sull'Oasis che ci ha fornito preziosi consigli e invogliato definitivamente a partire! Cari saluti a tutti e a Valyus in particolare. Se qualcuno ha altre curiosità sulla "nave più grande del mondo" sono a disposizione.
Prof
Una settimana sulla nave più grande del mondo con una bella sorpresa: nonostante i 5.600 passeggeri a bordo, siamo riusciti praticamente a non conoscere né caos né file estenuanti. Questo il bilancio della vacanza vissuta dall’8 al 15 maggio 2010 sulla Oasis of the Seas della Royal Caribbean. Qui troverete, più che un diario di bordo, una serie di indicazioni utili per chi volesse ripetere l’esperienza, che è senz’altro da consigliare per appassionati e non.
IL VIAGGIO. La crociera parte da Fort Lauderdale in Florida. Dopo varie scorribande su internet, decidiamo per la compagnia Us Airways, sia per il prezzo vantaggioso (670 euro a/R) che per una possibilità che offrono: a 24 ore dalla partenza i posti lasciati liberi in business class vengono messi in vendita con un supplemento di 500 dollari a testa. Possibilità che riusciamo ad agguantare e quindi il viaggio di andata (purtroppo non il ritorno) è davvero comodo e confortevole. L’occasione di questa vacanza è il ventesimo anniversario di matrimonio e quindi ci siamo concessi qualche lusso in più…Col biglietto business abbiamo anche la sala d’attesa dedicata con open bar a Fiumicino, code azzerate e priorità per i bagagli.
In totale il viaggio da Roma è di circa dieci ore con arrivo a Philadelphia. Poi altre due ore e mezzo per Fort Lauderdale. Altre compagnie (tra le altre Air France, Lufthansa, Delta e Alitalia – le ultime due sono in code sharing) offrono altri itinerari ma sempre con uno scalo. Ci sono voli diretti Alitalia da Malpensa per Miami ma difficoltosi come orari per noi che partivamo da Palermo e poi occorreva comunque organizzarsi il transfer verso Fort Lauderdale.
Con Us Airways l’unica difficoltà è stata indipendente dalla compagnia: due ore di ritardo alla partenza a Roma per via della congestione dei voli provocata dall’eruzione in Islanda. Ma noi eravamo già sui comodi sedili della business e quasi non ce siamo accorti…
All’arrivo a Philadelphia abbiamo trovato al banco transiti già stampate le nuove carte d’imbarco per Fort Lauderdale. Ci avevano riprotetto su un altro volo, nessun problema anche per i bagagli. Per via del fuso orario (sei ore) siamo quindi arrivati in Florida intorno alle 23 (ora americana). Avevamo prenotato dall’Italia on line un transfer privato aeroporto-hotel e per telefono siamo riusciti ad avvisare del ritardo. L’autista con puntualità ci ha portati all’hotel Renaissance Plantation (circa venti minuti di distanza in auto sia dall’aeroporto sia dal porto). La città è strapiena di hotel e su internet avrete l’imbarazzo della scelta: ricordatevi comunque che una notte in albergo è obbligatoria per arrivare in tempo e senza patemi d’animo.
L’IMBARCO. Dopo una notte ristoratrice in questo elegante hotel e una abbondante colazione (per il nostro stomaco italiano era già ora di pranzo!) via in taxi verso il porto. Sono circa le 11, caldo e sole lungo i viali alberati della città... Che emozione l’apparizione della Oasis all’orizzonte!
Qui la prima bella sorpresa. Appena scendiamo dal taxi un addetto ai bagagli ci viene incontro, ci consegna i tagliandi, aiutandoci a compilarli (stamparli dal sito è una delle poche cose che non si può fare per i non americani) e prende in consegna le valigie. Una mancia meritata!
Entriamo quindi nel terminal (costruito appositamente) e siamo pronti a una coda interminabile, visto che sia agli Internazionali di Roma che all’aeroporto di Philadelphia abbiamo avuto lunghi ed estenuanti controlli per via dell’allarme terrorismo.
Invece nulla di tutto questo, i tempi sono rapidissimi: seguendo i cartelloni arriviamo veloci nella nostra sala e basta avere l’accortezza di ricordare quale è il ponte della cabina. Ci sono infatti check in dedicati per ogni deck (il nostro è il decimo, abbiamo una comodissima e accessoriata esterna col balcone, con tanto di accappatoi). Prima di partire, sul sito Royal occorre compilare i moduli e stampare la ricevuta: con questa, il passaporto e la carta di credito in 30 secondi riceviamo il Sea Pass (la carta elettronica da usare a bordo per le spese e l’ingresso in cabina) e una mappa della nave. Tempo totale per tutte le operazioni dall’ingresso nel terminal: 5 minuti.
Si può già salire a bordo della Oasis (i ponti cabine verranno aperti alle 13) e ci fiondiamo sulla gangway dopo la foto ricordo col fondale. La nave è già a disposizione e il buffet aperto!
L’ITINERARIO
Riassumo qui solo alcune brevi indicazioni sulle tappe della crociera. Si tratta infatti di tre delle più rinomate mete dei Caraibi per le quali troverete agevolmente indicazioni in altre parti del forum. La crociera prevede infatti tre porti e tre giorni di navigazione proprio perché è la nave la prima vera destinazione, da godersi appieno.
NASSAU. La prima tappa è stata Nassau alle Bahamas, la sosta è solo di mattina. Siccome è domenica, decidiamo di cercare la cattedrale (in stile gotico, chissà perché) che troviamo agevolmente a piedi grazie anche alla cartina che distribuiscono all’info point all’uscita. Diffidate del nugolo di taxisti! In chiesa è in corso una funzione con i salmi cantati (pensate a Sister Act…), ci riceve una elegante signora con un cappello con la veletta e ci dà il libro dei canti e il messale. La informiamo del nostro ventesimo anniversario di nozze e ci riempie di sorrisi e auguri. Lo stesso fa un gentile vecchietto che incontriamo al banco. Davvero un momento di grande commozione e di raccoglimento spirituale!
Tornando alle indicazioni turistiche, il centro storico si può girare tranquillamente a piedi. I viali con gli edifici colore pastello ricordano il passato coloniale, per i più piccoli c’è anche il “Museo dei pirati”. Tra i negozi per i patiti di magliette c’è l’Hardrock cafè e lo shop della catena Del Sol, sono le tshirt che cambiano colore con la luce del sole (simpaticissime!). Con un taxi collettivo raggiungiamo poi il complesso dell’Atlantis che si staglia con le sue torri rosa come un colosso di cemento sulla costa (ma qui gli ambientalisti non ci sono?). Oltre all’hotel (in una suite risiedeva Michael Jackson), all’interno c’è anche un aquapark, spiaggette varie, lagune. Nel corpo centrale, sotto la reception, si può ammirare e fotografare un acquario spettacolare e gigantesco (ingresso gratuito). Accesso libero anche al casinò, dove tentiamo qualche colpo. Riprendiamo il taxi e per pochi dollari siamo di nuovo nella zona del porto per altri acquisti di artigianato. In sostanza il fai-da-te è consigliato.
SAINT THOMAS. E’ nelle Isole Vergini americane e soprattutto è un porto franco con grandi agevolazioni fiscali. Vedrete gli americani prendere d’assalto i negozi di liquori e sigarette dove per la prima volta ho visto bottiglioni di whisky da cinque litri…Ricordatevi però che la dogana italiana ha ben altri limiti!
Col taxi collettivo andiamo alla spiaggia di Magen’s Bay che per il National Geographic è tra le dieci più belle del mondo. Di bella è bella ma soprattutto siamo felici di trovare nella baia a quell’ora (circa le 9,30) non più di una ventina di persone! Bagno tonificante e poi tanto sole sulla sabbia bianchissima. Mettete in conto nove dollari per il taxi e quattro per l’ingresso nella meravigliosa baia.
Ci rimettiamo su un taxi appena in tempo per evitare un’acquazzone violento che ci accompagna nel ritorno verso il centro abitato. Per lo shopping lunghe file di gioiellerie: oltre a diamanti e brillanti (fuori portata) consigliamo il Larimar (Lacrima del mare) una pietra azzurra tipica dei Caraibi dalle bellissime sfumature.
SAINT MARTIN. La bella isola metà olandese e metà francese offre pure spiagge bellissime e shopping sfrenato. Sempre col taxi collettivo andiamo all’Orient Beach: lungo il tragitto si scala la collinetta che attraversa l’isola e si può ammirare un bellissimo panorama e il porto con le numerose navi da crociera. La Oasis fa sembrare nane le concorrenti! La spiaggia è ampia e affascinante, neanche tanto affollata. Ma il tempo purtroppo stavolta non ci assiste e per via del forte vento torniamo dopo poco a Philipsburg, la capitale della parte olandese. Con i taxi gli spostamenti sono comunque agevoli e poco costosi. Sulla via principale ancora shopping, vale la pena in ogni caso allontanarsi un po’ per scoprire angoli meno conosciuti e mercatini di souvenir artigianali davvero carini (si usa di tutto, dal cocco alle squame di pesce, dai denti di squalo agli alberi come la Jacaranda).
I SETTE QUARTIERI. Qualche cifra per inquadrare il colosso Oasis: 225 mila tonnellate di stazza lorda, 361 metri di lunghezza, 63 metri di larghezza, 18 ponti e 24 ascensori, possibilità di ospitare fino a 6296 passeggeri, più di duemila membri di equipaggio, 2700 cabine, di cui 1956 con balcone e diverse loft suites su due piani (le abbiamo visitate, fantastiche!).
Di fronte a questi numeri emerge il problema risolto brillantemente dai progettisti: come movimentare le migliaia di passeggeri a bordo evitando gli …ingorghi.
La soluzione è stata dividere gli spazi comuni in sette “quartieri” forniti di tutti i servizi, dai bar ai ristoranti, ai luoghi che ospitano gli spettacoli o i concerti. L’area più ampia è la Royal Promenade, una caratteristica di tutte le navi di questa compagnia. Ospita le due parate in costume (da non perdere), la pizzeria gratuita sempre aperta (Sorrento’s), il Cafè dove fanno un espresso più che discreto (a pagamento) ma si possono prendere gratuitamente the, caffè all’americana e altro.
Un altro locale, l’Atlas, ha sulla facciata esterna un enorme globo che si apre e rivela una passerella dove si esibiscono cantanti e artisti.
Il Central Park è un giardino a cielo aperto che ospita oltre 12 mila piante e 56 alberi, di cui alcuni alti oltre sette metri. Per noi è stato lo spazio più suggestivo ed affascinante, dove ascoltare buona musica la sera. Attenzione: essendo a cielo aperto ci piove dentro! State pronti a rifugiarvi sotto le coperture a vetro in caso di acquazzone. Arriva al Central Park il “Tide Bar”, un incredibile locale che si muove su e giù tra i ponti, mentre sotto diverse fontane lanciano giochi d’acqua. Mentre sorseggiate un buon cocktail potete dare un’occhiata alla gente che passeggia.
Su Central Park si trovano gli ingressi dei ristoranti a pagamento per chi vuole provare un’emozione gastronomica diversa rispetto al ristorante principale (l’Opus). Noi siamo andati al Giovanni’s Table, locale di cucina italiana, dove abbiamo scoperto che lo chef, il simpatico Fabio, è di Lentini (provincia di Siracusa) e si è mangiato benissimo: ottimi i ravioli col granchio e i dolci. Si paga una quota di 15 dollari a persona (bevande escluse) e occorre prenotare (o direttamente dal maitre o attraverso la tv interattiva o il sito prima di partire).
Un’altra sorpresa notevole è stata il livello della ristorazione all’Opus. La cucina è internazionale, la qualità degli ingredienti elevata, il servizio puntuale e veloce. Alla cena di galà c’è stata l’aragosta e grazie al cameriere di tavolo abbiamo avuto anche il bis. Nel menù abbiamo sempre trovato anche la pasta ed era davvero all’altezza: da ricordare le pappardelle con funghi e pollo e i ravioli con i gamberi. Portano subito l’acqua in caraffa al tavolo, le altre bevande o vino si pagano naturalmente a parte. Grazie al simpatico maitre croato Vjekoslav avevamo un bel tavolino a due con via sul piano sottostante. L’Opus è infatti su tre piani ma ognuno di questi ha una propria cucina e una cambusa: i tempi sono rapidi anche per questo.
Una curiosità: avevamo acquistato un pacchetto-acqua da 16 bottiglie attraverso il sito. In cabina non ci hanno recapitato i tagliandi (come fanno altre compagnie) ma direttamente la cassa con le bottiglie d’acqua…
Oltre ai locali del Central Park e all’Opus (aperto anche a pranzo nei giorni di navigazione), c’è un gigantesco buffet vicino al ponte piscine, il Windjammer, creato con delle isole rotonde per i vari tipi di cibo, intorno alle quali i crocieristi velocemente riempiono i propri piatti. Mai fatto code, anche se qualche difficoltà ci può essere nei momenti di punta per trovare i tavoli liberi.
Altre curiosità sulla vita di bordo: ogni 24 ore vengono consumati 139 mila litri d’acqua potabile e nelle piscine sono presenti 150 mila litri. Sulla nave sono stati montati oltre 5 mila e
trecento chilometri di cavi elettrici e 90 mila metri quadrati di moquette. Settemila le opere d’arte.
Ogni settimana si consumano 18 mila pezzi di pizza e 86 mila e 400 uova, 8500 lattine di birra.
PER CHI NON PARLA INGLESE. Al momento della prenotazione segnalate la vostra nazionalità italiana e avrete in cabina il programma giornaliero (Compass) in italiano che si trova comunque anche negli scaffali vicino la reception. Al ristorante Opus si può chiedere il menù in italiano. Sul Compass sono segnalate le foto e le fasce orarie di disponibilità, sempre alla reception , di personale che parla italiano (le cosiddette ambasciatrici). Ricordatevi però che la lingua ufficiale a bordo è l’inglese e quindi tutto il resto (annunci, animazione, spettacoli) è solo in inglese. Anzi, aggiungo io, in americano che è lingua ben diversa dall’inglese…Ad ogni modo su richiesta si trova sempre qualche cameriere “oriundo” che può darvi una mano. A bordo c’erano 5600 passeggeri, solo 30 gli italiani, per lo più sposini in viaggio di nozze.
PER I PIU’ ROMANTICI
Dal sito Royal si possono prenotare svariati pacchetti romantici. Ho resistito alla tentazione dell’americanata: pacchetto anniversario con targa argentata che viene affissa sulla porta della cabina, decorazioni per letto e divanetto con campane e festoni sempre color argento (tipo albero di Natale). Alla fine la scelta è caduta su un più sobrio pacchetto: bottiglia di champagne, scatola di cioccolatini, dozzina di rose rosse, recapitate puntualmente in cabina il pomeriggio del giorno della festa con tanto di bigliettino personalizzato scritto sempre attraverso il sito. Sorpresa riuscita…
GLI SPETTACOLI. Visto che non c’è un teatro in grado di ”contenere” tutti gli spettatori, per gli spettacoli occorre prenotare attraverso il sito o a bordo. Il teatro principale, l’Opal, è comunque enorme e su tre piani, quindi qualche poltrona libera rimane comunque. Noi abbiamo prenotato attraverso il sito per sicurezza e l’unico show tutto esaurito era il Comedy live: non abbiamo avuto rimpianti perché non ci interessava molto; è una sorta di cabaret sopra le righe e infatti è l’unico spettacolo vietato ai minori di 18 anni. Molto bello, al livello (e forse oltre) i musical di Broadway è stato Hairspray. Produzione interna è invece “Fly”, con begli effetti scenografici e citazioni surrealiste. Da non perdere anche lo spettacolo sul ghiaccio allo Studio B. “Frozen” ed eccezionale lo show all’Aquatheater, il teatro d’acqua a poppa: nella “squadra” atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi di nuoto sincronizzato e altri con esperienze al Cirque du Soleil. In altre serate da notare all’Opal il concerto del solista Kenny James. Il consiglio è di non mancare nessuno degli spettacoli. In altri spazi (Jazz Club) si può ascoltare buona musica e segnaliamo anche il chitarrista Pedro Espedido che al Central Park ci ha regalato momenti indimenticabili suonando Armstrong ma anche ‘O Sole mio (provateci con la chitarra…mica facile!).
ALTRI SPAZI ANCORA PER DIVERTIRSI. Per chi è patito del free climbing ci sono due enormi pareti da arrampicata, vicino al teatro d’acqua, che per la verità abbiamo visto quasi sempre vuote. Chi non soffre di vertigini si può fiondare da un lato all’altro della nave con la “Zip line”: è gratuita, occorre fare un po’ di coda e sopportare col caldo imbracatura e casco. Mia moglie ha provato ed è sembrata estremamente soddisfatta dell’emozione. C’è poi il Boardwalk, una passeggiata che porta al teatro d’acqua con la giostra con i cavallini e intorno negozi adatti per i più piccoli (ma non solo). Sul ponte piscine c’è uno spazio H2O riservato ai bambini e anche il bel Solarium: qui non potete mancare di provare le due Jacuzzi, con l’idromassaggio, prominenti e a picco sul mare. Ci sono anche un bar ristorante e vari salottini e angolini dove rilassarsi. Sempre in questa zona i due simulatori di surf, dotati anche di posti per il pubblico dove ammirare i capitomboli in acqua che prima o poi arrivano. Ci sono ovviamente anche il casinò e la Spa con la palestra annessa, preceduta da una bella sala con canne di bambù e un bar salutistico.
ALTRI CONSIGLI. Per le foto avrete un numero segnato sulla Sea Pass: vi indicherà il contenitore dove troverete le vostre foto stampate. Le dovete prima ordinare utilizzando uno dei computer all’esterno del Photoshop (pensate solo al risparmio della carta fotografica!). Mance: noi avevamo pagato le quote dall’Italia, abbiamo comunque aggiunto una cifra in contanti per il cabinista e i due camerieri di tavolo. Sbarco: troverete un modulo in cabina in cui segnalare l’orario del vostro volo. Vi daranno un numero e la mattina dello sbarco, guardando i totem o la tv, saprete quando scendere o dove riunirvi. I bagagli, lasciati fuori dalla cabina la sera prima, saranno giù al terminal in corrispondenza della zona col vostro numero.
FINALE INEVITABILMENTE TRISTE. Noi avevamo scelto una escursione (l’unica con Royal) con la visita a Fort Lauderdale: siamo stati accompagnati giù senza fretta e col bus (poi in battello) abbiamo potuto sbirciare questa città sul mare elegante e ricca. Indimenticabili le ville dei miliardari sui canali (non c’è neanche una recinzione!) . L’escursione dura tutta la mattina e finisce in aeroporto con una lacrimuccia di tristezza. Ci aspettano tre aerei e una quindicina di ore di volo, ma ne valeva la pena!
non sono riuscito a capire come inserire il diario di viaggio nell'apposita sezione e quindi lo incollo qui sotto, chiedendo scusa anticipatamente. Voglio anche ringraziare bibilica per il suo diario di crociera sull'Oasis che ci ha fornito preziosi consigli e invogliato definitivamente a partire! Cari saluti a tutti e a Valyus in particolare. Se qualcuno ha altre curiosità sulla "nave più grande del mondo" sono a disposizione.
Prof
Una settimana sulla nave più grande del mondo con una bella sorpresa: nonostante i 5.600 passeggeri a bordo, siamo riusciti praticamente a non conoscere né caos né file estenuanti. Questo il bilancio della vacanza vissuta dall’8 al 15 maggio 2010 sulla Oasis of the Seas della Royal Caribbean. Qui troverete, più che un diario di bordo, una serie di indicazioni utili per chi volesse ripetere l’esperienza, che è senz’altro da consigliare per appassionati e non.
IL VIAGGIO. La crociera parte da Fort Lauderdale in Florida. Dopo varie scorribande su internet, decidiamo per la compagnia Us Airways, sia per il prezzo vantaggioso (670 euro a/R) che per una possibilità che offrono: a 24 ore dalla partenza i posti lasciati liberi in business class vengono messi in vendita con un supplemento di 500 dollari a testa. Possibilità che riusciamo ad agguantare e quindi il viaggio di andata (purtroppo non il ritorno) è davvero comodo e confortevole. L’occasione di questa vacanza è il ventesimo anniversario di matrimonio e quindi ci siamo concessi qualche lusso in più…Col biglietto business abbiamo anche la sala d’attesa dedicata con open bar a Fiumicino, code azzerate e priorità per i bagagli.
In totale il viaggio da Roma è di circa dieci ore con arrivo a Philadelphia. Poi altre due ore e mezzo per Fort Lauderdale. Altre compagnie (tra le altre Air France, Lufthansa, Delta e Alitalia – le ultime due sono in code sharing) offrono altri itinerari ma sempre con uno scalo. Ci sono voli diretti Alitalia da Malpensa per Miami ma difficoltosi come orari per noi che partivamo da Palermo e poi occorreva comunque organizzarsi il transfer verso Fort Lauderdale.
Con Us Airways l’unica difficoltà è stata indipendente dalla compagnia: due ore di ritardo alla partenza a Roma per via della congestione dei voli provocata dall’eruzione in Islanda. Ma noi eravamo già sui comodi sedili della business e quasi non ce siamo accorti…
All’arrivo a Philadelphia abbiamo trovato al banco transiti già stampate le nuove carte d’imbarco per Fort Lauderdale. Ci avevano riprotetto su un altro volo, nessun problema anche per i bagagli. Per via del fuso orario (sei ore) siamo quindi arrivati in Florida intorno alle 23 (ora americana). Avevamo prenotato dall’Italia on line un transfer privato aeroporto-hotel e per telefono siamo riusciti ad avvisare del ritardo. L’autista con puntualità ci ha portati all’hotel Renaissance Plantation (circa venti minuti di distanza in auto sia dall’aeroporto sia dal porto). La città è strapiena di hotel e su internet avrete l’imbarazzo della scelta: ricordatevi comunque che una notte in albergo è obbligatoria per arrivare in tempo e senza patemi d’animo.
L’IMBARCO. Dopo una notte ristoratrice in questo elegante hotel e una abbondante colazione (per il nostro stomaco italiano era già ora di pranzo!) via in taxi verso il porto. Sono circa le 11, caldo e sole lungo i viali alberati della città... Che emozione l’apparizione della Oasis all’orizzonte!
Qui la prima bella sorpresa. Appena scendiamo dal taxi un addetto ai bagagli ci viene incontro, ci consegna i tagliandi, aiutandoci a compilarli (stamparli dal sito è una delle poche cose che non si può fare per i non americani) e prende in consegna le valigie. Una mancia meritata!
Entriamo quindi nel terminal (costruito appositamente) e siamo pronti a una coda interminabile, visto che sia agli Internazionali di Roma che all’aeroporto di Philadelphia abbiamo avuto lunghi ed estenuanti controlli per via dell’allarme terrorismo.
Invece nulla di tutto questo, i tempi sono rapidissimi: seguendo i cartelloni arriviamo veloci nella nostra sala e basta avere l’accortezza di ricordare quale è il ponte della cabina. Ci sono infatti check in dedicati per ogni deck (il nostro è il decimo, abbiamo una comodissima e accessoriata esterna col balcone, con tanto di accappatoi). Prima di partire, sul sito Royal occorre compilare i moduli e stampare la ricevuta: con questa, il passaporto e la carta di credito in 30 secondi riceviamo il Sea Pass (la carta elettronica da usare a bordo per le spese e l’ingresso in cabina) e una mappa della nave. Tempo totale per tutte le operazioni dall’ingresso nel terminal: 5 minuti.
Si può già salire a bordo della Oasis (i ponti cabine verranno aperti alle 13) e ci fiondiamo sulla gangway dopo la foto ricordo col fondale. La nave è già a disposizione e il buffet aperto!
L’ITINERARIO
Riassumo qui solo alcune brevi indicazioni sulle tappe della crociera. Si tratta infatti di tre delle più rinomate mete dei Caraibi per le quali troverete agevolmente indicazioni in altre parti del forum. La crociera prevede infatti tre porti e tre giorni di navigazione proprio perché è la nave la prima vera destinazione, da godersi appieno.
NASSAU. La prima tappa è stata Nassau alle Bahamas, la sosta è solo di mattina. Siccome è domenica, decidiamo di cercare la cattedrale (in stile gotico, chissà perché) che troviamo agevolmente a piedi grazie anche alla cartina che distribuiscono all’info point all’uscita. Diffidate del nugolo di taxisti! In chiesa è in corso una funzione con i salmi cantati (pensate a Sister Act…), ci riceve una elegante signora con un cappello con la veletta e ci dà il libro dei canti e il messale. La informiamo del nostro ventesimo anniversario di nozze e ci riempie di sorrisi e auguri. Lo stesso fa un gentile vecchietto che incontriamo al banco. Davvero un momento di grande commozione e di raccoglimento spirituale!
Tornando alle indicazioni turistiche, il centro storico si può girare tranquillamente a piedi. I viali con gli edifici colore pastello ricordano il passato coloniale, per i più piccoli c’è anche il “Museo dei pirati”. Tra i negozi per i patiti di magliette c’è l’Hardrock cafè e lo shop della catena Del Sol, sono le tshirt che cambiano colore con la luce del sole (simpaticissime!). Con un taxi collettivo raggiungiamo poi il complesso dell’Atlantis che si staglia con le sue torri rosa come un colosso di cemento sulla costa (ma qui gli ambientalisti non ci sono?). Oltre all’hotel (in una suite risiedeva Michael Jackson), all’interno c’è anche un aquapark, spiaggette varie, lagune. Nel corpo centrale, sotto la reception, si può ammirare e fotografare un acquario spettacolare e gigantesco (ingresso gratuito). Accesso libero anche al casinò, dove tentiamo qualche colpo. Riprendiamo il taxi e per pochi dollari siamo di nuovo nella zona del porto per altri acquisti di artigianato. In sostanza il fai-da-te è consigliato.
SAINT THOMAS. E’ nelle Isole Vergini americane e soprattutto è un porto franco con grandi agevolazioni fiscali. Vedrete gli americani prendere d’assalto i negozi di liquori e sigarette dove per la prima volta ho visto bottiglioni di whisky da cinque litri…Ricordatevi però che la dogana italiana ha ben altri limiti!
Col taxi collettivo andiamo alla spiaggia di Magen’s Bay che per il National Geographic è tra le dieci più belle del mondo. Di bella è bella ma soprattutto siamo felici di trovare nella baia a quell’ora (circa le 9,30) non più di una ventina di persone! Bagno tonificante e poi tanto sole sulla sabbia bianchissima. Mettete in conto nove dollari per il taxi e quattro per l’ingresso nella meravigliosa baia.
Ci rimettiamo su un taxi appena in tempo per evitare un’acquazzone violento che ci accompagna nel ritorno verso il centro abitato. Per lo shopping lunghe file di gioiellerie: oltre a diamanti e brillanti (fuori portata) consigliamo il Larimar (Lacrima del mare) una pietra azzurra tipica dei Caraibi dalle bellissime sfumature.
SAINT MARTIN. La bella isola metà olandese e metà francese offre pure spiagge bellissime e shopping sfrenato. Sempre col taxi collettivo andiamo all’Orient Beach: lungo il tragitto si scala la collinetta che attraversa l’isola e si può ammirare un bellissimo panorama e il porto con le numerose navi da crociera. La Oasis fa sembrare nane le concorrenti! La spiaggia è ampia e affascinante, neanche tanto affollata. Ma il tempo purtroppo stavolta non ci assiste e per via del forte vento torniamo dopo poco a Philipsburg, la capitale della parte olandese. Con i taxi gli spostamenti sono comunque agevoli e poco costosi. Sulla via principale ancora shopping, vale la pena in ogni caso allontanarsi un po’ per scoprire angoli meno conosciuti e mercatini di souvenir artigianali davvero carini (si usa di tutto, dal cocco alle squame di pesce, dai denti di squalo agli alberi come la Jacaranda).
I SETTE QUARTIERI. Qualche cifra per inquadrare il colosso Oasis: 225 mila tonnellate di stazza lorda, 361 metri di lunghezza, 63 metri di larghezza, 18 ponti e 24 ascensori, possibilità di ospitare fino a 6296 passeggeri, più di duemila membri di equipaggio, 2700 cabine, di cui 1956 con balcone e diverse loft suites su due piani (le abbiamo visitate, fantastiche!).
Di fronte a questi numeri emerge il problema risolto brillantemente dai progettisti: come movimentare le migliaia di passeggeri a bordo evitando gli …ingorghi.
La soluzione è stata dividere gli spazi comuni in sette “quartieri” forniti di tutti i servizi, dai bar ai ristoranti, ai luoghi che ospitano gli spettacoli o i concerti. L’area più ampia è la Royal Promenade, una caratteristica di tutte le navi di questa compagnia. Ospita le due parate in costume (da non perdere), la pizzeria gratuita sempre aperta (Sorrento’s), il Cafè dove fanno un espresso più che discreto (a pagamento) ma si possono prendere gratuitamente the, caffè all’americana e altro.
Un altro locale, l’Atlas, ha sulla facciata esterna un enorme globo che si apre e rivela una passerella dove si esibiscono cantanti e artisti.
Il Central Park è un giardino a cielo aperto che ospita oltre 12 mila piante e 56 alberi, di cui alcuni alti oltre sette metri. Per noi è stato lo spazio più suggestivo ed affascinante, dove ascoltare buona musica la sera. Attenzione: essendo a cielo aperto ci piove dentro! State pronti a rifugiarvi sotto le coperture a vetro in caso di acquazzone. Arriva al Central Park il “Tide Bar”, un incredibile locale che si muove su e giù tra i ponti, mentre sotto diverse fontane lanciano giochi d’acqua. Mentre sorseggiate un buon cocktail potete dare un’occhiata alla gente che passeggia.
Su Central Park si trovano gli ingressi dei ristoranti a pagamento per chi vuole provare un’emozione gastronomica diversa rispetto al ristorante principale (l’Opus). Noi siamo andati al Giovanni’s Table, locale di cucina italiana, dove abbiamo scoperto che lo chef, il simpatico Fabio, è di Lentini (provincia di Siracusa) e si è mangiato benissimo: ottimi i ravioli col granchio e i dolci. Si paga una quota di 15 dollari a persona (bevande escluse) e occorre prenotare (o direttamente dal maitre o attraverso la tv interattiva o il sito prima di partire).
Un’altra sorpresa notevole è stata il livello della ristorazione all’Opus. La cucina è internazionale, la qualità degli ingredienti elevata, il servizio puntuale e veloce. Alla cena di galà c’è stata l’aragosta e grazie al cameriere di tavolo abbiamo avuto anche il bis. Nel menù abbiamo sempre trovato anche la pasta ed era davvero all’altezza: da ricordare le pappardelle con funghi e pollo e i ravioli con i gamberi. Portano subito l’acqua in caraffa al tavolo, le altre bevande o vino si pagano naturalmente a parte. Grazie al simpatico maitre croato Vjekoslav avevamo un bel tavolino a due con via sul piano sottostante. L’Opus è infatti su tre piani ma ognuno di questi ha una propria cucina e una cambusa: i tempi sono rapidi anche per questo.
Una curiosità: avevamo acquistato un pacchetto-acqua da 16 bottiglie attraverso il sito. In cabina non ci hanno recapitato i tagliandi (come fanno altre compagnie) ma direttamente la cassa con le bottiglie d’acqua…
Oltre ai locali del Central Park e all’Opus (aperto anche a pranzo nei giorni di navigazione), c’è un gigantesco buffet vicino al ponte piscine, il Windjammer, creato con delle isole rotonde per i vari tipi di cibo, intorno alle quali i crocieristi velocemente riempiono i propri piatti. Mai fatto code, anche se qualche difficoltà ci può essere nei momenti di punta per trovare i tavoli liberi.
Altre curiosità sulla vita di bordo: ogni 24 ore vengono consumati 139 mila litri d’acqua potabile e nelle piscine sono presenti 150 mila litri. Sulla nave sono stati montati oltre 5 mila e
trecento chilometri di cavi elettrici e 90 mila metri quadrati di moquette. Settemila le opere d’arte.
Ogni settimana si consumano 18 mila pezzi di pizza e 86 mila e 400 uova, 8500 lattine di birra.
PER CHI NON PARLA INGLESE. Al momento della prenotazione segnalate la vostra nazionalità italiana e avrete in cabina il programma giornaliero (Compass) in italiano che si trova comunque anche negli scaffali vicino la reception. Al ristorante Opus si può chiedere il menù in italiano. Sul Compass sono segnalate le foto e le fasce orarie di disponibilità, sempre alla reception , di personale che parla italiano (le cosiddette ambasciatrici). Ricordatevi però che la lingua ufficiale a bordo è l’inglese e quindi tutto il resto (annunci, animazione, spettacoli) è solo in inglese. Anzi, aggiungo io, in americano che è lingua ben diversa dall’inglese…Ad ogni modo su richiesta si trova sempre qualche cameriere “oriundo” che può darvi una mano. A bordo c’erano 5600 passeggeri, solo 30 gli italiani, per lo più sposini in viaggio di nozze.
PER I PIU’ ROMANTICI
Dal sito Royal si possono prenotare svariati pacchetti romantici. Ho resistito alla tentazione dell’americanata: pacchetto anniversario con targa argentata che viene affissa sulla porta della cabina, decorazioni per letto e divanetto con campane e festoni sempre color argento (tipo albero di Natale). Alla fine la scelta è caduta su un più sobrio pacchetto: bottiglia di champagne, scatola di cioccolatini, dozzina di rose rosse, recapitate puntualmente in cabina il pomeriggio del giorno della festa con tanto di bigliettino personalizzato scritto sempre attraverso il sito. Sorpresa riuscita…
GLI SPETTACOLI. Visto che non c’è un teatro in grado di ”contenere” tutti gli spettatori, per gli spettacoli occorre prenotare attraverso il sito o a bordo. Il teatro principale, l’Opal, è comunque enorme e su tre piani, quindi qualche poltrona libera rimane comunque. Noi abbiamo prenotato attraverso il sito per sicurezza e l’unico show tutto esaurito era il Comedy live: non abbiamo avuto rimpianti perché non ci interessava molto; è una sorta di cabaret sopra le righe e infatti è l’unico spettacolo vietato ai minori di 18 anni. Molto bello, al livello (e forse oltre) i musical di Broadway è stato Hairspray. Produzione interna è invece “Fly”, con begli effetti scenografici e citazioni surrealiste. Da non perdere anche lo spettacolo sul ghiaccio allo Studio B. “Frozen” ed eccezionale lo show all’Aquatheater, il teatro d’acqua a poppa: nella “squadra” atleti che hanno partecipato alle Olimpiadi di nuoto sincronizzato e altri con esperienze al Cirque du Soleil. In altre serate da notare all’Opal il concerto del solista Kenny James. Il consiglio è di non mancare nessuno degli spettacoli. In altri spazi (Jazz Club) si può ascoltare buona musica e segnaliamo anche il chitarrista Pedro Espedido che al Central Park ci ha regalato momenti indimenticabili suonando Armstrong ma anche ‘O Sole mio (provateci con la chitarra…mica facile!).
ALTRI SPAZI ANCORA PER DIVERTIRSI. Per chi è patito del free climbing ci sono due enormi pareti da arrampicata, vicino al teatro d’acqua, che per la verità abbiamo visto quasi sempre vuote. Chi non soffre di vertigini si può fiondare da un lato all’altro della nave con la “Zip line”: è gratuita, occorre fare un po’ di coda e sopportare col caldo imbracatura e casco. Mia moglie ha provato ed è sembrata estremamente soddisfatta dell’emozione. C’è poi il Boardwalk, una passeggiata che porta al teatro d’acqua con la giostra con i cavallini e intorno negozi adatti per i più piccoli (ma non solo). Sul ponte piscine c’è uno spazio H2O riservato ai bambini e anche il bel Solarium: qui non potete mancare di provare le due Jacuzzi, con l’idromassaggio, prominenti e a picco sul mare. Ci sono anche un bar ristorante e vari salottini e angolini dove rilassarsi. Sempre in questa zona i due simulatori di surf, dotati anche di posti per il pubblico dove ammirare i capitomboli in acqua che prima o poi arrivano. Ci sono ovviamente anche il casinò e la Spa con la palestra annessa, preceduta da una bella sala con canne di bambù e un bar salutistico.
ALTRI CONSIGLI. Per le foto avrete un numero segnato sulla Sea Pass: vi indicherà il contenitore dove troverete le vostre foto stampate. Le dovete prima ordinare utilizzando uno dei computer all’esterno del Photoshop (pensate solo al risparmio della carta fotografica!). Mance: noi avevamo pagato le quote dall’Italia, abbiamo comunque aggiunto una cifra in contanti per il cabinista e i due camerieri di tavolo. Sbarco: troverete un modulo in cabina in cui segnalare l’orario del vostro volo. Vi daranno un numero e la mattina dello sbarco, guardando i totem o la tv, saprete quando scendere o dove riunirvi. I bagagli, lasciati fuori dalla cabina la sera prima, saranno giù al terminal in corrispondenza della zona col vostro numero.
FINALE INEVITABILMENTE TRISTE. Noi avevamo scelto una escursione (l’unica con Royal) con la visita a Fort Lauderdale: siamo stati accompagnati giù senza fretta e col bus (poi in battello) abbiamo potuto sbirciare questa città sul mare elegante e ricca. Indimenticabili le ville dei miliardari sui canali (non c’è neanche una recinzione!) . L’escursione dura tutta la mattina e finisce in aeroporto con una lacrimuccia di tristezza. Ci aspettano tre aerei e una quindicina di ore di volo, ma ne valeva la pena!