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Perù: un viaggio ad "alta quota"

gimale

Well-known member
Finalmente, dopo quasi un anno dall’ultima vacanza, si riparte. La destinazione questa volta la scelta mio marito ma il viaggio e i luoghi da visitare li ho scelti io.

Partiamo da casa al mattino anche se il nostro aereo partirà da Malpensa alle 18.15, ma con le autostrade liguri sai quando parti ma non sai quando arrivi. In realtà tutto è filato liscio: pranzo in autogrill e alle 14.00 eravamo già al parcheggio prenotato mesi prima ad un prezzo veramente vantaggioso. In meno di 10 minuti la navetta ci lascia al terminal; è ancora presto e dobbiamo attendere una mezz’ora l’apertura del check in ma almeno siamo sicuri che non perderemo l’aereo.

Lasciamo le valigie da imbarcare: ho cercato di portare il minimo indispensabile ma chissà come ci siamo ritrovati con 2 valigie grandi, due trolley e 2 zainetti!?!

Passiamo i controlli molto velocemente grazie al fast track e raggiungiamo la lounge dove iniziamo a rilassarci. C’è un sacco di gente e sembrano tutti molto affamati e assetati: gli addetti non fanno in tempo a mettere bibite, dolci e altri snack che tutto sparisce in pochi minuti: mi domando: erano persone o cavallette?!

Il nostro primo volo sarà Milano Madrid: partito in perfetto orario e arrivato addirittura in anticipo; il volo è durato poco più di un’ora e mezza e ci hanno servito anche una sorta di cena anticipata: pesce, insalata e dolce. A Madrid abbiamo circa 3 ore da aspettare e dobbiamo spostarci dal terminal 2 al terminal 1. Avevo letto che c’è anche una navetta interna, che però non ho visto neanche indicata, ma avevamo già deciso di spostarci a piedi. Le indicazioni sono molto chiare e ci si sposta agevolmente in circa 20 minuti.

Abbiamo trascorso l’attesa comodamente “piazzati” nell’immensa lounge. Annunciano l’inizio delle operazioni di imbarco del volo per Lima alle 22.45 quindi ci rechiamo al gate dove però iniziano ad imbarcare solamente verso mezzanotte. Per fortuna, per questo volo che durerà 11 ore in notturna abbiamo scelto di viaggiare in business.
L’aereo è un nuovissimo 787 e la business è modernissima e stracomoda. Aspetto che il decollo sia completato e appena si spegna il segnale di cinture allacciate metto il sedile in posizione “letto” e buonanotte!

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Ho dormito praticamente di fila per 7 ore interrotta solo da quando è stata servita la cena agli altri passeggeri e da quando abbiamo dovuto riallacciare le cinture per alcune turbolenze. Ricca colazione a bordo e poi è iniziata la discesa verso l’aeroporto di Lima. La città ci accoglie con una temperatura di 14°C (niente a che vedere con i 36° C di Madrid alla partenza); è ancora buio, sono passate da poco le 5 del mattino e le vie si stanno pian piano animando di persone che si recano al lavoro. La guida che è venuta ad accoglierci in aeroporto per accompagnarci in hotel ci dice che nel giro di mezz’ora le strade saranno quasi intasate da macchine e moto.

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Lima è una metropoli di circa 12 milioni di abitanti, 1/3 di tutti gli abitanti del Perù, ed ha una lunga storia che impareremo il giorno successivo visitandone alcune attrazioni. Al nostro arrivo era avvolta in una lieve nebbia proveniente dal mare che si è dissolta pian piano nel corso della mattina. Sbrigate le formalità in albergo e dopo aver riposato un po’ siamo usciti per sfruttare la giornata libera prima di iniziare i tour guidati il giorno dopo. L’hotel si trova nel quartiere di Miraflores, il più turistico e uno dei più ricchi della città. Ci hanno detto che qui si può girare tranquillamente e così iniziamo ad esplorare i dintorni. Siamo veramente a pochi passi dal Parque de l’Amor e iniziamo da qui. Si tratta di un parco che si snoda lungo la scogliera di Miraflores ed è così chiamato per la grande statua che riproduce un sensuale bacio e per le frasi d’amore tratte da diverse opere e poesie peruviane o straniere riportate sulle balaustre ispirate a quelle di Parc Guell di Gaudì.

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Percorrendo il sentiero che costeggia la scogliera si gode di paesaggi mozzafiato fino ad arrivare al faro del primo ‘900 che, quando è stato dismesso, è stato trasferito qui come monumento alla Marina peruviana.

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Lungo il percorso incontriamo la statua dedicata a Antonio Cisneros, un poeta peruviano nato a Lima nel 1942.

Continua.....
 
Continuiamo la nostra passeggiata.....Al termine del Parque de l’Amor si trova il Parque Chino, dedicato alla cultura cinese e costruito circa 2 anni fa per celebrare i rapporti culturali e commerciali tra Perù e Cina.
Qui ci sono moltissimi bambini attirati dalle statue ,dal ponticello, dai pesci che nuotano nel piccolo stagno e dai piccoli uccelli che frequentano gli alberi qui intorno

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Da lì ci siamo addentrati nelle vie di Miraflores fino ad arrivare all’Ovolo Gutierrez, ai limiti del quartiere di Sant’Isidro. Al centro della piazza svetta la statua di San Michele Arcangelo patrono del quartiere di Sant’Isidro.

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Andando a spasso per Miraflores, considerato uno dei più tranquilli della città, ho notato che tutti i piani terra e primi piani delle abitazioni sono circondati da alte inferriate o muri sormontati da lunghe punte metalliche o fili elettrificati: forse tanto sicuro non è….. Comunque abbiamo girato senza nessun problema.

Il traffico è veramente caotico, macchine e moto che sfrecciano ovunque e clacson suonati in continuazione; anche se si attraversa sulle strisce sembra che i pedoni non abbiano la precedenza. Bisogna stare veramente molto attenti.

A poca distanza dall’Ovolo Gutierrez si trova uno dei diversi siti archeologici presenti nella città di Lima: Huaca Pucllana; in quechua, lingua dei nativi peruviani, la parola waka indicava un luogo sacro e probabilmente qui venivano effettuati riti propiziatori, sacrifici anche umani e sepolture. Il sito è costituito da una grande piramide di mattoni di argilla costruita su sette piattaforme sfalsate. Fungeva da importante centro cerimoniale e amministrativo e fu costruito in più riprese dalla cultura Lima che qui visse tra il 100 e il 650 d.C. I Lima erano prevalentemente agricoltori e pescatori; adoravano la madre Terra e il dio squalo spesso rappresentato in alcuni manufatti dell’epoca. Credevano in una vita dopo la morte e nelle sepolture di sacerdoti, capi o altre persone importanti sono state trovate vettovaglie, cibo e in alcuni casi anche i corpi di donne e servitori sacrificati per accompagnare e servire il defunto nell’aldilà.

I lima scomparvero quando furono sopraffatti dagli Huari (o Wari) un popolo proveniente dalle montagne che espanse il proprio impero verso le coste e verso sud fino alla città di Arequipa. Erano specializzati in tecniche agricole, di regimentazione delle acque (costruirono i primi acquedotti), costruzione di strade ed erano abili tessitori e ceramisti: in Perù vengono considerati alla stregua dei Romani qui da noi.

Erano guerrieri e la violenza e i sacrifici umani erano una parte importante dei loro cerimoniali. Venivano sacrificati anche bambini solitamente per placare l’ira degli dei che si poteva manifestare con eventi naturali allora inspiegabili come terremoti, gravi siccità, o eruzioni vulcaniche. Tra i vari dei adoravano un dio spesso rappresentato come una testa sopra un bastone: secondo le loro credenze quando il dio scuoteva la testa si verificavano i terremoti e i sacrifici servivano affinchè il dio tenesse ferma la testa.

Gli Huari attorno all’anno 1000 furono soppiantati qui a Lima dagli Ychsma molto più pacifici e non dediti a sacrifici umani. Nel sito archeologico di Huaca Pucllana sono state trovate diverse sepolture effettuate da questo popolo: i defunti venivano posizionati accovacciati e avvolti in involucri fatti di foglie, cotone e corde all’interno di buche scavate nella piramide e rivestite di mattoni.

Con l’arrivo degli Inca e poi dei conquistadores spagnoli la struttura era stata ricoperta di terra a formare una sorta di collina.
Nel complesso, la struttura di Huaca Pucllana è caratterizzata dalla piramide e da diverse piazze e cortili. Nel corso dei secoli la piramide è stata ampliata e innalzata fino a raggiungere i 40 m di altezza; ora la sommità della piramide si trova a circa 22 m di altezza poiché negli anni ’80 la parte più alta della piramide è stata distrutta per costruire una pista di motocross.

Gli scavi archeologici sono iniziati nel 1991 e non sono ancora terminati; infatti una parte della struttura è ancora ricoperta di terra.

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Entriamo a visitare il sito passando per il piccolo museo dove sono conservati alcuni oggetti ritrovati durante gli scavi. Riproducono prevalentemente animali marini, in particolare gli squali venerati come divinità

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Una sezione è dedicata alla descrizione delle sepolture che qui sono state trovate

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I mattoni di argilla essiccata al sole venivano sistemati affiancati a “libreria” intervallati da mattoni posti perpendicolarmente, la malta veniva posta non tra i singoli mattoni ma solo tra una fila di mattoni e l’altra. Lo spazio che rimaneva tra i mattoni disposti a “libreria” permetteva un loro movimento in caso di terremoti e quelli posti perpendicolarmente evitavano che si verificasse un effetto domino tra quelli disposti a “libreria”. Inoltre i muri erano inclinati verso l’interno della struttura e tutta la struttura è priva di cavità all’interno. Non sono state trovate sale o cavità diverse da quelle adibite a sepolture.

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Alcuni piazzali erano destinati ai sacrifici e altri alle offerte che venivano fatte alla madre terra posizionandole all’interno di buche praticate nel terreno.

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Il sito è visitabile con visita guidata in inglese o spagnolo tutti i giorni, escluso il martedì, dalle 9.00 alle 17.00.

Ritornati verso l’hotel, siamo scesi sulla spiaggia dove per tutto l’anno si possono vedere surfisti che cavalcano le lunghe onde del pacifico. L’atmosfera che si respira è un po’ “californiana”, c’è anche un monumento dedicato ai surfisti.

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In lontananza, mentre si fa buio, si vede una croce illuminata. E’ la così detta Croce del Papa: è stata installata in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II negli anni ’80. Questa visita viene ancora ricordata con molta emozione qui a Lima: fu l’unica visita di un capo di stato in un periodo molto difficile della Storia del Perù; l’unico che non ebbe paura di attentati e che portò un messaggio importante per i Peruviani.

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A cena assaggiamo i primi piatti della cucina peruviana; evitiamo il cheviche, piatto di pesce crudo marinato per ovvi rischi di problemi intestinali, e ci deliziamo con un ottimo lomo saltado: carne di manzo cotto con cipolle e pomodori saltati e accompagnato da riso, patate fritte e uovo di quaglia a guarnire.

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Ma è ora di andare a riposare, domani il viaggio continua con l'incontro con la guida che ci accompagnerà alla scoperta di Lima

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Continua.....
 
Per l'organizzazione di questo viaggio mi sono affidata ad una agenzia specializzata in Sud America. Mi hanno proposto diverse opzioni e la scelta è caduta su un tour il più completo possibile delle attrazioni del sud del Perù e che fosse un buon compromesso tra cultura e natura. L'organizzazione è stata perfetta e le guide bravissime..
Ma continuiamo il viaggio.
Secondo giorno: Lima
Al mattino presto incontriamo la guida che ci accompagnerà nel tour di Lima, gli autisti che rimarranno con noi fino ad Arequipa e le due signore italiane come noi che si aggregheranno al nostro tour fino a Cuzco.

Prima tappa il Museo Larco (nome ufficiale Museo Arqueológico Rafael Larco Herrera): è un museo privato di arte precolombiana situato nel distretto di Pueblo Libre a Lima, in Perù. Il museo è ospitato all'interno di un edificio di epoca coloniale costruito sopra una piramide risalente al VII secolo ed è circondato da bouganville e cactus spettacolari.

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Rafael Larco Hoyle inizia il processo di formazione delle collezioni del Museo Arqueológico Rafael Larco Herrera a partire da un pezzo che gli venne regalato dal padre nel 1923 e vennero incrementate con l’acquisizione di altre collezioni appartenenti a diversi collezionisti.

Nella prima sala del museo si trova una tavola che illustra il susseguirsi di diversi popoli e culture nelle regioni settentrionali, centrali e meridionali del Perù. Di solito quando si pensa al Perù si ricordano solo gli Inca ma in queste terre sono stati preceduti da popoli importanti che hanno costruito terrazze per l’agricoltura, strade, acquedotti, ceramiche e altri manufatti e che hanno dominato queste terre per alcune centinaia di anni.

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Sono stati trovati reperti della presenza umana risalenti ad almeno 10.000 anni fa e il succedersi delle diverse civiltà nel corso dei secoli, secondo gli studiosi, sembrerebbe strettamente collegato al fenomeno del Nino.
Ogni 500-700 anni il Nino, la corrente che dal Pacifico settentrionale arriva verso sud, si manifesta in modo particolarmente violento portando con se grandi mutamenti climatici che sicuramente devono avere avuto effetti devastanti sulle pratiche agricole su cui si basava principalmente la sussistenza delle popolazioni.

Attualmente il museo, gestito tramite una fondazione, possiede migliaia di pezzi di arte precolombiana (manufatti delle culture dell'antico Perù come Mochica, Civiltà Chimú, Chincha, Chavín, Huari e Inca) ed ha la più grande collezione di oggetti d’oro e d’argento: corone, orecchini, ornamenti nasali, braccialetti e maschere.

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In molte ceramiche sono raffigurati animali: immagine “terrestre” delle divinità o dei mondi in cui era diviso l’universo nella concezione precolombiana: il cielo rappresentato dal condor in cui vivevano il dio Sole e la dea Luna; la terra, Pacha Mama, colei che forniva gli alimenti, rappresentata dal Puma; e il mondo sotterraneo o aldilà rappresentato dal serpente o dal ragno.

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Chi poteva metter in contatto gli uomini con gli dei erano i sacerdoti i quali potevano essere uomini o donne come si vede in questa rappresentazione in pietra. Qui si vedono alcune caratteristiche con cui venivano rappresentati i sacerdoti (che potevano anche essere donne come nella statua qui sotto): occhi con pupille dilatate per l’utilizzo di sostanze allucinogene come la mescalina estratta da un cactus; naso appiattito con narici evidenti in quanto molte di queste sostanze venivano assunte per inalazione.

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Qui un'altra rappresentazione di un sacerdote con le teste delle persone sacrificate agli dei

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Molti reperti in ceramica esposti non sono manufatti di uso comune ma sono prevalentemente stati trovati nelle sepolture o erano ad uso cerimoniale. Su molti manufatti sono rappresentate scene di combattimenti: non si tratta di scene di guerra ma rappresentazione di lotte rituali, simili ai combattimenti tra gladiatori, che avvenivano tra giovani appositamente allevati e addestrati. Ad essi prima dei combattimenti venivano somministrate sostanze psicotrope. I combattimenti avvenivano con queste mazze e vinceva chi per primo faceva cadere il copricapo all’avversario e riusciva ad afferrarlo per i capelli. A questo punto il perdente veniva portato al cospetto del sacerdote e qui, previa somministrazione di altre droghe, veniva sacrificato solitamente attraverso il taglio della gola per raccogliere, in coppe rituali, il sangue da offrire alla Pacha Mama.

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Altri manufatti in ceramica policroma

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Tra il primo e il nono secolo d.C. i sacrifici venivano anche effettuati gettando i predestinati giù da dirupi sulle montagne, in questi casi, forse per placare l’ira dei vulcani.

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In una ceramica è anche rappresentato il sacrificio attraverso l’attacco di un puma; in questo caso, forse, il sacrificio era destinato a placare la Pacha Mama in caso di carestie o terremoti.

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Nelle tombe venivano posizionati vari oggetti, tessuti e cibo che sarebbero serviti al defunto nell’aldilà: ancora oggi i Peruviani quando si recano al cimitero fanno una sorta di picnic e portano un po’ di cibo anche ai loro defunti. In alcune sepolture sono state anche trovate teste di ceramica che si pensa riproducano le sembianze in vita del defunto.

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I Chincha e gli Huari erano anche abilissimi tessitori e ottenevano disegni intessendo fili di diversi colori e, in alcuni casi, sottilissimi. Spesso i disegni riproducono disegni speculari o sempre doppi in quanto la dualità era un concetto molto importante: il sole e la luna, il giorno e la notte, maschio e femmina, ecc.

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Non conoscevano la scrittura, anche se si ritiene che le rappresentazioni delle fave su alcune ceramiche possano rappresentare una sorta di codice binario usato per “scrivere” alcune parole ma non frasi compiute o concetti astratti. Avevano però un sistema di registrazione che permetteva loro di tenere traccia, ad esempio, di quanto mais avevano nei granai, di quante donne e uomini c’erano nella regione e così via. Questi registri sono i Quipu: coroncine di fili di diversi colori con nodi a diverse altezze. Questi erano ancora in uso quando arrivarono gli Spagnoli i quali li vietarono credendo che fossero un sistema per far circolare informazioni segrete.

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Usavano strumenti a percussione e a fiato ma non ne avevano a corda.

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Erano abilissimi nell’utilizzo e lavorazione dei metalli: è incredibile questa sfera, metà in argento e metà in oro che ancora non si è capito come siano riusciti a saldare insieme in modo così preciso. La parte in argento rappresenta la luna, parte femminile del cielo e quella in oro il sole, parte maschile. I metalli preziosi erano utilizzati esclusivamente per gli ornamenti dei sacerdoti e dei re e nel museo ci sono pezzi veramente strabilianti.

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Questi sotto un coltello e una coppa rituali utilizzati nei sacrifici umani

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Avevano anche conoscenze mediche “avanzate” per l’epoca. Utilizzavano molte erbe e piante medicinali, praticavano la perforazione del cranio e, probabilmente, esistevano anche specializzazioni mediche: ad esempio queste statuette rappresentano medici che stanno curando solo donne.

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Nei manufatti cerimoniali venivano rappresentate tutte le situazioni della vita: combattimenti, sacrifici, animali e malattie: diverse statuette rappresentano ciechi, paralizzati, gemelli siamesi.
Molte di questi manufatti sono conservati nell'archivio che è comunque visitabile e dove sono presenti migliaia di pezzi differenti

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gemelli siamesi

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Ciechi

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La nostra visita si conclude alla Galería de Arte Erótico, per la quale il Museo Larco è particolarmente noto, è caratterizzata da ceramiche che rappresentano dettagliatamente scene di atti sessuali. Le rappresentazioni sessuali sono in relazione con altri temi della vita quotidiana come la produzione agricola, le pratiche funerarie o le cerimonie sacrificali.
Metto solo le fotografie delle statuette meno osè

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Lesbiche

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Il parto

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L'allattamento

Continua.......
 
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