Per Tano.
Ho scelto di andare con la Princess per vari motivi, motivi che corrispondono a criteri di cui ognuno di noi si avvale.
Il primo è stato quello di provare una nave nuova, una nuova compagnia, il secondo l'itinerario, il terzo la durata, il quarto il prezzo.......ecc.
Pur avendo preso cognizione del problema della lingua (preciso che non sono poi completamente a digiuno di inglese, purtroppo lo erano due dei miei compagni di viaggio), mi sono lasciato ingannare dal fatto che, avendo fatto una bellissima esperienza con la Royal l'anno precedente, le cui condizioni contrattuali erano le stesse (le hanno perfezionate quest'anno), pensavo che un minimo di comunicazione internazionale ci fosse. Purtroppo no e stato così.
Ma il problema non è quello della comunicazione in assoluto. Chi ha letto attentamente i miei interventi avrà notato che il giudizio
negativo ricade nella carenza della comunicazione relativa alla sicurezza. (non ho parlato dei comunicati scritti, dei menù dei programmi della TV, che in qualche modo cercavo di interpretare)
Quì stiamo facendo filosofia cari colleghi. Ma siete veramente convinti che un armatore non abbia la responsabilità della tutela dei
propri ospiti a vordo ? Ve la immaginate una tragedia in cui a giustificazione dei morti si dice: " bè ma quelli non sapevano l'inglese mica è colpa nostra se non hanno capito le istruzioni ?". Ve lo immaginate !
Vi prego, poi, di non tornare sull'esempio dell'aereo, non è la stessa cosa e noi che viaggiamo in nave dovremmo saperlo.
In aereo parli o non parli la lingua è intuitivo che ti devi mettere il paracadute e ti devi buttare, sulla nave sapete benissimo quali sono le regole di sicurezza: gli avvertimenti sonori, i salvagente, i percorsi, i luoghi di riunione, i ponti, l'imbarco sulle scialuppe....
insomma, è davvero la stessa cosa ?
Vorrei, invece, fare io una domanda: mi fate leggere dove è scritto che chi non parla inglese viaggia a proprio rischio e pericolo ?!
Ma dai, non facciamo i ragazzini, solo perchè noi ci sentiamo più...belli perchè parliamo la lingua.
Vorrei notificarvi, peraltro, che non solo gli italiani (che intanto erano 158, dico 158 -tutti incoscienti?-) ma i russi (molto incazzati) gli spagnoli alcuni cinesi i francesi..... Infondo per accontentarli tutti ed istruirli sulla sicurezza bastano altre quattro o cinque traduzioni. E la ragazza (l'unica italiana che si chiamava Anna) era la più arrabbiata di tutti per questa politica (ha finito il contratto ed è andata via).
Avrei ancora tante altre cose da dire ma penso di essere stato già abbastanza prolisso e ve ne chiedo scusa.
Sinceramente preferirei chiudere l'argomento, anche perchè la vedo dura una discussione all'italiana, dove si fa a gara a contraddirsi pur di non dar soddisfazione trovando giustificazioni per chiunque.
Viva l'italianità ma sopratutto viva il nostro modo di essere interpreti. Ci fa onore il rispetto che portiamo per gli altri e gli altri se ne avvalgono magli altri a noi ci vedono solo come " italiani " ,anche se conosciamo l'inglese, il francese, il tedesco.....