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Quel ramo del lago....il fiordo di Lombardia.

Ciao Anna.
Le foto io le vedo tutte.

Hai ragione, il lago di Como è meta soprattutto di stranieri, tantissimi. Il giorno che siamo stati a Villa Balbianello, alla biglietteria parecchi americani.
È luogo anche prediletto, da chi se lo può permettere, di location per matrimoni.

Il biglietto d'ingresso è piuttosto caro per chi non è iscritto al FAI, ( €20) noi lo siamo e l' ingresso era gratuito.

Approfitto per dirvi che, domani 15 ottobre è la giornata d' autunno del Fai, parecchi luoghi sono ad ingresso gratuito o con un piccolo contributo di €3 ( a seconda del sito), contributo che va nel Fondo italiano per l' ambiente, atto a salvare e ristrutturare non solo i beni materiali ma anche l' ambiente che li circonda.

È una buona occasione per tutti quelli che hanno la possibilità di vicinanza con il lago....Villa Balbianello aspetta di essere visitata!

A presto e un saluto.
 
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Grazie Oriana per il reportage così curato, di luoghi che purtroppo non ho avuto ancora la fortuna di visitare...

Ottima la manutenzione di interni e giardini, non ho ben capito se se ne occupano i proprietari o qualche Associazione/Società che gestisce il sito...
 
Grazie Oriana per il reportage così curato, di luoghi che purtroppo non ho avuto ancora la fortuna di visitare...

Ottima la manutenzione di interni e giardini, non ho ben capito se se ne occupano i proprietari o qualche Associazione/Società che gestisce il sito...
Il sito è gestito direttamente dal Fai, che si occupa della manutenzione. L' ultimo proprietario oltre che la donazione del bene in oggetto, ha provveduto ad un lascito in denaro per il suo mantenimento.
Il resto nel tempo, viene mantenuto con le donazioni volontarie all' ente.

In tutta Italia ci sono beni culturali ed artistici da poter vedere domani in formula gratuita.....per Villa Balbianello, caro Gabriele....ti basta prendere un treno...[emoji6]

Ciao!! [emoji4]
 
Quanto è bello il lago di Como! Peccato che le foto di inizio non si vedono più.
Tu le puoi recuperare ancora?

Il ramo di Como é il più ricco di ville ma per natura il ramo di Lecco con la Grigna che lo sovvrasta ha un fascino ancor più particolare.
ed anche il fondo lago con le sue alte montagne per molti mesi innevate é uno spettacolo.
Questo lago sconosciuto a molti italiani a mio parere merita una visita.
Brava Oriana che lo fai conoscere!
Anna.....ho qualche scatto fatto a bordo di un battello, uno dei tanti che solcano il lago e che consiglio, a chi può, di provare a prendere.
È bellissimo essere avvolti dal colore smeraldino delle sue acque, è un' esperienza da provare....

Alcuni luoghi, e ville, forse li riconoscerai....ho anche parte del tratto che va verso Lecco, con la Grigna ed il Resegone che tanto ami.
Non mancherò ( è in programma) una visita più ravvicinata di queste zone....

Con queste foto , per ora chiudo...in attesa sempre dei contributi che tutti possono aggiungere volendo....

Ciao.


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Riprendo brevemente questo post, perché ultimamente ho fatto una visita che ha attinenza con l'inizio di questo post.


" Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, viene, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte....."

da I Promessi Sposi - capitolo I - A.Manzoni.


Vi chiederete perché.... perché mai questa citazione.....
Perché mi trovo qui...a Milano, qui nella casa cittadina, in cui Alessandro Manzoni visse e morì.


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Una casa nobiliare nella zona dei grandi palazzi signorili, a pochi passi da piazza della Scala, in una via trasversale di via Manzoni. Un cancello, da dove anticamente entravano le carrozze, non il vero ingresso, ma il secondario...ma per Alessandro , mi permetto di chiamarlo per nome, era l'ingresso prediletto, quello che usava di sovente. La facciata " ufficiale" del palazzo dà da tutt' altra parte.
Il cortile, affiancato da un porticato, semplice, pulito. Ci rechiamo subito accompagnati dalla nostra guida dalla parte opposta a dove siamo entrati. A piano terreno in un' ala un po' defilata la zona dove Alessandro amava stare....
Il suo studio.
Qui è rimasto tutto com'era dalla sua morte. Chi ha acquistato in seguito il palazzo , ha lasciato questa stanza così com'era, senza cambiare nulla a futura memoria, vincolato dall' essere divenuto Monumento Nazionale....ed ha un fascino tutto straordinario.
La sua scrivania con gli oggetti, i suoi oggetti, penna , occhiali e la tabacchiera rotonda e nera da cui non si separava mai.
In realtà questa era più una scrivania di rappresentanza, in quanto lui amava scrivere su un piccolo tavolino quadrato posto sotto una delle finestre che davano sul giardino....la casa venne acquistata in funzione del giardino. Alessandro vi passava ore ad osservare le piante, i mutamenti di stagione, era un appassionato botanico.

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Quando acquistò questa casa esisteva già questa stufa, che oltre al camino ( di cui si occupava lui ) riscaldava l'ambiente.
Come vedete non ha sportelli di carica da nessuna parte. In verità veniva alimentata da retro, da un locale dietro la stufa, i locali di servitù posti a piano terra. Erano i domestici che la alimentavano ed una delle porte di comunicazione con questi ambienti " nascosti" era una delle tante porte presenti in parete, nella parete attrezzata a libreria che ricopre per intero tre dei quattro lati della stanza.
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Alessandro non aveva grosse ambizioni era semplice e la sua semplicità lo si nota dall'arredo essenziale, simmetrico, funzionale che ha dato alla sua libreria...ma per il resto, non si curava se le sedie non erano dello stesso stile ad esempio, l'importante fossero funzionali.
Accoglieva gli amici in modo informale accanto al camino...la sua poltrona è quella posta sul fondo, rispetto alle altre due, la più vicina al focolare. È qui che amava stare.
Il soffitto decorato...e i suoi libri..
In questa libreria ci sono 2500 volumi ed altrettanti....questa è una curiosità, ne aveva nell'altra sua casa quella di campagna ad Imbersago. La curiosità? Erano copie assolutamente identiche!!
Quando acquistava un libro era sempre in duplice copia. Spostandosi spesso da una dimora all'altra non amava di certo portarsi appresso i suoi libri, ed eliminò il problema avendo l'esatta copia di ciascuno di essi nell'altra dimora.
Curioso vero!!??.
Non è solo questo...anche parte dei mobili, non tutti chiaramente, erano esattamente riprodotti in duplice copia.
Ma veniamo ai testi...
Vedete che spunta un segnalibro in ognuno di essi...no! Non è stato apposto da Alessandro ma, ad ogni segnalibro equivale un piccolo testo, appunti autografi che ha lasciato a margine pagina. Sono pensieri... riflessioni sul testo....affascinante!! Questo ce lo fa sentire ancora più vicino a lui.
Perché ci sono i segnalibri...
La Fondazione Manzoni sta portando avanti degli studi di ricerca su questi inediti documenti calligrafici e presto verranno resi noti, mettendo su una piattaforma online, lo studio stesso ed i documenti, per renderli disponibili ad un pubblico più vasto.
Sebbene sia autore italiano è un po' bistrattato, poco apprezzato da noi, ma conosciutissimo al mondo intero.
In questa casa arrivano giapponesi, australiani, americani attratti dalla sua poesia.
Passiamo ad altro luogo....

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Questa stanza attigua al suo studio era la stanza degli amici, in particolare di ...
Tommaso Grossi, il suo più grande amico, tanto che lo invita a vivere in questa casa con la famiglia e sua madre.
In questo ambiente Alessandro si lascia andare alla goliardia con gli amici, si ritrovava qui a scherzare, ridere....tanto compito al di fuori, ma qui più autentico.
In questa stanza, tra l'altro senza arredi, alle pareti i ritratti degli amici...ne cito alcuni...
Goethe, suo grande amico che tradusse in tedesco le sue opere....
Carlo Porta...qui ritratto in punto di morte... l'allusione al compimento del Regno d'Italia che di lì a poco avvenne, lo vediamo nei colori della bandiera ( anche se non in ordine) impressi nel lenzuolo, il drappeggio, la coperta.
Questi i luoghi ove lui non riceveva nessuno, i suoi privati, perché altro è preposto per gli ospiti, specie di alto rango che visitavano la sua dimora.
Verso il piano nobile....
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Un importante scalone d'onore ci conduce ai piani alti, dove si svolgeva la vita sociale ma anche famigliare di Alessandro Manzoni.
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La prima sala che incontriamo è una piccola sala che fungeva da vestibolo...e qui incontriamo il primo personaggio della sfera famigliare di Alessandro...
..il nonno : Cesare Beccaria.
In realtà la figura del nonno non è stata molto presente nella sua infanzia, si dice che lo vide solo due volte nell'arco degli anni che vanno nella sua primissima infanzia, sino ai sei anni, l'ultima volta che lo vide.
In questa sala anche dei documenti molto importanti.
Il suo stato di famiglia, con i suoi 10 figli avuti dall'amata prima consorte Enrichetta Blondel.
In questo quadro, i figli ritratti...
Un documento storico molto importante, un ricamo avuto in dono da un'amica della madre. Il ricamo è l'ultimo lavoro eseguito da Maria Antonietta, regina di Francia, prima di essere ghigliottinata....e se guardate un piccolo lato a sinistra non è stato completato....la dama che lo aveva in custodia, una dama di compagnia della regina....
La lettera documento che ne attesta l'autenticità.
Le mura di questo palazzo hanno visto nomi illustri varcarne la soglia, sempre documentati da documenti, ritratti....sculture come questa....
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L'incontro di Alessandro con Giuseppe Garibaldi...
Sullo sfondo un ritratto, uno degli ultimi di Alessandro Manzoni, fatto eseguire dall'ultimo proprietario della casa per omaggiare la sua figura...ma chi lo ha eseguito ha commesso un errore. La tabacchiera, quella tonda e nera che abbiamo visto custodita sotto la teca di vetro della scrivania, è posta nella mano sbagliata....
Questa è l'unica fotografia e non un dipinto, che ritrae un Manzoni ottantenne.
Tutta questa sala che in origine era la sala da pranzo di famiglia, è ora un mausoleo ove alle pareti troviamo solo ed esclusivamente suoi ritratti, in tutte le età della sua vita.
Sopra al caminetto ,molto più tardo d'età...prima vi era un montacarichi che metteva in comunicazione la sala con la cucina sottostante, vi è esposto un Manzoni ventenne dall'aria " scapigliata" che lo ritrae in piena gioventù nel periodo in cui visse a Parigi con la madre.
Da questo ambiente molto luminoso si passa ad un piccolo vestibolo di gusto settecentesco per il gusto dei decori..
...in cui si apre una porta, che conduce direttamente nello studio sottostante, lo studio del poeta. Questo passaggio nascosto gli permetteva di raggiungere comodamente lo studio e viceversa i piani superiori senza essere visto da nessuno.
La sala dei ricevimenti, la sala Rossa chiamata per i colori utilizzati nei decori, ora è l'esposizione che riassume tutto ciò che sono i Promessi Sposi....
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Alle pareti le illustrazioni delle dispense dei Promessi Sposi...e nelle teche diversi studi di contemporanei ritrattisti, disegnatori di fumetti, grafici che secondo lo stile di ognuno, hanno dato vita ad una raccolta di disegni che esprimono la vivacità moderna del romanzo.
Si passa in una seconda grande stanza...la camera da letto.
Chiaramente in tutte queste sale non vediamo più nessun riferimento di mobili, in parte sono stati spostati nella residenza di campagna a Brusuglio, in parte perduti...ma ne sappiamo la destinazione.
Questa sala è dedicata alla seconda moglie di Manzoni.
Conosciuta a Parigi e dai suoi libri si dice che Manzoni trasse ispiramento per le dispense illustrate che uscirono a fascicoli, del romanzo.
In questa sala esposti i suoi libri...
Alla morte della moglie, Alessandro si ritira in una stanzetta attigua....la sua camera...
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Tutto è stato lasciato così com'era, il suo letto, l'armadio, il camino, la poltrona. Nel cassetto i suoi occhiali, gli effetti personali....
L' ambiente è di una semplicità ed essenzialità assoluta è il suo ritratto di uomo schivo e forse...solo.
A lato un corridoio molto ampio, ci introduce in ciò che ora è semplice esposizione delle sue opere. Prime edizioni dei suoi lavori , autentici pezzi di storia che narrano l'epoca....
Gli appassionati del genere apprezzeranno, altri forse saranno annoiati da queste immagini che vi propongo...
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L'ambiente nel suo insieme....e velocemente passiamo alla rimanenza delle sale...
I suoi bastoni da passeggio e la paglietta. Manzoni era un botanico molto esperto e le sue passeggiate sono passeggiate di studio attento della natura e ne darà prova anche in alcuni episodi ne i Promessi Sposi
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Mantello, cilindro ed ombrello...i suoi, e un ambiente che ci parla dei paesaggi a lui cari....
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" Quel ramo del lago di Como....."
 
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Che bella”visita guidata” Oriana!!!!

Un Palazzo/museo nella zona storica di Milano e nell’abitazione cittadina del grande Manzoni che ci racconta attraverso le tue descrizioni e in modo così “vivo”, un pezzo tanto importante e affascinante della nostra cultura.

Grazie ancora per queste gradevoli e interessantissime documentazioni.
 
Rieccomi, questa volta non a Milano e neppure nei luoghi manzoniani ma un pochino più verso il centro lago, che da quassù, da dove ho scattato queste immagini è veramente un fiordo ..il mio fiordo di Lombardia.



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....a presto...
 
Oriana mi ritornano in mente le parole di mia moglie Anna "non occorrono crociere in Norvegia, il fiordo che preferisco si trova sul nostro lago"
 
Oriana mi ritornano in mente le parole di mia moglie Anna "non occorrono crociere in Norvegia, il fiordo che preferisco si trova sul nostro lago"
Vero Ferruccio, ci sono scorci veramente degni , pareti ripide a strapiombo e cascate...magari un poco nascoste in canyon dove il boato si trasmette come un'eco...sono detti " orridi " ma non in senso dispregiativo. Malgrado l'averlo visto numerose volte ci sono luoghi e angoli del nostro lago che restano impressi per i ricordi a cui sono legati e per la loro bellezza.

Per noi ogni volta che si presenta l'occasione è un ritorno piacevole a scorrazzare per le strade che portano fin lassù, da dove ho scattato la foto....e così in una giornata molto calda salire verso Canzo, Asso e imboccare la Valbrona è un vero refrigerio..per chi conosce queste zone sa di cosa parlo. La nostra meta è quella punta lontana, quel promontorio che si protende a centro lago e che apre l'occhio verso orizzonti lontani....verdissime montagne in estate che riflettono il verde nella profondità del blu del lago, mentre in inverno è la nebbiolina che si alza da quel punto che nasconde la base delle montagne facendole splendere quando il sole che sorge ne illumina le cime innevate.....e allora sì che è Norvegia.

La Valbrona è una vallata che taglia passando attraverso fitti boschi e che permette di raggiungere il lago all'altezza di Onno....da dove scende in ripidi tornanti verso la strada che costeggia il lago.. per Ferruccio, ma anche per chi conosce la zona questa foto....

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.... è stata scattata da un belvedere che permette una sosta in affaccio prima di raggiungere la riva del lago....
 
Scriveva Stendhal.....


" ....gli incantevoli dintorni di Grianta, tanto celebrati dai viaggiatori: villa Melzi, dall'altra parte del lago, di fronte al castello, al quale fai da scenario: più in alto il bosco degli Sfondrata, e l' ardito promontorio che separa i due rami del Lago, quello di Como, così voluttuoso, e quello, austero che va verso Lecco: panorami sublimi e graziosi... ". Stendhal. La Certosa di Parma. 1839.


Ma ancor prima è la descrizione che ne fa Plinio il Vecchio che in poche righe riassume il paesaggio che si incontra e ci si ritrova a contemplare incantati sulle rive del Lario. Un luogo se vogliamo dire di campagna abitato da un clima mite, quel clima dolce del lago che sembra anticipare il mare in un contrasto forte e prodigioso allo stesso tempo, messo a confronto con il clima invernale gelido e cupo delle montagne che lo circondano. Contraddistingue le sue rive e i suoi pendii un verde perenne che neppure il clima rigido sembra scalfire.

La tradizione della villeggiatura sulle sponde del Lago di Como risale addirittura all'epoca romana, in particolare all'epoca imperiale quando in numerosi luoghi si diffonde la cultura della villa suburbana destinata al riposo, lontano dal clamore delle città. Famose le lettere di Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio, che descrive le sue due ville sul lago: la prima affacciata sul golfo di Lenno, la seconda presso Bellagio in posizione più elevata.
Nel Medioevo il concetto di villeggiatura si perde, bisognerà attendere il Rinascimento sull'onda dell' antichità riscoperta che le sponde del lago cominciano a ripopolarsi di dimore destinate a riposo e svago, ubicate in luoghi splendidi e circondate da immensi giardini.

Facendo poi un grande salto epocale, arriviamo alla moda del Grand Tour, prerogativa dell'educazione degli aristocratici inglesi, si diffonde in Europa coinvolgendo aristocrazia, nobiltà, alta borghesia, artisti, poeti e scrittori. Il lago diviene un luogo alla moda, aiutato da tutti gli aspetti che lo contraddistinguono, clima, paesaggio e dalle splendide ville che vi si affacciano. La fama del lago si diffonde anche attraverso autori come Manzoni, Goethe e Stendhal, che nella sua Certosa di Parma, descrive magnificamente le meraviglie della zona centrale del lago....quella in cui oggi vi voglio portare.

In premessa alcune immagini prese i rete che, per chi conosce poco la zona, illustra la posizione....


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La mappa del lago e un'immagine presa dall'alto della montagna prima di scendere giù....fino all'estremità protesa di Capo Spartivento, nome alquanto appropriato, di quel promontorio verdissimo che separa i due rami del Lago e spazia verso i monti del fondo Lago.
Quel punteggio colorato sono le case di un piccolo Borgo, ora ampliato nel vasto territorio comunale con case sparse nel verde....dicevo in riferimento al nucleo più antico ed affascinante del Borgo di Bellagio.


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Lo vedete sullo sfondo ,dalla bellissima passeggiata fronte lago....

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Il piccolo borgo racchiude ancora suggestioni del passato con i suoi alberghi in stile liberty oggi con mia grande sorpresa, tutti aperti e brulicanti di turisti. Alberghi in affaccio sulle splendide acque azzurre ...il Grand Tour sembra rivivere attraverso le persone, per lo più straniere , che vivono oggi per vacanza questa zona. Seduta sulla panchina all'ombra di un sole cocente, mi sfilano innanzi persone indiane, con i loro variopinti costumi, arabe ...taluni ricoperti da capo a piedi in veli multistrato neri...mi chiedo se non abbiano caldo! Altri arabi, più moderati con abiti filo occidentali ma rivisitati secondo il loro costume e la loro traduzione. Americani, giapponesi e cinesi con ombrello perennemente aperto per ripararsi dal sole e negozi del Made in Italy con firme prestigiose presi d'assalto...il mondo ha ricominciato a correre in queste zone. Modi di vivere differenti...al pomeriggio orario canonico del tè i ristoranti di Bellagio sono pieni ovviamente di stranieri che l'Italia la " gustano"...e come non si può dargli torto, per ciò che ha di più buono... curioso...con il sole a "palla" in una giornata torrida non ci verrebbe mai in mente di mangiare lasagne, tortelloni o pasta pasticciata al ragù , cibi usuali se vogliamo dirla tutta sulle nostre tavole e per nulla straordinarie..ma per loro si! Bellagio offre questo spaccato di vita che per le nostra economia è una grossa boccata di ossigeno e guai se dovesse mancare.

Prima di passare ad altro...qualche scorcio della parte antica che non è da perdere...preparatevi ad una lunga " ascesa"....scarpe comode, mi raccomando!


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...e si! Scalini..... è tutta un sali scendi...avete presente Positano, Santorini? In bellezza e in piccolo ci siamo quasi....




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Tra gli aspetti più affascinanti di questo borgo sono sicuramente le sue incantevoli ville celebri in tutto il mondo per il loro sfarzo e i giardini curatissimi. La più famosa è Villa Serbelloni, uno dei simboli di Bellagio, si tratta di una villa settecentesca edificata sulle rovine di un precedente castello andato distrutto. Attualmente la villa è utilizzata come sede di prestigiosi convegni internazionali ed è anche sede di un prestigioso Hotel.
È possibile visitare solo la parte esterna caratterizzata da incantevoli giardini, passeggiando tranquillamente tra i sentieri e ammirando le piante di ogni genere che arricchiscono il paesaggio. Attualmente la villa appartiene alla Fondazione Rockefeller di New York che ne entrò in possesso nel corso del XX secolo. Da Villa Serbelloni è possibile accedere ad un altro edificio storico molto importante il Convento dei Cappuccini.

L'altra Villa d'eccellenza del territorio di Bellagio è Villa Melzi, situata sul litorale occidentale del lago di Como. Attualmente è abitata e quindi non visitabile al suo interno ma è visitabile in alcune delle sue parti.....

Qualche scatto in anteprima....poi si comincia la visita...



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Il complesso di Villa Melzi si voluto da Francesco Melzi d'Eril, discendente di una nobile famiglia milanese e uno dei protagonisti dell'Italia napoleonica. Fedele collaboratore di Napoleone, venne eletto nel 1802 vicepresidente della neonata Repubblica italiana. Dopo l'autoproclamazione di Bonaparte a Te d'Italia, ricoprì la carica di Gran Cancelliere e guardasigilli e nel 1807 fu eletto Dica di Lodi.
Villa Melzi nacque come residenza estiva a Bellagio. La costruzione, perfetta espressione dello stile neoclassico il cui progetto venne affidato all'illustre architetto Giocondo Albertolli e fu eseguito tra il 1808 al 1813.

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La magnificenza della villa è esaltata da incantevoli giardini che la circondano dove campeggiano statue classicheggianti e piante secolari esotiche. La passeggiata a lago lungo il viale dei platani, la cappella di famiglia affacciata sul porticciolo di Loppia, il padiglione museo nella arancera adiacente alla villa, si ispirano anch'essi ai canoni eleganti, equilibrati, rigorosi dell'arte neoclassica.

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La tomba del Duca di Lodi , Francesco Melzi d'Eril.


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La cappella custodisce numerose altre tombe degli appartenenti alla famiglia.


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Particolari....veramente affascinanti e di gusto neoclassico....


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... naturalmente, continua...
 
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