Non sarò un genitore, ma certo nel settore bimbi ho un'esperienza più che ventennale, per cui qualcosa potrò anche dire..
Credo che il dialogo sia l'arma giusta, ma ovviamente per 'dialogo' si intende qualcosa di diverso da quello che possiamo intraprendere tra di noi..
Il messaggio importante è che ci sono cose permesse e cose che non lo sono, ma non per un capriccio di papà/mamma o dello zio (eccomi, unico caso di zio educatore che conosco, ed educatore di una mandria di nipoti, mica solo di uno
) ma per dei motivi precisi..
Credo che il bambino debba sempre capire che dietro un 'No' c'è un perchè, e che spesso il genitore dice No anche se vorrebbe dire si..
Deve capire che il 'No' è un atto di affetto, fatto per lui esattamente come il 'Si' e che se ci sono delle regole, dietro ci sono anche dei motivi a suo vantaggio o a vantaggio di tutti..
Questo sistema viene in parte messo in crisi verso quell'età che descriveva LA76, i tre/quattro anni, quando il bambino prova in tutti i modi a 'sfidare' gli adulti: non lo fanno tutti i bimbi, ma molti ci provano eccome..
Di fronte a quella sfida spesso le famiglie si dividono, magari discutendo di fronte al bambino se dargli ragione o no, e quello, che è piccolo ma non fesso, se vede una fessura ci si infila dentro alla grande..
E da lì nascono i vizi, i milioni di urli, le pretese sempre più assurde, che spesso finiscono per perdurare anche in età non più consone..
Invece anche in quel momento il bambino dovrebbe trovare un muro, non ostile ma granitico, nei genitori, che gli dicono di no e gli spiegano il perchè è no..
SE lui insiste, come diciamo a Roma, tirandoteli dalle mani, non c'è alcun motivo per farseli uscire: basta negare il televisore, la Play Station o il cinema, cose che oltretutto durano nel tempo, e quindi sono per certi versi più 'pesanti' di uno schiaffotto che passa e se ne va..
Una cosa importante è legare il momento dell'errore e quello della ramanzina da parte dei genitori: se gli fai la ramanzina due ore dopo il fatto l'unica cosa che ottieni è confonderlo, e non va bene..
Se i miei due nipotini di cui parlo sempre sono malati di santità va detto che il secondo questo momento della 'sfida' l'ha vissuto pesantemente (il primo mi sa che è la reincarnazione di San Francesco..
) ed i problemi ci sono stati eccome..
Tanto che all'uscita di questa fase, un po' prima di divenire santo anche lui, un paio di volte l'ho trovato tutto zitto in un angolino..
''Che fai Chicco?''
E lui scuro..
''Sono in punizione''
''E perchè?''
''Ho fatto un guaio, ho fatto.. .... ....''
''E va bene, ma ora parlo con mamma, vediamo se può bastare, magari hai capito di aver sbagliato..''
''No, mamma ha detto che ho capito, però non basta..
IN PUNIZIONE MI CI SONO MESSO DA SOLO!!!''
E non si sganciava finchè non era convinto che aveva 'pagato' il giusto..
Un salutone!!
Manlio