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Schiaffo a Stoccolma

gen_stratocastex

New member
Se i moderatori lo riterranno opportuno chiuderanno la discussione.
Ognuno la pensa come meglio crede
Saluti
naturalmente stiamo solo espromendo pareri personali!
ovviamente non sto dicendo che picchiare i figli sia giusto, violenza fatta per fare male è ovviamente una vergogna...
ma scusa ma lo sculaccione al bimbo che fa le bizze non potete chiamarla violenza dai!!!
 

Rodolfo

Super Moderatore
Secondo me lo sculaccione o la sberla è il mezzo più rapido per "farsi capire", ma è anche il più sbagliato. Credo si ottenga molto di più discutendo e spiegando. Non ho mai alzato le mani con mio figlio se non in una sola occasione, ma è stata una mancanza mia, una mia incapacità di contenermi. E credo che le ore passate a spiegare il perchè di un no o di un rimprovero abbiano dato i loro frutti.

Sono d'accordo con Lingoss al 1000%.
 

CostaMagica

Super Moderatore
Se ti viene da picchiare dai dei pugni al muro o sul tavolo, la violenza non è un modo per imporsi o per educare dei minori.

Ti QUOTO !!!

Se i moderatori lo riterranno opportuno chiuderanno la discussione.
Di educativo lo scappellotto come lo chiami tu non ha proprio nulla , io la vedo come una violenza che genera solo frustrazione e a sua volta altra violenza.
Ognuno la pensa come meglio crede
Saluti

E ti RIQUOTO !!!

Secondo me lo sculaccione o la sberla è il mezzo più rapido per "farsi capire", ma è anche il più sbagliato. Credo si ottenga molto di più discutendo e spiegando. Non ho mai alzato le mani con mio figlio se non in una sola occasione, ma è stata una mancanza mia, una mia incapacità di contenermi. E credo che le ore passate a spiegare il perchè di un no o di un rimprovero abbiano dato i loro frutti.

Sono d'accordo con Lingoss al 1000%.

E QUOTO anche te!!!
Accidenti, è possibile pensare di risolvere una (neanche iniziata) conversazione con una sberla? Cosa insegnamo ai nostri figli se non la prevaricazione, l'umiliazione e la frustrazione?
E cosa possiamo aspettarci di rimando? La paura forse ma non certamente il rispetto e la correttezza...
I ragazzi di oggi non sono più abituati al dialogo, non sanno usare le parole se non quelle che possono venire fuori dalla tastiera di un computer, agiscono senza riflettere e senza pensare alle conseguenze e pensano di poter sempre avere una seconda (terza... quarta... quinta...) possibilità. E noi cosa pensiamo di fare, di risolvere le questioni con la sberla di turno?
 

La76

New member
Accidenti, è possibile pensare di risolvere una (neanche iniziata) conversazione con una sberla? Cosa insegnamo ai nostri figli se non la prevaricazione, l'umiliazione e la frustrazione?
E cosa possiamo aspettarci di rimando? La paura forse ma non certamente il rispetto e la correttezza...
I ragazzi di oggi non sono più abituati al dialogo, non sanno usare le parole se non quelle che possono venire fuori dalla tastiera di un computer, agiscono senza riflettere e senza pensare alle conseguenze e pensano di poter sempre avere una seconda (terza... quarta... quinta...) possibilità. E noi cosa pensiamo di fare, di risolvere le questioni con la sberla di turno?

CostaMagica, ogni bambino, in quanto individuo, è diverso dall''altro...ci sono bambini a cui riesci a spiegare a parole, ce ne sono di quelli che a volte ti ascoltano, altre no...ti sfidano!
A volte lo fanno perchè in quel momento cercano un limite.
Quando ero piccola una volta è successo (io neanche me lo ricordo, me l'hanno raccontato a distanza di anni, quindi puoi capire benissimo che se non me lo ricordo vuol dire che in me non ha lasciato nessun "trauma") in cui io volevo assolutamente prendere qualcosa...mio padre mi diceva di no...io continuavo, ha cominciato a tirarmi sberle sulla mano e io continuavo ad allungarla...non so quanto la cosa è andata avanti ma di sicuro posso dirti che, per la mia educazione, è stato importante che lui non abbia mollato.
Non può comandare un bambino, non deve essere comandato, ma non può neanche pensare di poter fare quello che vuole...io sono cresciuta sapendo di avere un limite che, se superato, poteva avere conseguenze...la "paura" delle conseguenze in qualche caso mi ha fermato dal fare cose pericolose per me stessa.
Io avevo delle regole (giuste ed eque per la mia età) e dovevo rispettarle...la fiducia non me l'hanno regalata, me la sono conquistata e guadagnata.
Io non sono certo favorevole ai genitori che picchiano i bambini "a priori" ma se li avverti per 50 volte che una cosa non la possono fare per la loro incolumità e loro insistono a volerla fare, ad un certo punto, un modo alternativo alla parola (che non vogliono sentire in quel momento) lo devi trovare...per il loro bene!
 

gen_stratocastex

New member
CostaMagica, ogni bambino, in quanto individuo, è diverso dall''altro...ci sono bambini a cui riesci a spiegare a parole, ce ne sono di quelli che a volte ti ascoltano, altre no...ti sfidano!
A volte lo fanno perchè in quel momento cercano un limite.
Quando ero piccola una volta è successo (io neanche me lo ricordo, me l'hanno raccontato a distanza di anni, quindi puoi capire benissimo che se non me lo ricordo vuol dire che in me non ha lasciato nessun "trauma") in cui io volevo assolutamente prendere qualcosa...mio padre mi diceva di no...io continuavo, ha cominciato a tirarmi sberle sulla mano e io continuavo ad allungarla...non so quanto la cosa è andata avanti ma di sicuro posso dirti che, per la mia educazione, è stato importante che lui non abbia mollato.
Non può comandare un bambino, non deve essere comandato, ma non può neanche pensare di poter fare quello che vuole...io sono cresciuta sapendo di avere un limite che, se superato, poteva avere conseguenze...la "paura" delle conseguenze in qualche caso mi ha fermato dal fare cose pericolose per me stessa.
Io avevo delle regole (giuste ed eque per la mia età) e dovevo rispettarle...la fiducia non me l'hanno regalata, me la sono conquistata e guadagnata.
Io non sono certo favorevole ai genitori che picchiano i bambini "a priori" ma se li avverti per 50 volte che una cosa non la possono fare per la loro incolumità e loro insistono a volerla fare, ad un certo punto, un modo alternativo alla parola (che non vogliono sentire in quel momento) lo devi trovare...per il loro bene!
hai interpretato il mio pensiero molto bene
è proprio quello che io intendevo...
 

La76

New member
hai interpretato il mio pensiero molto bene
è proprio quello che io intendevo...

ripeto, io l'ho vissuto e non l'ho mai vissuto come un "abuso"...ma quello che ho raccontato è stato uno dei pochi episodi della mia vita in cui è stato necessario andare "oltre"...ero una bambina che nel 99% dei casi capiva benissimo le parole e i discorsi, ma riconosco che in qualche caso "provocavo" volutamente...se è volato qualcosa è perchè me lo meritavo, inutile negarlo!Ma era per il mio bene, non era violenza...;)
 

alco56

Super Moderatore
Probabilmente è più importante la costanza nel dare dei messaggi non contraddittori ed essere fermi sulle regole e mantenere il controllo.
E' molto difficile dire no e restare fermi sule posizione decisa da educatore e quindi motivata e spiegabile, ma è per questo che è difficile essere genitori.
dire sempre di si o non prendere posizioni non paga, ma è molto più semplice.
schiaffeggiare un figlio non per scelta educativa, ma per la perdita di controllo, è sbagliato, come dire no e non vedere l'infrazione per non dare una punizione.
Equilibrio, una linea educativa progettata insieme dai due genitori e portata avanti con continuità ed in più l'esempio nel modo di comportarsi possono fare molto più degli schiaffoni occasionali e costruire un rapporto di fiducia, ma non di amicizia, si è su un piano diverso dello stesso rapporto, è il genitore l'unico dei due ad avere la responsabilità da adulto.
Nessuno riuscirà ad essere un genitore perfetto, ma occorre provarci per essere almeno un buon genitore.
 

CostaMagica

Super Moderatore
Probabilmente è più importante la costanza nel dare dei messaggi non contraddittori ed essere fermi sulle regole e mantenere il controllo.
E' molto difficile dire no e restare fermi sule posizione decisa da educatore e quindi motivata e spiegabile, ma è per questo che è difficile essere genitori.
dire sempre di si o non prendere posizioni non paga, ma è molto più semplice.
schiaffeggiare un figlio non per scelta educativa, ma per la perdita di controllo, è sbagliato, come dire no e non vedere l'infrazione per non dare una punizione.
Equilibrio, una linea educativa progettata insieme dai due genitori e portata avanti con continuità ed in più l'esempio nel modo di comportarsi possono fare molto più degli schiaffoni occasionali e costruire un rapporto di fiducia, ma non di amicizia, si è su un piano diverso dello stesso rapporto, è il genitore l'unico dei due ad avere la responsabilità da adulto.
Nessuno riuscirà ad essere un genitore perfetto, ma occorre provarci per essere almeno un buon genitore.

Cos'altro aggiungere? Hai ragione alco56 (ma qual'è il tuo nome? Un nick è troppo impersonale) a dire che è difficile essere genitori.
Personalmente con due figli caratterialmente diversi, ho sperimentato che col dialogo si ottiene molto di più che con una sberla che, lede il senso di affidamento del figlio nel genitore e inesorabilmente lo allontana a piccole dosi dalla certezza del porto sicuro. Uno schiaffo idealmente produrrebbe, rispetto a ciascuno dei miei ragazzi, un effetto totalmente diverso, in uno provocherebbe umiliazione e svilimento della sua autostima e nell'altro prevaricazione e reazione in termini si sfida... ed io ho solo 2 figli, dico 2. Il dialogo, con entrambi prodce il medesimo risultato.
Laura, il tuo giudizio si è formato per effetto delle tue esperienze e rilevo che riporti un fatto accaduto quando tu probabilmente eri talmente piccola da non ricordartene (non trascurando che una sberletta sulla mano non è esattamente un ceffone in pieno viso).... permettimi, non hai figli vero?
La mia esperienza dipende sia dall'essere stata figlia che dall'essere madre di due ragazzini che, ti assicuro, mi danno parecchio filo da torcere e che trascorrono una intera giornata senza me o mio marito al fianco... con problemi emergenti che dobbiamo/possiamo risolvere solo telefonicamente perchè la sana abitudine al dialogo ce lo permette...
Poi ciascuno ritenga e si comporti come meglio creda, ma non stupiamoci delle conseguenze...
 

alco56

Super Moderatore
Cos'altro aggiungere? Hai ragione alco56 (ma qual'è il tuo nome? Un nick è troppo impersonale)...

mi chiamo Alberto (il cognome in questo sito è un po' ingombrante: Costa) ed ho 4 figli ormai grandicelli da 27 a 21 anni.

Concordo, lo schiaffone in pieno viso non ha scopo educativo, hai solo perso il controllo e colpisce più il cuore ed il rapporto che il viso, lo schiaffetto sulla mano ha tutt'altra valenza. un figlio deve rispettare i genitori non temerli o addirittura odiarli, ma nemmeno non averne nessuna cosiderazione

mooolti anni fa gli dicevo "hai fatto una cosa sbagliata, ora ti devo sculacciare...' oppure un fermo NO.

sarò parziale, ma sono cresciuti bene ed andiamo molto d'accordo e siamo molto legati.

il modo preventivo è affidare delle responsabilità (anche banali come rifarsi il letto) e pretenderne il rispetto, aiuta tantissimo a crescere.
 

BillyPilgrim

New member
Mi dispiace aver innescato una discussione pedagogica educativa, era mia intenzione sottolineare come nel Nord Europa siano più attenti ai comportamenti che avvengono in pubblico, ora a prescindere dal fatto se sia stato schiaffeggiato o meno il bambino, credo che l'evento sia trattato alla stessa stregua del deturpamento della cosa pubblica, cioè un atteggiamento poco civile. Sicuramente l'evento denota una certa rigidità nell'applicare le regole che è tipica dei popoli nordici, mentre al Sud ognuno fa come vuole.
 

CostaMagica

Super Moderatore
mi chiamo Alberto (il cognome in questo sito è un po' ingombrante: Costa) ed ho 4 figli ormai grandicelli da 27 a 21 anni.

Concordo, lo schiaffone in pieno viso non ha scopo educativo, hai solo perso il controllo e colpisce più il cuore ed il rapporto che il viso, lo schiaffetto sulla mano ha tutt'altra valenza. un figlio deve rispettare i genitori non temerli o addirittura odiarli, ma nemmeno non averne nessuna cosiderazione

mooolti anni fa gli dicevo "hai fatto una cosa sbagliata, ora ti devo sculacciare...' oppure un fermo NO.

sarò parziale, ma sono cresciuti bene ed andiamo molto d'accordo e siamo molto legati.

il modo preventivo è affidare delle responsabilità (anche banali come rifarsi il letto) e pretenderne il rispetto, aiuta tantissimo a crescere.

Piacere Alberto ;-)
Condivido totalmente le tue parole....
Credo che 4 figli ti abbiano "educato" bene al più difficile ruolo della vita.
Mi hai fatto sorridere... i miei figli da meno di un'annetto a questa parte hanno il compito di rifarsi il letto... all'inizio il risultato era indicibile, adesso sono diventati talmente bravi da farlo meglio che io il mio :)
Responsabilizzarli è importante, li predispone alla vita...
Un saluto
Loredana
 

alco56

Super Moderatore
Mi dispiace aver innescato una discussione pedagogica educativa, era mia intenzione sottolineare come nel Nord Europa siano più attenti ai comportamenti che avvengono in pubblico, ora a prescindere dal fatto se sia stato schiaffeggiato o meno il bambino, credo che l'evento sia trattato alla stessa stregua del deturpamento della cosa pubblica, cioè un atteggiamento poco civile. Sicuramente l'evento denota una certa rigidità nell'applicare le regole che è tipica dei popoli nordici, mentre al Sud ognuno fa come vuole.

Hai ragione, ma l'eccesso di elasticità al Sud porta a regole troppo spesso disattese, es. i semafori nella mia città, senza arrivare a parlare di cose più gravi.
 

CostaMagica

Super Moderatore
Mi dispiace aver innescato una discussione pedagogica educativa, era mia intenzione sottolineare come nel Nord Europa siano più attenti ai comportamenti che avvengono in pubblico, ora a prescindere dal fatto se sia stato schiaffeggiato o meno il bambino, credo che l'evento sia trattato alla stessa stregua del deturpamento della cosa pubblica, cioè un atteggiamento poco civile. Sicuramente l'evento denota una certa rigidità nell'applicare le regole che è tipica dei popoli nordici, mentre al Sud ognuno fa come vuole.

Personalmente appprezzo molto lo sviluppo di questo treadh, siamo esseri umani, molti di noi anche genitori e qualcuno decisamente solo figlio (vero Davide?) prima che crocieristi.


Hai ragione, ma l'eccesso di elasticità al Sud porta a regole troppo spesso disattese, es. i semafori nella mia città, senza arrivare a parlare di cose più gravi.

Posso permettermi una battuta (sono più meridionale di te, vivo nella mia amaata Palermo) Alberto? Iamme ja... ;-)
 

paolocecchi

Well-known member
Intanto l'intera famiglia non si e' potuta imbarcare.L'assicurazione rimborsera? Sicuramente non all'arrestato ma agli altri che non sono potuti partire per un grave motivo?Ho letto il contratto non mi pare che preveda l'arresto. Prevede il dolo e la colpa grave dell'assicurato, ma secondo quale codice penale?,non credo che in Italia uno scappellotto a un figlio ,che ta l'altro il colpevole dice che non c'è stato ,ma solo una strattonamento,sia considerata colpa grave.Se fosse assolto al processo potrebbe rivalersi sulla polizia svedese?
 

Rodolfo

Super Moderatore
Ho spostato l'argomento in Off Topic perché ritengo sia più adatto ad una discussione che ha poco o nulla a che vedere con le crociere: comunque secondo me, Billy, non devi rammaricarti di aver aperto questo thread che, alla fine, si è dimostrato interessante dal punto di vista delle varie opinioni personali.
 

pmanlio

Active member
Non sarò un genitore, ma certo nel settore bimbi ho un'esperienza più che ventennale, per cui qualcosa potrò anche dire.. ;)

Credo che il dialogo sia l'arma giusta, ma ovviamente per 'dialogo' si intende qualcosa di diverso da quello che possiamo intraprendere tra di noi..

Il messaggio importante è che ci sono cose permesse e cose che non lo sono, ma non per un capriccio di papà/mamma o dello zio (eccomi, unico caso di zio educatore che conosco, ed educatore di una mandria di nipoti, mica solo di uno :( :( ) ma per dei motivi precisi..

Credo che il bambino debba sempre capire che dietro un 'No' c'è un perchè, e che spesso il genitore dice No anche se vorrebbe dire si..
Deve capire che il 'No' è un atto di affetto, fatto per lui esattamente come il 'Si' e che se ci sono delle regole, dietro ci sono anche dei motivi a suo vantaggio o a vantaggio di tutti..

Questo sistema viene in parte messo in crisi verso quell'età che descriveva LA76, i tre/quattro anni, quando il bambino prova in tutti i modi a 'sfidare' gli adulti: non lo fanno tutti i bimbi, ma molti ci provano eccome..

Di fronte a quella sfida spesso le famiglie si dividono, magari discutendo di fronte al bambino se dargli ragione o no, e quello, che è piccolo ma non fesso, se vede una fessura ci si infila dentro alla grande..

E da lì nascono i vizi, i milioni di urli, le pretese sempre più assurde, che spesso finiscono per perdurare anche in età non più consone..

Invece anche in quel momento il bambino dovrebbe trovare un muro, non ostile ma granitico, nei genitori, che gli dicono di no e gli spiegano il perchè è no..
SE lui insiste, come diciamo a Roma, tirandoteli dalle mani, non c'è alcun motivo per farseli uscire: basta negare il televisore, la Play Station o il cinema, cose che oltretutto durano nel tempo, e quindi sono per certi versi più 'pesanti' di uno schiaffotto che passa e se ne va..

Una cosa importante è legare il momento dell'errore e quello della ramanzina da parte dei genitori: se gli fai la ramanzina due ore dopo il fatto l'unica cosa che ottieni è confonderlo, e non va bene..

Se i miei due nipotini di cui parlo sempre sono malati di santità va detto che il secondo questo momento della 'sfida' l'ha vissuto pesantemente (il primo mi sa che è la reincarnazione di San Francesco.. :) ) ed i problemi ci sono stati eccome..

Tanto che all'uscita di questa fase, un po' prima di divenire santo anche lui, un paio di volte l'ho trovato tutto zitto in un angolino..

''Che fai Chicco?''

E lui scuro..

''Sono in punizione''

''E perchè?''

''Ho fatto un guaio, ho fatto.. .... ....''

''E va bene, ma ora parlo con mamma, vediamo se può bastare, magari hai capito di aver sbagliato..''

''No, mamma ha detto che ho capito, però non basta.. IN PUNIZIONE MI CI SONO MESSO DA SOLO!!!''

:) :) :)

E non si sganciava finchè non era convinto che aveva 'pagato' il giusto.. ;)

Un salutone!!
Manlio
 

alco56

Super Moderatore
hai ragione e la linea della costanza delle regole e del non essere divisi è il perno su cui impiantare l'educazione.

la sfida dei primi anni è una sfida di bambini, da contrastare con regole chiare e motivate e punizioni adeguate e non violente, diverso è il discorso della sfida dell'adolescente che è molto più pesante e delicata e se non capita e gestita bene può portare a conflitti o strascichi anche molto lunghi.
 
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