SALALAH
E’ la città natale del sultano dell’Oman e ospita un altro sontuoso palazzo (anche qui visibile solo dall’esterno). Facciamo un giro in taxi con l’aria condizionata a palla (il caldo è pesantissimo) e visitiamo la moschea (FOTO)
e il souk locale, e diversi negozi tra tessuti variopinti e frutta esotica (FOTO),
per poi dirigerci alla bellissima spiaggia (FOTO),
deserta e tutta per noi perché non è ancora stagione di vacanze (saremo sui 35 gradi, non osiamo pensare che temperature si raggiungono a luglio e agosto, quando tra l’altro arrivano anche i monsoni). Grazie a un favorevole clima, Salalah gode di una vegetazione rigogliosa pur essendo ai margini di una zona desertica.
Impressionante soprattutto guardare le valli in cui crescono gli alberi di incenso, le uniche piante ad attecchire su una terra arida per la capacità di sopportare senza fatica il clima.
È a loro che, storicamente, il Dhofar (la regione della cittadina) deve tutta la sua fortuna. Estratto dalla resina delle boswellia, l'incenso fu venduto a peso d'oro dall'antichità fino a quando gli europei ottennero il controllo della via delle Indie. Raccolto in loco, veniva trasportato per via marittima (lungo il mar Rosso), poi con viaggi di carovane verso i grandi centri commerciali dell'epoca: Alessandria a sud, Roma a ovest e Damasco a est. All'epoca l'incenso era ampiamente usato nelle cerimonie religiose, nella preparazione di profumi e medicine e persino per aromatizzare alcune specialità culinarie.
Uno scalo minore, noto soprattutto come porto commerciale e utile per i rifornimenti di carburante, ma la cittadina è simpatica, con molte vie eleganti e centri commerciali. Merita comunque una visita. I taxi sono all’uscita del porto. Per un giro di quattro ore abbiamo contrattato per 30 euro (abbiamo pagato una specie di sovrapprezzo perché il nostro autista parlava un buon inglese, a differenza di altri).
Imponente la parte del porto destinata ai container: viste dalla nave, le gru si muovono come grandi mostri alla luce di un sole impazzito. Quasi una scena della serie dei film dei Transformer… (NELLA FOTO)