Grandi navi, Costa: «Non c'è alternativa, per le crociere si scavi il nuovo canale»
Grandi navi, Costa: «Non c'è alternativa, per le crociere si scavi il nuovo canale»
Riprendo questa discussione:
Grandi navi, Costa: «Non c'è alternativa, per le crociere si scavi il nuovo canale»
Il presidente dell'Autorità portuale è sicuro: «Nessun'altra possibilità è percorribile, quindi il Comune decida in fretta»
http://www.gazzettino.it/nordest/ve...i_scavi_il_nuovo_canale_/notizie/244791.shtml
VENEZIA - Il Porto di Venezia ribadisce che la soluzione migliore per risolvere il problema del passaggio delle navi da crociera in bacino San Marco resta lo scavo del piccolo canale Contorta-Sant'Angelo, per congiungere la Marittima con il cosiddetto Canale dei Petroli. Lo ha riaffermato oggi il presidente dell'Autorità portuale, Paolo Costa, in occasione della riunione del Comitato portuale.
«Ho registrato - ha detto Costa - la preoccupazione complessiva delle categorie produttive e dei sindacati, sorpresi dalla leggerezza con cui si è affrontata la tematica delle crociere dal punto di vista produttivo. La domanda che tutti si sono posti è se la comunità veneziana abbia veramente interesse al porto, sorpresi che si metta in discussione una delle poche cose che ancora funzionano. Lo schema logico è chiaro: c'è un decreto che dice che le grandi navi non possono passare più davanti a San Marco e nel canale della Giudecca. Le alternative che si pongono sono solo due: 1 - andare da un'altra parte rispetto alla Marittima, cosa che non è possibile; 2 - trovare una soluzione alternativa per arrivare alla Marittima. Se qualcuno ha altre soluzioni noi siamo qui. Possiamo del resto solo dare suggerimenti, potendo effettuare anche studi limitati, perché il decreto Clini-Passera incarica Capitaneria di porto e Magistrato alle Acque di individuare la soluzione alternativa al bacino. Il progetto per lo scavo del canale Contorta è già stato depositato, con il pieno accordo allora anche da parte del Comune, che poi ha avuto un ripensamento».
In ogni caso, Costa è pronto per agire. «Se qualcuno - ha sottolineato - ci dice che il canale si può fare, i soldi li troviamo: basta volerlo, le possibilità di finanziamento non mancano. Il tutto con tempi tecnici di realizzazione contenuti, pari a 6 mesi, perché non ci sono fanghi da rimuovere. E mettere in funzione il canale Vittorio Emanuele costerebbe decisamente di più». Nel corso della riunione del Comitato è stato anche analizzato il problema del crollo generalizzato del traffico dei traghetti, che non ha risparmiato nemmeno Venezia. «È una situazione che dipende dalla crisi greca e tutto il Mediterraneo ne sta risentendo. Ma è ragionevole l'attesa che, con il terminal delle Autostrade del mare a Fusina e con il porto franco a Marghera, siamo in grado di ridiventare efficienti e che i traffici torneranno. Evidentemente, non parlo solo di traffici con la Grecia. Ma, per attrarre anche traghetti provenienti da altre direttrici, una stazione d'arrivo efficiente è presupposto imprescindibile».
«Nella questione con il Comune - conclude Costa - ad essere sbagliate sono le prospettive: Venezia deve saper utilizzare il suo porto, con che forme lo troveremo. Anche perché ci sono cose di mia competenza, di competenza del Comune e cose che non sono né loro né nostra: senza nessuna arroganza, ci si deve mettere quindi d'accordo, nel rispetto delle regole». Costa ricorda che l'Autorità portuale è «tecnicamente un'agenzia statale», ma che «storicamente Venezia è del porto. Naturalmente non nel senso che l'Autorità portuale sia proprietaria del Comune, visto che restano due entità che non vanno confuse. La location naturale dello scalo - conclude - è questa, pur essendo il nostro porto uno degli 11 italiani di interesse europeo e il quarto o quinto per traffici, servendo un territorio decisamente più vasto della sola città di Venezia».