Ombre sull'eroe De Falco: l'inchiesta si allarga alla Capitaneria di Livorno
Lunedì, 23 gennaio 2012 - 10:35:00
"L'inchiesta sulla Concordia si allarga alla Capitaneria di Livorno: perché i sistemi di monitoraggio da terra non rilevarono subito le strane manovre della nave? Dubbi su De Falco: le sue telefonate, peraltro registrate, forse servivano ad attirare su Schettino l'attenzione dei mass media e l'ira degli italiani?
Silvia Coronika, terzo ufficiale, offre una scusante al capitano: "Gli chiedevano che isola era, il maitre gli parlava. Lo hanno disturbato nella manovra". Gli ufficiali: "Avvisammo che la Concordia era senza controllo. Lui se ne andò nella sua cabina". L'emergenza? "Il primo segnale è arrivato dopo mezz'ora". Il mistero della donna col computer: Schettino glielo consegnò al Giglio. I pm la cercano, è un avvocato
GEORGIEVA, BENE SOCCORSI ITALIANI - La catastrofe del naufragio di Costa Concordia all'isola del Giglio e' stata affrontata in maniera efficace e competente e i soccorsi forniti dalle autorita' italiane hanno permesso di salvare molte vite. Lo ha detto, in un'intervista pubblicata da un giornale estone, la Commissaria Ue agli aiuti umanitari, Kristalina Georgieva. La prossima fase, ha detto, consistera' nell'analisi dei pericoli per l'ambiente e potra' essere necessaria "una collaborazione pan-europea".
OMBRE SULL'EROE DE FALCO - Non solo il "demone" Schettino. A più di una settimana dalla tragedia, dopo il linciaggio mediatico del comandante della Concordia e l'acclamazione a eroe nazionale del comandante della capitaneria di Livorno, emergono dubbi sul ruolo di De Falco. E quelle telefonate tra i due uomini di mare possono essere viste sotto una luce diversa... Ci si chiede se l'obiettivo di quelle conversazioni, "registrate" tra l'altro come comunica De Falco, fosse solo quello di avere il comandante a bordo e non quello di concentrare l'attenzione (e le cople?) su Schettino. L'inchiesta si sta allargando a catena e gli occhi ora sono puntati sulla Capitaneria di Livorno, che gestisce il sistema AIS, l'apparecchiatura di controllo satellitare delle rotte nel Mediterraneo. Come mai questi sofisticati sistemi di monitoraggio della Guardia Costiera non avevano notato la strana velocità e le singolari manovre della Costa Concordia a ridosso di Giglio Porto? Proprio due giorni fa, a 7 miglia dal Giglio, una nave mercantile è rimasta ferma per oltre 10 minuti: la Capitaneria si è allarmata subito mobilitando una motovedetta e scoprendo che era in avaria. "Merito del sistema AIS", hanno spiegato. E allora la domanda nasce spontanea: come mai, 20 minuti dopo l'impatto della Concordia, sul brogliaccio, alle ore 22 venne scritto che il controllo AIS segnalava "traffico marittimo regolare" e che solo 12 minuti dopo la nave venne individuata sugli schermi, arenata sulle secche di punta Lazzeretto, dove avvenne lo sbarco? I magistrati hanno acquisito agli atti l'articolo pubblicato venerdì da "La Stampa" che raccontava proprio delle mancanze dei sistemi elettronici di ricognizione e di aprire un fascicolo dedicato alla questione. E venerdì pomeriggio esponenti del Comando Generale della Guardia Costiera si sono recati in Procura. Ancora dubbi: perché solo una telefonata di un brigadiere di Prato (avvertito da uno dei passeggeri della nave) mise in allerta gli uomini di Livorno?
PALOMBARI APRONO UNICO VARCO PONTE 4 E 5 - I palombari della Marina militare stanno per aprire con una serie di microcariche un grande varco tra il ponte 4 e il ponte 5 del relitto di Costa Concordia, per consentire un più agevole controllo della zona ristorante e dell'accesso del ponte scialuppe dove potrebbero trovarsi altri dispersi. In mattinata tornerà a riunirsi il Comitato tecnico scientifico per decidere la data dell'avvio del prelievo del carburante, notizia che sarà resa nota dal capo della Protezione civile e commissario delegato all'emergenza Franco Gabrielli alle ore 15.
IL DIRETTORE DI MACCHINA: "GLI AVEVAMO DETTO CHE AVEVA PERSO IL CONTROLLO DELLA NAVE" - Il direttore di macchina Giuseppe Pilon è tra i primi a rendersi conto di quanto sta accadendo. "Ho sentito dei colpi che ho attribuito alle gabbie fuori dall'area bagagli. Il tempo di andare in centrale che l'ufficiale in sala macchine mi ha detto: 'C'è acqua, c'è acqua'. Tutto ciò è accaduto in pochissimo, il tempo di alzarmi, uscire dalla segreteria, 3 o 4 metri ed ero in centrale. Ho detto di controllare che tutte le porte stagne fossero chiuse come previsto. Il tempo di dirlo e il blackout era totale. Si è spento tutto... Ho aperto la porta centrale, ho aperto la sala macchine e l'acqua era già a ponte 0, è arrivata subito al quadro elettrico. Ho dato la situazione al comandante Schettino, gli ho detto che sala macchine, quadro elettrico e zona poppiera erano allagate. Gli ho detto che avevamo perso il controllo della nave... Ho informato il comandante della situazione grave in cui versavamo, l'ho poi informato successivamente alcune volte. Non so che cosa stesse facendo di preciso in quegli istanti, penso fosse impegnato a verificare cosa stesse succedendo".
IL RESPONSABILE DELLA GUARDIA IN MACCHINA: "IL PRIMO SEGNALE DI EMERGENZA DOPO 30 MINUTI" - Alberto Fiorito conferma come fosse chiaro che la situazione era tragica, sin dal primo momento: "Verso le 21.30 ho avvertito una sbandata a dritta, poi tutta a sinistra, poi ancora tutta a dritta. Tutto mi volava dalla consolle. In un istante ho sentito la botta sotto la centrale. Tutto tremava. Ho capito che avevamo preso qualcosa. Mi sono alzato, ho chiamato giù in macchina per evacuare. Tutti gli allarmi suonavano. Mi sono allontanato dalla centrale per aprire l'aspirazione grandi masse. Scendendo alla rampa del ponte B nel locale generatori di prora ho aperto la porta e ho visto lo squarcio nella fiancata della nave e l'acqua che entrava... Nel giro di due minuti era già tutto allagato. Ho aperto la porta del locale del quadro elettrico principale ma c'erano già quasi due metri d'acqua. Pilon mi ha chiesto di aspirare ma era sommerso e le pompe non giravano. Il blackout è stato quasi immediato... Abbiamo contato cinque locali allagati e sappiamo che la nave può reggere fino a tre locali allagati... Il primo segnale di emergenza è arrivato dopo circa mezz'ora. Con un collega abbiamo cercato di aiutare ad ammainare le lance. Abbiamo consigliato ai passeggeri di andare sul lato a dritta perché da quel lato le lance erano state calate. Al ponte 3 si era già a pelo d'acqua. Ho visto arrivare il nostromo e mi si è aperto il cuore perché ho capito che ero in salvo. Sono stato portato a terra e mi sono messo alla guida di una lancia per cercare di recuperare i passeggeri ma per problemi tecnici siamo dovuti tornare a terra. Non so che cosa abbia fatto il comandante, le voci che ho sentito è che si sia buttato in acqua presumo prima che tutti i passeggeri venissero evacuati".
"SCHETTINO DISTURBATO DAGLI OSPITI" - Silvia Coronika è il terzo ufficiale e racconta una nuova verità: "Voglio dire che il numero di persone presenti sul ponte di comando salite con lo Schettino, non preposte a servizi relativi alla condotta della navigazione, tra cui l'Hotel directory. Chi chiedeva che isola era, il maître che chiacchierava, insomma disturbavano le manovre con un conseguente calo di attenzione". A sentire sue le dichiarazioni molti membri dell'equipaggio seguirono l'esempio del comandante e abbandonarono la nave prima che tutti i passeggeri fossero in salvo. "Quando sono scesa dal ponte di comando non ho visto nessuna persona in mare, le ho viste solo quando sono passata sul lato dritto, ma non subito perché c'erano le lance già calate e le zattere in corso di gonfiaggio su cui poi salivano le persone. Subito dopo, poiché la nave si muoveva rapidamente sbandando sul lato destro, la gente ha cominciato a buttarsi in mare. Ad un certo punto anche io con 20.30 persone ci siamo buttati in mare. A nuoto ho raggiunto lo scoglio lì vicino e lì tra le altre persone c'erano Ciro Ambrosio e Dimitrios Christidis (gli stretti collaboratori di Schettino, ndr) e altri ufficiali che erano asciutti e mi riferivano di aver guadagnato terra con una scialuppa".
SCHETTINO AMMETTE: "SONO ANDATO NELLA MIA CABINA" - Dichiara a verbale: "Sono andato nella mia cabina, volevo prendere qualche registro. Nel momento in cui sono andato in cabina, al buio, si sono aperti i tiretti, gli sportelli dei miei documenti, che sono tutti custoditi nelle carpette e sono praticamente scivolato, meno male che non mi sono rotto la testa contro la scrivania... Praticamente la nave stava così, i libri e i quaderni sono volati per terra, il pavimento è diventato scivoloso tanto è vero che sono dovuto andare carponi verso la porta". Ancora mistero sul che cosa è riuscito a portare via.