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L'espansione delle compagnie crocieristiche è davvero necessaria ? Pro e contro

pmanlio

Active member
Uno per volta..

Italian, io infatti parlo di sviluppo della Vic, non della Vic in sè: come struttura interna, accessibilità della nave, apertura ecc. la Vic non da una pista ad una nave tipo Serena, la lascia proprio anni luce dietro. Quindi in realtà il tuo ragionamento lo approvo, dico solo che l'evoluzione di Vic poteva essere migliore di certe proposte Carnival, non che Vic sia una nave attuale..

Laura, il mio esempio ha un valore 'didattico', ma se apri le danze con un grosso investimento (ad es. cinque navi) ed aspetti sei anni va da sè che la sesta nave è 'gratuita'..

Più navi avrai in seguito e più potrai gestire il futuro incremento rimanendo in attivo, ma sempre tenendo a parte la pretesa di varare due/tre navi un due anni..

Se lo fai ci perdi in qualità, non si scappa, se non lo fai mantieni la qualità ma non hai invece tanti motivi per alzare i prezzi, proprio questa è la logica suggerita da ciò che ha mostrato Italian..

In realtà se cali il mio esempio al caso di Costa o MSC, quindi di compagnie che l'anno 'zero' con 'zero' navi l'hanno saturato da una vita, cosa voglio dire?

Che se queste compagnie avessero ragionato con il critierio di non esporsi troppo non è assolutamente vero che la crociera saliva di prezzo e non è vero che tu avevi all'Help Desk gente che non parlava Italiano..

Avrebbero perso le offerte in termini di itinerario? Qui dobbiamo metterci d'accordo su cosa vuole il crocierista e su cosa vuole la compagnia: se sei Mass Mark non puoi mettere l'itinerario prima della Samsara, puoi metterlo solo dopo..

Se entri a Venezia in un giorno magico su una nave Costa, giratela come vuoi, la gente dorme perchè è mattina presto..

Non è che ci sia entrato in una sola occasione, si dorme, d'altra parte anche si dorme sul tago (Lisbona) Gibilterra ecc. :( :( :(

L'itinerario è importante, ma non è il punto principale, per contro ti chiedo, ma dove vai con una nave da 150000 tonnellate?

Se hai quindici, trenta, novanta navi da 150000 tonnellate quali itinerari innovativi ci fai?

La realtà è che il passaggio in corsa da x navi a 2*x navi è una operazione rischiosa, che risponde alla logica del guadagno immediato, ma non è una operazione obbligata, non vedo perchè con quindici navi dovrei perdere tutti questi clienti che invece non perdo con venti, mentre vedo benissimo che quando c'è il botto (nel nostro caso purtroppo proprio un botto) scatta il terrore perchè la compagnia può fallire.

Maurizio, Felix è partito dall'ipotesi che la ipotetica compagnia che va in remissione ci possa guadagnare sopra, ma non ha detto che le compagnie sono in remissione.. ;)

Ha solo descritto un meccanismo economico che porta una compagnia in remissione a dover ordinare navi per guadagnare, tutto lì..

Un salutone
Manlio
 

pmanlio

Active member
In sintesi... ci sono compagnie che hanno la necessità di continuare a costruire... sino ad un certo punto... altre che invece non hanno questa necessità. Esiste anche un terzo caso: compagnie che dovrebbero continuare a costruire per rimanere competitive. E penso soprattutto ad Azamara Cruises... sarebbe ora che si decidesse a seguire l'esempio di Oceania Cruises... e che costruisse nuove navi... con le 2 ex Renaissance non farà tanta strada... non per molto tempo ancora.

Questa è una riflessione importante, ad es. la 'Manlio Cruise Line' del nostro esempio ad un certo punto dovrà dismettere le proprie navi ed acquistarne di nuove, ma va da sè che questo poi è un problema di strategia, solo che va definito (alla fine il nocciolo è quello) il tempo dei vari passaggi..

Un saluto
Manlio
 
I

Italian Cruiser

Guest
Manlio... la conoscenza dell'Italiano e di altre lingue straniere è un problema legato alla formazione del personale. Tra l'altro Costa ha le sue Scuole... eventuli mancanze sono quindi legate alla sua responsabilità. Ma non è un problema legato legato all'espansione delle flotte... diverse compagnie straniere... si sono internazionalizzate con molto successo negli ultimi anni... prima tra tutte RCCL. E' un problema che dipende dalla qualità della formazione del personale.

Riguardo a Victoria era una nave che sarebbe stata perfetta se avesse avuto i balconi privati sin dal suo debutto... e la struttura si prestava... e cabine delle dimensioni di quelle di Classica e di Romantica. In quel caso Carnival avrebbe sicuramente fatto completare la sua gemella. Invece i Costa decisero di far costruire una nave "alveare"... parole della concorrenza. Costa avrebbe dovuto coniugare le straordinarie potenzialità dell'Italian Style con strutture molto più innovative... sarebbe bastato guardare a quanto faceva da anni Princess Cruises. Carnival... nell'espandere Costa... ha proseguito su altre strade.

In sintesi... ci sono compagnie che hanno bisogno di continuare a far costruire nuove navi: Carnival, NCL, RCCL, Princess, MSC e la stessa Costa... altre che non ne hanno bisogno... si vedano Celebrity, HAL ed Oceania... visto che le loro flotte esprimono già il potenziale massimo della compagnia.

Se Costa dovesse smettere di costruire in questo momento... si troverebbe scoperta dal lato MSC e RCCL... per continuare ad essere competitiva la nuova meganave le serve. Smetterà di costruire quando avrà espresso tutte le sue potenzialità.

E' un ciclo che si ripete da anni... si costruisce... si rinnova la flotta... ci si espande. Poi si smette... e si inizia da capo quando il mercato richiede che il ciclo si ripeta.
 

La76

New member
Più navi avrai in seguito e più potrai gestire il futuro incremento rimanendo in attivo, ma sempre tenendo a parte la pretesa di varare due/tre navi un due anni..

Resto dell'idea che in un mercato con così tanta concorrenza inserirsi e "gareggiare" non sia da fare in un ottica di pianificazione lenta...ti soffocano prima ancora di arrivare a vedere i primi utili.
La crescita è inevitabile che sia rapida...poi puoi oculatamente pianificare le dismissioni, i restyling e le nuove navi (come stava facendo Costa pre-Concordia) ma questo è un altro discorso.
E' ovvio che la crescita non può essere infinita...ma all'inizio, finchè non arrivi almeno a 10 navi ci vuole del "rischio"


Se lo fai ci perdi in qualità, non si scappa, se non lo fai mantieni la qualità ma non hai invece tanti motivi per alzare i prezzi, proprio questa è la logica suggerita da ciò che ha mostrato Italian..

Che se queste compagnie avessero ragionato con il critierio di non esporsi troppo non è assolutamente vero che la crociera saliva di prezzo e non è vero che tu avevi all'Help Desk gente che non parlava Italiano..

Io non ho mai pensato che sia una conseguenza...ma una scelta di marketing, ed è ben diverso...
Se una compagnia spende 10 per formare al 100% il suo personale MA decide di entrare in un ottica di risparmio e sceglie di spendere 5 per formarlo al 50% (e poi il restante 50% lo impareranno lavorando) sono scelte...discutibili quanto vuoi...ma sono anche sicura che se volessero continuare a formare le persone al 100% raddoppierebbero semplicemente le strutture...è che probabilmente non gli interessa farlo.

La realtà è che il passaggio in corsa da x navi a 2*x navi è una operazione rischiosa, che risponde alla logica del guadagno immediato, ma non è una operazione obbligata, non vedo perchè con quindici navi dovrei perdere tutti questi clienti che invece non perdo con venti, mentre vedo benissimo che quando c'è il botto (nel nostro caso purtroppo proprio un botto) scatta il terrore perchè la compagnia può fallire.

Manlio però deciditi!:p
Prima parli di compagnie con poche navi...adesso parli di 15 navi...non è lo stesso discorso!
La clientela per me la perdi se hai 5/6/7 navi...come passi le 10 è ovvio che riesci a coprire buona parte degli itinerari possibili...cosa che per altro stanno facendo realmente MSC (11 navi) e Costa (13 navi)...il discorso "perdi clienti" era partito da ben altro...

In sintesi... ci sono compagnie che hanno bisogno di continuare a far costruire nuove navi: Carnival, NCL, RCCL, Princess, MSC e la stessa Costa... altre che non ne hanno bisogno... si vedano Celebrity, HAL ed Oceania... visto che le loro flotte esprimono già il potenziale massimo della compagnia.

Se Costa dovesse smettere di costruire in questo momento... si troverebbe scoperta dal lato MSC e RCCL... per continuare ad essere competitiva la nuova meganave le serve. Smetterà di costruire quando avrà espresso tutte le sue potenzialità.

E' un ciclo che si ripete da anni... si costruisce... si rinnova la flotta... ci si espande. Poi si smette... e si inizia da capo quando il mercato richiede che il ciclo si ripeta.

Sono d'accordissimo!;)
 
Ultima modifica:
F

Felix73

Guest
Felix, ho letto il tuo esempio, ma come dici tu quanto può durare il giochino? La Banca, o l'Istituto di Credito, è sempre disponibile a finanziare una nuova costruzione, senza accertare la posizione finanziaria e l'andamento economico del Manlio di turno? Se fosse così, potremmo teorizzare un prossimo "tonfo" di qualche Compagnia, anche importante, sul Mercato?

Credo che la Banca abbia sempre la garanzia e la proprietà della nave, ma è un bene diverso p.e. da una casa che può esser piazzata agevolmente sul mercato realizzando la copertura della sua esposizione finanziaria. Credo che una nave non abbia lo stesso mercato e realizzarne la vendita può non essere una cosa semplice e soprattutto al suo reale prezzo di mercato.

Troppo semplicistico il mio discorso Felix? .

Felix io non sono un analista economico e quindi lungi da me il voler fare delle considerazioni, ma dunque secondo il tuo ragionamento le compagnie di crociera sarebbero dei castelli di carta destinati a crollare nel momento in cui non costruiranno più navi? Gli utili netti consolidati del bilancio di fine anno ( oltre 500.000.000 di Euro per il gruppo Costa nel 2010 ), che dovrebbero rappresentare, se ben certificati, la solidità di un'azienda, da dove li fanno saltar fuori?
Quanto potrebbe valere un ragionamento di questo tipo: 500 milioni di Euro di utile netto, diviso 2.150.000 di passeggeri trasportati = circa 250 Euro di rendita netta media da ciascun passeggero?
Ciao

Oggi ho seguito poco la discussione, ma vedo che si sono sviluppate tantissime tematiche interessanti.
Mi fa estremamente piacere.

Chiarisco i concetti da me espressi rispondendo a Rodolfo ed Essepi.
Faccio una sintesi “delle puntate precedenti”.
Il nocciolo della questione, sulla base dei post di Manlio principalmente, era capire o meno quanto potesse essere “proficuo” investire in tempi rapidi su “meganavi” etc.
Manlio in sostanza sostiene, con fondate ragioni, che si può perseguire una politica di crescita più lenta senza sacrificare l’utile, ed esponendosi meno al fattore “rischio”. Inoltre, contemporaneamente, offrire un servizio migliore.
A questo punto, mi sono inserito io, con la “storiella” della Manlio Star Line Cruise, per introdurre un ulteriore elemento di analisi: quello finanziario.
L’utile è una grandezza “economica”, io ho voluto dimostrare, in forma semplificata, come si può guadagnare (in maniera lecita) per un certo periodo pur accumulando perdite.
Il mio obbiettivo, era arrivare ad un “paradosso”.
Con questo, non volevo assolutamente affermare che Costa piuttosto che MSC abbiano “clonato” in toto il meccanismo descritto nella mia “storiellina”, ma piuttosto averlo replicato in parte. Ergo: se si riesce a “guadagnare” quando si è in perdita, figuriamoci che succede, da un punto di vista finanziario, quando si è in utile!
Infatti scrivevo a Laura:

Esattamente, Ai benefici finanziari, si uniscono quelli economici.
Sull'instabilità degli utili, ci torno dopo.

Ciao

Questo per poter affermare: non possiamo analizzare i soli aspetti economici, ma dobbiamo considerare, ora più che mai, gli aspetti finanziari, la finanza aziendale.
Attenzione: un’azienda non fallisce perché è in perdita, un’azienda fallisce perché “non paga”. Sono due concetti totalmente differenti, che si avvicinano però nel lungo periodo.
Quindi, non affermo assolutamente che Costa abbia i piedi d’argilla o un “utile fittizio”, dico che, nella strategia delle meganavi, oltre all’utile, hai un beneficio meno visibile, ma ben più importante, che è quello “finanziario”. L ”aspetto finanziario” è quello che manda avanti un’azienda.
Essepi. Costa è una signora impresa che negli ultimi anni ha avuto utili invidiabili. Anzi, può sembrare paradossale, ma è proprio quest’utile che l’ha “frenata” nella corsa al gigantismo (rispetto alle ultime MSC), perché non ha avuto bisogno di “coprire” con benefici prettamente finanziari (quali il cash iniziale generato dall’ingresso di una meganave nella flotta) un cash già cospicuo di suo.
Ripeto, il mio era solo un esempio che sottolineava questa importanza.

E qui, rispondo anche a Rodolfo.
Quanto può durare il giochino?
Dipende Rodolfo. Se qualcuno nella realtà fa questo giochino replicando pari pari la mia “storiella”, al primo dry dock di tre mesi della nuova nave vai già in sofferenza.
Se poi la nave la devi tenere ferma sei mesi, muori quasi subito. E ad ogni evenienza sei doppiamente esposto.
Ma questi sono limiti estremi.
Affinchè parte del giochino riesca per un lungo periodo, devono sussistere in sintesi le seguenti condizioni:

- Mercato sempre in crescita e ricettivo nei confronti delle meganavi.
- Ricorso frequente a prestiti (meglio se parecchio “diluiti” nel tempo in termini di restituzione, e con tassi agevolati)

Cosa è importante per ottenere un prestito? Non l’utile, o almeno, non è il primo aspetto. Ma un “cash” cospicuo che copra la restituzione del prestito nel tempo.
Vi faccio un semplice esempio di differenza tra “utile economico”, quello che compare nel bilancio per intenderci, e “flusso di cassa positivo” dell’azienda.
Partiamo da un conto economico semplificato:

Ricavi 100
Costi -50
Ammortamenti -90
Utile/perdita 100-50-90= -40

Qui siamo in presenza di un’azienda che perde 40, ma genera un “cash” di +50 (gli ammortamenti non sono flussi di cassa in uscita, non generano cash out)
Alla banca interessa molto di più il +50 rispetto al -40 della perdita. Prestito concesso. Fine.

E’ evidente che se la posizione finanziaria netta della compagnia che chiede il prestito dovesse peggiorare nel tempo a seguito di una maggiore esposizione debitoria (troppe meganavi costruite in troppo poco tempo e senza utile economico), allora anche la banca chiude i rubinetti.
E fine del giochino.

In una visione più ampia, la “solvibilità” ed il rating di una compagnia dipende anche da tanti altri fattori, oltre a quelli patrimoniali.

- Costa può contare su una “mamma” che può coprirla in caso di “incaglio finanziario”
- MSC crociere fa da salvadanaio alla divisione container (in termini finanziari), ma la divisione Container (seconda società al mondo nel settore) risponde in solido delle obbligazioni poste in essere dalla divisione crociere. Vi sono evidenti sinergie.
- Louis quest’anno ha una perdita in bilancio pari a ¼ di quello che fattura. Ma senza il cash della divisione alberghiera, che fine avrebbe fatto la divisione crociere?

Questi sono solo alcuni esempi che introducono altre prospettive e complessità.
Il mio augurio è di aver espresso in maniera comprensibile almeno parte dei concetti che intendevo illustrare.

Un saluto


P.s.: avete scritto tantissimo, non sono riuscito a leggere tutto...mi riservo di farlo, se riesco, domani.
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Laura, per fissare i concetti si fanno delle semplificazioni e si prendono gli estremi, per questo considero o poche o tante navi.. ;)

Se ti devo dare un numero partirei con tre navi, e quindi con un bel debito, ma da lì farei il buon padre di familia..

Sinceramente tutto questo problema del correre non lo vedo proprio..

Se sono in grado di utilizzare le navi proponendo itinerari diversi in vari periodi e offro un buon servizio perché non dovrei avere clienti affezionati
e crescere in pace? Che mi frega di essere il 'primo'?

A voi la risposta, ma motivata, il 'perché è così' oppure 'perdi il primo posto' non mi sembrano risposte motivate e convincenti..

Un saluto!
Manlio
 
I

Italian Cruiser

Guest
Nessuna delle compagnie crocieristiche persegue la logica del 1 della classe. Semplicemente puntano ad esprimere al massimo le loro potenzialità. Di conseguenza hanno un numero di navi tali da coprire tutte le rotte remunerative. E la crescita di ognuna è legata a questo. Non è che RCCL costruisce navi in risposta a quanto fa Carnival... lo fa... perché qieste navi le servono... ed allo stesso tempo per continuare a restare competitiva. Stesso discorso per Costa e per MSC.

Naturalmente... sui mercati più importanti... si prendano quelli statunitense, europeo e sudamericano... c'è la tendenza a primeggiare... ma sempre nel senso di esprimere al massimo le proprie potenzialità.

Con 3 navi... oggi come oggi non vai da nessuna parte... l'ha capito persino Seabourn. E' una logica che andava bene negli anni '70... ed infatti Princess Cruises, sotto la proprietà P&O Cruises, iniziò con 3 navi... ma erano altri tempi... e la compagnia operava solo sulla West Coast... non a livello globale.

Manlio... hai una visione del mondo delle crociere... che è fuori dal nostro tempo. Non tiene conto degli sviluppi attuali. Nessuna grande compagnia butta i soldi in nuove navi... fanno investimenti per garantirsi il futuro.
 

La76

New member
E’ evidente che se la posizione finanziaria netta della compagnia che chiede il prestito dovesse peggiorare nel tempo a seguito di una maggiore esposizione debitoria (troppe meganavi costruite in troppo poco tempo e senza utile economico), allora anche la banca chiude i rubinetti.
E fine del giochino.

...

Questi sono solo alcuni esempi che introducono altre prospettive e complessità.
Il mio augurio è di aver espresso in maniera comprensibile almeno parte dei concetti che intendevo illustrare.

E qui la questione comincia a farsi "difficilina"...anche se tu come al solito sei riuscito a spiegare con parole comprensibilissime ;)
Da un punto di vista strettamente economico, quello che io capisco è che l'importante per una compagnia è generare liquidità...e che in un certo senso, per produrla, è "costretta" a continuare ad investire capitali.

Quello che emerge è che la questione finanziaria che sta dietro a tutto è molto più complessa di quando potrebbe sembrare.
A prima vista si potrebbe quasi dire che l'importante è solo che la compagnia venda le crociere ma in realtà mi sembra di capire che proprio così banale e semplice non è.

Considerato che normalmente nelle previsioni di bilancio viene quasi sempre indicata una previsione di crescita anche minima mi viene da pensare che l'espansione continua è quasi la via obbligata...chiaramente i tempi cambiano a seconda di quante unità hai nella flotta.

Infine, ma non meno importante, hai anche il problema del rinnovo delle navi...oggi come oggi "invecchiano" molto velocemente, considerate le richieste di novità del mercato.

...sempre nel caso di compagnie mass market, sia chiaro.

Laura, per fissare i concetti si fanno delle semplificazioni e si prendono gli estremi, per questo considero o poche o tante navi.. ;)

sì Manlio...ma non entrambe le ipotesi nello stesso discorso...:p
Perchè qui il discorso cambia...e di molto!

Se sono in grado di utilizzare le navi proponendo itinerari diversi in vari periodi e offro un buon servizio perché non dovrei avere clienti affezionati
e crescere in pace? Che mi frega di essere il 'primo'?

Il problema non è essere il primo...il problema qui è rimanere a galla!
Ripeto i tuoi discorsi, per me, poco si adattano alle logiche delle compagnie mass market dove l'importante è far salire più persone possibili sulle navi per più crociere all'anno...e comunque essere il primo a te non importerebbe, ma alle compagnie importa eccome!
Se tu sei il primo e una persona che non è mai salita su una nave decide di fare una crociera 99 su 100 sceglie la compagnia più nota, ad esempio.
Primeggiare nel mercato è comunque un vantaggio sotto tanti punti di vista...non è che non sia poi così importante...

Le tue sono idee che si adattano a perfezione per le compagnie di nicchia, non per colossi del mercato...

io non dico che siano sbagliate, però se tu vuoi la qualità questa si adatta poco con la quantità, da sempre e in diversi settori...

Tu comunque guarda quante navi hanno le compagnie crocieristiche che attualmente sono più in sofferenza...
 
F

Felix73

Guest
Allora, ho letto con piacere il chiarissimo esempio di Felix, ed anche le vostre considerazioni..

Il punto 'nascosto' della mia storiella è il fatto che io parto da sette meganavi e sono senza debiti, non dico in attivo ma senza debiti.. ed in un anno le mie navi fatturano +100
Il punto focale di Felix è invece il fatto che io sono in passivo, quindi le mie navi fatturano -100, ci rimetto..

Tutto questo potremmo farlo iniziare dalla prima nave della flotta.. per costruire la quale devo quantomeno indebitarmi.. a meno che non sia superpaperone..

La prima nave mi costa 500, anzi facciamo 600 perchè io vi voglio offrire dei camerieri preparati tiè!! Tanto copre la banca..

Se la nave fattura +100 in un anno posso fare un giochino, accetto ad es. un indebitamento massimo di +600

Aspetto tre anni, mi faccio la mia preparazione, la mia spendida meganave la evitate proprio? Costa poco ed ha gente seria a bordo, alla Samsara ci vai alla grande ed il massaggiatore non ti rompe le ossa.. allora Cunard che dovrebbe fare?
Perfetto, ora il debito è 300, si inizia una nuova nave, prestiti=600 (600+300=900) 100 me li metto da parte, perchè a vedere la presidente della Laura Cruise Line in Ferrari ci rosico..
Dopo due anni, veri, arriva la nuova nave (e tra l'altro con il meccanismo di Felix anche le prenotazioni me le sono vendute).
Nel frattempo con la vecchia nave ho guadagnato 200, quindi il debito è sceso a 700
In tre anni le mie splendide navi hanno prodotto 600, debito=100
Chiedo 500, debito=600
Dopo due anni ho prodotto 400, debito=200
Ora ho tre splendide navi, che vogliamo fare? Continuo con un giochino di crescita 'a debito controllato' oppure aspetto un po'?
Se aspetto due anni me ne vado in positivo, a quel punto posso aprire una via nuova, ovvero una scia che mi consente, gestendo i tempi, di crescere in attivo ed in qualità..

Se invece la prima meganave nave rende meno del previsto?

Allora faccio il gioco che ha così ben spiegato Felix, alla fine io fuggirò in un paese da qualche parte del mondo che fornisce ospitalità ad i megamiliardari, le banche si ritroveranno dei megabestioni che non sanno neanche a cosa servono, e la nazione di appartenenza delle banche taglierà le pensioni a tutti perchè occorre salvarle..

In tutto questo le considerazioni sulle crociere di una volta e sulla Silversea non ci entrano proprio, io parlo di meganavi e di un servizio accettabile, non di costruire la prima classe del Titanic..

Qui il punto è semplice: privilegi la massimizzazione di un guadagno immediato o privilegi una solidità di base della tua compagnia?

Sul perchè la mia compagnia non dovrebbe trovare clienti se ha poche navi mentre le altre, dove non riesci a trovare uno che conosce le lingue all'Help Desk, si qualche dubbio me lo potrò permettere? Al momento voi me lo dite, mostratemelo, motivatemelo, ma non paragonando la Luis alla Costa, sono cose diverse e non paragonabili, io non ho iniziato con navi ‘Luis’.

Gli esempi citati da Italian sono proprio espansioni controllate, non è che quelle compagnia non si siano indebitate, ma una volta centrata la flotta sono passate a privilegiare i redditi..

Quindi tanto strano il mio ragionamento non mi sembra.. ;)

Un salutone!
Manlio

Svincoliamoci per un momento dalle "logiche di mercato", dalle strategie dei competitors etc. etc.
Se parliamo di "pura" strategia aziendale , l'alternativa "della crescita controllata" descritta in questo post da Manlio ha assolutamente senso.
E' una crescita oculata, che ha il suo punto di forza nella non eccessiva esposizione finanziaria nel tempo, nel consolidamento e nella solidità patrimoniale e nella qualità del servizio proposto.
E' una valida strategia alternativa, prudente, che evita una spregiudicata gestione del rischio.
Niente da dire, è una scelta che ha senso.

Secondo me Manlio, è però nel calarla nel contesto reale di una compagnia "mass" che in prospettiva questa strategia potrebbe non pagare appieno.
La tua strategia ha un vantaggio, anche calata nella realtà attuale: non ti fà fallire. E già non è poco. E' già un merito.
Ma questo non basta, perchè è vero che non ti fa fallire, ma è anche vero che ti fa crescere poco.
Tu mi puoi rispondere: e che mi frega di crescere tanto?
Ti rispondo: perchè è nella crescita che ti giochi il futuro.

Faccio un esempio: se il mercato delle crociere cresce ad un tasso medio, che ne so, del 15% l'anno, e la tua compagnia cresce ad un tasso medio del 2%, tu stai lasciando un 13% l'anno agli altri. Che costruiranno molte più meganavi di te per poter accogliere i nuovi clienti. Tu continuerai a guadagnare, loro ottimizzeranno i loro costi ancora di più sfruttando il concetto delle "economie di scala", ed avranno più flessibilità nelle politiche di prezzo.
Che succede quando il mercato smette di crescere?
Che tu sei molto più piccolo di loro, hai accumulato un gap, se loro sono stati accorti ed hanno annusato la stagnazione del mercato hanno smesso di costruire navi da un pò ma possiedono già una flotta mediamente più giovane della tua, ed allora cominceranno a farti la guerra per accaparrarsi i tuoi clienti.
Hanno più flessibilità di te nella politica dei prezzi, e li abbasseranno, se lo possono permettere, stiamo parlando di un mercato "mass", il prezzo conta, eccome. Soprattutto a fronte di navi più moderne delle tue.
Tu sul prezzo non puoi competere con loro (hai "economie di scala" inferiori), hai un cash inferiore per adeguarti in tempi brevi, o ti riposizioni nel mercato (passi al premium riallestendo le tue navi e con tutti i rischi insiti in un riposizionamento), o, nel tempo, gli altri ti comprano (generalmente, in un mercato in fase di stagnazione, si è sempre manifestata successivamente una fase di "concentrazione" e di acquisizioni).

Un saluto
 
F

Felix73

Guest
Mi sembra che alla fine siamo riusciti a trovare un punto d'incontro comune. L'espansione delle grandi compagnie è sempre stata controllata, basandosi sulla crescita dei mercati.

Ci sono però taluni punti deboli nei ragionamenti di alcuni di voi.

Laura... non è esatto affermare che per le compagnie la qualità sia passata in secondo piano. Ciascuna compagnia struttura il suo prodotto in base alla fascia di mercato nella quale intende collocarsi. E la qualità del suo prodotto riflette tutto questo. La Costa che tu rimpiangi aveva altre ambizioni rispetto a quella di oggi. Negli anni '90 era una compagnia di medie dimensioni che aveva cercato di essere "premium".... sia attraverso la sua controllata Prestige Cruises 8riuscendoci pienamente), sia sviluppando con Classica il concetto "EuroLuxe Cruises" (e qui fallì). Ma con Carnival Costa è stata progressivamente trasformata in una grande compagnia mass market di buon livello. Ecco perché la Costa di oggi è tanto diversa da quella di ieri... ha subito una metamorfosi dettata da precise esigenze commerciale. La logica di tutte le compagnie comunque è basata sul profitto... se non si producono utili si esce di scena... non ci sono alternative. L'aumento esponenziale di extras su certe compagnie rientra sempre nel tipo di prodotto offerto dalla compagnia.

Manlio... il tuo ragionamento su Costa Victoria è estremamente debole. La logica delle cabine piccole, in quanto si tratta di una nave proiettata come struttura verso l'esterno era tipica di Royal Caribbean... ma è stata abbandonata da tempo. I passeggeri si accorgono e come se le cabine sono troppo piccole, specie se si tratta di famiglie. Ecco perché le compagnie vda anni puntano su cabine sempre più confortevoli. Victoria era un anacronismo... una nave con 0 balconi nel 1996... non succedeva, a livello di grandi navi, dal 1988 con la Sovereign OTS, quasi 10 anni prima quindi. Lo standard dell'epoca era invece un minimo di 2 ponti di cabine con balcone... più di 3 per Princess. Come se non bastasse le cabine di Victoria, quanto a dimensioni, rappresentano un grosso passo indietro rispetto a Classica e Romantica. E' un classico esempio di strategia sbagliata... i Costa puntarono solo sugli interni di stile... trascurando le innovazioni della struttura. Ecco perché Carnival si è ben guardata dal far copletare la sua gemella. NCL, tra l'altro, nel farla completare come Norwegian Sky, non si dimenticò dei balconi (2 ponti, più suites a prua ed a poppa)... e le cabine di questo tipo sono ben più grandi di quelle di Victoria, alle quali i balconi sono stati aggiunti solo molti anni dopo. E la Norwegian Sun è un'ulteriore evoluzione anche migliore.

Il ragionamento sulla struttura di Costa Victoria... permette di introdurre il discorso sull'espansione delle grandi compagnie con navi non del tutto adeguate come struttura.

Ecco i casi principali:

Navi di classe Sun di Princess Cruises: cabine troppo piccole.
Navi di classe Star e Jewel di NCL: cabine piccole... % di balconi bassa in rapporto alla grandezza delle navi.
Tutte le evoluzioni della Carnival Destiny sino a Costa Fascinosa: % di balconi bassa in rapporto alla grandezza delle navi... sono meganavi !!! Con Carnival Dream si è operata una significativa correzione di rotta.
Evoluzione delle navi di classe Statendam: la loro costruzione si è trascinata troppo a lungo. Le ultime della serie hanno una % di balconi troppo bassa rispetto alla loro grandezza. Stesso discorso per le ultime navi di classe Visio di Royal Caribbean.

In sintesi... la debolezza delle grandi compagnie non è di certo nel numero di grandi navi che hanno ordinato... ma in certi aspetti della struttura di talune di queste.

Esistono navi che strutturalmente saranno competitive per molti anni ?

Si...

Classe Voyager, classe Freedom, classe Oasis, classe Spirit, classe Vista, classe Signature e sue evoluzioni, classe Solstice, Norwegian Epic, classe Breakway, nuova Royal Princess.

Un'analisi storica molto chiara che spiega le origini di alcune dinamiche attuali. E con una visione prospettica interessante.
Tanti di questi aspetti da te descritti molto bene erano a me ignoti.
Grazie.

ciao
 

pmanlio

Active member
Faccio un esempio: se il mercato delle crociere cresce ad un tasso medio, che ne so, del 15% l'anno, e la tua compagnia cresce ad un tasso medio del 2%, tu stai lasciando un 13% l'anno agli altri. Che costruiranno molte più meganavi di te per poter accogliere i nuovi clienti. Tu continuerai a guadagnare, loro ottimizzeranno i loro costi ancora di più sfruttando il concetto delle "economie di scala", ed avranno più flessibilità nelle politiche di prezzo.
Che succede quando il mercato smette di crescere?
Che tu sei molto più piccolo di loro, hai accumulato un gap, se loro sono stati accorti ed hanno annusato la stagnazione del mercato hanno smesso di costruire navi da un pò ma possiedono già una flotta mediamente più giovane della tua, ed allora cominceranno a farti la guerra per accaparrarsi i tuoi clienti.
Hanno più flessibilità di te nella politica dei prezzi, e li abbasseranno, se lo possono permettere, stiamo parlando di un mercato "mass", il prezzo conta, eccome. Soprattutto a fronte di navi più moderne delle tue.
Tu sul prezzo non puoi competere con loro (hai "economie di scala" inferiori), hai un cash inferiore per adeguarti in tempi brevi, o ti riposizioni nel mercato (passi al premium riallestendo le tue navi e con tutti i rischi insiti in un riposizionamento), o, nel tempo, gli altri ti comprano (generalmente, in un mercato in fase di stagnazione, si è sempre manifestata successivamente una fase di "concentrazione" e di acquisizioni).

Felix, in un certo senso hai descritto la Costa pre Carnival (vedi intervento più che chiaro di Italian), la quale però è andata giù anche per altri fattori..
C'è un punto del tuo discorso che è nodale:

Che tu sei molto più piccolo di loro, hai accumulato un gap, se loro sono stati accorti ed hanno annusato la stagnazione del mercato hanno smesso di costruire navi da un pò

Se sono state accorte hanno smesso di costruire da un po', sono rientrate dai debiti ed allora hanno il vantaggio della flessibilità dei prezzi..
Se non lo sono state loro sono esposte ed io no..

Ora il punto fondamentale è questo:

- le navi si pensano e si ordinano con anni di anticipo, la situazione ovviamente varia di anno in anno..
- il numero di passeggeri, per vari motivi, è sicuramente in crescita, ed è una tendenza che potrebbe durare almeno dieci, ma anche trenta anni
- ci sono però dei momenti contingenti di pausa, se non regressione, rispetto alla 'espansione programmata' del mercato

Sul fatto che per fare l'investimento non vada previsto l'incidente gravissimo rimango perplesso: io lo avrei previsto eccome, tanto più che ogni volta che vedo una foto della Oasis of the Seas mi viene il dubbio che se per sbaglio mando un segnale di incendio a bordo scoppia un caos che crea anche il morto, pensa se l'incendio ci fosse davvero..

Un affondamento, un attentato, uno scontro tra navi, sono eventi difficili da prevedere, ma con l'attuale numero di natanti alla fin fine non si possono escludere anzi..

Le questioni legate al carburante, alla crisi, ad altri fattori come guerre ecc. sono alcune parzialmente prevedibili (aumento carburante ad es.) altre un po' meno (come l'esplosione della crisi Greca, anche se a ben vedere che esplodesse una grossa crisi era abbastanza evidente da anni) altre effettivamente sono soprese (gli eventi del Medio Oriente)

Tutti questi fattori non freneranno l'espansione finale del mercato, ma la rallenteranno anche per due/tre anni..

Mi chiedo, ora di fronte all'evento Schettino, all'aumento del costo della vita, alla crisi, e quindi comunque ad una contrazione temporanea del mercato, come saranno messe Costa ed MSC? E le altre?

Questa era la loro fase di espansione, hanno varato navi su navi, hanno ridotto, per motivi di forza maggiore o per loro scelta, la qualità dei servizi a bordo, hanno ridotto i prezzi, ma hanno delle bellissime e costosissime navi messe in linea da poco..

Quindi hanno il vantaggio del fattore di scala così ben descritto da te e Laura, e quello delle prenotazioni che entrano come soldi 'anticipati' ma hanno probabilmente i debiti..

Alla fine il nocciolo della questione è tutto lì, se costruivano meno velocemente (nota, non di meno, ma meno velocemente) perdevano flessibilità rispetto all'altro, ma costruendo velocemente devono rientrare di più costi..

Quale sarà la loro situazione attuale?

un saluto
Manlio
 

La76

New member
Mi scuso ma questo post me l'ero proprio perso...

Laura... non è esatto affermare che per le compagnie la qualità sia passata in secondo piano. Ciascuna compagnia struttura il suo prodotto in base alla fascia di mercato nella quale intende collocarsi. E la qualità del suo prodotto riflette tutto questo. La Costa che tu rimpiangi aveva altre ambizioni rispetto a quella di oggi. Negli anni '90 era una compagnia di medie dimensioni che aveva cercato di essere "premium".... sia attraverso la sua controllata Prestige Cruises 8riuscendoci pienamente), sia sviluppando con Classica il concetto "EuroLuxe Cruises" (e qui fallì). Ma con Carnival Costa è stata progressivamente trasformata in una grande compagnia mass market di buon livello. Ecco perché la Costa di oggi è tanto diversa da quella di ieri... ha subito una metamorfosi dettata da precise esigenze commerciale. La logica di tutte le compagnie comunque è basata sul profitto... se non si producono utili si esce di scena... non ci sono alternative. L'aumento esponenziale di extras su certe compagnie rientra sempre nel tipo di prodotto offerto dalla compagnia.

Forse sono io che non riesco a spiegarmi, ma era proprio quello che intendevo dire...la qualità è "passata in secondo piano" proprio perchè è cambiato il target a cui la compagnia si vuole rivolgere...
Quella Costa non esiste più, verissimo...ed era quello che cercavo di fare capire a Manlio quando dico che certi risultati sono frutto di scelte volute, non "conseguenze"...;)
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Al 'solito' il sito si è mangiato la risposta ed anche il copia/incolla..

Bhò... poi quando uno riscrive, lo fa male e con poca voglia.. ci provo..

Forse sono io che non riesco a spiegarmi, ma era proprio quello che intendevo dire...la qualità è "passata in secondo piano" proprio perchè è cambiato il target a cui la compagnia si vuole rivolgere...
Quella Costa non esiste più, verissimo...ed era quello che cercavo di fare capire a Manlio quando dico che certe scelte sono volute non "conseguenze"...

Laura, ti ribadisco che la qualità ha poco a che vedere con il mio ragionamento: vuoi abbassare la qualità del servizio? La unica variabile che ho introdotto è il tempo di formazione a bordo degli equipaggi, va bene, faccio che il 50% dell'equipaggio è nuovo ed il gioco è fatto..
Ma la vera variabile è il tempo di ammortamento dell'investimento, nulla di più..
Aspetto un tempo che mi permetta di controllare il debito o il credito che ho..

Solo che Felix (vedi sopra) ha mostrato come questa attesa mi possa mettere in una sorta di vicolo cieco, questo quando il mercato è in espansione ed il concorrente non è a sua volta scoperto, la mia risposta a quel vicolo cieco dovrà essere allora alzare la qualità del prodotto..

Italian ha mostrato questo comportamento per la Costa di allora che, va detto, non è entrata in crisi solo perché aveva poche navi ma anche per altri motivi (che Italian conosce, ovvero il ritardo di consegna della Vic, una struttura di nave poco adatta al mercato che si andava profilando, alcune operazioni di acquisizione).

Il discriminante tra il successo della ‘Strategia di contenimento esposizione’ della Manlio Cruise Line e quello della ‘Esposizione’ è legato alla ricettività del mercato, come ha mostrato Felix sopra e commentato io successivamente..

Il discorso della qualità ha poco a che vedere..

Detto tra noi (ma proprio tra noi), la Royal risparmierà dove sa lei ed io non lo so, ma nelle due visite nave che ho fatto con il forum mi ha letteralmente impressionato. Non dico che sia la compagnia per me (le scelte dipendono da molte cose), ma rimane una compagnia Mass Market, con dei servizi di base ed una qualità dell’offerta impressionante, e non mi sembra tanto in crisi..
Non è che Mass Market sia nemico della qualità, almeno di quella buona, non eccellente, chi lo ha detto? Ci possono essere mille compromessi..

Un saluto
Manlio
 

La76

New member
Il discorso della qualità ha poco a che vedere..

Manlio, il discorso della qualità è un discorso che si è sviluppato in parallelo...tu sei partito dal pensiero "se una flotta cresce troppo velocemente non ha il tempo di formare il suo personale e scende in qualità..."

Io volevo semplicemente dire che è tutto rapportato al target che la compagnia decide...potrebbe benissimo essere una scelta commerciale di risparmio quella di offrire personale meno qualificato, non è necessariamente detto che sia una conseguenza della crescita.

Per quanto ne sappiamo noi se per una persona che parla cinque lingue ci vogliono 1000 al mese e per una che ne parla tre 500, la compagnia può anche decidere che vanno bene quelli che costano meno!Era questo il mio ragionamento...

Per assurdo, per mirate scelte di strategie commerciali, potresti benissimo avere una flotta grande con personale formatissimo...ma non è comunque pensabile che una compagnia del genere possa stare in piedi.
Se tu fai pagare una crociera 4-5-6 volte tanto di quello che è il prezzo di una compagnia mass market neanche le trovi così tante persone da riempire le navi!
Prendiamo la flotta della Costa...se la crociera costasse 3000 euro in interna pensi che le navi viaggerebbero piene?

Sul discorso delle strategie economiche ci ha illuminato benissimo Felix, ma accanto ci sono anche le strategie commerciali, non dimentichiamocelo...
 
F

Felix73

Guest
Se sono state accorte hanno smesso di costruire da un po', sono rientrate dai debiti ed allora hanno il vantaggio della flessibilità dei prezzi..
Se non lo sono state loro sono esposte ed io no..

Ora il punto fondamentale è questo:

- le navi si pensano e si ordinano con anni di anticipo, la situazione ovviamente varia di anno in anno..
- il numero di passeggeri, per vari motivi, è sicuramente in crescita, ed è una tendenza che potrebbe durare almeno dieci, ma anche trenta anni
- ci sono però dei momenti contingenti di pausa, se non regressione, rispetto alla 'espansione programmata' del mercato

Manlio, bisogna contestualizzare le decisioni strategiche al momento in cui vengono poste in essere. Senza dimenticarsi una cosa FONDAMENTALE: il rischio d'impresa. Ogni attività imprenditoriale ha dei margini di rischio e, generalmente, le attività più rischiose sono anche quelle con un rendimento più elevato.
Guadagnare tanto senza rischi, è sostanzialmente impossibile. Ergo, alla base delle decisioni, i "se" sono sempre tanti, ma non puoi stare immobile aspettando che si concretizzino.
Devi trovare un giusto equilibrio tra rischio e rendimento. Giudicare con il senno di poi è troppo facile.
Partiamo dai "fatti oggettivi": il mercato in questi anni è stato in espansione? Assolutamente si.
Quindi il "gigantismo" e la frenesia nel costruire nuove navi è di base giustificato.
Quindi, chi ha scelto una politica maggiormente "aggressiva", per ora ha avuto ragione. E per ora la sua compagnia è cresciuta più di quella che teorizzi tu.
Futuro: riporto una tua frase"Se sono state accorte hanno smesso di costruire da un po', sono rientrate dai debiti ed allora hanno il vantaggio della flessibilità dei prezzi..
Se non lo sono state loro sono esposte ed io no.."
Le compagnie si avvalgono del supporto di analisti, normalmente possono prevedere con ragionevole certezza quando un mercato rallenterà la sua crescita.
Possono sbagliare certo. Ma è più facile che ci azzecchino. Tu nel frattempo, aspettando che il mercato si contragga, il GAP lo hai accumulato. E verrai comprato.


Sul fatto che per fare l'investimento non vada previsto l'incidente gravissimo rimango perplesso: io lo avrei previsto eccome, tanto più che ogni volta che vedo una foto della Oasis of the Seas mi viene il dubbio che se per sbaglio mando un segnale di incendio a bordo scoppia un caos che crea anche il morto, pensa se l'incendio ci fosse davvero..

Un affondamento, un attentato, uno scontro tra navi, sono eventi difficili da prevedere, ma con l'attuale numero di natanti alla fin fine non si possono escludere anzi..

Le questioni legate al carburante, alla crisi, ad altri fattori come guerre ecc. sono alcune parzialmente prevedibili (aumento carburante ad es.) altre un po' meno (come l'esplosione della crisi Greca, anche se a ben vedere che esplodesse una grossa crisi era abbastanza evidente da anni) altre effettivamente sono soprese (gli eventi del Medio Oriente)

Tutti questi fattori non freneranno l'espansione finale del mercato, ma la rallenteranno anche per due/tre anni..

Mi chiedo, ora di fronte all'evento Schettino, all'aumento del costo della vita, alla crisi, e quindi comunque ad una contrazione temporanea del mercato, come saranno messe Costa ed MSC? E le altre?

Questa era la loro fase di espansione, hanno varato navi su navi, hanno ridotto, per motivi di forza maggiore o per loro scelta, la qualità dei servizi a bordo, hanno ridotto i prezzi, ma hanno delle bellissime e costosissime navi messe in linea da poco..

Quindi hanno il vantaggio del fattore di scala così ben descritto da te e Laura, e quello delle prenotazioni che entrano come soldi 'anticipati' ma hanno probabilmente i debiti..

Alla fine il nocciolo della questione è tutto lì, se costruivano meno velocemente (nota, non di meno, ma meno velocemente) perdevano flessibilità rispetto all'altro, ma costruendo velocemente devono rientrare di più costi..

Quale sarà la loro situazione attuale?

un saluto
Manlio

Manlio, però, sulla base di questo ragionamento, allora non si potrebbe nemmeno aprire un banchetto di frutta e verdura in Giappone solo per il fatto che c'è stato lo TSUNAMI ed il terremoto.
Il rischio c'è, concordo, ma non puoi stare fermo ed immobile aspettando che accada una "sfiga".
Quante Concordia ci sono state?
E il mondo delle crociere non è sopravvissuto, anzi, è cresciuto, anche dopo l'affondamento dell'Achille Lauro?
Certo, se ci scappa la tragedia, una compagnia più esposta soffrirà di più.
Ma, a priori, con un mercato che ti offre "tantissimo grasso che cola", non approfittarne per il solo fatto che ci può potenzialmente essere un comandante che guida una nave come un pedalò non è ragione sufficiente, in termini di valutazione del rischio, per poter "deprimere" volutamente le tue opportunità di crescita ed i tuoi investimenti.

Un saluto
 

pmanlio

Active member
Manlio, però, sulla base di questo ragionamento, allora non si potrebbe nemmeno aprire un banchetto di frutta e verdura in Giappone solo per il fatto che c'è stato lo TSUNAMI ed il terremoto.

:) :) :) :)

No, non ho mai parlato di star fermi, ma di pensare a priori a come reagire ad una cosa simile..
Una delle cose che mi hanno stupito è stato Foschi che dopo un paio di giorni dall'incidente ha iniziato a dire che aveva tot mila dipendenti da difendere che ora rischiavano il lastrico..

Si entra appunto nel discorso del rischio di impresa che ti prendi, quella frase ha dato l'idea che quel rischio nel caso della Costa fosse altissimo..

C'è da dire (vedi ragionamento di Italian) che quel rischio è tale ora che la flotta è in fase di espansione, magari un 'domani', diciamo tra cinque/sei anni la Costa ha già previsto il rallentamento delle commesse, la dismissione di certe navi (tra cui la 'mia' :( ) ed una esposizione minore..

Quindi il colpo lo ha preso al cuore proprio perchè arrivato nel momento più delicato, una sfortuna insomma..

Certo, dal mio punto di vista tutto il post di oggi nasce dalla frase di Foschi..

Anche se è un bene che questo post sia nato, sta dando un bel chiarimento a tante cose, anzi ringrazio chi partecipa.. ;)

Tornando all'incidente ed andando un attimo OT: io un brutto episodio me lo aspettavo (non da Costa, me lo aspettavo in generale), e Concordia a parte ci sono state potenziali tragedie, anzi forse c'è stata anche una buona dose di fortuna oltre che di preparazione degli equipaggi nei vari eventi (penso all'incendio sulla Carnival), ma questo mi ha lasciato a bocca aperta..

E' una di quelle cose che non riesci a realizzare..

Va bhè, fine OT..

Un salutone!!
Manlio
 
F

Felix73

Guest
Parrebbe: 550 milioni (scontati), il costo di Preziosa.
Se MSC dovesse farla viaggiare quasi a "pieno carico" senza spendere un euro di carburante, personale, prodotti alimentari e bevande.... ci metterebbe quasi due anni solo per ripagarla....
Mica male come impegno.....

Un saluto
 
T

tano

Guest
Si, caro Felix, ma quel carburante, personale , dare da mangiare, prodotti alimentari sono un bel costo !!!!

Un saluto.
 
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