Sulle navi e sui prezzi, se guardiamo indietro agli ultimi 10 anni circa, è un pò il discorso se è nato prima l'uovo o la gallina.
Nel senso: il mercato "mediterraneo", con in testa quello italiano, è cresciuto del 300% nel decennio.
Prima considerazione: per far fronte a questa domanda, servono navi nuove e belle (e grandi, molto grandi). Vantaggi: se le riempi, fai economie di scala, e guadagni un sacco di soldi. In più, puoi spingere, per lo stesso fine, ad una forte "destagionalizzazione", che ti garantisce introiti per tutto l'anno.
Svantaggi: le navi le devi comunque riempire, perchè se non lo fai, quello che guadagneresti riempendole te lo ritroveresti pari pari ma con il segno opposto come perdite.
Altri svantaggi: al primo flop della domanda, devi "calare le braghe" sui prezzi, perchè una mega-nave che viaggia vuota non se la può permettere nessuno.
Ma se cali i prezzi, devi tamponare sui costi, per cercare di cadere almeno "in piedi".
Ecco, questo scenario è quello che si presenta normalmente quando un prodotto/servizio passa da un target "di nicchia" ad un target "di massa".
Elevati guadagni nei periodi di vacche grasse, problemi amplificati ed elasticità ad inventarsi qualcosa nei periodi di vacche magre.
E questo da un punto di vista prettamente "industriale".
E da un punto di vista del mercato?
Seconda considerazione: il mercato è cresciuto del 300% negli ultimi dieci anni (in realtà questi anni sono più sette che non dieci). Questo ci porta a dire che i "nuovi crocieristi" sono più del doppio rispetto ai "vecchi", con una "tendenza" in continuo aumento.
I "nuovi crocieristi" (non è evidentemente una regola, ma più una tendenza di massima), amano le meganavi che sanno stupire, con tante attrazioni a bordo, e sono stati atratti da questo e da un livello tariffario che ha reso le crociere decisamente più accessibili.
Il "nuovo" crocierista poi, è quello meno attento al calo dei servizi, perchè lui, l'aragosta a bordo, non l'ha mai mangiata. In più, le compagnie, attraverso politiche di fidelizzazione e con compromessi vari, sono riuscite comunque a tenersi i "vecchi" crocieristi, che si lamentano e borbottano, ma tuttosommato il mondo delle crociere per loro è ancora un bel mondo, e loro si imbarcano comunque. Ed il gioco è fatto.
Ora: ma è nato prima l'uovo, o la gallina? Mi spiego: il mercato è cresciuto del 300% (e di conseguenza le navi) perchè tutti hanno scoperto le crociere, o perchè le crociere sono diventate più accessibili a tutti?
Secondo me, è un ciclo che si "autoalimenta". La gallina è nata insieme all'uovo sostanzialmente.
Alla base c'è una considerazione oggettiva forte: le crociere piacciono, e piacciono a tanti. Questo è il principio portante. C'è un fattore di successo alla base.
Però, attenzione, nessun mercato cresce in maniera "perenne"... l'importante è capirlo per tempo...
Tutto questo mi porta a dire che i prezzi cresceranno ma non in maniera "determinante" (livelli del 2010/2011). Un forte aumento sarebbe in contrasto con la definizione di ciò che è diventato ormai un mercato di massa (per le mass). E questo giustificherebbe anche gli investimenti in meganavi. Il processo è quasi irreversibile ormai (nel breve-medio periodo).
Servizi? Niente aragosta a bordo, sorry. Ma per chi vuole spendere di più, e per chi vuole avere di più, le opzioni non mancano (premium e lux).
Che problema c'è? A voi la scelta. E l'importante, è anche averla questa scelta.
Un saluto