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Non si finisce mai di scoprire cose nuove, più cerchi e più trovi...a mio avviso è un'opera magnifica!


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La facciata è un "pizzo"...


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La facciata è un vero e proprio capolavoro piena di decorazioni con alti significati, un libro scolpito per tutta la popolazione e per i pellegrini che qui vi giungevano.
Qualche scatto dell'interno, per poi proseguire speditamente alla scoperta di questa immensa opera d'Arte.



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Continua.
 
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Grazie Capricorno per le belle foto e le informazioni dettagliate. La settimana prossima sarò per un giorno (ahimè) a Lucca, così eviterò di perdermi il meglio
 
Grazie Capricorno per le belle foto e le informazioni dettagliate. La settimana prossima sarò per un giorno (ahimè) a Lucca, così eviterò di perdermi il meglio
Grazie a te. Sono contenta che possa essere di contributo a chi desidera vedere la città.
Purtroppo sono stata impegnata su altri fronti e non ho potuto continuare il racconto. Conto a breve e spero prima della tua partenza, di concludere la parte che riguarda Lucca...che poi vi è altro.
La Toscana tutta è un luogo assoluto di fantastiche esperienze in ogni angolo che si vada.
Tornerò e credo che sarà anche per te, a Lucca...in fondo è solo una piccola parte ciò che ho proposto, vi è molto di più. Occorre tempo!

Un saluto.
 
La via Francigena.

L'importanza di Lucca nel Medioevo fu dovuta anche per la posizione strategica sulla via Francigena. Tappa molto importante in quanto tutti i pellegrini che provenivano dal Nord e dall'Inghilterra, si fermavano a Lucca prima di proseguire per Roma, e questo era molto importante per l'economia della città.
Arrivando a Lucca cercavano subito il Duomo, che a quel tempo si trovava decentrato rispetto alla città. Capivano che quello era il luogo giusto per i pellegrini per l'emblema posto sulla facciata: la statua di San Martino che con la spada, divide il suo mantello per darlo al povero.
Qui sostavano e il porticato antistante l'ingresso aveva questo scopo, di accoglienza per cavalieri e cavalli o semplici pellegrini giunti a piedi in cerca di un rifugio per il riposo.

Qui trovavano gli speziali e i cambiavalute. I primi, come conforto per i mali del corpo, dopo un lungo percorso a piedi, i secondi pronti a cambiare le valute in monete di piccolo taglio o tramutare le monete straniere nella loro valuta.
Si potevano fidare? Pare di sì. Rincuorati da una scritta in marmo datata 1111, dove reca scritto che i cambiavalute hanno solennemente giurato che mai si sarebbero aprofittati di loro. A guardar bene tutta la facciata è intrisa di significati religiosi e civili.


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Entrando nella basilica di resta impressionati dalla sua maestosa imponenza. Nasce romanica per concludersi gotica. Numerose le opere che la impreziosiscono, tra tutte quella che più ne denota la caratteristica per cui è conosciuta oggi ma soprattutto in passato e la ragione per cui i pellegrini si fermavano qui, è per ciò che contiene: Il Volto Santo.


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Entrando, posto nella navata di sinistra un tempietto, opera di Matteo Cividali, quattrocentesco in marmo bianco di Carrara e specchi in porfido rosso che contiene al suo interno il venerato crocifisso ligneo del Volto Santo. Si tratta di una copia ( l'originale è ben custodito) realizzata su modello più antico e per tradizione scolpito in Terra Santa dal fariseo Nicodemo. La leggenda narra che una volta scolpito e in prossimità di eseguire il volto, non si sentì, lasciando l'opera incompiuta...ma durante la notte mano divina ne completò le sembianze. Queste immagini prendono il nome di acreotipe, cioè immagini del Cristo non fatte da mano umana. Si narra che la statua rimasta nascosta per secoli, venne messa attorno al '700, su una nave senza nocchiero e senza equipaggio, affinché la Provvidenza la portasse in un luogo sicuro. Giunta nei pressi di Luni si fermò davanti alla costa,non si riuscì a portarla a riva con nessun mezzo sino a che non giunse ( avvisato in sogno di questo arrivo) il vescovo di Lucca.
Ancora oggi il 13 e 14 settembre si celebra l'Esaltazione della Santa Croce e il Volto Santo , vestito con una preziosa tunica di velluto, una corona e un collare d'oro, viene portato in processione per le vie della città.

Girando per la chiesa è possibile ammirare numerosi altari laterali. Nella navata di destra l'Adorazione dei Magi di Federico Zuccari e l' Ultima Cena di Jacopo Tintoretto.


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Poco oltre una porta di accesso alla sagrestia , dov'è collocato il monumento funebre di Ilaria del Carretto, realizzato da Jacopo della Quercia nel 1405. Ilaria era la giovane moglie di Paolo Guinigi è ritratta con indosso la veste che si supponesse portasse sul letto di morte. Il cane scolpito ai suoi piedi è simbolo della fedeltà coniugale. L'opera è considerata una delle massime espressioni della scultura quattrocentesca, per la commistione tra rigore dello stile tardogotico d'impronta francese e la morbidezza rinascimentale della figura e del volto.


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continua....
 
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Nella stessa sagrestia sul lato opposto al monumento di Ilaria del Carretto, abbiamo un altare che custodisce altrettante opere di notevole impatto visivo che di valore artistico veramente sublime. Trattasi della Pala d'altare di Domenico Ghirlandaio , rappresentante la Madonna in trono con a lato, da sinistra San Pietro, a destra San Paolo e dietro ad esse sempre da sinistra a destra, papa San Clemente e San Sebastiano.


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Detta anche Sacra Conversazione, questa pala d'altare è stata realizzata nel 1479 dal Ghirlandaio, maestro del Rinascimento fiorentino e maestro di Michelangelo Buonarroti, avrà a Lucca una grandissima influenza sulla successiva produzione pittorica. Al centro di una composizione simmetrica si trova la Madonna in trono con in braccio il Bambino benedicente. Ai lati sono ritratti, San Clemente, con la tiara papale, San Sebastiano con la freccia, e in primo piano con pose monumentali, San Pietro le chiavi, San Paolo con la spada. La cromia è molto ricca e il pittore mostra un'attenzione ai dettagli ispirata all'arte fiamminga ed una notevole capacità nella resa psicologica dei personaggi.
La gamma dei colori è ricca e il Ghirlandaio li usa per creare corrispondenze tra i personaggi per ritmare la composizione: il verde scuro della veste di San Paolo riprende quello della fodera del mantello di San Pietro, mentre il rosso di quello di San Sebastiano, è lo stesso del libro tenuto in mano da San Paolo. Lo sfondo è molto sfarzoso, con la bellissima tenda del baldacchino arricchita di ricami in rosso su fondo oro, il sontuoso pavimento in marmi policromi e il trono marmoreo sopra i gradini coperti da un tappeto orientale dai colori vivaci, ispirato all'arte fiamminga. Questo capolavoro influenzerà la scena pittorica lucchese di fine quattrocento e inizio cinquecento, per il suo schema compositivo che influenzò molti altri artisti.
La pala è completata da una predella con scene della vita dei santi raffigurati nella tavola principale e una lunetta con il Cristo morto sorretto da Nicodemo, opera di Filippino Lippi e suoi collaboratori.


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Quest'ultima l'immagine è relativa alla predella...rende poco ma di più non si poteva fare....sarebbe scattato l'allarme se mi avvicinavo di più!


Tranquilli....;) so già cosa pensate...non vi tedierò con tutte le spiegazioni delle opere presenti ma almeno quelle più significative. ( anche sul Tintoretto ci sarebbe da dire...;) ma passo oltre).


Qualche immagine in libertà degli interni che debbono essere visti con la calma che si confà......un certo gusto arabeggiante/ bizantino se vogliamo dirla tutta c'è, con i finti matronei che sapientemente illuminati creano l'illusione di essere in una basilica della antica Bisanzio...invece siamo nella culla del romanico.



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Continua......
 
In queste ultime foto mi ha colpito molto l'abside, con quel grandioso affresco. Spettacolari le figure riportate, e i colori vivi che risaltano con la curata illuminazione.
 
Nel complesso l'abside è ciò che salta subito all'occhio in un contesto di crudità di elementi che compongono le altre pareti, elementi " poveri" ma sapientemente arricchiti dalle opere su tavola e monumenti marmorei di illustri artisti dedicati a illustri personaggi di spicco della Lucca antica.

Qualche immagine di opere su tavola veramente ragguardevoli per la finezza dell'esecuzione....


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La veduta d'insieme dell'abside...con l'altare maggiore


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Continua....
 
Una menzione particolare ad un'opera veramente splendida, custodita in una cappella del transetto di sinistra della Cattedrale di San Martino.
È una Pala d'altare" Madonna con Bambino" di Fra Bartolomeo, di una fattura squisita...purezza di lineamenti e un colore fluido che ne fa trasparire la luce interiore dei personaggi che la animano.

Molto suggestiva la sua collocazione protetta da una grata, in una cappella laterale, che ne accresce ancor di più il fascino e la preziosità....


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Pala d’altare realizzata nel 1509 da Fra Bartolomeo, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento fiorentino. La tavola è caratterizzata da una composizione elegante ed equilibrata: al centro la Madonna con il Bambino in braccio, a sinistra S. Stefano con indosso la dalmatica e sul capo le pietre del martirio e a destra S. Giovanni Battista in atteggiamento di predicatore con la croce in mano. In alto due angeli pongono la corona sul capo della Vergine, mentre in basso un altro canta accompagnandosi con un liuto.

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Vale la pena spendere due parole...

Questa tavola venne realizzata nel 1509 da Fra Bartolomeo, pittore fiorentino appartenente all’Ordine domenicano e amico di Raffaello. La composizione della scena, come in tutte le sue opere, è molto equilibrata e composta, con al centro la Madonna che siede sopra un basamento, come fosse una statua, con la veste rossa stretta sotto al seno da un nastro dorato e coperta da un ampio mantello blu dalla fodera verde e i bordi oro. Il viso delicato è rivolto verso il Bambino in braccio a lei che, paffuto e roseo, si protende in modo vivace verso destra e guarda l’osservatore. Ai lati del basamento si pongono, in modo simmetrico, a destra Santo Stefano e a sinistra San Giovanni. Il primo è riconoscibile per la dalmatica solitamente indossata dai diaconi e per le pietre poste sul capo che alludono al martirio subito per lapidazione.

San Giovanni invece è raffigurato così come doveva apparire nella sua veste di predicatore secondo il Vangelo, con barba e capelli lunghi e rivestito con pelli d’animale. Nella mano sinistra tiene una croce e con la destra indica agli osservatori, cui è rivolto il suo sguardo, Gesù, l’esempio da seguire.
In alto, sullo sfondo di un cielo limpido, due angeli in volo depongono sulla testa della Vergine una preziosa corona da cui pende un velo finissimo ad incorniciarle il volto ed in basso un terzo angelo, seduto ai piedi del basamento, canta accompagnandosi con un liuto.

La disposizione equilibrata delle figure rende monumentale l’insieme e ricorda la classica compostezza dell’amico Raffaello mentre lo sfumato che caratterizza l’incarnato delle figure ricorda Leonardo da Vinci, suo conterraneo. Questi spunti, insieme alla caratteristica definizione della luminosità e del chiaroscuro che donano volumetria e plasticità ai personaggi rappresentati, rendono unico e celebre lo stile pittorico di Fra Bartolomeo, molto apprezzato dai contemporanei e punto di riferimento per gli autori successivi.

Il " colloquio" di sguardi tra i personaggi dipinti e lo spettatore che sta innanzi all'opera la rende ancora più partecipativa, come se i personaggi si rivolgessero al popolo... è un elemento questo che troveremo un secolo più avanti con le opere di Caravaggio.

Il Duomo e nel Duomo occorre guardarsi attorno e non si finisce mai di trovare cose belle, interessanti...uniche....come il pavimento.


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La Cattedrale di S. Martino di Lucca conserva un pavimento tardomedievale caratterizzato da tarsie marmoree policrome. L'opera è attribuita a Matteo Civitali su base documentale e stilistica. Anche le forme del pavimento del coro, con motivi vegetali e trompe l'oeil prospettici vengono assegnate a Civitali e alla sua bottega.Il Duomo di S. Martino a Lucca presenta un pavimento tardomedievale con intarsi policromi in "marmo". Al Civitali e alla sua bottega sono attribuiti anche i pannelli del pavimento del coro, con motivi vegetali e trompe l'oeil prospettico....che purtoppo abbiamo solo visto da lontano in quanto non è possibile l'accesso ravvicinato.
Pavimenti policromi si trovano in diverse chiese altomedievali della Toscana e i pannelli sono spesso composti di bianco, intarsi in "marmo" neri (o verde scuro) e rossi. Le prove sugli intarsi policromi del pavimento del Duomo di S. Martino a Lucca hanno fornito un risultato interessante: gli intarsi bianchi hanno le caratteristiche tipiche del calcare ceroso del Monte Pisano; gli intarsi neri sono una serpentinite che potrebbe provenire da diversi affioramenti ofiolitici in Toscana. Questi materiali sono paragonati ai più tradizionali tipi di "marmo" utilizzati, riutilizzati e sostituiti nelle opere medievali lucchesi. I primi litotipi bianchi sono stati estratti dal calcare ceroso locale, mentre solo in seguito è apparso il marmo bianco delle Alpi Apuane.


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Nella Cattedrale non mancano esempi statuari di rilievo artistico notevole.


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Altare di San Regolo.

Mentre a sinistra del coro è l'Altare della Libertà, molto caro ai lucchesi, dedicato nel 1639 a Cristo per averli liberati da Carlo IV dai Pisani. Ornato da bellissimi lavori in marmo dal Gian Bologna. Rappresenta Cristo risorto con a destra San Pietro e a sinistra San Paolo. Nel basamento l'iscrizione che ne attesta l'esecutore dell'opera ...Joannis Boloni Flandren opus 1579.....Il Cristo è una delle migliori statue dei Gian Bologna.



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Con questo mi pare di avervi raccontato tutto sulla Cattedrale di San Martino, su Lucca e le sue bellezze.

Vi lascio un video che meglio vi può far vivere le sue bellezze .













....il viaggio nelle bellezze toscane non finisce qui, a presto.
 
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Pisa è tutta orizzontale, spaziosa; le sue strade sono ampie e perciò scarse d’ombra; è una città chiara, felice, in cui entrano col vento il sapore del mare, il verde e la frescura delle pinete.
(Guido Piovene)






Una bella sensazione mi ha dato questa città, non nuova per me avendola già visitata tempo fa ma, come dico sempre...bisogna avere " nuovi occhi " e allora si scopre ciò di cui prima si è perso.....

Quando si pensa a Pisa è normale associarla a ciò che è oramai diventato lo stereotipo di questa città, come il Colosseo è per Roma, a Pisa è...la Torre pendente!

Ma Pisa è molto, molto di più....

Questo td è nato soprattutto per la forte emozione che ha suscitato in me la visita di alcuni luoghi di questa città... quindi la domanda è d'obbligo :


" La bellezza salverà il mondo..."


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...a presto...
 
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Immagini che lasciano senza fiato. Un patrimonio di Opere d'Arte "senza fine" quello del nostro Paese.

Permettimi questa digressione Oriana: non a caso siamo al primo posto al mondo per siti riconosciuti dall'Unesco e raccogliamo, a seconda della definizione di Patrimonio culturale, oltre il 60% (c'è chi dice di più) di tutti i beni artistici esistenti del Pianeta.
 
Immagini che lasciano senza fiato. Un patrimonio di Opere d'Arte "senza fine" quello del nostro Paese.

Permettimi questa digressione Oriana: non a caso siamo al primo posto al mondo per siti riconosciuti dall'Unesco e raccogliamo, a seconda della definizione di Patrimonio culturale, oltre il 60% (c'è chi dice di più) di tutti i beni artistici esistenti del Pianeta.
Si. l'Italia offre uno tra i più variegati paesaggi artistici per unicità di luoghi. Ai patrimoni Unesco ,appartengono anche alcuni paesaggi naturali che sono protetti, di questi panorami alcuni sono proprio in " esclusiva " nostri. Credo che con il tempo possano venire integrate alcune bellezze che i nostri bravi archeologi stanno man mano scoprendo. Si perché le ere geologiche e storico culturali che si sono susseguite nel corso dei secoli, hanno di fatto costituito un substrato che anche e soprattutto in fase di ristrutturazioni, viene alla luce.. ..sono un po' una patita di queste cose e sono iscritta a vari canali che aggiornano di continuo e la tentazione è forte di raggiungere quei luoghi per poterli vedere. Pian piano ci riuscirò!! Quello che , tra virgolette, mi fa rabbia è il fatto che di una città viene comunque e sempre presentato solo lo stereotipo che la contraddistingue e non il suo vero volto . A volte ci si ferma alla superficialità di un monumento, in questo caso la Torre, che si presta a selfie incontrollati e permettetemi il termine, stupidi, che la imbruttiscono, la deridono...e invece potendola osservare a lungo e in un luogo un po' defilato dal contesto, si scopre che è un vero gioiello d'arte, ardito, molto ardito per quei tempi tanto che non a caso venne denominata l'area " Campo dei Miracoli ".

Come dicevo per Lucca anche Pisa ma tutta l'Italia è invidiata da tutto il mondo e arrivano da oltreoceano , mentre noi spesso la snobbiamo incuranti di ciò che abbiamo.
Ci vuole più tutela, più conoscenza e si deve partire dalle scuole ,solo in questo modo avremo un domani fatto di persone che guardano con nuovi occhi.
 
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Uno spazio senza tempo...il Campo dei Miracoli, ci si sente fuori luogo, come se il tempo non esistesse più...


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Eccentrica, isolata rispetto al centro storico di Pisa è uno spazio panoramico perfetto in cui dal tappeto verde, si innalzano come in una visione, edifici meravigliosi....bianchissimi che assomigliano a pizzi e trine....


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Il Duomo, il Battistero, il Camposanto, il campanile , o meglio, la più conosciuta Torre pendente.

Vedremo di scoprirne i loro più intimi segreti. Intanto sono tutti monumenti sorti tra l'XI e il XIII secolo, meravigliosamente fusi nello splendore cromatico e stilistico del romanico pisano. Una piazza così concepita si contraddistingue non per il selciato di pietra ma per il suo tappeto verde, unica ed originale protetta alle spalle da una cortina di mura merlate risalenti al 1154.


È questo uno spazio stupendo ma nello stesso tempo congestionato dalla folla dei turisti che si accentra qui. Per poterne cogliere l'aspetto più autentico bisogna arrivare presto la mattina, quando la fiumana di persone ancora dorme , si ha modo così di vivere il luogo indisturbati. Ciò che offre è veramente immenso e occorre tempo se si vuol entrare in ogni struttura. I biglietti sono cumulativi e offrono la visita del : Duomo, Battistero, Camposanto, Museo dell'Opera del Duomo, Museo delle Sinopie. Ovviamente per la Torre occorre un biglietto a parte e in altra struttura, diversa da quella dove ci siamo recati. Ovvio che, dove siamo stati noi nessuna coda, diversamente per la Torre, coda alla biglietteria, coda per salire....e questo dice molto sui gusti delle persone.
I nostri biglietti, o meglio , il biglietto ha valore di un anno dalla prima scansione di ingresso , in modo da poter tornare in un secondo tempo e vedere ciò che non si è fatto in tempo a vedere. Noi di tutto ciò di cui sopra, non siamo riusciti a vedere il Museo delle Sinopie ...ci vuole tempo per vedere tutto. Torneremo!


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Prima di cominciare da qui.. uno sguardo e due parole sulla città.

Diversa da Lucca, dove abbiamo trovato un centro intimo ,raccolto, composto, per nulla caotico. Pisa è più vivace dovuta anche alla presenza di studenti universitari che la vivono in ogni ora della giornata e della notte. Ci sono luoghi che comunque mi hanno ricordato molto Firenze...il Lungarno ad esempio....


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Qui si affacciano diversi palazzi dalle forme più diverse e dai colori e forme smaglianti....qualche scatto di giorno e di sera...magnifica la sera , atmosfera unica e magica.....sul Lungarno una piccola chiesa : Santa Maria della Spina. Molto cara ai pisani e con una storia particolare....


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Sulla sponda sinistra dell'Arno, Santa Maria della Spina è una piccola chiesa quasi sospesa sulle acque del fiume, sul Lungarno Gambacorti cui affaccia col fianco traforato da bifore. Compare come un gioiello gotico nella sua fioritura di guglie, edicole, cuspidi e rosoni. Sono naturalmente tutte copie le originali sono al Museo di San Matteo. Questi decori sono attribuiti ad allievi di Giovanni Pisano e alla bottega di Andrea Pisano e del figlio, Nino.
Edificata sul greto del fiume nel 1230 , ma poi ampliata nel 1325, venne smontata e ricollocata nella sede attuale attorno alla metà del 1800 per salvarla dalle inondazioni. All'interno la Madonna col Bambino e la Madonna del latte di Andrea e Nino Pisano.


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...continua...
 
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L'interno di questa piccola chiesa ora è adibito a museo e ospita allestimenti temporanei, come nel nostro caso ,non abbiamo potuto cogliere tutta la bellezza degli interni perchè " mascherati" da cartellonistiche dell'evento stesso, così come non abbiamo potuto vedere la Madonna del latte anch'essa nascosta. Come dicevo, sono tutte copie gli originali al Museo San Matteo, non molto distante da qui....

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...la Madonna del latte, nascosta nella nicchia...

Qualche scatto all'esterno...splendide e bianchissime guglie: la facciata, un particolare di facciata e il laterale.


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Il lungarno... splendido affaccio.

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I suoi palazzi...


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....sono solo un piccolo assaggio di ciò che la visita ci riserverà...



continua....
 
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Una nota a riguardo dei palazzi sul Lungarno. Le grandi rievocazioni storiche pisane si concentrano nel mese di giugno, in cui ogni anno all'imbrunire e precisamente il 16, vigilia del santo patrono, si rinnova sui lungarni l'incanto della luminaria di San Ranieri, dove migliaia di lumini vengono accesi sui telai lignei dipinti di bianco a disegnare le sagome dei palazzi, dei ponti, delle chiese e delle torri che si affacciano sul fiume. Si accendono anche la Torre pendente e le merlature del Campo dei Miracoli. Avviene anche il famoso Palio remiero, regata sull'Arno composta da quattro equipaggi in rappresentanza degli storici quartieri cittadini.

Non molto distante da Santa Maria della Spina vi è un altro edificio di culto che vale la pena di visitare ed è la prima cattedrale della città, la più antica, sopperita poi dalla nuova Cattedrale che nel frattempo prendeva forma nel Campo dei Miracoli.

Chiesa di San Paolo a Ripa d'Arno.




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Ricordata come già esistente nel 1032, la chiesa con annesso monastero passò ai monaci vallombrosiani intorno agli anni 1090. Si ricordano varie fasi costruttive, una delle quali, databile alla metà del XII secolo che comportò la ristrutturazione del presbiterio. Intanto si procedeva a completare la facciata, dandole una struttura a due spioventi con lesene, archi ciechi, tarsie marmoree e tre ordini di logge....completate in diversi momenti. Gli ambienti monastici erano composti da due chiostri entrambi molto danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, furono demoliti con il campanile. La chiesa e l'intero complesso subirono dei restauri nel 1615 e nel 1798, la chiesa fu eretta a parrocchia, subì radicali restauri che portarono alla eliminazione degli altari laterali e dell'intonaco dandole l'aspetto attuale: Dalla ricca decorazione pittorica murale, cui partecipò Buonamico Buffalmacco, resta solo un particolare su un pilastro a sinistra con i Santi Bartolomeo e Francesco. La chiesa conserva anche un sarcofago romano ed una Madonna col bambino e Santi di Turino Vanni.

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Le linee pulite, lo stile composto sono l'esempio del più puro stile romanico...vi assicuro che fa un certo effetto entrare in un luogo come questo, dove il frastuono della città resta fuori e dentro solo aria di pace....

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....non so se quest'ultimo scatto ve lo trasmette...a me si.









continua......
 
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Il centro mediceo di Pisa è : Piazza dei Cavalieri.


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Un vasto spazio irregolare, centro politico e amministrativo della città nel Medioevo, fu rimodellato nel 1562 sul progetto di Giorgio Vasari e per volere di Cosimo I per accogliere la sede dell'ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, istituito nel 1561 a difesa dalle incursioni dei Turchi. Vennero demolite le preesistenti case medievali, si disegnò un nuovo ambiente urbano definito da eleganti architetture di gusto manieristico. A Pietro Francavilla si devono la statua di Cosimo I, col piede sul delfino a simboleggiare il dominio mediceo sul mare. Sotto di lui la fontana del Gobbo e a sud il Palazzo del Consiglio dei dodici. Alle spalle della statua, il Palazzo dei Cavalieri, una ristrutturazione del Vasari sul Palazzo degli Anziani, si affaccia sulla piazza con l'elegante e curvilineo prospetto fatto a graffito. Al centro l'ottocentesca scala a doppia rampa. Oggi è sede della Scuola Normale Superiore, fondata per decreto napoleonico nel 1810, una delle più prestigiose istituzioni universitarie italiane. tra i suoi studenti più illustri i premi Nobel : Giosuè Carducci, Enrico Fermi e Carlo Rubbia.

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A destra del palazzo la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri eretta come il suo campanile su disegno del Vasari.



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Chiude l'angolo settentrionale della Piazza il Palazzo dell'Orologio, adattamento di antichi edifici adibiti ad infermerie dei Cavalieri anch'esso firmato da Vasari. Ingloba, unendole con un arco le Torri del Comune e della Muda o della Fame, dove, come racconta Dante nell'Inferno, nel 1289 fu rinchiuso e vi morì il Conte Ugolino della Gherardesca, capitano del popolo, con figli e nipoti.


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Fra la Piazza dei Cavalieri e il fiume, nel triangolo compreso tra via S. Frediano e via Dini è l'asse di Borgo Stretto, assolutamente da non perdere. Si passeggia in un caratteristico quartiere della città costituito da vie strette, antichi edifici, piccole piazze e sottopassi voltati. L'impronta è popolare, in certi scorci, di abbandono, ma tra i colori si nota la piccola piazza Delle Vettovaglie. Un luogo storico antico, luogo di mercato, oggi animato per lo più la sera dalla movida pisana.

Via Borgo Stretto, detto " Il Borgo ", è fiancheggiata da edifici storici con profondi portici, con negozi, tavolini di caffè all'aperto. E' il tratto più caratteristico dell'asse urbano percorso dalla tradizionale passeggiata dei pisani, che comincia da via Oberdan e prosegue al di là dell'Arno in Corso Italia. Ma prima di giungere al fiume alla fine di un portico si può ammirare il Tabernacolo ligneo, naturalmente una copia dell'originale, dopo di chè il Borgo Stretto si allarga in una piazza dove si incontra la bella chiesa di San Michele in Borgo con facciata romanico-gotica.


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Diciamo che per chi ha tempo limitato questo è il minimo che si possa vedere in una città che ha tantissimo da offrire.
Non termina qui.....ora che siamo di nuovo sull'Arno ripercorriamo velocemente quest'asse fino a piazza dei Cavalieri per immetterci in un'intricato ma stupendo intreccio di vicoli, verso il cuore pulsante di Pisa e ce ne accorgiamo dal pulsare frenetico dei suoi battiti....metaforicamente naturalmente, più ci si avvicina e più la folla si vede e si sente.










continua......
 
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Simbolo della potenza della Repubblica Marinara di Pisa è Piazza dei Miracoli, dalla definizione che Gabriele D'Annunzio diede alla città per la straordinaria bellezza dei suoi gioielli architettonici.


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L'enorme piazza del Duomo sorge appena fuori dal centro storico della città medievale, troppo limitato per poter contenere l'immenso centro religioso avviato con la fondazione del Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, nel 1064 per celebrare la grandezza di quella che all'epoca era la potente Repubblica Marinara di Pisa.
Il Prato dei Miracoli, come fu definito da D'Annunzio, è un'ampia distesa di prato verde su cui sorgono i 4 capolavori di arte monumentale medievale celebrati in tutto il mondo: il Campanile o Torre pendente, il Camposanto, il Battistero e il Duomo.
La storia della piazza è legata al periodo di massimo splendore di Pisa. L:idea era quella di avere un importante centro religioso che simboleggiasse le tappe principali della vita dell'uomo: la nascita con il Battistero, la vita con la Cattedrale di Santa Maria Assunta e la sua Torre e la morte con il Camposanto.

La costruzione di questi luoghi simbolo iniziò nel 1064 da parte dell'Opera della Primaziale Pisana, un ente laico-ecclesiastico creato appositamente per gestire il complesso del Duomo di Pisa. L: aspetto definitivo della piazza arrivò nel XIX secolo, grazie all'architetto Alessandro della Gherardesca, che demolì alcuni edifici minori dando così giusto risalto ai 4 capolavori definiti Miracoli da Gabriele D'Annunzio.

Era il 1987 quando l'Agenzia delle Nazioni Unite, riconobbe l'unicità di questa piazza e dei suoi monumenti inserendoli tra i primi siti italiani, patrimonio dell'Umanità Unesco. Capolavori di arte medievale e rinascimentale che hanno anche il merito di aver segnato la nascita dello stile romanico pisano, poi esportato nel resto della toscana e nella vicina Lucca. Nel 1986 veniva aperto questo museo, non era una nuova iniziativa poichè già nel 1935 alcune sale avevano già ospitato una piccola raccolta di sculture, frammenti lapidei. Però necessitava avere più spazio e si decise di dedicare un intero edificio della piazza del Duomo, da poco liberato dalla comunità religiosa che lo abitava.


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Il Museo dell'Opera del Duomo, nella foto tutto sulla destra ai piedi della scalinata.

Posto all'ombra della Torre pendente, fu residenza dei Canonici del Duomo, ospita le collezioni di preziose sculture rimosse per ragioni di restauro e per salvaguardarle dagli agenti atmosferici che le avrebbero rovinate, del campo dei Miracoli, oltre il Tesoro del Duomo e la raccolta di antichità egizie, etrusche e romane esposte ai primi dell'800 nel Camposanto. Dalla Cattedrale provengono tarsie, bassorilievi e capitelli già sulla facciata, resti dell'arredo del presbiterio e altri importanti reperti.

Il percorso museale si apre con la sala dedicata al Duomo al piano terra, in cui si presentano i marmi di facciata....


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....per passare poi alla sala del Battistero e al suo decoro scultoreo di arte gotica. Superbi sono i gruppi della Madonna col Bambino. Una dislocazione necessaria per poterle salvaguardare dal passare del tempo, dandoci così la possibilità di fruire di una bella e particolareggiata visione. Andrea e Nino Pisano hanno qui le loro opere alcune molto importanti e prestigiose che li hanno manifestati al mondo intero.


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Questa nel grafico la loro collocazione originaria.

Procedendo si arriva alla sala dedicata alla Torre....poi si sale al piano superiore.

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Fino qui tutto ciò che è esposto appartiene agli esterni degli edifici, mentre il piano superiore si rivelerà altrettanto interessante con la raccolta più significativa del $00. per espletare il culto l'edificio sacro ha bisogno di arredi, immagini, vesti, vasi, libri liturgici. una volta al piano superiore sono gli arredi del coro ligneo della cattedrale ad accoglierci. Dire che sono belli è diminutivo!
Sono mobili fatti ad intaglio e tarsia, le miniature invece sono le protagoniste della sala che segue con il Cristo scolpito in età romanica e un dipinto di Spinello Aretino, una novità della pittura del tardo medioevo.

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Reliquiari preziosissimi e via via vesti liturgiche, rarissimi libri e codici d'altare. tutto ciò fa parte del Tesoro del Duomo.


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Spicca tra tutte queste opere una statuetta eburnea della Madonna con il Bambino e il Crocifisso d' Eci di Giovanni Pisano.


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Il percorso non termina qui, il visitatore è invitato a dare uno sguardo sulla torre prima di scendere al piano terra...


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Un punto di vista assolutamente inedito!

Il percorso ci riserva ancora delle sorprese, una volta giunti nel chiostro a piano terra dove ci attendono colossali busti del coronamento del Battistero, autore Giovanni Pisano già più volte incontrato e che si conferma così l'assoluto protagonista del Museo.....


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....ma avremo modo di incontrarlo ancora.







continua......
 
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