Una menzione particolare ad un'opera veramente splendida, custodita in una cappella del transetto di sinistra della Cattedrale di San Martino.
È una Pala d'altare" Madonna con Bambino" di Fra Bartolomeo, di una fattura squisita...purezza di lineamenti e un colore fluido che ne fa trasparire la luce interiore dei personaggi che la animano.
Molto suggestiva la sua collocazione protetta da una grata, in una cappella laterale, che ne accresce ancor di più il fascino e la preziosità....
Pala d’altare realizzata nel 1509 da Fra Bartolomeo, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento fiorentino. La tavola è caratterizzata da una composizione elegante ed equilibrata: al centro la Madonna con il Bambino in braccio, a sinistra S. Stefano con indosso la dalmatica e sul capo le pietre del martirio e a destra S. Giovanni Battista in atteggiamento di predicatore con la croce in mano. In alto due angeli pongono la corona sul capo della Vergine, mentre in basso un altro canta accompagnandosi con un liuto.
Vale la pena spendere due parole...
Questa tavola venne realizzata nel 1509 da Fra Bartolomeo, pittore fiorentino appartenente all’Ordine domenicano e amico di Raffaello. La composizione della scena, come in tutte le sue opere, è molto equilibrata e composta, con al centro la Madonna che siede sopra un basamento, come fosse una statua, con la veste rossa stretta sotto al seno da un nastro dorato e coperta da un ampio mantello blu dalla fodera verde e i bordi oro. Il viso delicato è rivolto verso il Bambino in braccio a lei che, paffuto e roseo, si protende in modo vivace verso destra e guarda l’osservatore. Ai lati del basamento si pongono, in modo simmetrico, a destra Santo Stefano e a sinistra San Giovanni. Il primo è riconoscibile per la dalmatica solitamente indossata dai diaconi e per le pietre poste sul capo che alludono al martirio subito per lapidazione.
San Giovanni invece è raffigurato così come doveva apparire nella sua veste di predicatore secondo il Vangelo, con barba e capelli lunghi e rivestito con pelli d’animale. Nella mano sinistra tiene una croce e con la destra indica agli osservatori, cui è rivolto il suo sguardo, Gesù, l’esempio da seguire.
In alto, sullo sfondo di un cielo limpido, due angeli in volo depongono sulla testa della Vergine una preziosa corona da cui pende un velo finissimo ad incorniciarle il volto ed in basso un terzo angelo, seduto ai piedi del basamento, canta accompagnandosi con un liuto.
La disposizione equilibrata delle figure rende monumentale l’insieme e ricorda la classica compostezza dell’amico Raffaello mentre lo sfumato che caratterizza l’incarnato delle figure ricorda Leonardo da Vinci, suo conterraneo. Questi spunti, insieme alla caratteristica definizione della luminosità e del chiaroscuro che donano volumetria e plasticità ai personaggi rappresentati, rendono unico e celebre lo stile pittorico di Fra Bartolomeo, molto apprezzato dai contemporanei e punto di riferimento per gli autori successivi.
Il " colloquio" di sguardi tra i personaggi dipinti e lo spettatore che sta innanzi all'opera la rende ancora più partecipativa, come se i personaggi si rivolgessero al popolo... è un elemento questo che troveremo un secolo più avanti con le opere di Caravaggio.
Il Duomo e nel Duomo occorre guardarsi attorno e non si finisce mai di trovare cose belle, interessanti...uniche....come il pavimento.
La Cattedrale di S. Martino di Lucca conserva un pavimento tardomedievale caratterizzato da tarsie marmoree policrome. L'opera è attribuita a Matteo Civitali su base documentale e stilistica. Anche le forme del pavimento del coro, con motivi vegetali e trompe l'oeil prospettici vengono assegnate a Civitali e alla sua bottega.Il Duomo di S. Martino a Lucca presenta un pavimento tardomedievale con intarsi policromi in "marmo". Al Civitali e alla sua bottega sono attribuiti anche i pannelli del pavimento del coro, con motivi vegetali e trompe l'oeil prospettico....che purtoppo abbiamo solo visto da lontano in quanto non è possibile l'accesso ravvicinato.
Pavimenti policromi si trovano in diverse chiese altomedievali della Toscana e i pannelli sono spesso composti di bianco, intarsi in "marmo" neri (o verde scuro) e rossi. Le prove sugli intarsi policromi del pavimento del Duomo di S. Martino a Lucca hanno fornito un risultato interessante: gli intarsi bianchi hanno le caratteristiche tipiche del calcare ceroso del Monte Pisano; gli intarsi neri sono una serpentinite che potrebbe provenire da diversi affioramenti ofiolitici in Toscana. Questi materiali sono paragonati ai più tradizionali tipi di "marmo" utilizzati, riutilizzati e sostituiti nelle opere medievali lucchesi. I primi litotipi bianchi sono stati estratti dal calcare ceroso locale, mentre solo in seguito è apparso il marmo bianco delle Alpi Apuane.
Nella Cattedrale non mancano esempi statuari di rilievo artistico notevole.
Altare di San Regolo.
Mentre a sinistra del coro è l'Altare della Libertà, molto caro ai lucchesi, dedicato nel 1639 a Cristo per averli liberati da Carlo IV dai Pisani. Ornato da bellissimi lavori in marmo dal Gian Bologna. Rappresenta Cristo risorto con a destra San Pietro e a sinistra San Paolo. Nel basamento l'iscrizione che ne attesta l'esecutore dell'opera ..
.Joannis Boloni Flandren opus 1579.....Il Cristo è una delle migliori statue dei Gian Bologna.
Con questo mi pare di avervi raccontato tutto sulla Cattedrale di San Martino, su Lucca e le sue bellezze.
Vi lascio un video che meglio vi può far vivere le sue bellezze .
....il viaggio nelle bellezze toscane non finisce qui, a presto.