"Ecco perché le navi da crociera fuggono dal porto di Catania"
"Ecco perché le navi da crociera fuggono dal porto di Catania"
"Ecco perché le navi da crociera fuggono dal porto di Catania"
Già 50 le disdette per il 2013, ma il timore è che si vada alla cancellazione definitiva nel 2014. Berretta (Pd): "Le cause sono il costo altissimo della raccolta rifiuti a bordo e la cattiva gestione degli ultimi anni che ha negato l'utilizzo dell'area alla città"
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CATANIA - Le navi da crociera fuggono da Catania, a causa dei costi altissimi da sostenere per attraccare nel Porto etneo e della mancanza di servizi, e preferiscono gli altri porti siciliani (Messina e Palermo) e quelli del Nord Africa, primo tra tutti lo scalo di Tunisi: già 50 sono state le navi disdette per il 2013 ma il timore concreto è che si vada alla cancellazione definitiva del Porto di Catania dalla programmazione delle compagnie crocieristiche per il 2014.
E' questo uno degli allarmi lanciati questa mattina, davanti all’ingresso principale del Porto in via Dusmet, dal parlamentare catanese del Partito Democratico Giuseppe Berretta. Assieme a lui, tra gli altri, i deputati regionali Concetta Raia ed Anthony Barbagallo, il segretario cittadino del Pd Saro Condorelli e il segretario provinciale Luca Spataro.
Un grido d'allarme, quello lanciato stamani, "che riguarda non solo le compagnie crocieristiche ma l’intero sviluppo della città e di un settore che potrebbe coinvolgere migliaia tra lavoratori diretti e dell’indotto, dalle guide turistiche ai taxi, dai gestori di ristoranti e bar agli autobus" ha esordito Berretta, secondo cui "la cattiva gestione del Porto e il rapporto della città col mare sono solo alcuni dei più eclatanti esempi delle potenzialità enormi che Catania ha ma che sono state messe a repentaglio da una politica di centrodestra totalmente incapace".
Il nodo riguarda principalmente i costi esorbitanti per il servizio di raccolta dei rifiuti a bordo: a Catania costa 2.900 euro, a Messina 85 euro e a Palermo 563. Inoltre a Catania le navi devono pagare il servizio anche quando i rifiuti della nave vengono smaltiti altrove o negli inceneritori di cui le navi stesse sono dotate. Il risultato? "Per una crociera attraccare a Catania costa 17.500 euro, 5 mila in più rispetto a Messina e 7 mila in più rispetto a Palermo e forse proprio per questo a Catania arrivano la metà dei passeggeri: 280 mila quelli sbarcati nel 2011 contro i 500 mila di Palermo e i 505 mila di Messina".
"A ciò si aggiunge la pessima gestione dell’intera area: il Porto è negato, l’accesso vietato con sbarre, i servizi scadenti per i turisti ma anche per i catanesi, allontanati dal mare a causa di divieti su divieti mentre tutta la zona degli Archi della marina è sporca, dissestata, si è costretti a passeggiare nel degrado assoluto – ha concluso il deputato dei Democratici – Noi abbiamo coniato uno slogan, Io Cambio Catania, e vogliamo cambiare la città sfruttando queste potenzialità mortificate, proprio a partire dal mare".
"Questi esempi ci fanno capire come la gestione del Porto di Santo Castiglione, durata otto anni, sia stata del tutto inadeguata: non si è resa Catania più appetibile ma si è pensato soltanto alla gestione del potere – ha detto Concetta Raia – La nostra città perderà imponenti occasioni sia dal punto di vista turistico che economico e non possiamo permettercelo". Anche per Saro Condorelli "il tema del rapporto col mare non è certo da nostalgici, stiamo parlando di cose reali come la possibilità di reddito per migliaia di lavoratori". "Non vogliamo che le inefficienze delle amministrazioni di centrodestra che hanno governato il Porto, il Comune e la Provincia in questi anni gravino ancora sulle tasche dei cittadini per le opportunità mancate".
"Questo è un luogo emblematico, le barriere che separano il Porto dal resto della città danno l’idea di gestione voluta dal centrodestra, profondamente diversa rispetto alla nostra – ha proseguito Luca Spataro – Per noi il Porto deve essere il fulcro della città, come avviene a Genova e in tutte le città portuali del Mediterraneo che su questo fanno economia, mentre a Catania il centrodestra ha pensato solo ad usare il Porto come uno dei luoghi di sottogoverno in cui piazzare i suoi uomini". Da qui l'appello del Pd che, compatto, ha chiesto che si ponga volti pagina nella gestione del Porto. All’incontro con i giornalisti erano presenti anche il deputato regionale Gianfranco Vullo, eletto nella lista Crocetta Presidente, il segretario provinciale della Cgil Angelo Villari e il segretario confederale Giacomo Rota.