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Concordia, la tv ricorda i 10 anni dal naufragio

  • Autore discussione Autore discussione MCP
  • Data d'inizio Data d'inizio
Bravata? cazzata? Le fanno i ragazzi quando vanno a rubare le angurie/meloni/ciliegie nei campi, non un Comandante di una nave con 3000 persone a bordo.!!!!!!!😡😡😡
Tiziano, non hai inteso quello che volevo dire.
Le conseguenze sono gravissime e imperdonabili, ma quello che nella sua mente (e non solo sua, non era di certo il primo Comandante a fare lo splendido al Giglio) era una spavalderia , purtroppo poi l'estremo azzardo si è riflesso in una catastrofe.
Quanti ragazzi fanno la cazzata della foto sui binari con i l treno in arrivo? Però non tutti tornano a casa in quanto pagano con l'estremo epilogo... la loro bravata.

Nella mente dell'innominabile era lo stesso.... finché non ha fatto pagare con la vita di altri la sua incompetenza nel arrivare troppo vicino al maledetto scoglio, alla fine pagando meno del ragazzo di cui sopra.
 
Quando ripenso a questo disastro mi si spacca il cuore. Prima per i morti, che è la cosa più agghiacciante. E poi perché mi ripeto che è stato il totale fallimento di un modello organizzativo. Verissimo che è quello scellerato di Schettino che è andato a 16 nodi alle Scole, ma il fatto che si sia trovato nelle condizioni di poterlo fare è ancora più triste. Non mi importa di non conoscere lo scenario nei dettagli, e tanto meno le norme che regolano i comportamenti degli ufficiali e dell’equipaggio: quali che siano tali norme (o che fossero, se qualcosa è davvero cambiato) si sono dimostrate più fragili di un castello di carte. Se questo non solleva Schettino da nessuna responsabilità, sarebbe un errore dimenticare che l’intero sistema che ruota intorno alla gestione di questi mezzi di trasporto turistico si è dimostrato presuntuoso, arrogante e totalmente inefficace. Non è l’ergastolo a Schettino che può garantire che tale sciagura non si ripeta, ma un grosso bagno di umiltà da parte di tutti coloro che lavorano in questo settore. Con tutto l’amore che provo per il comparto crocieristico (da cliente, non da operatore), dopo 10 anni purtroppo continuo a dubitare che questa umiltà si sia mai davvero concretizzata
 
Ieri sera ho visto il documentario di Rai2: a me è parso equilibrato e ben realizzato, pur mancando tutta una serie di "voci" che invitate a partecipare hanno negato il loro contributo, prima fra tutte Costa (v. titoli di coda).
L'ho preso già iniziato perché sono rientrata a casa intorno alle 21.40, quindi può darsi che sia sfuggito a me, ma mi ha meravigliato che non sia stato fatto alcun cenno del direttore d'hotel Giampedroni che fu recuperato incagliato nel relitto e definito eroe, per poi essere accusato e condannato con gli altri (tutti patteggiamenti): forse ha preferito lui defilarsi ed essere dimenticato.
 
Ieri sera ho visto il documentario di Rai2: a me è parso equilibrato e ben realizzato, pur mancando tutta una serie di "voci" che invitate a partecipare hanno negato il loro contributo, prima fra tutte Costa (v. titoli di coda).
L'ho preso già iniziato perché sono rientrata a casa intorno alle 21.40, quindi può darsi che sia sfuggito a me, ma mi ha meravigliato che non sia stato fatto alcun cenno del direttore d'hotel Giampedroni che fu recuperato incagliato nel relitto e definito eroe, per poi essere accusato e condannato con gli altri (tutti patteggiamenti): forse ha preferito lui defilarsi ed essere dimenticato.
Anch'io l'ho ritenuto equilibrato. Senza essere nominato mi è parso che un attore abbia interpretato il ruolo dell'Hotel Director durante le riprese sul ponte di comando.
Certo che passare da "eroe" a condannato deve essere stato tremendo.
 
Ieri sera ho visto il documentario di Rai2: a me è parso equilibrato e ben realizzato, pur mancando tutta una serie di "voci" che invitate a partecipare hanno negato il loro contributo, prima fra tutte Costa (v. titoli di coda).
L'ho preso già iniziato perché sono rientrata a casa intorno alle 21.40, quindi può darsi che sia sfuggito a me, ma mi ha meravigliato che non sia stato fatto alcun cenno del direttore d'hotel Giampedroni che fu recuperato incagliato nel relitto e definito eroe, per poi essere accusato e condannato con gli altri (tutti patteggiamenti): forse ha preferito lui defilarsi ed essere dimenticato.
Visto anche io e ho fatto lo stesso pensiero su Manrico Giampedroni (io l'ho visto dall'inizio, non si è parlato di lui), probabilmente ha scelto lui stesso di non essere coinvolto in questo documentario.
 
Per chi si fosse perso il servizio di Rai2 lo può rivedere qui previa semplice registrazione.
Ho provato le stesse sensazioni ed emozioni provate quella maledetta sera nella quale, fino a notte inoltrata, seguii gli sviluppi della vicenda.
Non credo possano esserci dubbi di sorta sul fatto che il comandante l'abbia combinata grossa e che tutte le colpe non possano che ricadere su di lui. Fatti salvi altri personaggi di minore grado presenti in plancia quella sera. Soprattutto imperdonabile il fatto di aver abbandonato la nave quando ancora vi erano centinaia di passeggeri a bordo. Oltre ad essersi in pratica rifiutato di risalire a bordo allorché il Comandante De Falco lo aveva esortato nel farlo. Ho poi ascoltato l'avvocato di Schettino dire che per il suo assistito non sarebbe stato possibile risalire la biscaglina. Ma come, se lo hanno fatto sindaco e vice sindaco del Giglio, poteva tranquillamente farlo pure Schettino. Diciamo che Schettino era andato completamente nel panico e non aveva più contezza delle sue azioni già fin dall'attimo successivo allo scarrocciamento. Diciamo pure che se alcune colpe vogliamo distribuirle ad altri ufficiali presenti in plancia potevano essere proprio quelle di non aver assunto il comando delle operazioni dopo che, con ogni evidenza, Schettino era andato nel pallone. Certo, scrivere e giudicare comodamente seduti in poltrona è facile. Tuttavia sono morte 32 persone e solo grazie alla fortuna che la nave, senza governo, si sia appoggiata agli scogli ha scongiurato una vera e propria ecatombe!
 
Trasmissione che ho seguito anch'io ieri sera, con attenzione e tanta emozione. Anch'io quella notte seguii sui vari canali di comunicazione l'evolversi della vicenda, in seguito però partecipai poco alle discussioni, soprattutto per rispetto alle vittime e per la sincera tristezza di appassionato.
Condivido tutte le vostre osservazioni. Ne aggiungerei solo una, riguardo l'ex Comandante Mario Palombo. Mi è sembrato che gli autori lo abbiano voluto troppo "mettere in mezzo", come una delle principali motivazioni dell'effettuazione del maledetto inchino di Concordia.
E' vero che è stata inserita una telefonata (vera o finzione scenica non si sa), dove lui dice che non si trovava al Giglio ma a casa sua a Grosseto, ma ormai il richiamo alla sua persona è stato fatto.
Ho avuto l'occasione e la fortuna di parlare proprio con lui sulla vicenda, e sosteneva di essere stato coinvolto con molta emozione e tristezza, ma non in maniera esplicita e diretta.
 

Non credo possano esserci dubbi di sorta sul fatto che il comandante l'abbia combinata grossa e che tutte le colpe non possano che ricadere su di lui.
L’ho già scritto e lo ripeto: un sistema intero dovrebbe essere sufficientemente collaudato e solido da impedire che un deficiente combinasse un tale danno, a partire dal “giretto” alle Scole. Invece quello stesso sistema è quello che i giretti alle Scole li consentiva: è semplicistico dare dell’idiota al comandante (che pur idiota lo è stato) e non considerare chi o cosa ha generato un simile personaggio, perché potrebbe benissimo partorirne un altro simile
 
L’ho già scritto e lo ripeto: un sistema intero dovrebbe essere sufficientemente collaudato e solido da impedire che un deficiente combinasse un tale danno, a partire dal “giretto” alle Scole. Invece quello stesso sistema è quello che i giretti alle Scole li consentiva: è semplicistico dare dell’idiota al comandante (che pur idiota lo è stato) e non considerare chi o cosa ha generato un simile personaggio, perché potrebbe benissimo partorirne un altro simile
Penso che nel momento in cui saliamo su un mezzo di locomozione qualsiasi affidiamo la nostra vita nelle mani di una persona. Che sia idiota oppure no, che sia pazzo o meno, che compia anche un semplice errore di valutazione ma non ci sarà mai nessun sistema che possa impedire ad una persona di mettere in atto, deliberatamente o accidentalmente nel provocare un disastro di questa portata.
 
Penso che nel momento in cui saliamo su un mezzo di locomozione qualsiasi affidiamo la nostra vita nelle mani di una persona. Che sia idiota oppure no, che sia pazzo o meno, che compia anche un semplice errore di valutazione ma non ci sarà mai nessun sistema che possa impedire ad una persona di mettere in atto, deliberatamente o accidentalmente nel provocare un disastro di questa portata.
Non sono del tutto d’accordo; in generale è vero quanto dici, ma questa tragedia ha una genesi di “degrado” piuttosto ampio; non è frutto di una sola ed unica decisione sbagliata presa in pochi secondi. Di fatto era evitabilissima: nessun guasto tecnico, nessun problema meteo, giusto per fare degli esempi. Un contesto fortemente transigente, regole che forse attribuiscono a singole persone poteri da “super Dio” sono solo esempi di elementi che sarebbe secondo me sbagliato ignorare
 
Direi che da quella tragedia molte cose sono cambiate, se non altro a bordo delle navi da crociera.
Certo l'azzeramento assoluto degli incidenti non potrà mai essere garantito, ma situazioni come quelle di Concordia difficilmente potranno accadere nuovamente.
Un Comandante non è più un "Dio" a bordo di una nave, il famoso slogan "Dopo Dio, Io" non esiste più. Il Comandante può essere assimilato ad un Direttore di Orchestra che si avvale di Professionisti per portare a termine un compito.
Allo scopo è nato il BTM che porta all'obiettivo di modificare gli atteggiamenti e stabilire un lavoro di squadra più sicuro ed efficiente a bordo della nave governata da un Leader che si identifica nel Comandante.
Poi farei un distinguo nel mettere la propria incolumità belle mani di "una persona". Un conto è identificarla in un autista di un bus, di un treno un'altra in un team che guida una nave.
Aggiungerei i controlli esercitati da terra che chiedono giustificazione per ogni scostamento dalle rotte programmate a cui nessun Comandante può sottrarsi.
 
Ultima modifica:
Penso che esistano molte differenze tra il caso della Concordia ed altri disastri nella storia della navigazione e, più in generale, dei trasporti.
Il ruolo del comandante è stato la causa di tutto il disastro, un disastro che è iniziato con lo scontro con lo scoglio ma, più grave, è seguitoto con ancor i ritardi nel mettere in salvo le persone e con la finale fuga a terra.
Viene da pensare che, preso atto della inadeguatezza del comandante, qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa. Ma è un parere personale più dettato dal sentimento che dalla conoscenza.
 
Direi che da quella tragedia molte cose sono cambiate, se non altro a bordo delle navi da crociera.


Poi farei un distinguo nel mettere la propria incolumità belle mani di "una persona". Un conto è identificarla in un autista di un bus, di un treno un'altra in un team che guida una nave.
Pienamente d’accordo Rodolfo sul distinguo; anche se il fatto che ci fosse lo slogan “dopo Dio, io” un po’ induce a fare certe similitudini con l’autista di un tram ;)
Quello che hai ricordato sulla revisione del modello (e che sono sincero forse proprio a mie considerazioni avevi già risposto 10 anni fa, non lo ricordavo) è sicuramente di conforto, e a parer mio dimostra che una certa consapevolezza della debolezza del precedente scenario è stata maturata.
Qualche riserva sul fatto che la “lezione” sia servita in generale la nutro, perché anche la leggerezza con cui rispettano (e non mi riferisco a Costa in particolare) i protocolli per la “bolla” anti Coronavirus non sono proprio da manuale (provato di persona, oltre che per le testimonianze di altri).
Comunque a conti fatti non possiamo fare che augurarci che non capiti più una roba di quel genere…!
 
Certo, del resto incidenti "ingiustificabili" al naviglio normale ne accadono di continuo ogni momento, ma uno come quello di Concordia è praticamente impossibile che possa verificarsi nuovamente.
I Comandanti han perso gran parte del loro potere, anche se sono in prima persona responsabili di qualsiasi evento possa accadere.
 
Mi piace questo tono più pacato e sereno che ha preso la discussione.

Se vogliamo fare un'analisi anche psicologica di quei momenti, credo che di sbagliare nel proprio lavoro possa capitare a tutti, e che nessuno possa scagliare la prima pietra. Ma il comportamento più scellerato da parte di Schettino (ma anche Ferrarini e Costa hanno fatto lo stesso) è stato quello, nei momenti immediatamente successivi all'incidente, di pensare esclusivamente a come cavarsi d'impaccio per sé: Schettino a cavare d'impaccio se stesso a tutti i costi, Ferrarini a evitare ogni conseguenza alla compagnia (tutta la storia dei rimorchiatori, li mando, non li mando, chiamateli tu così la compagnia non è coinvolta...).
Fatto sta che i vertici di nave e compagnia nelle prime ore - determinanti per un salvataggio - si interessarono e occuparono solo di come fare a sgravarsi le rispettive responsabilità e uscirne puliti, dimostrando come la messa in sicurezza di passeggeri ed equipaggio fosse (e di fatto fu) l'ultima delle loro preoccupazioni. E quella fu, non l'urto sulle Scole, la ragione dei 32 morti.
Non saranno stati lucidi, o forse lo erano anche troppo, ma secondo me questo è stato il comportamento maggiormente condannabile, penalmente e moralmente, e non solo da parte di Schettino.

Quanto a Manrico Giampetroni l'ho conosciuto bene e ho avuto modo di parlare con lui anche dopo l'incidente.
Era (è ancora, ritengo) un uomo e un professionista molto serio dotato di carattere solidissimo, e lo ha dimostrato anche quella notte (dedicandosi ai passeggeri, rischiando la vita, e - dopo tutto quello che passò - vi ricordate la sua prima frase dopo il recupero?); ha sopportato con grande forza e dignità il processo e le conseguenze senza mai lasciarsi abbattere, ha affrontato tutto senza mai tentare di sfuggire. Dopo la condanna, che pure escludeva il carcere, il Tribunale di Sorveglianza non gli permise di tornare a navigare (imponendogli - a mio avviso fin troppo severamente - la reperibilità a terra): credo che abbia continuato a lavorare in Costa con mansioni di sede fino al pensionamento.
A lui oggi va il mio pensiero, e tutta la mia stima a un uomo di rara grandezza. Uno dei pochi, in tutta la meschinità che ha caratterizzato quella vicenda.
 
Ultima modifica:
Sto guardando questa ricostruzione del naufragio:
Sono a circa mezz'ora dall'inizio ma già si capisce dove vuole andare a parare. A parte che già dal titolo lo si capisce...
 
Ho avuto lo stomaco di arrivare alle due ore. Cioè, più che altro ero incuriosito di come una persona sia in grado, con il suo eloquio, di ribaltare la realtà delle cose con ricostruzioni fantasiose. Si comincia col dire che il comandante non sarebbe stato tenuto ad essere presente in plancia per fare l'inchino. Che in pratica si sarebbe recato quasi controvoglia in plancia e che non aveva contezza della situazione perché gli ufficiali non gliela avevano riferita. Un comandante che, in una fase così delicata, perde tempo al telefono per informare un suo ex collega che sarebbe passato sotto costa e che si informa fino a che punto ci sarebbe stata acqua per potersi avvicinare il più possibile. Dopo di che prende il comando della nave e dopo un po' si avvede che stanno andando a sbattere. Che poi a me risulta che sia stato un suo ufficiale ad avvisarlo che erano troppo vicini.
Dopo di che il timoniere ha recepito male un comando fondamentale, e qui non ci piove. Ma che un comandante debba arrivare al punto di legare il destino di una nave ad una manovra evasiva fatta in extremis con 4200 passeggeri a bordo a me pare follia. Come a me pare follia che non si sia dato il segnale di emergenza per tempo. Come è follia dire che con tre compartimenti allagati la nave doveva galleggiare e sostenere che questo era scritto nelle procedure di emergenza. E poi le lance, delle quali tre non sono scese a causa di un guasto. Non che invece la nave era talmente sbandata che queste tre lance non riuscivano ad uscire dalla murata andando ad appoggiarvisi e pertanto essere impossibilitate a scivolare in mare. Pertanto, se si fosse dato l'allarme per tempo, l'evacuazione sarebbe stata completata. Non che, come sostiene, l'allarme non è stato dato per evitare il panico. E qui mi fermo perché di corbellerie ne ho sentite a sufficienza!
 
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