T
tano
Guest
Se vi era un avvenimento molto clamoroso, si poteva sempre telefonare da Bordo a Genova alla Costa per piu' notizie via radio, od a a casa.
La domanda di mal di mare mi ha fatto ricordare un particolare molto interessante che mi dicevano i vecchi naviganti, dagli ufficiali ai marinai, quello che si chiamava IL MAL DEL FERRO.
Chi navigava da anni, anche se aveva una famiglia alla fine sentiva oiu' casa sua la nave della propria casa a terra. Questo accadeva perché la vita della famiglia a casa era impostata sulla sua assenza. Orari, tempi ed abitudini era consoildate e, quando lui sbarcava, rompeva abitudini e consuetudini. Il posto piu' comodo per vedere la televisione , per esempio, o a tavola, gli veniva ceduto...di diritto, ma lui capiva che modificava una abitudine, capiva che la casa e la famiglia viveva un ritmo a cui lui doveva conformarsi. Sentiva ( queste cose dette da molti) che, se pur con affetto e felicta', era un po' l'estraneo di famiglia. Si parlava di cose avvenute e di cui lui non sapeva niente. Vedeva modifiche nella casa di cui lui non era stato partecipe, e tutto questo faceva si che , il navigante, alla fine quasi desiderasse
ritornare a bordo, dove la sua vita aveva un senso. Ed anche chi non aveva famiglia, si sentiva perso a terra, passato alcuni giorni di visita a parenti ed amici, loro riprendevano la loro vita, mentre lui si sentiva solo, e quindi risognava di partire, perché sulla nave aveva vita... li a casa, a terra , solo sopravvivenza.
E questo particolare senso di solitudine colpiva molto i marittimi pensionati e senza famiglia. Ne ricordo uno in particolare, un capo commissario, che veniva sempre a bordo quando eravamo a Genova, e sta va con noi ( a volte anche ..rompendo...) e scendva alla partenza con il viso triste di nostalgia. E fu proprio lui un giorno a spiegarmi come fosse difficile per un marittimo vivere a terra dopo anni di navigazione E fu per queste considerazioni, che, conseguita la laurea, decisi ( anche se a malincuore) di lasciare le navi.
Mamma mia quest che racconti é terribile Nostromo.
É brutto sentirsi un estraneo una volta che si torna a casa.
Mi da anche la sensazione che sia qualcosa anche di molto attuale.
Un saluto.