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Cosa si faceva in crociera negli anni '60 e '70?

rudder

New member
Volevo sottolineare, e mi scuso in anticipo dell'OT, anche l'avatar di Rudder....spaventoso ed affascinante al tempo stesso...bello...
Se non sono indiscreto, l'hai fatta tu la foto? Di che mare si tratta? E che mare!!

Grazie
Zona Golfo del Leone,Pasquetta qualche anno fa!!
........................................................................
Ora mi scuso con nostromo per l'OT.
 

La76

New member
Aspetto con impazienza gli aggiornamenti di questo argomento perchè i racconti di Nostromo sono veramenti belli e affascinanti.

Ossignur,quanti ricordi mi sono venuti alla mente.
Oggi, che comunico con le Navi, con il telefonino, il P.C e tutte le diavolerie tecnologiche assortite
quel periodo della mia vita,mi sembra così ...lontano!
Mi hai fatto pensare a quando mi chiamava Radio Roma...penso ai telegrammi
e alle tante lettere ricevute.
<<Pronto,ma mi senti...come stai,avete mare...che ore sono?
Qui tutto bene,la bambina ha messo un dentino,stai tranquillo,la febbre è passata...
Salutami tutti a bordo,un bacio,Buona Navigazione.
Buon Natale-Buon Anno-Buona Pasqua-Auguri per i tuoi 30 anni...e vai ....>>
......................................................
Grazie nostromo.Grazie.

Oggi,con le grandi tecnologie si vive più tranquilli,le notizie viaggiano in tempo reale
e grazie ai vari messenger, che ti permettono di parlare e vedere, è tutto un altro mondo.
Però,la lontananza e la malinconia che spesso mi assale è rimasta uguale.
in mare ne ho tre,e anche se sono molto abituata a gestire questa situazione
le mie spalle larghe e il grande allenamento di anni ...non è mai abbastanza!
Il Mare e le Navi sono un lavoro e una scelta di vita, una necessità per moltissime persone
e con i tempi che corrono...meno male che esistono!
Grazie mare,grazie barche.
rudder

Oggi però voglio ringraziare anche Rudder, che oltre ad aver messo un avatar meraviglioso (e mi piacerebbe anche sentire il racconto di come si vive in una tempesta simile :p), con i suoi racconti "dall'altra parte" ci aiuta a fare un quadro completo di una realtà del mare che spesso non conosciamo...fatta sia dai racconti di chi ha navigato, che da quelli di chi aspettava a casa.

Storie affascinanti....ma, in considerazione anche dell'intervento di Rudder....vite difficili e ricche di sacrifici...per chi era a bordo...e per le famiglie a terra...
E credo che sia così anche tutt'ora...nonostante la tecnologia....

Penso anch'io che oggi, nonostante il supporto della tecnologia sia ancora difficile...la mancanza di quotidianità penso sia l'aspetto più logorante sia per chi naviga che per chi aspetta.
 

nostromo

New member
Bene, abbiamo tanto materiale di contrabbando, ma come scendeva a terra. Beh, ognuno aveva le sue vie, i " camalli " che curavani l'imbarco delle mezze bestie. Il personale di terra, exx, ma io voglio raccontarvi il mio. I VISITATORI. Nei due giorni di sosta completa la nave era aperta ai visitatori. Il pomeriggio vi era anche il rinfresco. E trai visitatori vi erano sempre dei gruppetti di ragazze e giovanotti habituee. Le ragazze indossavano gonne a palloncino, allora di moda, larghe e retonde. e all'interno di queste gonna avevano delle tasche in cui inserire le stecche di sigarette. Le calze erano in buste di cellophane ed arano avvolte attorno alle braccia e bloccate con l'elastico. Gli impermeabili, contenuti in buste di 20 x 40 cm , andavano infilati sotto le camicie degli uomini, cosi' erano nascosti dalle giacche.
Le donne erano anche tranquille perché alla dogana nessuno si sarebbe ami permesso di controllarle. ..palpamdole. I registratori invece erano gestit dal personale della Costa locale. Ce li pagavano e basta. Ma il commercio delle calze ed affini aveva anche un piacevole seguito. Le ragazze erano le noste guide ber Baires.
Alla sera,dopo le 17 scendevamo insieme a loro. ed era veramnete piacevole perché Buones Aires era e pensia sia ancora una bellissima citta'. Si passeggiava per Lavalle, Corrientes ( se non ricordo male una era gia' pedonale allora). Si prendeva l'aperitivo in certi bar vecchio stile, poi magari si andava alla Boca, il quartiere genovese, dove si beveva il vino ancora con il " pirrun". O al Caminito Era bellissmo e rilassante, poi, visto che avevamo guadagnato bene, si andava a ceba nei migliori ristoranti. Ricordo che allora vi era crisi di energia elettrica, a Baires, per cui alla sera l'illuminazione era scarsissima. piccole lampadine accese nelle vetrine.
Si mangiava una carne meravigliosa, el bife de lomo, e tanta verdura fresca , che a noi mancava perché a bordo era tutta di frigorifero.
E poi, satolli e felici vi erano le "emobladas ". Diciamo che fossero dei motel antelitteram.. Ci si arrivava con il taxi. Non si vedeva quasi nessuno.tutte camere don servizi, si pagava ...l'affitto.... tramite uno sportello in camera..... e si scendeva a riprendere il taxi. Sistema in opera affinche' la signora in compagnia non fosse ìvista da qualcuno. Noi cosi', l' euipaggio aveva il Retiro, dove si beveva e ci si divertiva e si incontrava compagnia. Ditemi se vi era un porto dove la sosta fosse cosi' gradevole...... e per di piu' sicura. Si partiva con un po' di nostalgia e con le tasche piene di Pesos da cambiare
 

paolocecchi

Well-known member
Nostromo leggo cose interessantissime e ti ringrazio per il tempo che ci dedichi.Hai mai pensato di scrivere un libro con questi ricordi e aneddoti? Un saluto
 

nostromo

New member
Divago un attimo. per il libro...meglio come sto facendo. le leggete gratis ,,no ? Per il mare, in genovese, vi e' una bellissima espr essione : u maa u le maa .
Cioe' usiamo la stessa parola per mare e male. Trovo questa similitudine molto significativa ed interessante-per che' puo' avere due significati, il primo : il mare e' mare. cioe' va accettato cosi come e', dobbiamo noi saperci adeguare. La seconda e' che il mare e' male perché sia la vita che i pericoli che ne derivano sono pericolosi per l'uomo.
 
T

tano

Guest
La pedonale a Buenos Aires era Florida, la Avenida che non dorme mai : Corrientes.
Piú tardi diventó Lavalle, la strada dei cinema ( quando inizió il fenomeno dei video diventarono grandi sale da giocchi elettronici " , dove anche si mangia buona carne come a " La Estancia " o " El palacio de la papas fritas "o un ottima pizza alla piedra ( sottile all´Italiana con il fondo piú duro ) " Los Inmortales".
Los Mueblados o alberghi transitori che va turni di un ora e mezza, poi se si vuole restare piú bisogna pagare extra, difficile il fine settimana, c´é la coda !!!!
La Boca ci sono le trattorie Italiane piú Genovesi ma anche napoletane in cui si mangia molto bene, una little Italia ed una pizzeria famosa di nome Augustus, passo obligatorio ogni volta che andavo allo stadio a vedere Boca Juniors.
Bei ricordi e grazie Nostromo per farmeli venire in mente.

Un saluto.
 

nostromo

New member
Si, ora ricordo Florida. La cose che piu' stipirono allora erano due. Una, la fila pefette delle persone che attendevano gli autobus cittadini ( che hanno un nome che non ricordo) tutti in fila indiana,girando anche dietro l'angolo della "quadra ". E che nelle strade si sentivano parlare tutte le lingue ed i dialetti, molto meno il "castellano ".
o portenho come mi pare si dicesse allora.
Nel 1958 /1959 non vi erano ancora sale gioco. Cinema si, qualcuno gia' allora a "luci rosse " Anche a me riaffiorano tanti ricordi.
 

paolocecchi

Well-known member
Per il libro era sottointeso che a noi ne avresti regalato una copia con le spese di spedizione a tuo carico....Scherzi a parte va benissimo così!
 

nostromo

New member
Per il libro era sottointeso che a noi ne avresti regalato una copia con le spese di spedizione a tuo carico....Scherzi a parte va benissimo così!
ai genovesi,uomini diversi d' ogni costume e pien d'ogni magagna, perche' non siete voi per il mondo spersi " Questo lo scrisse Dante su di noi, dopo che i Doria,gli disero che con la poesia non si guadagnava niente... e lui, lasciando Genova, sbatte le ciabatte perché non voleva portarsi via neppure la polvere di Genova. Al mio paese c'e' una lapide... Caddero cento lire mori' nella mischia..... e qualcuno puo' pensre che,scritto un libro, lo darei gratis......... Come sono misconosiuti i Liguri
 
T

tano

Guest
Jaaaaaa. Verissimo La 76 !!!!!
Ma il Genovese é molto gentile, sa essere un amico.

Un salutone.
 

nostromo

New member
Arrivederci Buenos Aires ( almeno spero,per noi marittimi non si sa mai) partiamo. Al ritorno i passeggeri erano in maggior parte italiani che ritornavano a casa dopo anni di vita in Argentina, per irvedere i posti ed i parenti lasciati da giovani. Prsona che rientravano magari dopo quarant'anni: Vi erano anche famiglia conifigli che credevano di parlare l'italiano ma in realta' parlavano solo il dialetto imparato dai nonni. Era a volte curioso sentire parlare un genovese antico, con espressioni e parole che facevamo fatica a capire. Non erano piu' emigranti e quindi andavano trattati piu' da passeggeri. Questi si annoiavano come quelli dell'andata , ma non lavoravano. Quindi scalo a Montevideo, dove cambiavano i pesos guadagnati in lire, perché era molto piu' conveniente farlo li che in Argentina. Poi Rio Grande do sul, Santos, Rio e Recife. Barchi sbarchi, costieros, lavoro giorno e notte. Scontavo il riposo ed il divertimento di Baires. Ed in piu' organizzare le " buste formato ananas" per Recife. Questo e' un curioso aneddoto che vi lascero' in sospeso per alcuni giorni. ho tante liste da fare.....
 

nostromo

New member
Che cosa portavamo a casa da quei viaggi ?. Dall'Argentina solo cose in cuoio. Venivano i venditori a bordo, costavano poco ma non erano finite bene come le nostre,ma una valigia od una cartella era un buon affare, Dal Brasile il caffe'. che doveva essere acquistato non torrefatto, per due ragioni, prima perché in Italiam lo abbrustoliamo di piu'. e secondo perché quello torrefatto prendeva il sapore di mare. Massimo mezzo chilo, se no la Dogana a Genova ci obbligava a pagare le tasse impor. Anche se uno, fermato al varco doganale con due sacchetti di caffe' dichiaro' " e' mangime per le mie galline " il doganiere gli rispose che per lui era caffe', ed il marinaio disse, forse ma le mie galline lo mangiano..... ( e' vera). Poi una lattina di caffe in polvere , pero' bisognava aprirla per dichiararla..di uso personale.....
anche se i doganieri arriccivano il naso. Come mai avete le lattine sempre piene..... beh ne usiamo molto poco... ( a Genova la dogana per i marittimi era molto ma molto severa). Poi sempre dal brasile qualche pietra presiosa, tipo Ametista, o smeraldo, sapendo dove acquistare ertamente, costavano molto meno che in Italia ( questi erano in genere acquisti su commissione). Bottiglie di Casacha ( la casacha non es agua no ). E poi, a Recife, ultimo porto prima di attraversare lìAtlantico,
gli Ananas ( abacashi). Un frutto che allora in Italia era quasi sconosciuto. Li compravamo a cerste sia per mangiarli in navigazione , sia per portarne alcuni a casa.
E per portarli a casa ci volevano le ...buste formato ananas.
 

mal di mare

New member
Ciao......aspetto di sapere queste buste come erano.....formato ananas?

Ps.quale era la cosa di cui veramente sentivate la mancanza a bordo,
Tanti mesi lontano da casa?.........cosa,non persone........
 

nostromo

New member
Per rispondere sono tornato mentalmente ai mesi che si trascorrevano nei Caraibi. ben 9. I viaggi dell'Andrea duravano 45 giorni solo. Io ero giovane entusiasta, ma insieme a me vi erano persone mature, vecchi maviganti, e ricordando me e loro credo che la cosa che piu' ci mancava erano le notizie. Quelle da casa ogni 15 giorni le ricevevamo per posta. Ma le notizie generali, del paese, della vita normale, non le avvevamo se non in forma sintetica e limitata. Spesso quando tornavamo , le persone parlavano di fatti accaduti, di avvenimenti ,e noi sembravamo gli stupidi del villaggio,magari non ci ricordavamo di quanto costava un giornale, od il caffe' al bar.
Capivamo di essere stati tagliati fuori dalla vita del paese.PERO' I RIULTATI DEL GENOA LI RICEVEVAMO( anche delle altre squadre di serie a).
 
T

tano

Guest
Mia madre una mattina come qualsiasi altra a Buenos Aires apre il giornale e legge...sulla Tragedia del Vajont.....
Noi siamo di lí vicino, Longarone é casa, é stato teribile e poi anche gente amica.
Come si vivevano quelle notizie cosí terribili.

Un saluto.
 

nostromo

New member
Se vi era un avvenimento molto clamoroso, si poteva sempre telefonare da Bordo a Genova alla Costa per piu' notizie via radio, od a a casa.
La domanda di mal di mare mi ha fatto ricordare un particolare molto interessante che mi dicevano i vecchi naviganti, dagli ufficiali ai marinai, quello che si chiamava IL MAL DEL FERRO.
Chi navigava da anni, anche se aveva una famiglia alla fine sentiva oiu' casa sua la nave della propria casa a terra. Questo accadeva perché la vita della famiglia a casa era impostata sulla sua assenza. Orari, tempi ed abitudini era consoildate e, quando lui sbarcava, rompeva abitudini e consuetudini. Il posto piu' comodo per vedere la televisione , per esempio, o a tavola, gli veniva ceduto...di diritto, ma lui capiva che modificava una abitudine, capiva che la casa e la famiglia viveva un ritmo a cui lui doveva conformarsi. Sentiva ( queste cose dette da molti) che, se pur con affetto e felicta', era un po' l'estraneo di famiglia. Si parlava di cose avvenute e di cui lui non sapeva niente. Vedeva modifiche nella casa di cui lui non era stato partecipe, e tutto questo faceva si che , il navigante, alla fine quasi desiderasse
ritornare a bordo, dove la sua vita aveva un senso. Ed anche chi non aveva famiglia, si sentiva perso a terra, passato alcuni giorni di visita a parenti ed amici, loro riprendevano la loro vita, mentre lui si sentiva solo, e quindi risognava di partire, perché sulla nave aveva vita... li a casa, a terra , solo sopravvivenza.
E questo particolare senso di solitudine colpiva molto i marittimi pensionati e senza famiglia. Ne ricordo uno in particolare, un capo commissario, che veniva sempre a bordo quando eravamo a Genova, e sta va con noi ( a volte anche ..rompendo...) e scendva alla partenza con il viso triste di nostalgia. E fu proprio lui un giorno a spiegarmi come fosse difficile per un marittimo vivere a terra dopo anni di navigazione E fu per queste considerazioni, che, conseguita la laurea, decisi ( anche se a malincuore) di lasciare le navi.
 

rudder

New member
Nostromo,quanta verità nelle tue parole!
Per mio suocero era proprio così, dopo la prima settimana di vacanza a casa
non vedeva l'ora di ripartire,<<Mi manca la nave,il mio vero mondo>>
Ora non c'è più,chissà, se ha trovato un imbarco in cielo!
..............................
I miei marittimi,quando tornano a casa,ogni tanto danno segni di ''assenza,,
ma,per fortuna ...si riprendono subito!!
 
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