8 agosto – Kotor (Montenegro)
Kotor dista da Argostoli 288 miglia: è questa la distanza più lunga che Costa Classica copre dal pomeriggio del 7 agosto alle 14 di oggi. Dopo aver costeggiato la Grecia e le sue isole, tra cui Corfù, oltrepassiamo anche le coste albanesi, mantenendo prua nord…. il "nord" ci riporta al momento del rientro, non troppo lontano da oggi. Sembra quasi che, per riabituarci all’aria di casa, Poseidone abbia deciso di darci il buon giorno con …..
… una bella nebbiolina, che andrà gradualmente svanendo mano a mano che ci avviciniamo alle coste montenegrine. In realtà le previsioni meteo danno, anche per oggi, cielo sereno e temperatura superiore ai 35°C…. un’altra splendida giornata. Infatti, di lì a breve potremo godere della scia senza alcun filtro divino
Oggi, lo spettacolo vero sarà a bordo…. la navigazione nel fiordo.
Verso le 11, tutta la famiglia è convocata al completo sul ponte più alto per ammirare il paesaggio. La prua di Costa Classica è decisamente orientata verso la cittadina di Herceg-Novi, dimostrando tutta l’intenzione di passare tra la penisola di Prevlaka, punta più a sud della Croazia, e la penisola montenegrina di Lustica.
La rotta che la nave si appresta a seguire è di tutto interesse: ci vorranno quasi due ore per percorrerla con navigazione turistica, per giungere a destinazione.
Prima di imboccare la tratta più interessante, segnata dal passaggio attraverso lo Stretto delle Catene, molti passeggeri si sono già arresi, dedicandosi ad altre attività, non ultima assistere alla scultura di ghiaccio in piscina ad opera di uno chef Costa
Intanto la navigazione prosegue nelle acque di questa giovane repubblica, figlia della ex-Yugoslavia, fino al giugno del 2006 unita alla Serbia sotto il nome di Repubblica di Serbia e Montenegro, da cui si è staccata a seguito di un referendum. Con questa separazione, la Serbia ha perso ogni accesso al mare.
Ed ecco uno dei rifugi (per sottomarini ?) visibili nell’area: qui era presente, anche dopo le recenti guerre balcaniche, la base navale di Tivat, da cui operavano proprio le fregate classe Kotor (!)
… ora il progetto di un miliardario canadese vorrebbe rendere l’area una località turistica di lusso, al pari di Monaco, Cannes o Portofino.
Lo Stretto delle Catene è sempre più vicino
alla nostra sinistra Kamenari
alla nostra destra, più avanti, Lepetani. Tra i due paesini, situati sulle sponde opposte, i traghetti fanno la spola.
Sporgendosi, sembra quasi di poter toccare la terraferma….
e, finalmente, attraversando lo Stretto, si distinguono sempre più nitide, l’isola di San Giorgio ed il relativo monastero e l’isola artificiale di Gospa
Subito dietro, la cittadina di Perast (o Perasto)
Accostiamo a dritta (o forse viriamo??? mah, mi toccherà studiare durante l’inverno [smilie=libro[1].gi:….) e le due isolette si fanno ammirare ancora meglio
Mi muovo da una parte all’altra della nave, come un bambino …. spero di riuscire a fotografare il più possibile e, al tempo stesso, anche a godere di questa meravigliosa navigazione, lenta, tranquilla, che mette serenità, in un luogo sinora a me sconosciuto, ma che sta già occupando – in questa crociera – il posto d’onore
A farmi tornare contemporaneo vivente ci pensa il suono della sirena di MSC Armonia. Ieri, partendo da Argostoli dopo di noi, ci aveva superato; ora la incrociamo in direzione opposta: appena salpata da Kotor dove è rimasta ormeggiata tutta la mattina
Arriviamo a Kotor, mentre Costa Classica attracca, noi, pochi superstiti di questa bellissima navigazione, lasciamo il ponte 12: Alfresco café ci attende per il pranzo. Ottimo tempismo, molti passeggeri hanno già consumato la seconda colazione e ci lasciano tranquilli, a goderci il panorama. La nave è ormeggiata praticamente in questa città marittima, fondata addirittura nel periodo romano ed ora patrimonio dell’Unesco
Quando siamo pronti per uscire sono oramai le 14.30, ma tutti i passeggeri sono ancora accalcati lungo le scale di prua: la discesa era prevista dalle 14; poco male noi non abbiamo nessuna fretta, ma abbiamo un bel programma. Ricordate la foto precedente? bene, seguite la linea rossa e conoscerete la nostra meta
Ebbene sì, vogliamo percorrere un tratto dell’imponente cinta muraria, che è lunga 4 chilometri e mezzo, alta 15 metri, sino al bastione di San Giovanni. Il dislivello è teoricamente poca cosa, 280 metri sopra la città, ma il caldo è esagerato. Anche se tutta la famiglia è abituata alle escursioni in montagna, non possiamo dimenticare che anche due o tre ore di salita per coprire dislivelli superiori avvengono solitamente in orari più “da montanari” (tipo alle 8 di mattina???).
Comunque, “armati” di scarpe (assolutamente no infradito!!! o sandali; più che adeguate buone scarpe da ginnastica) e acqua, sbarchiamo e in un attimo siamo in città (comodo questo attracco!!!)
L’impressione iniziale è buona, anche se incontriamo cose curiose
e ci imbattiamo nei “famosi” (????) gatti di Kotor
e subito il nostro pensiero corre a chi è rimasto a casa. Chissà se rispetta tutte le regole che le abbiamo insegnato: 1) non salire sul tavolo, 2) non graffiare i mobili …..
Mah… con questi amletici dubbi, proseguiamo fino al
River gate (o North gate), uno dei tre accessi alla città, costruito nel 1540.
Paghiamo i biglietti e la gentile signora ci dice che sono necessari 20 minuti per raggiungere la chiesetta e ulteriori 25 minuti per raggiungere la fortezza. Forse mossa a compassione di due genitori pazzi e due ragazzi ignari, aggiunge che dalla chiesetta si gode un panorama migliore rispetto alla fortezza…. Se lo dice lei… Come si dice?
“Gambe in spalla”. Il buon Pizzul avrebbe detto
“partiti!”.
Pochi metri e già scorgiamo qualcosa a noi molto familiare
Inutile dire che la scorta d’acqua finisce subito
ma arriviamo alla chiesetta e lì c’e il “bravo venditore d’acqua”. A me due bottigliette!!!
I ragazzi dichiarano, spontaneamente, di voler proseguire… bontà loro. Faccio loro firmare una liberatoria [smilie=furbo[1].gi:…. che ci solleva da qualsivoglia responsabilità e requisisco al maggiore il cellulare, per evitare che chiami il telefono Azzurro. Riprendiamo il cammino senza farci intimorire da ciò che ci si presenta davanti
al massimo ci mettiamo un po’ comodi
Certo la vista è impagabile
ad ogni metro pensiamo alternativamente
“certo ne vale la pena” e
“potessi bere”… eccoci accontentati! Una intraprendente famiglia montenegrina ha di fatto il monopolio della vendita ambulante d’acqua lungo tutto il percorso: l’acqua (e bibite e birra) è venduta in bottigliette sigillate ed è assolutamente fresca. I 4 punti vendita sono tutti posizionati all’ombra: marito e moglie, dislocati in due punti diversi, sono amabili intrattenitori…. parlano, oltre al serbo, un
"chiarissimo" dialetto montenegrino. Tra le varie cose, il marito (posizionatosi più a valle rispetto alla moglie
) avvisa anche i clienti migliori del pericolo di incontrare la vipera, il cui veleno sarebbe tossico (avrò capito bene????)
Forse dovrebbe aggiungere questi
warning sulle vipere a questi sull’area già visibili ai più
Ad ogni buon conto arriviamo in cima
“piantiamo” un’ideale italica bandiera vicino a quella montenegrina [smilie=calcio_ital:
[URL=http://s1328.photobucket.com/user/turfo/media/Costa%20Classica/kotor_2013_08_08-158_zps249ac61c.jpg.html]
[/URL]
e lasciamo subito questo bastione o fortezza, come indicato nella cartina, viste le pessime condizioni
Con l’onnipotenza del senno di poi …. concordiamo che la signora alla “biglietteria” (un tavolo ed una sedia sotto un ombrellone) ci aveva consigliato bene. Se potessimo riavvolgere il nastro andremmo poco oltre la chiesetta, ma non fino alla fortezza. Certo, così facendo non avremmo conosciuto la
Water family al completo. Riprendiamo la strada del ritorno
Costa Classica si avvicina sempre più…
Ripercorriamo lo stesso tragitto dell’andata (quella alternativa era già stata sconsigliata dalla bigliettaia) e siamo di nuovo in città. Dopo una necessaria pausa rinfrescante e rifocillante, passeggiamo sino alla Cattedrale di San Trifone
per poi “perderci” girovagando
e ritornare nella piazza dove affacciano le chiese di San Nicola e di San Luca, così vicine nello spazio ma così distanti nel tempo (costruite a sette secoli di distanza l'una dall'altra)
Usciamo dal
Sea gate o West gate, dove spicca la scritta di Tito e l’anno (1944)
Immancabile la foto ricordo davanti alla nostra Nave che attende, paziente, in centro città
e risaliamo a bordo poco prima del
“time out” fissato alle ore 19. C’è ancora tempo, prima di prepararci per la serata italiana. Saliamo, stanchi ma entusiasti, al ponte 12, mentre la nave salpa al crepuscolo e si accendono le luci, a bordo
come a terra
Come al mattino, in un’intimità quasi privata, ci godiamo anche l’uscita dal fiordo.
Salutiamo Kotor/Cattaro e tutto il Montenegro con la promessa di tornare per scoprire ciò che ci stiamo lasciando alle spalle.