Nei vari link riguardo Vanguard, è usato sia il termine opzione che prenotazione, termini tra le altre cose sinonimi; non so esattamente la differenza dal punto di vista giuridico, sta di fatto che anche l'opzione esercitata per un periodo ben definito, non casuale, avrebbe dovuto portare alla piena disponibilità in quel determinato lasso di tempo della Vanguard, praticamente a disposizioni di Costa con costi di immobilizzazione a carico della Dockweise.
Da qualche parte avevo trovato i termini di contratto sottoscritto dalle due Società, che prevedeva una penale, non so se gli stessi 30 milioni di dollari in caso di slittamento dei tempi di impiego. Credo che in ogni caso un costo per la rinuncia Costa se lo sia accollato.
Se noi risaliamo alle prime valutazioni d'impatto ambientale, il traino era stata una scelta scartata a priori per i grossi rischi che avrebbe corso la nave; certamente, nel corso dei mesi, possono esser state accertate ulteriori possibilità di rimorchio in piena sicurezza, ma tra alti e bassi era stato sempre valutato come ultima soluzione.
Basta ripercorrere le varie informazioni presenti in internet per rendersene conto. Addirittura il Presidente della Toscana si era espresso inizialmente in maniera positiva per l'opzione Vanguard, attribuendosi pure di averla suggerita. Sempre che, naturalmente le notizie riportate, siano verosimili e veritiere.
Dopodiché tra vari interventi ministeriali, d'immagine, di convenienza, di impiego di forze di lavoro, la prima opzione scartata è diventata la definitiva. 40 milioni (forse 20) in Turchia, 100 a Genova e 120 a Piombino (valutazione espressa in altro sito e non accettata dalle assicurazioni), cifra a carico del pool di assicurazioni, non di Costa, sempre che gli articoli dicano la verità. Riporto uno stralcio di un articolo di Meditelegraph già postato a suo tempo che valuta questo aspetto, nonché quello delle "preferenze" del Governo.
La decisione di scegliere il porto di Genova soddisfa la volontà di Costa Crociere ma anche quella del Governo di eseguire in Italia la demolizione. E anche gli assicuratori, che preferivano come destinazione del relitto la Turchia, dove lo smaltimento avrebbe avuto costi minori, si sono allineati (40 milioni di euro, si era detto, contro i circa 100 di Genova. Ieri una fonte autorevole ha svelato al MediTelegraph che un cantiere turco avrebbe offerto i suoi servizi per 20 milioni).
E si potrebbe parlare a lungo della vicenda; ma in sintesi, solo questo, mi basta per dubitare di una "libera" scelta.