Matteo, l'evoluzione del concetto di comandante, almeno su navi da crociera, è un fatto che tutti hanno ben presente da almeno venti, se non trenta anni..
Rodolfo, io credo che la situazione di Schettino e quella del comandante della Jolly non siano paragonabili: il primo aveva a disposizione una sorta di 'arma perfetta' che ha posto da solo e volontariamente, pensando di controllarla, in una situazione di pericolo, il secondo una nave con dei limiti tecnici che si è trovata in una situazione di pericolo per una manovra che era obbligata..
Il primo, ad incidente avvenuto, ha mentito a mezzo mondo creando le condizioni per la perdita di vite umane.. il secondo no..
Tornando al tema del comando: l'immagine del comandante ''Prima di Dio'' o comunque di ''Secondo solo a Dio'' su una nave come la Concordia è superata, ma è anche vero che è difficile pensare ad una nave come ad una ''Repubblica'' portata avanti con mille discussioni.. specie in condizioni di allarme..
Il punto nodale del comportamento del Bridge nell'incidente di Concordia è stato che il comandante decide una manovra fatta in modo avventato, lo stesso comandante dopo l'incidente in pratica non prende nessuna decisione, e nessuno nel ponte di comando (dove, lo ricordiamo, rischiavano tutti la vita) fa una contromossa, contatta Costa Crociere o la guardia costiera.. nulla di nulla..
Una spiegazione può essere legata alla paura di essere accusati di ammutinamento, ma credo, pur non essendo un psicologo, che tutto il gruppo sia caduto in una sindrome che può coinvolgere persone anche preparatissime, sindrome di cui purtroppo non ricordo il nome, ma che consiste in una distorsione della percezione della realtà da parte di tutto il gruppo..
L'esempio tipico è la squadriglia 19, persa nel triangolo delle Bermuda..
https://it.wikipedia.org/wiki/Squadriglia_19
Tutti si sono fidati del bravissimo capo pilota, che continuava ad andare dove non doveva andare, eppure tutti, a parte le storielle di UFO ecc. avevano gli strumenti e le informazioni, e le comunicazioni da terra, per capire dove stavano andando.. il capo pilota a sua volta, per quanto bravo, si era già perso in altre occasioni.. (Schettino non avrà mai fatto una manovra azzardata prima di quella?)
Ma questo 'incantamento' del gruppo si è verificato anche in altri gravissimi incidenti..
Cosa fare?
Come conciliare l'uomo al comando, la necessità di avere un capo, e quella di prevenire un rischio simile?
Certamente pensare che un 'No' ad un comandante sia un ammutinamento è ormai esagerato, ma anche pensare che il ruolo possa essere depauperato di ogni significato è sbagliato..
Nel primo storico Star Trek si vede una soluzione al problema, che può essere forse derivata dagli studi che allora si facevano sulle missioni spaziali..
Il buon Kirk in un paio di occasioni viene defenestrato dal comando, ed anche in momenti di grande gravità, come avviene?
Uno o più ufficiali superiori (il vicecomandante e l'ufficiale di macchina nella serie televisiva) chiamano il medico di bordo, che essendo anche psicologo (per quanto nella serie è più un paterno medico di campagna ndr) capisce che il comandante non è nelle sue piene capacità mentali, lo rinvia ad una visita medica, cede il comando al secondo..
Chiaramente il buon Kirk si riprende e tutti amici come prima..
Per un attimo immaginate che Ciro Ambrosio fosse entrato nel ponte di comando, provenendo da ''fuori'' dal psicodramma che si stava scatenando li dentro, a pochi minuti dall'incidente, probabilmente avrebbe spezzato quel meccanismo mentale e lo avrebbe risolto..
Nell'Enterprise esistono degli 'strumenti' per evitare un impallamento del comandante o del gruppo: il medico esegue controlli periodici, le decisioni, quando possibile, vengono prese dopo una riunione tra gli ufficiali superiori e gli specialisti specifici del tema in questione (se sono uomini probabilmente daranno grandi indicazioni e moriranno a fine puntata, se sono donne è tutto ok.. ) che sia una contaminazione biologica o la guerra con i Klingon, il medico è sempre presente alle riunioni.. ma alla fine la decisione è del comandante: uno decide, e si porta addosso il peso della responsabilità, anche quando tutti sono d'accordo..
A differenza dei test che si fanno oggi, nella astronautica il gruppo di persone che doveva lavorare e convivere insieme, anche in situazioni prolungate di stress (si pensi ai Russi sulla Mir per un anno) viene seguito costantemente da un psicologo specifico che conosce personalmente e bene i membri del gruppo: una mia amica, che fa queste cose, mi ha spiegato che ci vuole una conoscenza seria delle persone da affiancare ai test, che alla fin fine lasciano il tempo che trovano..
Ecco, una nave potrebbe essere dotata di un medico atto solo a seguire lo stato mentale dell'equipaggio, della possibilità, senza traumi, per nessuno, di discutere a parte le scelte del comandante, magari in modo riservato, o di intervenire in un momento cruciale chiamando il medico in questione e valutando la situazione..
Non sarà mai perfetto, ma anche il semplice allievo, quella notte, dopo aver sentito che la nave era perduta e visto Schettino negare la situazione, avrebbe potuto scuotersi e dire la sua con più tranquillità..
Questo potrebbe uno degli insegnamenti di Concordia, il secondo riguarda la carriera stessa di tutti i membri dell'equipaggio, perchè rimane la domanda di come, un pur eccezionale manovratore, ma dal carattere di Schettino, abbia avuto il comando di una nave..
Si sta rispondendo con i test psicologici, ma, ripeto, fatti nel modo in cui li farebbe uno psicologo o fatti da un Tizio sconosciuto che li propina episodicamente ad un altro Tizio sconosciuto?
Purtroppo, sono cattivo, troppo spesso a decidere come fare è il presidente e non l'allenatore,..
Anche la presenza del telecontrollo, per come la vedo io, è quella del presidente, che sta a terra, che prevale sull'allenatore, che sta a bordo, e gli fa pure un pressing pesantissimo..
Non mi piace proprio..
Un saluto
Manlio