hermione78
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Giustissimo, serve la massima trasparenza nel precisare importo, modalità e tempi di pagamento e soprattutto il motivo di questa voce di costo.
E la massima trasparenza non è scriverlo in fondo, in piccolo, sul catalogo e sul sito. Metti tutto sul contratto, poi magari lasci la facoltà di pagarle prima o direttamente a bordo. Così accontenti sia chi preferisce saldare in anticipo e partire con meno contanti o più plafond nel bancomat o carta di credito, sia chi vuole invece pagare un servizio solo dopo che lo abbia effettivamente ricevuto.
Però rimane un problema di fondo: le crociere si vendono a un'utenza molto trasversale, non tutti si interessano di questioni specifiche che non li riguardano, la maggior parte- non sempre a torto- si informa di quello che troverà a bordo come offerte e servizi, non entra nel merito di questioni legate ai bilanci delle compagnie o al salario degli equipaggi.
A maggior ragione se la tua utenza è prevalentemente composta di italiani, spagnoli o altre nazionalità in cui il sistema retributivo e quello delle mance non sono quelli americani o "internazionali" che dir si voglia, non importa se tu compagnia hai la sede ad Amburgo o Canicattì, se batti bandiera panamense, liberiana o statunitense.
Messi da parte i furbetti a caccia di rimborsi, storni e reclami e i più sprovveduti che vivono una crociera mass market pretendendo di trovarsi sullo yacht di Onassis, c'è anche il cliente medio che non fa caso se da un anno all'altro la tariffa è aumentata di 50/60 euro a testa o se se ne accorge, lo accetta con più naturalezza comprendendo che un certo tipo di prodotto e servizio ha dei costi necessari per essere fornito.
Trovandoselo come aumento generico penserà che sia una cifra con cui le navi provvedono al rifornimento di materie prime o alle spese alberghiere in generale. Se invece mi chiedi da cliente di "integrare io" la paga del tuo dipendente, magari in ossequio a una prassi americana, (specie se tu compagnia fai un punto di forza della tua italianità ) all'ennesimo aumento di questa quota di servizio in poco tempo, anche io da affezionato cliente disposto a pagare il giusto per ricevere il giusto farò il pensiero cattivo "Scusa, pagalo meglio tu il tuo dipendente, io già ti compro questo e quest'altro e la gratificazione voglio darla alla persona che dico io perchè mi ha servito meglio".
Per questo secondo me meglio metterlo nella tariffa e basta: poi io personalmente le ho sempre pagate e le quote di servizio alte o basse, da pagare prima o dopo, non sono un motivo per non prenotare o disdire.
E la massima trasparenza non è scriverlo in fondo, in piccolo, sul catalogo e sul sito. Metti tutto sul contratto, poi magari lasci la facoltà di pagarle prima o direttamente a bordo. Così accontenti sia chi preferisce saldare in anticipo e partire con meno contanti o più plafond nel bancomat o carta di credito, sia chi vuole invece pagare un servizio solo dopo che lo abbia effettivamente ricevuto.
Però rimane un problema di fondo: le crociere si vendono a un'utenza molto trasversale, non tutti si interessano di questioni specifiche che non li riguardano, la maggior parte- non sempre a torto- si informa di quello che troverà a bordo come offerte e servizi, non entra nel merito di questioni legate ai bilanci delle compagnie o al salario degli equipaggi.
A maggior ragione se la tua utenza è prevalentemente composta di italiani, spagnoli o altre nazionalità in cui il sistema retributivo e quello delle mance non sono quelli americani o "internazionali" che dir si voglia, non importa se tu compagnia hai la sede ad Amburgo o Canicattì, se batti bandiera panamense, liberiana o statunitense.
Messi da parte i furbetti a caccia di rimborsi, storni e reclami e i più sprovveduti che vivono una crociera mass market pretendendo di trovarsi sullo yacht di Onassis, c'è anche il cliente medio che non fa caso se da un anno all'altro la tariffa è aumentata di 50/60 euro a testa o se se ne accorge, lo accetta con più naturalezza comprendendo che un certo tipo di prodotto e servizio ha dei costi necessari per essere fornito.
Trovandoselo come aumento generico penserà che sia una cifra con cui le navi provvedono al rifornimento di materie prime o alle spese alberghiere in generale. Se invece mi chiedi da cliente di "integrare io" la paga del tuo dipendente, magari in ossequio a una prassi americana, (specie se tu compagnia fai un punto di forza della tua italianità ) all'ennesimo aumento di questa quota di servizio in poco tempo, anche io da affezionato cliente disposto a pagare il giusto per ricevere il giusto farò il pensiero cattivo "Scusa, pagalo meglio tu il tuo dipendente, io già ti compro questo e quest'altro e la gratificazione voglio darla alla persona che dico io perchè mi ha servito meglio".
Per questo secondo me meglio metterlo nella tariffa e basta: poi io personalmente le ho sempre pagate e le quote di servizio alte o basse, da pagare prima o dopo, non sono un motivo per non prenotare o disdire.