Arriviamo a Menfi. Questa città fu la capitale del regno egizio tra il 2686 e il 2181 a.C. ed era la sede del potere: qui risiedevano i faraoni che fecero costruire le piramidi. Si ritiene però che i primi insediamenti della città risalgano addirittura a oltre 5000 anni fa. Sorge a circa 25 km a sud del Cairo, sul delta del Nilo.
Nel sito si trovano diversi reperti archeologici tra cui il più impressionante è la statua di Ramesse II un faraone che governò nel XIII secolo a.C. quando ormai l’età d’oro aveva ceduto il posto ad un progressivo declino; tuttavia, le imponenti dimensioni del reperto rivelano che la città aveva comunque mantenuto la sua importanza fino al 1500, successivamente al completamento delle piramidi di Giza.
Purtroppo qui il tempo a nostra disposizione non è stato molto e siamo riusciti a vedere solo una parte dei reperti qui conservati.
Sul lato destro della stele è visibile la rappresentazione di Horus il dio della guerra e della caccia spesso rappresentato con il corpo di uomo e la testa di falco.
Qui sono raffigurati al centro il dio Ptah il dio creatore, alla sua destra è raffigurata sua moglie, la dea leonessa Sekhmet e alla sua sinistra Ramesse II atteggiato come il figlio delle due divinità, Nefertum. Ptah, Sekhemt e Nefertum formavano la triade divina menfita.
la Sfinge di Menfi. La sua costruzione è avvenuta probabilmente durante la XVIII dinastia, tra il 1700 e il 1400 a.C. Il suo significato ancora oggi è avvolto nel mistero, in quanto non sono presenti su di essa iscrizioni per comprendere a quale faraone sia dedicata, ne alcun tipo di informazione a riguardo. Molto probabilmente, analizzando i tratti del suo volto gli storici hanno dedotto che potrebbe essere dedicata al faraone Amenhotep II o
Hatshepsut. Rappresenta la più grande scultura in alabastro dell’antico Egitto ed è stata scoperta grazie a una missione della British School nel 1912. Ma fu solo nel 1913 che gli scavi iniziarono, liberandola così dalle sabbie del deserto.
Lunga oltre 8 m e alta 4 m è sicuramente più piccola della Grande Sfinge presente nella Necropoli di Giza. Con il suo peso di 90 tonnellate, compresa la pedana affondata ancora oggi nella sabbia, è una delle maggiori sculture di questo materiale rimaste intatte fino ad oggi.
Statua di Ramses II
Ed ecco qui altre tre divinità: se non ricordo male da sinistra Nut dea della nascita, Nefti dea della morte e Anubi dio dell'oltretomba
Ma il "pezzo forte" di questo sito è il colosso di Ramses II ( o Ramesse II). Si tratta di una statua in pietra calcarea alta oltre 10 metri nonostante manchino una parte delle gambe e il piedistallo. Fu scoperta nel 1820 dall'esploratore Giovanni Battista Caviglia vicino al villaggio di Mit Rahina, dove anticamente sorgeva Menfi. Era interrato nei pressi del cancello meridionale del tempio di Ptah, probabilmente in coppia con un'altra statua identica. Caviglia, tramite l'egittologo Ippolito Rosellini, offrì la statua al Granduca Leopoldo II di Toscana, che rifiutò la generosa offerta per gli alti costi di trasporto e la necessità di segare la statua in due tronconi. Il pascià dell'Egitto Mehmet Ali propose allora di donarlo al British Museum di Londra, che a sua volta declinò l'offerta per gli stessi motivi. Così rimase a Menfi, dove tuttora si trova e dove è giusto che rimanga. Attorno gli fu costruito una struttura per proteggerlo dagli eventi atmosferici. E' veramente impressionante non solo per le sue dimensioni ma anche per come sono stati scolpiti tutti i particolari del viso, delle vesti e delle strutture anatomiche. Siamo rimasti davvero a bocca aperta.
Usciamo dal museo e facciamo un giro tra le bancarelle che si trovano all'esterno; non ci sono oggetti di particolare pregio, tutta merce per turisti, ma trovo comunque una statuetta raffigurante un gatto egizio che si aggiungerà alla mia collezione