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Covid19 (Coronavirus): riflessi sulle crociere

Personalmente no... Ma e' il mio parere... Io ho annullato una in partenza il 20 maggio.... Ammesso che tutto si risolva in Italia (onestamente i tempi sono molto stretti da oggi al 10 aprile...), che situazione troveresti in Europa? Itinerari cambiati, scali vietati e poi, onestamente io inizialmente vivrei con il "sospetto" nei confronti di chi viaggia con me.... Come ti dicevo, personalmente ho annullato un paio di settimane fa una partenza del 20 maggio, spostando tutto su una nuova partenza ma a maggio 2021....dove si spera che tutto sia veramente tornato alla normalita' in ogni angolo del globo

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Grazie mille! Fino a domani (14 gg prima) ho l’opzione di annullamento con penali (20 per cento). Dopo in teoria no. Però è verosimile che la partenza venga annullata dalla stessa Costa, anche perché i paesi dove dovremmo sbarcare sono chiusi, Francia-Marsiglia, Spagna-Malaga, Arrecife, Santa Cruz de Tenerife, Portogallo-Madeira, fino ad oltre il 10 Aprile. C’e’ qualcun altro del forum che ha la medesima crociera prenotata? Grazie a tutti
 
No, di sicuro la nave non partirà, quindi penso che la cosa migliore sia attendere che annulli Costa non dovendo così pagare la penale
 
Grazie mille! Fino a domani (14 gg prima) ho l’opzione di annullamento con penali (20 per cento). Dopo in teoria no. Però è verosimile che la partenza venga annullata dalla stessa Costa, anche perché i paesi dove dovremmo sbarcare sono chiusi, Francia-Marsiglia, Spagna-Malaga, Arrecife, Santa Cruz de Tenerife, Portogallo-Madeira, fino ad oltre il 10 Aprile. C’e’ qualcun altro del forum che ha la medesima crociera prenotata? Grazie a tutti

Ciao Andrea,
Diciamo che io sono del parere che a giorni verrà prorogato Il blocco, almeno fino al 15 aprile, io fossi in te aspetterei.
Poi comunque nel caso in cui questo non dovesse avvenire tieni presente che se la crociera parte, ma c’è un cambio di itinerario prima della partenza puoi appellarti alla variazione contrattuale per avere indietro la somma.
Considera che MSC ha sospeso tutte le crociere fino al 30 aprile.
Ad oggi se tu cancelli perdi il 20%, peró considera che se dopo la tua disdetta, la compagnia cancella la crociera tu non avrai diritto alla restituzione delle penali.
Io fossi in te mi fermerei e lascerei il mondo così com’è, se viene confermata la partenza verranno SICURAMENTE cambiati gli itinerari prima della partenza e quindi potresti comunque appellarti alla variazione contrattuale. (Quindi ricevere rimborso economico)
Anche se francamente credo proprio che il blocco venga protogato. (E che riceverai un voucher)


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L’altro aspetto del non poter di fatto annullare ma di doversi rimettere alla “bontà “ o meglio alla necessità di Costa per l’annullamento è questo: avevo stipulato una assicurazione estesa Early Booking per l’annullamento del viaggio anche senza motivazione medica. Tale assicurazione mi avrebbe consentito di riprendere parte della penale caricatami da Costa. Tuttavia tra le clausole di esclusione dell’Early booking vi è proprio il caso di Pandemia. Cioè se io annullo per causa Pandemia l’assicurazione non mi copre.
Considerato anche questo penso proprio che attenderò l’annullamento da parte di Costa.
 
L’altro aspetto del non poter di fatto annullare ma di doversi rimettere alla “bontà “ o meglio alla necessità di Costa per l’annullamento è questo: avevo stipulato una assicurazione estesa Early Booking per l’annullamento del viaggio anche senza motivazione medica. Tale assicurazione mi avrebbe consentito di riprendere parte della penale caricatami da Costa. Tuttavia tra le clausole di esclusione dell’Early booking vi è proprio il caso di Pandemia. Cioè se io annullo per causa Pandemia l’assicurazione non mi copre.
Considerato anche questo penso proprio che attenderò l’annullamento da parte di Costa.

Esatto, perchè la “Pandemia” rientra tra le “Cause di forza maggiore” disciplinata dal Codice Civile, e stabilita causa determinante nella risoluzione di un contratto.
Quindi per Cause di forza maggiore entra in gioco la compagnia, mentre per le altre cause ci pensa l’assicurazione.


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Da TTG odierno
Il voucher della discordia: agenti di viaggi nella bufera
Sono su due posizioni diametralmente opposte gli organizzatori di viaggi e gli hotel e i loro clienti. Il tema al centro del dibattito di questi giorni di emergenza è la possibilità di rimborsare il pacchetto di viaggio o il soggiorno in hotel attraverso un voucher che potrà essere utilizzato per pagare una successiva vacanza.
Il sistema, introdotto dal decreto n. 9 del 2 marzo scorso all'Art.28, comma 9, viene enunciato in maniera in effetti un po’ sibillina: “Il rimborso può essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione” si legge.
E sul 'può' si apre lo scontro.

In mezzo ai due litiganti, le agenzie di viaggi, che si sentono proporre da hotel e organizzatori il sistema del voucher e hanno di fronte clienti che, invece, chiedono un rimborso pecuniario. A dare manforte a questi ultimi anche il Codacons e le altre associazioni dei consumatori, che si appellano all’Antitrust.

In questo ruolo stretto fra l’incudine e il martello, l’agente di viaggi deve destreggiarsi con clienti magari storici, ai quali vuole riservare un trattamento che permetta di riprendere le relazioni in un momento più favorevole e con fornitori che invece si puntellano sui diritti.

Perché non si tratta di cavillare sui decreti e sulle leggi: se nel commercio il cliente ha sempre ragione, nelle agenzie di viaggi, che vendono servizi e forse persino sogni, questo è ancora più vero.
 
Sempre da TTG
Centinaio in campo a sostegno di adv e t.o.
L’ex ministro del turismo, Gian Marco Centinaio, scende in campo al fianco di adv e t.o. dopo aver appreso la notizia dell’esposto all’antitrust del Codacons contro agenzie di viaggio e tour operator italiani.
“In questi giorni di emergenza coronavirus un settore sta pagando il conto più salato: il turismo. Tutto bloccato aziende sull’orlo del fallimento, poca chiarezza sul futuro del settore. Agenzie e tour operator si trovano in mezzo alla tempesta perfetta.
Da un lato il Governo, che ha dimostrato inadeguatezza a rispondere alle esigenze delle aziende con pochi interventi e poco strutturati.
Dall’altro alcune associazioni di consumatori che, senza scrupoli, vogliono affossare i pochi interventi messi in campo attaccando le agenzie e i tour operator. (...) Il turismo sta riportando indietro gli italiani in giro per il mondo, il turismo chiede solo di poter ripartire velocemente per poter valorizzare quanto di bello c’è nel nostro Paese. Il turismo rappresenta il 13% del PIL dell’Italia e il 14% dell’occupazione e non può essere né abbandonato né cannibalizzato.
Ricordiamo che la maggior parte dei rientri in Italia immediati è stato fatto perché molti italiani scelgono ancora tour operator e agenzie di viaggi italiane per le proprie vacanze: competenza professionalità e assistenza immediata in caso di necessità. Cannibalizzarlo e massacrarlo non serve all’Italia”.
 
Da TTG odierno
Il voucher della discordia: agenti di viaggi nella bufera
Sono su due posizioni diametralmente opposte gli organizzatori di viaggi e gli hotel e i loro clienti. Il tema al centro del dibattito di questi giorni di emergenza è la possibilità di rimborsare il pacchetto di viaggio o il soggiorno in hotel attraverso un voucher che potrà essere utilizzato per pagare una successiva vacanza.
Il sistema, introdotto dal decreto n. 9 del 2 marzo scorso all'Art.28, comma 9, viene enunciato in maniera in effetti un po’ sibillina: “Il rimborso può essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione” si legge.
E sul 'può' si apre lo scontro.

In mezzo ai due litiganti, le agenzie di viaggi, che si sentono proporre da hotel e organizzatori il sistema del voucher e hanno di fronte clienti che, invece, chiedono un rimborso pecuniario. A dare manforte a questi ultimi anche il Codacons e le altre associazioni dei consumatori, che si appellano all’Antitrust.

In questo ruolo stretto fra l’incudine e il martello, l’agente di viaggi deve destreggiarsi con clienti magari storici, ai quali vuole riservare un trattamento che permetta di riprendere le relazioni in un momento più favorevole e con fornitori che invece si puntellano sui diritti.

Perché non si tratta di cavillare sui decreti e sulle leggi: se nel commercio il cliente ha sempre ragione, nelle agenzie di viaggi, che vendono servizi e forse persino sogni, questo è ancora più vero.

Alla fine le agenzie sono un tramite, tra clienti e il fornitore servizi: anche per la transazione economica. e’ quest’ultimo che incassa tutto il denaro dedotta la commissione dell’agenzia, quindi il problema del rimborso e’ del fornitore, a mio avviso.
 
Interessante intervista a Arnold Donald CEO di Carnival Corporation.
Fonte Shipmag.
Miami – “Non abbiamo bisogno di contanti, non è quello che chiediamo. Ci basterebbe un prestito garantito. In ballo ci sono molti posti di lavoro: abbiamo 150.000 dipendenti in rappresentanza di 145 nazionalità: chiediamo supporto soprattutto per loro, per chi è colpito direttamente da questa emergenza”. Nel momento di minore popolarità che il settore crocieristico abbia mai conosciuto, il numero uno del primo gruppo al mondo, Carnival Corporation, ha spiegato in un’intervista a un network tv americano i motivi per cui il settore andrebbe sostenuto e non boicottato.


“Uno dei motivi per cui siamo interessati a tornare a navigare rapidamente – ha detto Arnold Donald – è perché lavoriamo con tantissimi titolari di piccole imprese in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti”. “È davvero importante tornare all’attività per quelle decine di migliaia di persone che dipendono dal nostro settore: agenti di viaggio, proprietari di piccoli negozi, tassisti. Per chiunque, insomma, abbia l’opportunità di guadagnarsi da vivere grazie alle crociere”.

L’intervistatore ha chiesto Donald se, alla luce degli eventi, non sarebbe stato meglio fermare prima il settore delle crociere. “Il caso della Diamond Princess – ha risposto il top manager – è avvenuto molto prima del dilagarsi della crisi Covid-19. Quando è esplosa l’epidemia a bordo, nessuno aveva ancora chiara la situazione. Con il senno di poi, tutti avrebbero potuto fare qualcosa in più. Ma è stata una situazione in continua evoluzione”, ha affermato Donald.

Donald ha aggiunto che il gruppo Carnival è pronto per una pausa che potrebbe durare per il resto dell’anno, ma è convinto che “l’industria tornerà più forte di prima”. “Speriamo che questa cosa non duri per sempre”, ha detto Donald, “ma noi dobbiamo pianificare come se durasse tutto l’anno. Penso che le crociere alla fine saranno persino migliori di come erano prima. La gente ama andare in crociera. Anche fino al giorno in cui ci siamo fermati, la gente chiedeva di andare in crociera”.
 
Da TTG odierno
Il voucher della discordia: agenti di viaggi nella bufera
Sono su due posizioni diametralmente opposte gli organizzatori di viaggi e gli hotel e i loro clienti. Il tema al centro del dibattito di questi giorni di emergenza è la possibilità di rimborsare il pacchetto di viaggio o il soggiorno in hotel attraverso un voucher che potrà essere utilizzato per pagare una successiva vacanza.
Il sistema, introdotto dal decreto n. 9 del 2 marzo scorso all'Art.28, comma 9, viene enunciato in maniera in effetti un po’ sibillina: “Il rimborso può essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione” si legge.
E sul 'può' si apre lo scontro.

In mezzo ai due litiganti, le agenzie di viaggi, che si sentono proporre da hotel e organizzatori il sistema del voucher e hanno di fronte clienti che, invece, chiedono un rimborso pecuniario. A dare manforte a questi ultimi anche il Codacons e le altre associazioni dei consumatori, che si appellano all’Antitrust.

In questo ruolo stretto fra l’incudine e il martello, l’agente di viaggi deve destreggiarsi con clienti magari storici, ai quali vuole riservare un trattamento che permetta di riprendere le relazioni in un momento più favorevole e con fornitori che invece si puntellano sui diritti.

Perché non si tratta di cavillare sui decreti e sulle leggi: se nel commercio il cliente ha sempre ragione, nelle agenzie di viaggi, che vendono servizi e forse persino sogni, questo è ancora più vero.

Come ho risposto in altro post sperando di far cosa gradita, non c'è alcuno scontro, o almeno lo scontro appare all'utente normale, ma nella realtà giuridica i fatti sono chiari: se è stato l'operatore a sospendere le partenze delle crociere senza che il consumatore si sia avvalso di tale facoltà il rimborso è dovuto e non vi alcuna posibilità di scelta per l'organizzatore che non può rifiutarsi o ritenere di dover rimborsare solo il voucher.
Solo laddove la richiesta di mancata partenza giustificata da covid-19 è fatta dal consumatore, l'organizzatore può invece a sua scelta decidere se concedere voucher o rimborso.

Poi mi sembra chiaro l'intento delle società: hanno incassato molti soldi, e la situazione è incerta ed hanno bisogno di liquidità, quindi preferiscono emettere voucher ad ogni costo anche sapendo di andare incontro a controversie legali, tanto coloro che procederanno a far valere i loro diritti saranno infinitamente meno di quelli che si rassegneranno e accetteranno il voucher posticipando semplicemente la propria crociera.
E' il gioco delle parti insomma, ma ritengo il consumatore non debba essere penalizzato.
 
Carnival proroga lo stop
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Come ho risposto in altro post sperando di far cosa gradita, non c'è alcuno scontro, o almeno lo scontro appare all'utente normale, ma nella realtà giuridica i fatti sono chiari: se è stato l'operatore a sospendere le partenze delle crociere senza che il consumatore si sia avvalso di tale facoltà il rimborso è dovuto e non vi alcuna posibilità di scelta per l'organizzatore che non può rifiutarsi o ritenere di dover rimborsare solo il voucher.
Solo laddove la richiesta di mancata partenza giustificata da covid-19 è fatta dal consumatore, l'organizzatore può invece a sua scelta decidere se concedere voucher o rimborso.

Poi mi sembra chiaro l'intento delle società: hanno incassato molti soldi, e la situazione è incerta ed hanno bisogno di liquidità, quindi preferiscono emettere voucher ad ogni costo anche sapendo di andare incontro a controversie legali, tanto coloro che procederanno a far valere i loro diritti saranno infinitamente meno di quelli che si rassegneranno e accetteranno il voucher posticipando semplicemente la propria crociera.
E' il gioco delle parti insomma, ma ritengo il consumatore non debba essere penalizzato.

L'articolo affronta solo in parte il problema legato alla legittimità dei rimborsi tramite voucher, ma mette in luce le problematiche che le Agenzie di Viaggio vivono quotidianamente, essendo l'anello di congiunzione tra T.O. e Cliente.
Considerato che siamo ancora in piena emergenza, che più Associazion di Consumatori e Studi Legali intentano cause, tra qualche mese forse, l'argomento voucher potrà essere affrontato con più chiarezza, nella speranza che nessuno dichiari bancarotta.
 
Considerando che ogni Stato possa riaprirsi al mondo in tempi diversi (anche di settimane) è ipotizzabile una ripartenza con Crociere nazionali (ad esempio solo scali in Italia) con passeggeri esclusivamente della medesima nazione?

Questo partendo dall'ipotesi che tutto l'equipaggio si possa considerare sano a seguito di quarantena.

Irrealizzabile? Economicamente non sostenibile per le Compagnie?
 
Considerando che ogni Stato possa riaprirsi al mondo in tempi diversi (anche di settimane) è ipotizzabile una ripartenza con Crociere nazionali (ad esempio solo scali in Italia) con passeggeri esclusivamente della medesima nazione?

Questo partendo dall'ipotesi che tutto l'equipaggio si possa considerare sano a seguito di quarantena.

Irrealizzabile? Economicamente non sostenibile per le Compagnie?

Impossibile.
Anche ipotizzando (per assurdo) una clientela esclusivamente italiana, oppure con una certificazione di sana e robusta costituzione, sarebbe da fare una crociera in clausura senza scali.... sennò come si farebbe a gestire il contagio di rientro?

insomma impossibile.
 
Carnival vara un piano da 6 miliardi per fronteggiare l’emergenza

Sale a 6 miliardi di dollari il piano di “salvataggio” pensato da Carnival Group per fronteggiare l’emergenza da coronavirus. Secondo quanto riporta il Financial Times, dopo che in un primo momento il Gruppo aveva stabilito di volere procedere a un piano di finanziamento del valore di 3 miliardi di dollari, la nuova decisione presa dal board è stata quella di aumentare a 4 miliardi di dollari l’importo dei bond di durata triennale di prossima emissione.

Tutte le obbligazioni, continua il quotidiano economico-finanziario, saranno garantite da navi e altri asset per un valore complessivo di oltre 28 miliari di dollari. Ma non è tutto, perché con questa decisione Carnival si troverà a dover corrispondere ogni anno qualcosa come 450 milioni di dollari solo in interessi, dal momento che le obbligazioni saranno collocate sul mercato a un tasso di interesse addirittura dell’11,5%.

Per fare fronte al calo della domanda e assicurare la stabilità finanziaria (più volte, nelle scorse settimane i vertici del Gruppo avevano dichiarato che, senza cambiamenti, la holding sarebbe andata incontro al fallimento nel giro dei prossimi otto mesi), Carnival Group ha anche deciso un ulteriore piano di bond convertibili del valore di 1,75 miliardi di dollari, oltre all’emissione di azioni per complessivi 1,25 miliardi di dollari.
 
Impossibile.
Anche ipotizzando (per assurdo) una clientela esclusivamente italiana, oppure con una certificazione di sana e robusta costituzione, sarebbe da fare una crociera in clausura senza scali.... sennò come si farebbe a gestire il contagio di rientro?

insomma impossibile.

Non sono riuscito a far passare il senso delle mia domanda: ipotizzando che l'Italia esca prima dala bufera rispetto al altre nazioni, quindi con bar, ristoranti, cinema e negozi già riaperti, avendo pertanto la ragionevole certezza che non ci siano contagiati (e prima o poi questo giorno verrà, altrimenti vorrebbe dire 'clausura' a vita), credete ci siano abbastanza clienti per giustificare crociere con una, due, tre, n navi in Italia oppure no?
 
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