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Grazie mille! Fino a domani (14 gg prima) ho l’opzione di annullamento con penali (20 per cento). Dopo in teoria no. Però è verosimile che la partenza venga annullata dalla stessa Costa, anche perché i paesi dove dovremmo sbarcare sono chiusi, Francia-Marsiglia, Spagna-Malaga, Arrecife, Santa Cruz de Tenerife, Portogallo-Madeira, fino ad oltre il 10 Aprile. C’e’ qualcun altro del forum che ha la medesima crociera prenotata? Grazie a tutti
L’altro aspetto del non poter di fatto annullare ma di doversi rimettere alla “bontà “ o meglio alla necessità di Costa per l’annullamento è questo: avevo stipulato una assicurazione estesa Early Booking per l’annullamento del viaggio anche senza motivazione medica. Tale assicurazione mi avrebbe consentito di riprendere parte della penale caricatami da Costa. Tuttavia tra le clausole di esclusione dell’Early booking vi è proprio il caso di Pandemia. Cioè se io annullo per causa Pandemia l’assicurazione non mi copre.
Considerato anche questo penso proprio che attenderò l’annullamento da parte di Costa.
Da TTG odierno
Il voucher della discordia: agenti di viaggi nella bufera
Sono su due posizioni diametralmente opposte gli organizzatori di viaggi e gli hotel e i loro clienti. Il tema al centro del dibattito di questi giorni di emergenza è la possibilità di rimborsare il pacchetto di viaggio o il soggiorno in hotel attraverso un voucher che potrà essere utilizzato per pagare una successiva vacanza.
Il sistema, introdotto dal decreto n. 9 del 2 marzo scorso all'Art.28, comma 9, viene enunciato in maniera in effetti un po’ sibillina: “Il rimborso può essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione” si legge.
E sul 'può' si apre lo scontro.
In mezzo ai due litiganti, le agenzie di viaggi, che si sentono proporre da hotel e organizzatori il sistema del voucher e hanno di fronte clienti che, invece, chiedono un rimborso pecuniario. A dare manforte a questi ultimi anche il Codacons e le altre associazioni dei consumatori, che si appellano all’Antitrust.
In questo ruolo stretto fra l’incudine e il martello, l’agente di viaggi deve destreggiarsi con clienti magari storici, ai quali vuole riservare un trattamento che permetta di riprendere le relazioni in un momento più favorevole e con fornitori che invece si puntellano sui diritti.
Perché non si tratta di cavillare sui decreti e sulle leggi: se nel commercio il cliente ha sempre ragione, nelle agenzie di viaggi, che vendono servizi e forse persino sogni, questo è ancora più vero.
Da TTG odierno
Il voucher della discordia: agenti di viaggi nella bufera
Sono su due posizioni diametralmente opposte gli organizzatori di viaggi e gli hotel e i loro clienti. Il tema al centro del dibattito di questi giorni di emergenza è la possibilità di rimborsare il pacchetto di viaggio o il soggiorno in hotel attraverso un voucher che potrà essere utilizzato per pagare una successiva vacanza.
Il sistema, introdotto dal decreto n. 9 del 2 marzo scorso all'Art.28, comma 9, viene enunciato in maniera in effetti un po’ sibillina: “Il rimborso può essere effettuato anche mediante l’emissione di un voucher di pari importo da utilizzare entro un anno dall’emissione” si legge.
E sul 'può' si apre lo scontro.
In mezzo ai due litiganti, le agenzie di viaggi, che si sentono proporre da hotel e organizzatori il sistema del voucher e hanno di fronte clienti che, invece, chiedono un rimborso pecuniario. A dare manforte a questi ultimi anche il Codacons e le altre associazioni dei consumatori, che si appellano all’Antitrust.
In questo ruolo stretto fra l’incudine e il martello, l’agente di viaggi deve destreggiarsi con clienti magari storici, ai quali vuole riservare un trattamento che permetta di riprendere le relazioni in un momento più favorevole e con fornitori che invece si puntellano sui diritti.
Perché non si tratta di cavillare sui decreti e sulle leggi: se nel commercio il cliente ha sempre ragione, nelle agenzie di viaggi, che vendono servizi e forse persino sogni, questo è ancora più vero.
Come ho risposto in altro post sperando di far cosa gradita, non c'è alcuno scontro, o almeno lo scontro appare all'utente normale, ma nella realtà giuridica i fatti sono chiari: se è stato l'operatore a sospendere le partenze delle crociere senza che il consumatore si sia avvalso di tale facoltà il rimborso è dovuto e non vi alcuna posibilità di scelta per l'organizzatore che non può rifiutarsi o ritenere di dover rimborsare solo il voucher.
Solo laddove la richiesta di mancata partenza giustificata da covid-19 è fatta dal consumatore, l'organizzatore può invece a sua scelta decidere se concedere voucher o rimborso.
Poi mi sembra chiaro l'intento delle società: hanno incassato molti soldi, e la situazione è incerta ed hanno bisogno di liquidità, quindi preferiscono emettere voucher ad ogni costo anche sapendo di andare incontro a controversie legali, tanto coloro che procederanno a far valere i loro diritti saranno infinitamente meno di quelli che si rassegneranno e accetteranno il voucher posticipando semplicemente la propria crociera.
E' il gioco delle parti insomma, ma ritengo il consumatore non debba essere penalizzato.
Considerando che ogni Stato possa riaprirsi al mondo in tempi diversi (anche di settimane) è ipotizzabile una ripartenza con Crociere nazionali (ad esempio solo scali in Italia) con passeggeri esclusivamente della medesima nazione?
Questo partendo dall'ipotesi che tutto l'equipaggio si possa considerare sano a seguito di quarantena.
Irrealizzabile? Economicamente non sostenibile per le Compagnie?
Impossibile.
Anche ipotizzando (per assurdo) una clientela esclusivamente italiana, oppure con una certificazione di sana e robusta costituzione, sarebbe da fare una crociera in clausura senza scali.... sennò come si farebbe a gestire il contagio di rientro?
insomma impossibile.