Capitolo 3 – La Nave (Navigazione 1)
Come detto, il primo approccio con la Deliziosa è stato presso uno dei suoi principali luoghi di perdizione: il buffet al ponte 9. Un principio base del marketing recita che “un cliente ben sazio è un cliente soddisfatto”. Loro lo sanno, bene, e ti mandano subito a prendere confidenza con l’aspetto gastronomico della crociera.
Il buffet è sempre pieno di cibo e ben rifornito, in 11 giorni non ho mai visto, prima dell’orario di chiusura – che peraltro rispettano scrupolosamente -, vassoi vuoti o qualcuno che si lamentasse che una data pietanza non ci fosse. Ci sono 5 aree da cui prendere pietanze sempre diverse, con buona abbondanza di condimenti, e un’area grill con tutto il necessario per hot dog, hamburger di carne e pollo e quanto di più McDonaldiano si possa immaginare.
I camerieri efficientissimi nel togliere immediatamente dal tavolo i piatti vuoti e nel pulirlo subito appena si libera. Da qui la prima sensazione che una nave da crociera, per funzionare, deve essere una macchina (quasi) perfetta. Sensazione che poi sarà accentuata dalle cene al ristorante.
Ciò che è strano è che mentre mangi al buffet, senti un volteggiare inquietante di avvoltoi alle tue spalle. Un crepitio di ali che non riesci a scrollarti di dosso. Che ti ronzano attorno e si avvicinano all’involontario gesto di sollevare una mano per grattarti la testa. Lo squadrone avvoltoi - senza Dick Dastardly, (cit.) – in polo gialla e sorriso beffardo è sempre lì: ti osserva e ti studia, pronto a cibarsi della tua carta costa come farebbe un vampiro affamato con un bel collo cicciottello.
flap flap flap… il pranzo degli avvoltoi
La procedura di imbarco prevede che alle 16.30, prima della partenza prevista per le 17.00, si svolga l’esercitazione di pericolo (piccolo passo in avanti rispetto alla crociera di 10 anni fa, in cui l’esercitazione l’abbiamo fatta al quarto giorno: e se avessimo beccato un iceberg prima del quarto giorno? Si improvvisava?). E’ quindi giusto prima scendere in camera e prendere conoscenza con l’ambiente.
La stanza che abbiamo ricevuto è la 5324, esterna con balcone nel ponte 5, zona centralissima a pochi passi dagli ascensori centrali.
Entrare in una nuova stanza (di nave come d’albergo) è momento di forte di emozione: il sapore del diverso, segno inequivocabile dell’essere in vacanza. Ed è proprio in quel momento che si materializza l’incubo più temuto: il letto a castello.
I bambini saltano - dapprima - dalla gioia, saltano e basta poco dopo: capiscono in breve tempo che si può saltare dal letto in alto al lettone, con e senza capriole. Nel giro di un quarto d’ora la cabina si è trasformata in un palazzetto dello sport in cui si praticano diverse discipline olimpiche. Finché, misteriosamente, la scaletta non è finita nel balcone e il letto superiore è stato ripiegato a muro. Qualche minuto di lamentela, ma poi è finito tutto lì.
Le valigie sono arrivate alla spicciolata mentre prendevamo confidenza con l’ambiente. La stanza era pulitissima (e lo sarà sempre, per tutto il resto della crociera: il nostro cabinista è stato impeccabile), non certo spaziosa, ma arricchita dal balcone, un vero valore aggiunto che ti fa vivere in modo molto diverso la permanenza in cabina. Purtroppo, come anticipatomi qui sul forum, avevamo la vista parzialmente ostruita dalle minisuite accanto, i cui balconi sulla destra erano leggermente avanzati rispetto al nostro.
La nostra cabina (la prima sull’argano a sinistra)
L’esercitazione si svolge in maniera ordinata quando suonano i sette fischi brevi ed uno lungo (suoneranno improvvisamente anche la mattina dell’ultimo giorno a Civitavecchia, ma non vedendo scene di panico nell’equipaggio, non si è mosso nessun passeggero). L’unica genialata è stata far vedere il fischietto di segnalazione del salvagente ai bambini più piccoli. Di lì a poco, è stato tutto un allegro fischiettare, fino alla fine dell’esercitazione.
Nel frattempo, Bocelli ci annuncia che la nostra crociera è felicemente iniziata.
Di nuovo in camera, poi alle 18.15 - today alla mano – si va in teatro per la presentazione della crociera, in cui conosciamo per la prima volta il direttore di crociera, l’esuberante Patricia Gomez, che impareremo a conoscere ed apprezzare meglio nei giorni seguenti.
Il servizio della cena che ci è stato assegnato è quello delle 19.00, con lo spettacolo a teatro alle 21.45. Proviamo a cambiarlo perché, almeno qui al sud, a quell’ora si cena solamente negli ospedali, ma il responsabile di sala ce lo sconsiglia, primo fra tutti perché le famiglie con bambini sono generalmente convogliate in quel turno e diversamente avrebbero avuto maggiori difficoltà ad accoppiarci nel tavolo con una famiglia simile.
Fortunatamente, abbiamo seguito il suo consiglio. Siamo finiti nel tavolo con una famiglia della provincia di Treviso con due figlie. Abbiamo legato quasi subito, sia i bambini fra di loro, che noi adulti e siamo diventati buoni amici con ottime prospettive di incontri futuri (magari ispireremo i prossimi film: “
Benvenuti all’Estremo Sud”, “
Benvenuti al Nord-Est”).
Il ristorante è gigantesco ed è, come vi dicevo, una macchina perfetta: in due sessioni di meno di due ore ciascuna fanno cenare 2.800 persone, senza attese lunghe, senza momenti di panico, con buona professionalità e, soprattutto, con una cucina veramente buona e creativa. Dopo 3 anni di visione di Masterchef, Cucine da Incubo ed Hell’s Kitchen, (e almeno due incubi in cui Cracco mi rincorreva con una padella in mano perché avevo fatto indurire il tuorlo nell’uovo fritto), so riconoscere anche io un bell’impiattamento!
E’ tardi, si va a dormire. L’indomani – dedicato alla navigazione - lo dedicheremo al vero e proprio giro della nave e a ciò che offre ai suoi passeggeri.
E quel messaggio che brilla nella tv della cabina, da quando siamo entrati la prima volta, non fa che ricordarci la stessa cosa che ci hanno ricordato decine di volte gli altoparlanti e la nostra cara Patricia: la notte occorrerà portare le lancette dell’orologio un’ora indietro. Anche se saremo ancora, tecnicamente, in Italia per tutto il giorno successivo. L’hanno detto decine di volte. Chi potrebbe mai sbagliare?
Chi ha letto gli altri post, sa come è andata con l’appuntamento con i colleghi di crocieristi.it. Stendiamo un velo pietoso. Della giornata di navigazione, mi limito solamente a raccontare due piccole chicche naturalistiche. Il passaggio vicino a Stromboli, che ci ha “salutato” sbuffando e il passaggio dello stretto di Messina… in quel momento la nave stava passando a meno di un’ora da casa, e noi abbiamo dovuto fare più di 1000 chilometri, prendere aerei, treni e taxi, per imbarcarci su di essa! Mia moglie mi ha ripetuto come fosse assurda la cosa centinaia di volte. E io, come potevo non darle ragione, mentre guardavo la mia Etna all’orizzonte?
Stromboli ci vede…
…e risponde al saluto della nave!
E il “Gala di Benvenuto”? Ci presentiamo tutti eleganti ed agghindati (anche se due tavoli più in là, gente in canotta pasteggia allegramente) per un semplice bicchiere di spumante in più? Non mi pare di aver visto un menu più ricercato, né una qualche attività speciale a bordo che giustificasse l’eleganza della serata. Il capitano, poi, dal nostro angolo tetro di ristorante non lo si è visto proprio. In effetti non ho mai capito se ci fosse.
Pausa, adesso.
Usciamo dalla modalità diario per un attimo e procediamo più schematicamente – piani nave alla mano.
Ponte 1:
Il
Medical Center, di cui fortunatamente non abbiamo mai usufruito, per il quale non posso esprimere giudizi. Lascio alle mie colleghe di viaggio eventuali note (sperando che non ne abbiano neanche loro)
Ponte 2, da poppa a prua:
Il
Ristorante Albatros: sede di tutte le cene e di due pranzi in coincidenza della seconda e della terza giornata di navigazione in cui, per forza di cose, il buffet al ponte 9 era invivibile: file chilometriche e lunghe attese per la disponibilità del tavolo, ci hanno convinti a dirottare giù i nostri pranzi. Il nostro tavolo stabilito per la cena era nell’angolo estremo sinistro in basso della sala, un po’ fuori dal mondo e senza finestra accanto. Un po’ da sfigati, insomma: quando i camerieri improvvisavano balletti e sfilate o si accennava un brindisi, non si vedeva nulla. In compenso abbiamo fatto amicizia con due famiglie di cinesi (con due bimbi splendidissimissimi di 1 e 2 anni) al tavolo accanto, con i quali il primo dialogo è da ricordare: chiedo a loro: “
Where are you from?”, il cinese mi risponde senza fare una piega: “
France!”. E dopo un attimo di imbarazzo, risate da entrambi i tavoli. Ok, ciao. Anzi, Chao.
il “sobrio” lookdel ristorante
Il
Ristorante Samsara: riservato agli ospiti Samsara, che mangiano solo cibi da Samsara e che dormono nelle cabine dentro la Samsara. Che Samsara lì benedica!
Alcazar Bar and Lounge: si sentiva della bella musica e la cantante rossa presente aveva davvero una bella voce e un bel repertorio vintage. L’abbiamo purtroppo sentita solo di passaggio (vedi Gran Bar Mirabilis)
La
Discoteca Sharazade: che conosco solo per le attività svolte lì dentro dallo squock club. Era discoteca solo dopo le 23.00, ma non ho avuto tempi e modi di visitarla nell’esercizio delle sue funzioni.
L’
Atrio delle Delizie:, il cuore della nave, caratterizzato dalla colonna degli ascensori, dal grande bar al centro e dalla copia della Sfera di Arnaldo Pomodoro. Il primo giorno mia figlia maggiore disse al fratellino che l’aveva rotta lui. Da allora, ogni giorno, a qualunque ora, ad ogni passaggio, senza un briciolo di pietà:
“Guarda: l’hai rotta tu!” “Non è vero… smettila!” “Si, è vero!” “Noooo!”. Nell’Atrio ci sono anche il Customer Service, in cui più volte ho chiesto varie info e in alcuni casi non mi sapevano rispondere (ad esempio, costi e funzionamento della MyCosta mobile) e in altri non capivano bene l’Italiano. Con il Tour Office, per scelta, non ho avuto nulla a che fare.
Mondo Virtuale: è la sala giochi classica, con delle belle postazioni moderne. Per i ragazzi è divertente: si gioca tutto con la Carta Costa. A me è toccata qualche partita con l’hockey su cuscinetto d’aria contro i miei bambini. (Ho vinto io)(Si, sono un mostro)(quando mi batteranno sul serio, apprezzeranno molto più il piacere di aver vinto)
Il
Casinò Gaius: è un casinò classico. Non si gioca con la carta ma con i soldi veri, che ti convertono in fiche da riscambiare in contanti – se te ne restano – a fine crociera. Ho fatto solo qualche partita alla roulette, mi è andata pure bene, ma nulla più. Avrei invece voluto giocare a texas hold’em, ma in 11 serate non ho visto un solo giocatore sedersi al tavolo. Pazienza, “
è andata così”, direbbe il mio nuovo amico trevigiano, parafrasando Verdone.
La
Sala Fumatori: simpaticamente ribattezzata “La gabbia” da molti passeggeri dopo pochi passaggi, è il luogo di gran lunga più deprimente della nave. ATTENZIONE: DA QUI IN POI LEGGERE CON ARIA SULLA QUARTA CORDA DI BACK (nota come musica di Superquark) IN SOTTOFONDO: la specie “homo fumantes”, in via d’estinzione, è relegata in questo antro buio, ricoperto da vetri oscurati di colore marrone, attraverso i quali si possono vedere, nel proprio habitat, gli usi e i costumi di questa desueta usanza terrestre dell’uomo: egli infatti, tramite una complessa procedura di ispirazione ed espirazione, è intento a produrre delle colonne di fumo da strane appendici, di tipo diverso, che vengono sostenute delicatamente fra le labbra.
Il
Gran Bar Mirabilis: è il luogo del dopo teatro, dove sorseggiare un (esoso) cocktail ascoltando buona musica, ballando e giocando con l’animazione. Ed è il nostro più grande rimpianto, perché in 11 serate, non siamo stati in grado di far stare buoni e calmi i bambini per rilassarci un po’ lì. O volevano andare a nanna o volevano fare altro. Del resto, decidono (anche) loro, no?
La
Sala Carte: resterà nella mia mente come il luogo del mancato appuntamento. L’ho evitata il più possibile dopo aver mancato l’incontro qui fissato con gli altri 3 esponenti del forum presenti a bordo. Trovatemi un cilicio! presto!
Il
Cinema 4D Etoiles: un costoso giocattolino. Abbiamo visto il film lungo (15 minuti) Castle Secret. Gli effetti funzionano, ma niente di impressionante. 8 euro a testa dai 6 anni in su.
Il
Teatro Duse: grande, bello e capiente. Un palco ipertecnologico, che ruota, si alza e si abbassa. Un vero gioiello nel quale passare del tempo spensierato a vedere degli splendidi spettacoli. (ok, vabbè, lo so… ne parliamo a tempo debito). Dicono, ma sono solo voci, che se l’Italia fosse passata agli ottavi avrebbero proiettato la partita a teatro. Sarebbe stato bellissimo ed epico insieme. Peccato.
Ponte 3:
Vanilla Bar and Lounge: non ho grandi ricordi, se non parte dello stazionare a fine crociera in attesa dell’ora di sbarco. Passiamo avanti.
Art Gallery: Ma davvero? C’era?
Cappella: 4 banchetti, un altare e, naturalmente un banco delle offerte, per non sentirsi “diversi” dall’ambiente che la ospita.
Area Foto: Massima espressione delle sanguisughe che si cibano della Carta Costa a bordo della nave. In ogni momento, spunta fuori un fotografo che ti vuole immortalare mentre esci dalla piscina, mentre mangi, mentre guardi la tv, mentre ti scaccoli con disarmante eleganza sulla passeggiata (pardon, una forzatura per rendere meglio il concetto) (no, sul serio, non l’ho fatto davvero!). Le sanguisughe riempiono tutta la balconata sopra l’atrio delle delizie, migliaia di foto, in cui passi decine di minuti a cercare la tua. Ed istintivamente, passi l’intera crociera ad evitare di passare da lì, temendo che moglie e figli incappino in una vostra foto e spingano per comprarla, assicurandole un destino che inevitabilmente si concluderà in cassetto chiuso. Una foto? Da 15 a 20 Euro.
Internet Point e Libreria Velvet: Mai usato l’internet point (1 ora, 24 euro), bastava la connessione in roaming nei porti. La libreria invece era gratuita: potevi prendere qualunque libro, ma anche giochi da tavolo, carte ed altro per trascorrere i tempi morti in modo. L’ho scoperta tardi.
Sala Kipros: una sala conferenze. Non si può commentare di più.
Galleria dei Negozi: non ci ho prestato molta attenzione, a dire il vero. Abbiamo comprato solo due pupazzetti per i bambini che hanno deciso di impiegare così la loro quota crociera regalatagli dai nonni prima di partire: si tratta di due polipi, i cui nomi sono Pelosino e Pelosina. Giusto per darvi qualche informazione interessante
. A proposito dei negozi, la voce che l’ultimo giorno di crociera ci siano degli sconti sostanziosi si è rivelata del tutto infondata, soprattutto all'interno dei negozi in galleria.
Caffetteria Sugar: non ci ho visto nessuno, mai. E quella nave di cioccolato è rimasta invenduta lì dal primo all’ultimo giorno.
Piano Bar Excite: usato più per mini conferenze in lingue diverse dall'italiano e come punto di riunione, l’ho frequentato solo per la cerimonia di rinnovo delle promesse matrimoniali.
Ponte 9:
Lido Acqua Regina: la piscina per soli adulti (anche se detta così assume una nota più hard). Sicuramente più tranquilla della piscina centrale, l’ho frequentata poco per tanti motivi. Ma la mattina della partenza da Istanbul, prima di fare colazione, dalle 7.30 alle 8.00, ho avuto mezzora di puro relax nell’idromassaggio, in perfetta solitudine, con vista mozzafiato mentre passavamo nella parte più stretta dello Stretto dei Dardanelli
Ristorante Buffet Muscandins: ne ho parlato prima. Tutto bene, grande e pieno di leccornie, le prime volte ci si perde alla ricerca del tavolo in cui si è lasciata la famiglia. Da evitare come la peste nei giorni di navigazione all’ora di punta. Servono la colazione, il pranzo, la pizza fino alle 17.30 e un buffet di dolci e dolcetti dalle 16 alle 17. La sera, pizza tonda a pagamento (4 euro), ma avendo gli amici al tavolo del ristorante non ne abbiamo usufruito.
Lido Azzurro Blu: Il cuore alto della nave. Un cuore piccolo ed invivibile. Spero ci sia una ragione tecnica per cui in una nave così grande, ci sia una piscina tanto piccola. I ragazzini che si tuffano, l’impossibilità di trovare una sdraio libera già dal primo mattino e il servizio di ordine inesistente rendono impossibile l’esperienza rilassante. Siamo stati in piscina spesso, in diverse occasioni, ma solo per i bambini. Ai loro occhi era la cosa più divertente in tutta la nave. Che altro avremmo dovuto fare?
l’ora di punta
anche davanti al maxischermo
Centro Benessere Samsara: Non ne abbiamo mai usufruito, ma sembrava invitante e ben curato.
Ponte 10, da poppa a prua:
Scuderia Costa: altro giocattolone. Non l’ho fatto personalmente, ma chi lo ha provato mia ha detto che era davvero molto realistico e gli è piaciuto. Prezzo dai 12 ai 20 euro, in base al numero di giri compiuti.
Virtual Golf: qui non so proprio nulla, se non aver visto delle signore insospettabili imbracciare il putter sul prato finto un paio di volte.
Ristorante Club Deliziosa: molto fine dal di fuori, ma anche questo non l’ho mai frequentato. Una cena 25€ a persona. Non sarebbe male, vista la qualità del menù, se si fosse fuori dalla nave. Così resta, a mio modestissimo parere, un qualcosa di inevitabilmente legato al concetto di spreco.
Squok Club: visto solo dall’esterno, infatti lasciavo i bambini (si sono convinti da soli a frequentarlo, o meglio sono stati convinti dalle compagnette del tavolo) ma sembrava tutto pulito e i ragazzini dentro sembravano sempre divertirsi. Ne riparlerò, ma vi anticipo che sono stati bravi davvero i ragazzi che ci lavorano.
Palestra: Grade e piena di attrezzi. Oh, i tapis roulant sono l’unico, ripeto UNICO posto in cui si può vedere dall’interno la prua della nave. Ebbene sì, ho compiuto anche io una sessione di tapis roulant: 500 metri e le ginocchia che mi hanno fatto male tutto il giorno.
Infine, La Costa Deliziosa in genere. Una bella nave, di sicuro non mi è sembrata “plasticosa”