Capitolo 4 - Katakolon (Olimpia)
La vita da crociera è sicuramente bella nei momenti in cui si vive la nave, ma la magia vera e propria consiste nel momento in cui si coniuga con il concetto di viaggio. nel momento in cui tocchi terra, abbandoni quello che, altrimenti, sarebbe un semplice villaggio turistico galleggiante e comprendi come sia l’unione delle singole componenti a rendere la crociera una magia difficilmente riscontrabile in altri tipi di vacanza.
E questo accade anche quando la tappa è Katakolon, un paesello di pescatori, frazione di Pyrgos, un altro paesello di pescatori (e allevatori), che ha improvvisamente fatto bingo – letteralmente - nel momento in cui le navi da crociera hanno deciso che il vicino sito di Olimpia dovesse entrare a far parte degli itinerari programmati.
La prima giornata di terra inizia, quindi, come le altre giornate di mare: risveglio difficoltoso, colazione leggera (mia figlia scopre il bacon ed è subito amore a prima vista, io mi lancio sui pancake) (leggera appunto) e un po’ di piscina. Si scende a terra dalle 13 in poi, quindi la ressa al buffet sarà tutta alle 12.00. La strategia prevede il pranzo intorno alle 12.45, quando la massa avrà già finito, anche se comporterà la discesa a terra con qualche minuto di ritardo.
il risveglio difficoltoso di cui sopra
il solito relax in piscina
Come detto ad inizio diario, le nostre escursioni sono state tutte faidate, quindi, a casa grazie alle indicazioni di questo splendido forum, ho fatto un minimo di pianificazione e di studio dei luoghi da visitare, per renderli più interessanti alla mia famiglia e a chi fosse voluto venire con noi. Certo, non si può raggiungere il livello di una guida esperta: basta sapere cosa stai vedendo e conoscere un po’ della sua storia.
Il today ci avvisa della possibilità “Olimpia a modo tuo”, cioè il semplice passaggio in navetta Costa dal porto agli scavi, 14 euro a testa, adulti e bambini. Con il tempo, abbiamo capito che quando la compagnia propone questa offerta, lo fa perché esiste a terra una possibilità identica a prezzi tre o quattro volte inferiori (infatti la cosa si è ripetuta anche ad Atene), per cui con un po’ di timore per la prima escursione in autonomia, bypassiamo l’offerta e proseguiamo per la nostra strada.
come gli antichi marinari: TERRA!!!!
Nelle escursioni faidate di questa crociera farò due grandi errori. Il primo lo compio proprio qui a Katakolon: scendiamo dalla nave, superiamo i pullman delle escursioni, superiamo i cancelli e vediamo una fila di gente che procede lungo il porto. Che si fa? Beh, andiamo. Dal cancello vicino alla nave all’uscita del porto saranno 800 metri buoni. Sole a picco, calura, bimbi che al terzo passo ti dicono “sono stanco, portami in braccio” e… quando siamo già troppo in là per tornare indietro, mi accorgo che c’era la navetta che ti porta gratuitamente fuori dal porto e direttamente all’ingresso del paese!
Poco male, faccio qualche foto alla nave, ci schiacciamo nell’unica striscia d’ombra accanto al muro e procediamo lentamente verso l’uscita.
il primo impatto con TUTTA la Costa Deliziosa
la bandiera attesta che siamo effettivamente in Grecia
Fuori dal porto ci sono alcuni tassisti, ma soprattutto quelli che ti portano alle due agenzie di autobus per Olimpia. Il prezzo è simile uguale: 8 euro a/r per gli adulti (4 euro per i bambini da una parte, bambini gratis dall’altra). Parlano un discreto italiano (del resto i faidate li facciamo solo noi, l’ho presa come una questione di differenze economiche: il pensionato medio tedesco o dei nostri tantissimi “les amìs francofòne” in crociera, non ha bisogno di fare conti) e fanno partire i pullman al riempimento. Le alternative comunque non mancano: si possono affittare auto, scooter, quad, ecc. Ci sono i trenini per le spiagge e alcune di queste possono essere raggiunte anche a piedi, procedendo in direzione diversa all’uscita del porto).
Partiamo con il secondo pullman dell’agenzia di destra (ne dovrebbero essere partiti 4 considerando entrambe le agenzie). Per raggiungerlo passiamo dalla stradina lungo il mare, piena di localini molto carini, tutto sul bianco azzurro della Grecia. Il pullman ci aspetta all’ingresso (o uscita) di Katakolon, di fronte ad una chiesetta bianca in perfetto stile ellenico.
localini nella stradina lungomare di Katakolon
che colore va di moda quest’anno in Grecia? E l'anno scorso? E l'anno prima ancora?
la chiesetta – peccato non esserci entrati
E qui, comprendiamo per la prima volta una caratteristica base del cittadino greco di campagna, perfettamente raffigurato dall’autista del pullman: è perennemente incazzato, grida nella sua lingua in qualunque occasione ed in qualunque compagnia, urla dal finestrino alle macchine, risponde cortesemente – con il tono di voce dell’urlo – a chi gli chiede delle informazioni. Sarà la crisi economica, non lo so, ma il carattere del greco urlante è abbastanza ricorrente anche fuori dal pullman, prima e dopo il viaggio.
Il viaggio verso Olimpia dura mezzora circa, mia moglie e il piccolo sono davanti in mezzo ad un gruppo di romani, io e la figlia grande siamo all’ultima fila dietro (come alle gite scolastiche!). I bambini presto si addormentano e io inizio a guardare fuori per capire un po’ come si vive, dove mi trovo. O meglio, mi farei un’idea, se non fossi finito in un fortino della Lega Nord vecchia maniera. Un gruppo di 15 milanesi – grandi e adolescenti - che osservano con disprezzo il territorio, facendo pesanti osservazioni sulla gente e sulle proprie abitudini, con paragoni ancora più offensivi verso Sicilia e Calabria. Bah. Avevo la bambina che fortunatamente mi dormiva addosso e non potevo rispondere a modo: ma vivevano di preconcetti decisamente più fuori di testa delle capre che ci guardavano dal ciglio della strada. Certa gente farebbe meglio a girare bene l’Italia prima di mettere il naso fuori.
All’arrivo ad Olimpia, (anche qui, una lunga avenue di negozietti caratteristici che non visiteremo – ci dicono prezzi più bassi di katakolon) l’autista come da sua consuetudine inizia a gridare ad un suo amico la propria felicità nel reincontrarlo dopo così tanto tempo, così si svegliano i bambini e ci accingiamo a scendere i 300 metri della lunga discesa agli scavi (ore 14.15, 34 gradi). Superato il ponte su un fiumiciattolo, arriviamo alla biglietteria: 6 euro per gli scavi, 9 con scavi e museo archeologico, bambini sempre e comunque gratis. Il tutti a bordo è alle 17.30, il pullman ci aspetta alle 16.30. In due ore piene a disposizione decidiamo – sbagliando – che saremo in grado di fare entrambe le cose.
Il sito di Olimpia sul forum è stato descritto da alcuni come poco più che un cumulo di pietre, la responsabile dell’ufficio escursioni nella presentazione del programma di viaggio, ci diceva che senza guida avremo visto solo un cumulo di pietre… beh… che dire, qualche cumulo di pietre c’è davvero, ma non c’è certo solo quello.
Il colonnato ai bordi del Gymnasium
Parti di antiche grondaie sotto il tempio di Zeus
Rinfrescati dalla fontanella all’entrata e mappa alla mano, memore di quanto studiacchiato a casa e con un po’ di fantasia romanzata sono stato in grado di raccontare ai bambini un po’ di storielle interessanti, sia sui giochi olimpici dell’antichità che sugli edifici del posto, compresa una delle sette meraviglie dell’antichità che si trovava proprio lì a pochi passi da noi: la statua di Giove Olimpo. La soddisfazione più grande, per me, è stata sentire come dopo le piccole spiegazioni facessero delle domande pertinenti.
Il sito archeologico è quasi senza recinsioni, le pietre si possono toccare, leggere (mio padre era insegnante di greco antico e mia figlia ha voluto fotografare tutte le colonne con le iscrizioni. “Così poi il nonno mi dice cosa c’è scritto!”), ma non puoi salirci sopra e farti fotografare: gli addetti locali fischiettano, ti inseguono e ti impongono di cancellare l’immagine dalla fotocamera. Però capisco il turista medio che trova il piedistallo all’ingresso della pista di atletica con le impronte dei piedi della statua che un tempo vi stava sopra… una tentazione fortissima.
Una delle tante iscrizioni che il nonno a fine crociera dovrà tradurre
Il Philippeion
L’arco che segna l’ingresso dello stadio
Attraverso l’arco, poi, si entra nello stadio. Non c’è nulla, se non per il fatto che dalla forma sembra un piccolo Circo Massimo di Roma, però si sente una fortissima emozione. Il luogo è carico di storia e suggestivo davvero, ripensando a ciò che un tempo vi si svolgeva. Splendido, davvero.
Lo stadio Olimpico (originale, no imitazioni)
La visita agli scavi si conclude alle 16.00, ci accorgiamo che il tempo per vedere il museo archeologico non c’è (avessimo preso quel pullman all’uscita dalla nave!), i bambini sono stanchi e ci tocca affrontare la lunga risalita fino al pullman. Ecco che si materializza un calesse. Visto il caldo, accenno ai miei cari se per caso volessero fare la salita lì e mi accorgo, mentre finisco la frase che stavano già salendo (5 euro). Ovviamente urla pure il guidatore, probabilmente discutendo con il tizio che ci ha proposto la salita della partita della sera Grecia-Costa Rica (Maledetti! La ferita non mi si è ancora rimarginata!).
Al viaggio di ritorno, saliamo fra i primi sul pullman evitando i lumbard molesti e torniamo ad Olimpia in tempo per fare un giretto per la via dei negozi di Katakolon. La fermata del pullman è davanti ad un locale in cui si svolge il ballo del sirtaki che osserviamo rapiti (era legato ad un’escursione ufficiale costa: un po’ di freeriding ogni tanto non guasta
), poi con calma, si torna alla nave e ci si prepara per la cena dopo le - agognate - docce rinfrescanti.
All’improvviso, misteriosamente, parte due volte lo scarico del water senza nessuno dentro. Dopo pochi secondi fuori dalla nave si vede questo… che le due cose siano collegate?
A cena ci si confronta con gli amici su quanto fatto in giornata, ci mettiamo d’accordo per andare insieme l’indomani e dopo un po’ di sano bighellonare per la nave, a teatro c’è il Circus Cairoli, senza dubbio e di gran lunga lo spettacolo più bello di tutti gli undici giorni di crociera.
il circus
Ma prima dello spettacolo, subito dopo cena, la giornata si conclude così:
A domani, con l'Odissea di Santorini