Ciao Alessia, riporto l'estratto del mio diario per la crociera "Mille ed una notte" nella parte che riguarda Dubai:
Appena tre ore di sonno ed alle 8 siamo già in piedi, quattro stecchini agli occhi, una colazione veloce al ristorante, ancora semivuoto e via con Aldo e Maria alla scoperta di Dubai. Non possiamo certo sprecare la mattinata quando Dubai è proprio ad un tiro di schioppo!! Alla nave ci interesseremo al rientro!
Decidiamo di dedicare la visita alla parte del Creek più vicina alla nave. Al terminal di Port Rashid i taxi sono numerosi (sul prezzo finale del tassametro, solo dal porto in città, ci saranno sempre 20 AED di supplemento) . Iniziamo con il Gold Souk, quello vecchio nella zona di Bur Deira. Alcuni negozi all’interno della struttura organizzata quasi a stella, con una facciata in stile arabo e tetto a volta con travature di legno, stanno aprendo e c’è molta tranquillità. Le botteghe per lo più di artigiani indiani ed iraniani, sono aperte al pubblico, senza alcuna misura di sicurezza e l’esposizione è veramente di ogni genere, per manifattura, peso, incisione, anche se, personalmente, molto lontana dai miei gusti.
Dopo un giro nel souk delle spezie , più buio e raccolto, con i vecchi contenitori in legno dove in un tripudio di colori, odori inebrianti e così lontani dai nostri (incenso, cumino, coriandolo, cardamomo e resine), danno quasi alla testa, arriviamo ai moli del creek, la Baniyas Road.
Il Creek è un braccio di mare naturale che estende per 14 chilometri all’interno della città e, quando “Dibei” era solo un villaggio di pescatori offriva sia un riparo naturale per le barche, che un porto franco. Ci sono molti dhow (o dhau) in legno di pescatori e di trasportatori attraccati alla banchina, alcuni con panni stesi di recenti bucati, con tavoli sui piccoli tetti per giocare a carte ed altri addirittura con piccoli arbusti, mentre la merce di ogni tipo è ammucchiata sul molo … una città nella città, con volti e taglio di occhi che tradiscono origini africane, persiane, indiane e chissà di quali altri Paesi. Alcuni dhow sapientemente ristrutturati fanno bella mostra di sé per crociere turistiche e cene sul creek.
Con mezzo dollaro a persona attraversiamo con l’abra, delle chiatte-taxi a fondo piatto usate dai lavoratori, i trecento metri di canale, che ci separano dalla zona di Bur Dubai. Il luccicare dell’acqua sotto il sole già caldo e abbacinante, i vecchi dhow messi un po’ male in arnese, i grattacieli avveniristici in lontananza, gli abra che solcano ininterrottamente il canale carichi di lavoratori o turisti accaldati, le torri del vento e tanti altri piccoli particolari, danno un quadro di vita locale veramente originale!
Dall’altra parte del Creek nel quartiere di Bur Dubai proseguiamo per ammirare meglio qualche torre del vento (badgir), antenata dei nostri condizionatori . Queste torri costruite in arenaria, corallo o gesso hanno quattro pareti aperte che permettevano di canalizzare l’aria verso il basso per raffeddare le stanze dell’edificio. Un veloce passaggio nel Souk dei tessuti, l’esterno della vecchia moschea in ristrutturazione, poi proseguiamo a piedi verso la zona di Al Shindagha , nella larga ansa che porta alla fine del canale verso il mare, con una brezza leggera. Qui si trovano la casa dello Sceicco Saeed Al-Maktoum, ora museo fotografico e la casa dello Sceicco Thani ora sede di mostre, caratterizzata da una bellissima lampada all’ingresso. Verso la fine del creek si trova l’Heritage Village, ma il tempo è tiranno, fermiamo al volo un taxi per strada e rientriamo in porto.
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VENERDì 19 MARZO – DUBAI
con calma scendiamo al Terminal, dove prendiamo la navetta gratuita per il Dubai Mall.
Il tragitto percorre la Sheikh Zayed Road; questa strada, la principale arteria di Dubai a dodici, corre parallelamente al mare a circa un chilometro nell’entroterra e conduce fino ad Abu Dhabi. Lungo il percorso corre affiancata la Metro in questa zona totalmente a cielo aperto. Svettanti grattacieli (Emirates Towers, il W.T.C. , Financial Centre, e tanti altri ancora) ci aprono il sipario sul Burj Dubai il grattacielo che svetta in maniera impressionante su tutti gli altri e sull’enorme centro commerciale con più di 1200 negozi su tre piani costruito alla sua base.
Ci dotiamo di necessaria piantina di orientamento e via con il passatempo preferito di chi viene a Dubai lo “shopenterteinment” ! . Il realtà le grandi marche, anche quelle cult, della Fashion Avenue, sono tutte presenti a Roma, con prezzi che non mi sembrano molto differenti. La vera diversità sta nella location, enormi spazi espositivi, vetrine e locali smisurati, lampadari, cupole e soluzioni architettoniche variegate nelle zone comuni e nelle piazze interne, danno proprio il senso dell’opulenza del luogo. Una parte del Mall è interamente dedicata ai prodotti locali “Gold SouK” con architetture arabe che riproducono fedelmente quelle originali .
Purtroppo con grande delusione ci confermano che non è possibile salire sul grattacielo, denominato ora Burj Khalifa in onore all’emiro di Abu Dhabi che ha “gentilmente appianato i conti economici” . Pochi fortunati, nei primi giorni di apertura hanno potuto godere del panorama mozzafiato, prima che problemi elettrici e la gestione dei venti si rivelassero un serio ostacolo, evidentemente ancora non del tutto superato!
Ci consoliamo con lo spettacolo di suoni e luci offerto dal Waterfront alla base del complesso. L’ampia zona intorno al grande specchio d’acqua è piena di gente, è venerdì quindi un giorno di festa! Siamo attorniati da famiglie di pakistani, indiani, filippini, turisti europei come noi, moltissimi orientali, americani, russi , nonché molte famiglie arabe e “nationals, donne con il Niqab, l’ Abaya a volte il Burqa
In questo meltin pot di lingue, volti, abiti, usi, tradizioni, sotto il sole ormai tiepido del tramonto, che getta colori caldi e fiammanti ai cristalli dei grattacieli, il gioco delle fontane inizia nella sua sfavillante bellezza.
Il graffio al cuore nella sua più toccante e disarmante espressività l’ho avuto nel momento in cui è partita la musica di Bocelli “ Con te partirò”. Mi risulta difficile spiegare il ventaglio di pensieri e sensazioni nella mia testa, come se centinaia di persone provenienti da innumerevoli parti del mondo fossero lì per ammirare il frutto di tanta ingegneria umana e proprio quella canzone, italiana, fosse la sola cornice possibile a tutto lo spettacolo!!
Dalle mani dell’uomo passiamo allo spettacolo della natura! Ci immergiamo nel Dubai Aquarium con una varietà sorprendente di pesci, circa 33.000 e 400 squali! Alcuni di questi si posano sul fondo che per noi è il soffitto del tunnel trasparente di 48 metri ed è impressionante vederli da questo punto di vista! Passiamo poi alla sezione dedicata allo zoo sottomarino con vasche dove altri rappresentanti acquatici marini mai visti prima ci offrono uno spaccato della fauna veramente affascinante!
Passiamo poi alla zona dedicata al food dove cucine di tutto il mondo offrono le loro specialità. Davanti ad un centrifugato di frutta maxi, osserviamo il via via di questa folla variegata! I negozi sono aperti fino a tardi, facciamo qualche acquisto ed in taxi rientriamo in nave dopo mezzanotte ripercorrendo la Sheikh Road con i grattacieli tutti illuminati.
Prendiamo una pizza e un insalata e prima di dormire cerchiamo di compattare le valigie! Sul letto troviamo l’ultimo Today con l’arrivederci…. ah la tristezza inizia a pervadere le nostre menti, ma abbiamo ancora l’intera giornata di sabato!
SABATO 20 MARZO - DUBAI
Questa mattina facciamo colazione al ristorante, organizziamo il bagaglio a mano per il cambio d’abito della sera, ritiriamo i passaporti pieni di timbri e ripartiamo in taxi, stavolta in direzione del Medinat Jumeirah.
Questo stravagante complesso turistico, comprende alberghi ristoranti, caffetterie e un souq, tutti costruiti rispettando lo stile tradizionale con torri del vento, cortili, terrazze ed archi nei vari colori della sabbia.. Ci dedichiamo al tradizionale bazar arabo interno molto tranquillo, dove tra un acquisto ed un altro mi faccio dipingere un motivo floreale con l’hennè sulla mano e sul polso; usciamo poi verso l’arena costruita intorno ad una laguna, con bellissime vedute della Vela. Gironzoliamo in questa piccola Venezia araba poi prendiamo la strada del Burj al Arab.
All’ingresso controllano la prenotazione e percorrendo il breve viale con a destra e sinistra la spiaggia bianchissima con l’acqua cristallina, proprio nel momento in cui un elicottero si alza in volo dall’eliporto in cima all’Hotel, entriamo in siffatto Tempio dello sfarzo!
Colpisce subito la struttura ricurva che riprende le vele degli antichi dhow, rivolta verso il mare in fibra di vetro rivestita di teflon. Nella hall il bancone della reception è a forma di conchiglia ricoperta d’oro e fra i due acquari, accanto alle scale mobili che conducono alla parte soprelevata della hall , una fontana a motivi geometrici ed alla base un lungo divano per ammirarne i vari e divertenti giochi d’acqua . Dalla base della fontana puntando al soffitto, si ha subito il colpo d’occhio prospettico delle colonne e dei colori usati nello sviluppo dei vari piani. La visuale completa si ha in cima alla scala mobile dove un’altra piccola fontana fa da spartiacque fra la zona buffet, la zona pubblica e il corridoio che conduce ai piani superiori.
Sarà la grande presenza di luce, l’uso dei colori – oro, bianco, verde e blu – le file di piani che svettano verso l’alto, sicuramente è molto particolare come architettura ma non può essere considerato kitch, vista la location in un luogo geografico dove, il concetto di naturale ed incontaminato non esistono più!!
Prendiamo con emozione l’ascensore panoramico trasparente che in velocità ci porta all’ingresso dello Skyview Bar e del Ristorante “al Muntaha”. Ci accomodiamo in un tavolo da due accanto alle vetrate e con le note romantiche di una pianista iniziamo la nostra esperienza culinaria e visuale! Prendiamo un cocktail analcolico, due bicchieri di vino, un bianco spagnolo ed un rosso sudafricano, un antipasto un secondo ed un dessert, caffè con una varietà di dolcetti al cioccolato e ci godiamo il bel panorama! Da una parte The Palm Jumeirah con l’hotel Atlantis sullo sfondo, dall’altra tutta la spiaggia di Jumeirah, The world, fino al Sailing Club.e oltre
Torniamo in tempo in nave per lasciare le valigie in corridoio, depositare il bagaglio a mano fino alla partenza e ripartiamo in taxi in direzione del Mall of Emirates, reso famoso per la pista da sci; ora con appena trecento negozi,sembra il fratello povero del Dubai Mall !
Spero di aver reso bene l'idea di quei due giorni concentrati che tu sicuramente con più giorni a disposizione apprezzerai al meglio