Amici i vostri sguardi sul diario m'incoraggiano a continuare e così prima di chiudere il capitolo Salvador de Bahia inserisco qualche foto della città scattata a sera poco prima di salire a bordo.
La guida qui ci spiegava che molta crudeltà nella storia della città è passata innanzi a questa casa, lì innanzi nella piazza venivano giudicati e castigati gli schiavi ribelli
In questa foto poco riuscita potete però comunque osservare l'abbondanza d'oro (ci hanno spiegato che l'oro veniva realmente usato magari mescolandolo a legno e stucco per decorare le chiese) ebbene tanto oro veniva dai ricchi e potenti signori colonizzatori che lo donavano alle chiese chiedendo in cambio d'essere seppelliti all'interno del tempio; pensavano così di avere più probabilità di salvarsi l'anima.
I poveracci e gli schiavi invece venivano seppelliti o per meglio dire buttati in una fossa comune oggi coperta da una grata, la si può ancora osservare in una piazza panoramica non distante dall'ascensore che ho fotografato.
Torno a dire che a mio avviso la visita di Salvador è stata tra le più significative, mi ha fatto vedere qualcosa di una città che forse più di altre mostra aspetti autentici del Brasile, qualcosa che magari può essere anche un po' inquietante, forti reminiscenze di un passato coloniale intriso di crudeltà e carità, qualcosa che, però, certamente aiuta a capire una delle tante anime di questo sconfinato paese.
Poche foto messe qui non possono rendere l'intensità di quelle ore passate lì: gli attraversamenti di chiese e sagrestie ricche di pitture e stucchi, il barocco ridondante, un chiostro tutto adorno di azuleios (mattonelle tipo quelle di Lisbona) con numerosissime figure dense di significati.
Salvador mostra in ogni dove la presenza primaria e determinante per secoli di gesuiti e francescani e nel contempo i contrasti di fasti e miserie le commistioni ambigue di religione e superstizione.
Salvador mette insieme il Brasile da spiaggia solare e balneare di tanga e ritmi coinvolgenti con quello secolare di 4 o 5 secoli di commistione tra la cultura dei nativi quella degli immigrati forzati e quella dei potenti colonizzatori.
Noi turisti di oggi siamo l'ultimo tocco di colore che va ad aggiungersi a questo quadro complesso, il tocco più recente, l'ultima pennellata, un tocco più o meno contemporaneo alla costruzione recente del campo sportivo costruito da poco per entrare in gioco pare per i mondiali.
Ripensandoci, poi, forse, anche il fatto che la nostra visita coincidesse con il venerdì santo ha fatto in modo che la città si mostrasse in un giorno particolare vissuto come tale anche dagli abitanti.
Insomma, per dirla tutta, direi che se il Brasile fosse una pietanza, per gustarla al meglio ci si deve versar sopra la salsa Salvador de Bahia
Che ve ne pare? Ciao.
Fan
P.s.
Non riuscirò mai a pensare ad una crociera solo per la nave, la Spa, il Samsara, i ristoranti, il casinò e tante altre belle cose; quelle per me sono aperitivo e magari contorno e dessert ma datemi la portata principale: un itinerario che m'intriga ed un condimento che non mi stanca mai, il mare!