Grazie Francy. Maddalena l'uovo è arrivato intero fino a casa, mi sembrava carino fare cosi per romperlo con i miei, per sorpresa un pupazzo strano con la testa da montare che una volta fatto appariva come un mostro verdastro; mia figlia ha detto: "Se ci fosse un bimbo piccolo sperimenterebbe subito l'orrido!" Segno dei tempi.
Ora però vi porto con me, una volta sbarcato a Recife, ultimo scalo brasiliano, in escursione. Qui ho scelto altra escursione naturalistica, mi ero documentato su internet prima di partire ed avevo visto che piuttosto che visitare la città che è moderna ma non pare abbia particolari attrattive, conveniva cogliere l'occasione per vedere Igarasì e Itamarà. Anche in questa escursione abbiamo avuto guida in lingua solo italiana e ci siamo serviti prima di un piccolo bus e poi di un battello catamarano. Mi è piaciuta e spero di darvene un'idea con qualche foto.
Di primo mattino la nave sta per entrare nel porto di Recife scortata dal rimorchiatore, fa già caldo e pregusto la giornata che mi attende...
Poco dopo le 8 saremo già a terra
ecco il profilo di Recife con i suoi edifici moderni che mi scorre davanti mentre osservo dal ponte
Trovato il nostro bus in banchina si parte e dopo un percorso di circa 30 minuti attraverso una strada a scorrimento veloce il paesaggio cambia completamente, come già è capitato altre volte si lascia la modernità e ci si ritrova in un ambiente che sembra appartenere ad un'altra epoca. Questo che vedete nelle foto seguenti è un piccolo tranquillo borgo che è stato in assoluto uno dei primi insediamenti dei coloni portoghesi, qui torniamo indietro nel tempo, la guida ci spiega che si risale ai primi decenni del XVI secolo, il nome del borgo Igarasù sarebbe di origine indigena e significa grande canoa così come appunto gli indigeni chiamavano le prime caravelle arrivate lì.
Quello che non vedrete nelle foto seguenti è l'interno di una chiesetta antichissima che non è quella fotografata; dentro ho visto qualcosa di particolare: tante donne con bimbi piccoli lì a pregare ma anche a conversare bisbigliando e magari a cullare neonati in carrozzine o piccole culle, sembravano vivere quella chiesa non solo come tale, come si usa da noi ma anche come se fosse una sorta di casa comune, insomma un posto in cui ritrovarsi per stare insieme. D'altra parte la chiesetta con le sue panche forse era più fresca e confortevole delle modeste abitazioni viste in giro. Questa almeno è stata la mia impressione entrando e tutti noi turisti ci siamo mossi con discrezione quasi a non voler disturbare come intrusi in quel contesto così particolare, anche se qualcuna tra queste donne tutte molto semplici e modeste sembrava accennare ad un saluto e ad un sorriso come a darci il benvenuto guardandoci con un pizzico di curiosità.
Scrivo queste cose per chi vorrà leggerle perché secondo me le sole foto non possono rendere alcune impressioni.
Insomma che differenza con l'idea di Brasile che molti tra noi hanno: carnevale, samba, bellezze creole ecc. ecc.
Quel posto e quella gente così lontani da quel Brasile di tante nostre fantasie mi resteranno impressi. Eccolo...
Dopo questa sosta con un altro tragitto non lungo in bus arriviamo a Itamarà. Qui ci aspetta la visita del piccolo parco acquatico dedicato alla preservazione di una specie protetta in via d'estinzione: il lamantino. Mi è stato detto che ci sono esemplari di questo strano mammifero anche in Florida e che la specie corre pericoli soprattutto per la lentezza dei suoi movimenti. Notizie e curiosità potete trovarle in rete, io lascio spazio alle foto.
Dopo un po' la simpatica guida ci chiama è ora di andare in spiaggia per imbarcarci sul catamarano che in pochi minuti ci porterà su un'isoletta, resteremo lì a sorseggiare una bibita, a passeggiare o per chi vuole a fare un bagno. Io assaggerò pure un po' di gamberi fritti e frittelle di manioca gentilmente offertemi proprio dalla guida. Per queste altre foto, se vi va, vi rimando a dopo.