La vicenda della famiglia Pfanner s’intreccia con la secolare storia del Palazzo verso la metà dell’Ottocento. È nel 1846 che Felix Pfanner (1818-1892) produttore di birra nativo di Hörbranz sul Lago di Costanza (Austria), ma di famiglia bavarese, entrò in contatto con la famiglia Controni. Giunto a Lucca in seguito a un decreto del 1845 con cui il Duca di Lucca, Carlo Lodovico di Borbone, aveva fatto richiesta per sé e per la città di «un abile fabbricatore tedesco di birra», Felix decise di prendere in affitto dai Controni il giardino e le cantine del Palazzo per collocarvi i macchinari e l’attrezzatura necessari a produrre la bevanda. Con il passare del tempo, grazie ai proventi ricavati dal suo birrificio, Felix fu in grado di acquistare l’intero Palazzo, il quale prese il suo nome e divenne sede ufficiale della birreria Pfanner. Prima fabbrica di birra del Ducato di Lucca e una tra le prime in Italia, la birreria Pfanner diventò un importante punto d’incontro per tutti i lucchesi e i forestieri. Dopo decenni di attività, la birreria chiuse nel 1929.
Il Palazzo è tuttora di proprietà della famiglia Pfanner che qui vi abita e che nel corso degli anni ha provveduto alla sua valorizzazione attraverso l’apertura al pubblico e l’organizzazione di eventi.
Nel salone centrale del Palazzo è presente un’esposizione permanente di strumenti medico-chirurgici e antichi testi di medicina appartenuti a Pietro Pfanner (1864-1935), chirurgo, filantropo e sindaco di Lucca dal 1920 al 1922.
PIETRO PFANNER (1864-1935)
Un grande chirurgo e benefattore tra Otto e Novecento.
Pietro Pfanner nacque a Lucca nel 1864 da Isabella Del Greco e Felix Pfanner, birraio di Hörbranz (Austria), giunto a Lucca nel 1846 in seguito a un decreto del 1835 con cui il Duca di Lucca, Carlo Lodovico di Borbone. aveva fatto richiesta per sé e per la città di 'un abile fabbricatore di birra'.
Nel 1889 Pietro si laureò in Medicina e Chirurgia all'Università di Firenze e in pochi anni diventò prima aiuto ospedaliero, poi primario chirurgico della Croce Rossa.
Nel 1910 ricevette la sua prima grande onorificenza da parte del Ministero degli Interni per il servizio prestato a quella parte della popolazione che era stata gravemente colpita dal terremoto calabro-siculo del 1908 e dalla successiva violenta epidemia di colera.
Fu durante la Grande Guerra che Pietro si distinse per la sua grande abilità umanità nel curare i feriti che giungevano dal fronte: fu per questo insignito della medaglia d'argento solitamente conferita ai benemeriti della patria.
Nel 1918 diventò primario emerito di chirurgia dell'Ospedale di Lucca. Nel frattempo il suo ambulatorio, situato al piano terra di Palazzo Pfanner, cominciò ad accogliere malati di ogni ceto sociale, dal grande compositore Giacomo Puccini, di cui Pietro era uno dei medici personali, fino agli esponenti delle classi più di agiate della città. Si racconta che durante le sue visite domiciliari presso questi ultimi, Pietro fosse solito lasciare di nascosto sotto il loro cuscino i soldi necessari per acquistare le medicine.
Non meno impegnativa la sua attività a vantaggio della cittadinanza: nel 1920, sollecitato vivamente dai suoi innumerevoli amici, accettò di ricoprire la carica di sindaco della città di Lucca, carica che mantenne fino al 1922. Sotto la sua amministrazione, vennero iniziati i lavori per il nuovo acquedotto e fu creata un'efficiente rete fognaria.
Terminata l'attività pubblica, Pietro si dedicò alle ricerche storico-erudite. Si cimentò in un'analisi storico-artistica di Palazzo Pfanner e in un'ampia catalogazione degli istituti di beneficenza di Lucca, in cui i risultati furono pubblicati nel 1936.
Nel 1931 venne nominato commendatore della Corona d'Italia e papa Pio XI lo insignì della commenda dell'ordine di S. Gregorio Magno.
Alla sua morte, nel 1935, il Comune di Lucca gli tributò le più ampie onorificenze. Gli dedicò la via dell'ospedale e appose il suo medaglione commemorativo nel Famedio del cimitero urbano.
Gli affreschi del salone...
La sala da pranzo è completamente apparecchiata come se di lì a qualche istante dovessero comparire i commensali....
Continua...