Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO
anch'io vivo un periodo intenso e sono tornato un momento perchè sentivo qualcosa da dire ma dovrò sparire di nuovo per un po'; poi quel briccone di fandelmare parte subito con riflessioni esistenziali alle quali dovevo rispondere, non foss'altro perchè sono d'accordo con lui.
La vita, la morte, la vecchiaia, per i greci era la sequenza naturale delle cose, era l'ananke il destino, per i cristiani è la speranza e dunque viviamo il momento presente con serenità se ci riusciamo godendo delle piccole cose quotidiane.
Ora vi faccio sorridere: un amico che di mestiere fa il creativo a Milano mi ha chiesto di partecipare alla stesura di un libro; si intitolerà, tenete ben presente il titolo MEGLIO QUI CHE IN RIUNIONE.
Bene, tutta una serie di persone scriveranno questo libro nel senso che ciascuno avrà a disposizione una pagina e, per non dare la soddisfazione agli altri di farlo dice il curatore, manderà il proprio epitaffio...
Quando esce il libro ve lo dico.
Dunque per chi come me comincia a preferire la sera alla mattina, che non è meno bella anzi, propongo una poesia di D'Annunzio che non è tra i miei preferiti come personaggio ma la cui musicalità di linguaggio trovo insuperabile.
La sera fiesolana
Fresche le mie parole nella sera
ti sien come il fuscìo che fan le foglie
del gelso nella man di chi lo coglie
silenzioso e ancor s'attarda all'opra lenta
su l'alta scala che s'annera
contro il fusto che s'inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la luna è prossima a le soglie
cèrule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe' tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l'acqua del cielo !
Dolci le mie parole nella sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocan con l'aura che si perde
e su 'l grano che non è biondo ancora
e non è verde,
e su 'l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.
Laudata siiper le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora !
Io ti dirò verso quali reami
d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l'ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s'incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l'anima le possa amare
d'amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare
le prime stelle !
anch'io vivo un periodo intenso e sono tornato un momento perchè sentivo qualcosa da dire ma dovrò sparire di nuovo per un po'; poi quel briccone di fandelmare parte subito con riflessioni esistenziali alle quali dovevo rispondere, non foss'altro perchè sono d'accordo con lui.
La vita, la morte, la vecchiaia, per i greci era la sequenza naturale delle cose, era l'ananke il destino, per i cristiani è la speranza e dunque viviamo il momento presente con serenità se ci riusciamo godendo delle piccole cose quotidiane.
Ora vi faccio sorridere: un amico che di mestiere fa il creativo a Milano mi ha chiesto di partecipare alla stesura di un libro; si intitolerà, tenete ben presente il titolo MEGLIO QUI CHE IN RIUNIONE.
Bene, tutta una serie di persone scriveranno questo libro nel senso che ciascuno avrà a disposizione una pagina e, per non dare la soddisfazione agli altri di farlo dice il curatore, manderà il proprio epitaffio...
Quando esce il libro ve lo dico.
Dunque per chi come me comincia a preferire la sera alla mattina, che non è meno bella anzi, propongo una poesia di D'Annunzio che non è tra i miei preferiti come personaggio ma la cui musicalità di linguaggio trovo insuperabile.
La sera fiesolana
Fresche le mie parole nella sera
ti sien come il fuscìo che fan le foglie
del gelso nella man di chi lo coglie
silenzioso e ancor s'attarda all'opra lenta
su l'alta scala che s'annera
contro il fusto che s'inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la luna è prossima a le soglie
cèrule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe' tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l'acqua del cielo !
Dolci le mie parole nella sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocan con l'aura che si perde
e su 'l grano che non è biondo ancora
e non è verde,
e su 'l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.
Laudata siiper le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora !
Io ti dirò verso quali reami
d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l'ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s'incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l'anima le possa amare
d'amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare
le prime stelle !