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Il faro, the Lighthouse

Re: Il faro, the Lighthouse

Una citazione di come la pittura ha rappresentato i fari nel tempo

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Re: Il faro, the Lighthouse

E' tutto bello, ma quest'ultima citazione pittorica è splendida!!

A questo punto approfitto per aggiungere anche io qualche cosina..

Il Faro di Ostia (anzi di Fiumicino per essere precisi, della città di Porto) era secondo in grandezza solo a quello di Alessandria ed è riportato in molti mosaici romani, la grossa parte dei quali provenienti da Ostia Antica e dintorni..

Ne ho varie fotografie fatte da me, ma in questo momento ho difficoltà ad inserirle, per cui dovrete accontentarvi di queste, piccoline, trovate sul web..

Questa prima immagine proviene dal cimitero di Isola Sacra, qui si vede solamente (perchè l'hanno tagliata? Bhò..) una piccola parte della seconda nave che entra nel porto.

Il tutto potrebbe alludere all'idea che dopo una vita passata nelle tempeste finalmente si approda nella quiete del porto definitivo, simboleggiato appunto dalle navi che entrano in porto giudate dal faro..


2005424232032_faro-1.jpg


La seconda rappresenta il simbolo (lo stemma se volete) di una corporazione di marinai (non crocieristi!! :P Commercianti..) e fa riferimento ai loro legami con Ostia e, conseguentemente, Roma.

mosaico1.jpg


Per capirne di più lascio un riferimento:

http://www.severiana.it/approfondimenti/Porti di Claudio e Traiano.pdf

Salutoni!
Manlio
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Fate pure un intervallo, ma che sia breve
E' sembre un grande piacere leggere i vostri contributi.
Grazie Paola
 
Re: Il faro, the Lighthouse

grazie a te Paola, è piacevole sapere che a Londra abbiamo la nostra quinta colonna ( mi riferisco al libro QUINTA COLONNA di Graham Greene, che non c'entra con i fari ma è un bellissimo romanzo )
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Grazie, ma sbaglio o mi sembra di ricordare che la quinta colonna fosse di Hemingway, qualche cosa a che fare con la guerra civile spagnola.
Grahame Greene al momento mi porta alla mente sono il console onorario............., meglio di no
Ciao Paola
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Bisogna distinguere con le traduzioni dei titoli.
Hemingway ha scritto un libro tradotto STORIE DELLA GUERRA DI SPAGNA, LA QUINTA COLONNA ambientato appunto in Spagna come ricordavi.
Graham Greene ha scritto un libro (THE MINISTRY OF FEAR) tradotto LA QUINTA COLONNA, ambientato a Londra ed ecco perchè l'ho citato. Se hai la fortuna di non averlo ancora letto, te lo consiglio.
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Grazie Serbet
vivendo a Londra la maggior parte dei libri da me letti e' in Inglese. Per questo che la quinta colonna non mi si collegava a Greene.
Quando studiavo inglese ho letto diversi libri di G. Greene, lo trovavo particolarmente piacevole, facile da leggere, molto comprensibile.
The ministry of fear non e' tra quelli che ho conservato, seguiro' il tuo consiglio, la prossima volta che andro' in biblioteca sara' mio.

Cercando tra i libri mi e' capitato tra le mani un tascabile con una decina di racconti brevi di Kipling.
Questo titolo mi ha colpito: "The ship that found herself". La storia di una nave cargo che durante il suo primo viaggio incontra mare mosso, e i commenti dei vari elementi della nave a questa nuova situazione. Le varie parti della nave si lamentano, sbuffano ed infine avviene la totale coesione, "la nave si trova" e parlano con una sola voce.
Sara' divertente immaginare in un prossimo viaggio che i vari rumori della nave siano vocine che si lamentano, arrabbiano o gioiscono.
Ciao Paola
 
Re: Il faro, the Lighthouse

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in italiano il libro che citi è questo; non lo conosco e lo cercherò, grazie dello scambio letterario
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Si trova abbastanza facilmente Serbet, anche online. Ho avuto occasione di leggerlo ed è molto piacevole.
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Parlando di traduzioni ecco come il semplice titolo originale IL FARO, è stato stravolto con uno da filmetto estivo

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A parte questo il libro è molto bello, se vi piace l’atmosfera della Cornovaglia, una dimora vicina al faro, un ispettore di Scotland Yard fascinoso, un miliardario antipatico e l’abilità della scrittrice P.D. James, considerata l’erede di Agata Christie ( della quale per la verità scrive assai meglio, mi scusi monsieur Poirot) non perdete questo thrilling.

pag. 105...
" Ed ecco che a quel punto, capricciosa, improvvisa come sempre sull’isola di Combe, calò la nebbia, in qualche posto niente di più di un delicato velo trasparente, in altri ispessita di un’umida foschia che ottenebrava ogni cosa, scesa come una cappa sull’azzurro del mare, facendo diventare la massiccia torre della casa una presenza che incombeva minacciosa, avvertita ma non vista, e isolando l’elegante cupola rossa in cima al faro al punto che adesso appariva simile a qualche bizzarro oggetto che galleggiasse nello spazio.
Mentre la nebbia diventava sempre più fitta XXXXX disse:
“ Non ha senso andare lontano fintanto che non si alza. Proveremo al faro, nient’altro”
Si mossero insieme XXXXX davanti a tutti. Udiva voci ovattate dietro a sé, ma a una a una le figure scomparvero in quella nebbia che cancellava ogni cosa e le voci si affievolirono fino a tacere del tutto.
E all’improvviso, in un modo tanto subitaneo da sconcertare, il faro gli si presentò di fronte, la torre concava che si allungava nel nulla. Guardando verso l’alto ebbe un capogiro, ma provò paura al pensiero di appoggiarsi con le mani per sorreggersi contro quella superficie lucida nel caso che l’intero edificio, irreale come un sogno, si mettesse a vacillare dissolvendosi nella foschia.
La porta era socchiusa e lui spinse guardingo il massiccio pannello di quercia e si protese in cerca dell’interruttore della luce. Senza fermarsi salì la prima rampa di gradini passando per il locale in cui era conservato il combustibile e continuò fino a metà della seconda rampa chiamando YYYYY in principio a bassa voce, quasi come se temesse di spezzare quel silenzio ammantato di nebbia. Rinunciando poi alla futilità di quelle chiamate fatte con scarso entusiasmo si soffermò sugli scalini e cominciò a urlare nel buio. Non ci fu risposta e lui non potè vedere nessuna luce. Scendendo si fermò nel vano della porta e gridò nella nebbia :
“ Sembra che qui non ci sia. Rimanete dove siete “.
Ancora nessuna risposta. Senza riflettere e senza una ragione precisa si mosse girando intorno al faro, portandosi sul lato del mare. Si fermò contro il muricciolo piegando indietro la testa a guardare all’insù e provò un senso di gratitudine per il massiccio granito al quale appoggiava le reni.
Ed ecco che om quel momento, misteriosamente com’era calata, la nebbia cominciò a diradarsi. Fragili brandelli, delicati come veli, iniziarono a galleggiare alla deriva davanti al faro, ora diventando più fitto ora dissolvendosi. A poco a poco forme e colori si rivelarono, ciò che era misteriosamente intangibile divenne familiare e reale.
E poi vide.
Il suo cuore ebbe un tuffo e cominciò a battere sordamente al punto di squassarlo dalla testa ai piedi. Probabilmente doveva essersi lasciato sfuggire un urlo, ma non udì alcun suono a eccezione del selvaggio stridio di un gabbiano. (…..)
E alto lassù, contro il candore del faro, un corpo penzoloni: il filo blu e rosso della corda da alpinisti in tensione contro le sbarre della ringhiera, il collo chiazzato come quello scarno e spelacchiato di un tacchino, la testa larga, in modo grottesco, ciondoloni da un lato, le mani con le palme in fuori come nella parodia di una benedizione. "


Tratto da BRIVIDI DI MORTE PER L’ISPETTORE DALGLIESH di P.D.James, Mondadori
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Visto che si parla e si teme per Messina, rendo omaggio a questa città ed al suo faro.

La leggenda di Cola Pesce

Una volta a Messina c’era una madre che aveva un figlio a nome Cola, che se ne stava a bagno nel mare mattina e sera. La madre a chiamarlo dalla riva:
- Cola! Cola! Vieni a terra, che fai? Non sei mica un pesce?
E lui, a nuotare sempre più lontano. Alla povera madre veniva il torcibudella, a furia di gridare. Un giorno, la fece gridare tanto che la poveretta, quando non ne poté più di gridare, gli mandò una maledizione:
- Cola! Che tu possa diventare un pesce!
Si vede che quel giorno le porte del Cielo erano aperte, e la maledizione della madre andò a segno: in un momento, Cola diventò mezzo uomo mezzo pesce, con le dita palmate come un’anatra e la gola da rana. In terra Cola non ci tornò più e la madre se ne disperò tanto che dopo poco tempo morì.
La voce che nel mare di Messina c’era uno mezzo uomo e mezzo pesce arrivò fino al Re; e il Re ordinò a tutti i marinai che chi vedeva Cola Pesce gli dicesse che il Re gli voleva parlare. Un giorno, un marinaio, andando in barca al largo, se lo vide passare vicino nuotando.
- Cola! – gli disse. – C’è il Re di Messina che ti vuole parlare!
E Cola Pesce subito nuotò verso il palazzo del Re. Il Re, al vederlo, gli fece buon viso.
- Cola Pesce, – gli disse, – tu che sei così bravo nuotatore, dovresti fare un giro tutt’intorno alla Sicilia, e sapermi dire dov’è il mare più fondo e cosa ci si vede!
Cola Pesce ubbidì e si mise a nuotare tutt’intorno alla Sicilia. Dopo un poco di tempo fu di ritorno. Raccontò che in fondo al mare aveva visto montagne, valli, caverne e pesci di tutte le specie, ma aveva avuto paura solo passando dal Faro, perché lì non era riuscito a trovare il fondo.
- E allora Messina su cos’è fabbricata? – chiese il Re. – Devi scendere giù a vedere dove poggia.
Cola si tuffò e stette sott’acqua un giorno intero. Poi ritornò a galla e disse al Re:
- Messina è fabbricata su uno scoglio, e questo scoglio poggia su tre colonne: una sana, una scheggiata e una rotta.
O Messina, Messina,
Un dì sarai meschina!
Il Re restò assai stupito, e volle portarsi Cola Pesce a Napoli per vedere il fondo dei vulcani. Cola scese giù e poi raccontò che aveva trovato prima l’acqua fredda, poi l’acqua calda e in certi punti c’erano anche sorgenti d’acqua dolce. Il Re non ci voleva credere e allora Cola si fece dare due bottiglie e gliene andò a riempire una d’acqua calda e una d’acqua dolce. Ma il Re aveva quel pensiero che non gli dava pace, che al Capo del Faro il mare era senza fondo. Riportò Cola Pesce a Messina e gli disse:
- Cola, devi dirmi quant’è profondo il mare qui al Faro, più o meno.
Cola calò giù e ci stette due giorni, e quando tornò sù disse che il fondo non l’aveva visto, perché c’era una colonna di fumo che usciva da sotto uno scoglio e intorbidava l’acqua. Il Re, che non ne poteva più dalla curiosità, disse:
- Gettati dalla cima della Torre del Faro
La Torre era proprio sulla punta del capo e nei tempi andati ci stava uno di guardia, e quando c’era la corrente che tirava suonava una tromba e issava una bandiera per avvisare i bastimenti che passassero al largo. Cola Pesce si tuffò da lassù in cima. Il Re ne aspettò due, ne aspettò tre, ma Cola non si rivedeva. Finalmente venne fuori, ma era pallido.
- Che c’è, Cola? - chiese il Re.
- C’è che sono morto di spavento, - disse Cola. - Ho visto un pesce, che solo nella bocca poteva entrarci intero un bastimento! Per non farmi inghiottire m son dovuto nascondere dietro una delle tre colonne che reggono Messina!
Il Re stette a sentire a bocca aperta; ma quella maledetta curiosità di sapere quant’era profondo il Faro non gli era passata.
E Cola:
- No, Maestà, non mi tuffo più, ho paura.
Visto che non riusciva a convincerlo, il re si levò la corona dal capo, tutta piena di pietre preziose, che abbagliavano lo sguardo, e la buttò in mare.
- Va' a prenderla, Cola!
- Cos’avete fatto, Maestà? La corona del Regno!
- Una corona che non ce n’è altra al mondo, - disse il Re. - Cola, devi andarla a prendere!
- Se voi così volete, Maestà, – disse Cola - scenderò. Ma il cuore mi dice che non tornerò più su. Datemi una manciata di lenticchie. Se scampo, tornerò su io; ma se vedete venire a galla le lenticchie, è segno che io non torno più.
Gli diedero le lenticchie, e Cola scese in mare.
Aspetta, aspetta; dopo tanto aspettare, vennero a galla le lenticchie. Cola Pesce s’aspetta che ancora torni.


Leggenda trascritta da Italo Calvino

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Renato Guttuso, la legganda di Cola Pesce
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Dispongo di un vecchio libro che riporta molte di queste leggende, da bimbo mi appassionavano, oggi da adulto ho imparato che c'è sempre un secondo significato, nascosto dal tempo, da associargli (vedi ad es. le leggende su Minosse, su Atlantide, sul Minotauro ecc. che ho trattato in 'Storie e leggende'), non a caso ho voluto fotografare il manifestarsi delle correnti sullo stretto (Scilla e Cariddi che minacciano Ulisse e la sua nave vengono proprio dalla paura di quelle correnti..).

Per quanto riguarda Colapesce non ho idea di cosa veramente nasconda, ma sarebbe bello saperlo..

Salutoni!
Manlio
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Nella sezione "Sala di recreazione" è aperto un argomento che parla di libri , sarebbe bello se postate lì un pò di titoli .
Visto che sono qui , consiglio vivamente un bellissimo libro di Gilbert Sinoue , "Una nave per l'inferno" , basato sui documenti d'archivio e sulle testimonianze dei sopravissuti , è la storia vera della nave di crociera della Hapag che portò i rifugiati ebrei dalla Germania di Hitler nel 1939 verso Cuba .
Descrizione di una lussuosa nave da crociera e la vita a bordo in una traversata atlantica .
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Tu non sai cosa rischi nel suggerirmi di postare un po' di titoli.....!
Personalmente mangio libri a colazione e cena ed ho aperto questo topic dedicato ai fari (ed un altro dedicato a foto di fari) proprio per circoscrivere letture sul mare altrimenti troppo vaste.
Analogamente in passato avevo parlato solo di libri ambientati su navi da crociera.
Ti ringrazio del suggerimento ma per ora lasciami ancora qui a parlare solo di fari sin quando esaurisco l'argomento.
Voi intanto continuate che poi arrivo.
 
Re: Il faro, the Lighthouse

E' tempo di impeganare le mie gentili lettrici, la prof Mara o la londinese Paola, nella traduzione di questa poesia.
E buonanotte.

GOOD NIGHT!
di Emily Dickinson

Good night! which put the candle out?
A jealous zephyr, not a doubt.
Ah! friend, you little knew
How long at that celestial wick
The angels labored diligent;
Extinguished, now, for you!

It might have been the lighthouse spark
Some sailor, rowing in the dark,
Had importuned to see!
It might have been the waning lamp
That lit the drummer from the camp
To purer reveille!
 
Re: Il faro, the Lighthouse

Buon giorno!
Certo che ieri sera mi hai proprio dato la buona notte. Le poesie non sono una mia passione, mi piace leggerle, ma tradurle.......
Speriamo di aver fatto una traduzione passabile:

Buona Notte! Ci ha spento la candela?
Senza dubbio un venticello geloso.
Ah, amico, tu non sapevi per quanto
gli angeli diligentemente
hanno lavorato, per te
a quel cekeste stoppino, ormai spento.

Forse sara' stata la scintilla del faro
che qualche marinaio, remando nel buio
aveva tanto desiderato vedere!
Forse sara' stata la flebile lampada
che illuminava il tamburino in caserma
per una piu' chiara sveglia!
 
Re: Il faro, the Lighthouse

grazie Paola della notturna e poetica traduzione, almeno per quanto ne posso capire.
Ora magari la prof Mara, se vorrà, potrebbe spiegarci meglio il significato della poesia ? conosco assai poco il pensiero di Emily Dickinson.
 
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