Palermo ha all'attivo più di 100 luoghi aperti al pubblico per visite culturali, artistiche, storiche. Molte sono poco conosciute dai più e si sviluppano lungo luoghi, chiamati " Le vie dei Tesori"; veri e propri percorsi itineranti che abbracciano e si compenetrano nel tessuto della città.
Alcuni necessitano di prenotazione e sono visite guidate ( luoghi molto particolari ed aperti in rare occasioni), per altri la visita è libera, pagando pochissimi euro, dai 2 a 3€ a pax. Si ha inoltre la possibilità con il medesimo biglietto di accedere al circuito di altri " tesori". Il personale addetto sono per lo più volontari che amano i beni della loro città.
Quindi oggi percorreremo uno dei luoghi più antichi di Palermo, e....andremo al mercato!!!
Il Capo
Anticamente il mercato più di ogni altro luogo, era il fulcro della vita di una città. Punto di scambio di merci ma anche d'incontri, idee che permettevano di unire l'appartenenza ad una comunità. Palermo vanta 4 antichi mercati: Il Capo, la Vucciria, la Fiera Vecchia e Ballarò.
Questi mercati hanno poi delimitato i quartieri della città che hanno preso i loro nomi.
Il Capo, perché si chiama così?
Denominato poiché era la parte superiore di un antico quartiere arabo, da cui si estende l'omonimo mercato formato da un quadrivio di vie, dove il suo asse principale è costituito dalla via Porta Carini, che prende il nome dalla porta omonima riedificata nel 700 sul modello di quella quattrocentesca.
Quindi per capirci, dal Teatro Massimo, lo costeggeremo sulla sua destra per infilarci in via Volturno e da lì entriamo da Porta Carini.
Il brusio è tipico del mercato, carico di vita! L'atmosfera è densa di profumi, frutta, pesce, spezie varie si mescolano in una squisita fragranza, allorché si passa innanzi a ciò che è il tipico street food, in questo caso....pesce.
La via è stretta e le bancarelle sono esposte ai due lati della strada, ancora l'affluenza non è molta sono le 10 del mattino.
La caratteristica di questa zona e di questa via è forzatamente pedonale, sempre. Dalle prime ore del mattino per tutto il giorno, il mercato è il fulcro di questa zona. Le merci, alimentari, sono ben esposte e con la scelta di cromia accostata che è una bellezza anche per gli occhi. Il vociare è continuo...incomprensibile a volte per noi.
È una lunga via, un'isola che comprende oltre a via di Porta Carini, i Beati Paoli, le Cappuccinelle e S.Agostino.
Una zona molto antica che rimanda agli antichi mestieri insiti qui. La toponomastica delle vie segnala molte attività che vi si conducevano: via Panneria; via delle Sedie Volanti; discesa dei Giovenchi ; vicolo delle Capre. Anticamente qui aveva sede la Bocceria, il vecchio macello attivo fino all'800.
Altra caratteristica della zona...
In questo " mercato" o meglio quartiere, avevano sede varie congregazioni legate anche ai mestieri ed ognuna di esse aveva una sede ed una propria chiesa.
Se guardate bene su alcune facciate delle case, esistono ancora delle piccole edicole votive, alcune molto antiche, sono le stesse di allora....altre sono state " rimesse a nuovo" per mantenerne la memoria...
La più nota congregazione i Beati Paoli, che prende il nome dalla setta segreta che nei secoli XV e VXII, si batteva per punire lo strapotere della nobilità a difesa dei poveri con un proprio tribunale.
Lungo via Carini si succedono le chiese loro. Potremmo pensare di vedere delle belle facciate, chiese ben identificate, ebbene non è così.
Queste chiese sorgono tra una casa e l'altra, molto modeste fuori, quasi non si ha la percezione che sia un' edificio di culto, ma basta varcare la soglia e si scopre un mondo a parte.
Alcune in rovina, altre chiuse, altre ancora rimaneggiate e sconsacrate dei SS. Cosma e Damiano. Ne cito alcune lungo la via e non viste: S.Gregorio e S.Ippolito...sino a giungere facendoci spazio tra una bancarella e l'altra, alla
Chiesa dell'Immacolata Concezione
Vi aspetterete un'ingresso, una facciata imponente, ebbene no! Un semplice oscuro e che dire, scrostato portone su una facciata sobria....tre scalini, sembra l'ingresso di una casa....
Tanto sobria è la facciata, quanto l'interno a navata unica è un'esplosione di marmi policromi, stucchi dorati, affreschi, pietre preziose e ferri lavorati.
Marmi , stucchi, colonne qui il barocco dà spettacolo!!
La storia di questa chiesa rammenta una Palermo tribolata dalla peste ed a una vedova senza figli e alla sua invocazione di Grazia. In passato la chiesa faceva parte dell'omonimo monastero benedettino, voluto da Laura Imbarbata, vedova di don Sigismondo Ventimiglia, costruito dopo l' invocazione a Maria fatta dal popolo affinché l'epidemia di peste smettesse.
Come non rimanere estasiati! È un tripudio di merletti, ricami di pietra colorati che si apre dinnanzi agli occhi e che ti accompagna, sin dai primi gradini, attraverso il breve percorso sino all'altare, dove lo sguardo è catturato dallo sguardo dell'Immacolata proteso verso il cielo, per noi verso l'alto, dove s'incontra la luce che filtra dalle vetrate poste sulla cupola, illuminando l'ambiente di una luce discreta e penetrante.
Molte sono le opere eccelse qua dentro, non solo alle pareti, anche guardando a terra....
....sembra un tappeto, ed è tutto marmo.
Poi ci sono piccoli gioielli....i Paliotti, si chiamano così, veri capolavori come questo.
Sono i primi, gli originali da questi poi tanti artisti li hanno esportati in tutte le chiese di Palermo. Sono piccoli paesaggi in prospettiva fatti ad intaglio, utilizzando marmi, pietre, vetri e piccoli tasselli di mosaico. In questa chiesa ornano le basi degli altari di tutte le cappelle laterali. Omaggiano la zona, per così dire. Sono vedute delle vie del Capo, in ognuno sono rappresentate le caratteristiche tende a righe, ai balconi. Le stesse tende che per tradizione sono presenti ai balconi delle case che si affacciano sulle vie di questo mercato, non le si notano se non, dopo aver visto questi Paliotti.....in cui tutto si ricollega.
Hanno ragione a chiamarle le vie dei Tesori, perché come ogni tesoro è ben celato.
Ed ancora più celata un'altra meraviglia, non molto distante , sempre attraverso un portone semplice, si entra in un luogo che dalla conformazione sembra un teatro.
La Chiesa del SS.Salvatore....una storia di affreschi, marmi ed è qui che Rosalia diventò monaca
Un'autentica credenza narra che in questa chiesetta normanna, voluta da Roberto Guiscardo, avessero vestito l'abito delle monache basiliane la Regina Costanza d'Altavilla, futura madre di Federico II, e la stessa Santa Rosalia, prima di ritirarsi a vita eremitica. Con l'intento di creare un tempio ancora più sontuoso, la chiesa fu demolita e ricostruita prima nel 1528, poi nel 1682. Anche questa ha bellissimi dettagli ed un'ampiezza notevole.
Da qui, in pochissimi passi si arriva alla cattedrale, passando attraverso il dedalo di vecchissime vie nella città....
Usciti dal Capo, rientriamo verso i Quattro Canti, passando da corso Vittorio Emanuele e ripercorrendo la piazzetta della Chiesa della Martorana, già visitata. Il nostro intento è di riuscire ad entrare in
San Giovanni degli Eremiti posta lì a fianco, che a suo tempo era chiusa....
Un'interno povero ma molto suggestivo, questa chiesa è della prima metà del XIII secolo, facente parte con il chiostro del monastero fondato da Ruggero II. La chiesa è formata da blocchi di nuda pietra compatti con un articolato sistema di coperture a cupola..... è molto suggestiva.
Consiglio vivamente questa chiesa e la vicinissima Santa Maria dell'Ammiraglio detta la Martorana, sono a due metri l'una dall'altra. Nella stessa piazza la bellissima Chiesa di Santa Caterina, uno spettacolo anch'essa.
Ci passiamo accanto e notiamo che è aperto il laboratorio di dolci ( anticamente erano le monache del convento di S.Caterina ), tipici delle monache del convento.
Che si fa???.....si entra!!
Oltre che aver acquistato qualche " souvenir" di viaggio, abbiamo assaggiato il miglior cannolo, fatto al momento e decorato a piacere [emoji39] ( non ho fatto in tempo a fotografarlo....[emoji6])
Proseguiamo sul nostro percorso...
Siamo a pochi passi dall' altro mercato storico di Palermo, il mercato di Ballarò. In un quartiere dove la vita torna e continua a svolgersi per strada, tra i tendoni variopinti dei banchi.
Questo mercato si estende lungo via Ballarò , tra via della Casa Professa e Piazza del Carmine...ed è a Piazza della Casa Professa, il fulcro della storica presenza dei Gesuiti a Palermo, con la prima chiesa eretta dalla Confraternita in Sicilia.
La Chiesa del Gesù
Nota ai palermitani come Casa Professa, è un vero e proprio circuito museale che comprende: la Chiesa del Gesù, la Sagrestia e il Museo, la Cripta e l'Oratorio della Croce e del Martorio di Cristo detto del Sabato.
La facciata tarda cinquecentesca molto lineare e semplice non preannuncia per nulla la complessità del suo interno.
Iniziata nel 1526 ed in seguito ingrandita con l'aggiunta di cappelle laterali e di una nuova cupola.
L'interno è un magnifico esempio d' arte barocca siciliana.
In ogni sua parte è rivestita di tarsie policrome marmoree e di stucchi in rilievo, profusione di sculture e pitture frutto di una nutrita schiera di artisti che nel corso di due secoli l'hanno abbellita.
Noi abbiamo e ci siamo soffermati bene alla vista della sola Chiesa; per tutto il complesso ci sarebbe voluto molto più tempo, che non avevamo visto la necessità di rientrare per tempo e con l'incognita dei controlli più accurati, visto l'eccezionalità della giornata, per questo scalo.
La giornata ci ha favorito, sebbene lo scalo corto e la programmazione riveduta e corretta in base alle possibilità ....dicevo che, ci ha favorito regalandoci sole e caldo anomalo per la stagione. Ci ha regalato quella bella sensazione di essere ancora in piena estate.
Ripercorriamo via Maqueda e ritorniamo in nave dando un arrivederci a questa città.
Come dico sempre...i luoghi anche se visti e rivisti lasciano in serbo qualcosa di nuovo e speciale come lo è stato per questa volta, a fronte di una mancata località, altre se ne sono aperte.
Ripartiamo con il sole ancora alto nel cielo per la prossima e per noi nuovissima meta... Cagliari.