Giorno 29: Valparaíso (Cile)
La nave arriva a Valparaíso molto presto. È ancora piena notte. La città è addormentata e avvolta in una sottile nebbiolina. Fa quasi freddo: ormai non siamo più abituati ai rigori dell'inverno e 17 gradi ci sembrano pochi.
Ma è ora di alzarsi: Santiago ci aspetta...
Usciamo dal porto e subito prendiamo la Ruta 68 che ci condurrà a Santiago attraversando la Cordillera de la Costa.
Ben presto ci appare la devastazione provocata dagli incendi di pochi giorni fa, che hanno causato oltre cento morti e che non sono ancora completamente domati. L'odore nell'aria è ancora acre. Il paesaggio spettrale. Tutto è avvolto nella nebbia, che come ogni mattina grava su tutto il litorale, a causa del contrasto tra la superficie del mare, umida e fredda per la corrente antartica di Humboldt e l'entroterra caldo per l'intenso soleggiamento estivo.
Passiamo oltre con un certo disagio per la catastrofe che si è abbattuta qui e in altre aree vicine.
Non sono giorni facili per il Cile. E lo vedremo a Santiago.
Arriviamo in centro sotto un sole già caldo, la nebbia sembra soltanto un brutto ricordo.
Il contrasto anche di temperatura è notevole: abbiamo lasciato Valparaíso con 17 gradi, ne troviamo quasi 30 a Santiago. E la massima per oggi è prevista a 34 gradi.
È una splendida giornata d'estate.
Eppure c'è una vena di malinconia nell'aria. Tutte le bandiere sono a mezz'asta, compresa naturalmente la grande Bandera Bicentenario, il Paese è in lutto. Anzi un doppio lutto: per la grande tragedia degli incendi e per la morte dell'ex presidente Sebastián Piñera.
Attorno al Palazzo de la Moneda, di fronte agli edifici che ospitano i ministeri dello stato cileno tutte le bandiere sono a mezz'asta.
Di fronte a noi il bel palazzo settecentesco conosciuto semplicemente come "La Moneda", che fu costruito tra il 1784 e il 1805 durante il periodo coloniale spagnolo, su progetto dell'architetto italiano Gioacchino (qui in Cile spagnolizzato in Joaquín) Toesca. Inizialmente progettato per ospitare la Zecca Reale, responsabile della coniazione della moneta per il Regno del Cile, nel corso della sua storia La Moneda ha subito vari restauri e modifiche. Durante il XIX secolo, fu ampliato e ristrutturato per ospitare gli uffici del governo e le residenze del presidente e dei ministri. Nel 1845, fu aggiunta una cupola neoclassica, che è poi diventata una caratteristica distintiva del palazzo.
Durante il XX secolo, La Moneda ha continuato a essere il centro del potere politico cileno. Tuttavia è diventato tristemente famoso per il colpo di stato militare del 1973. Durante quel tragico evento, il palazzo fu bombardato dalle forzemdwll'esercito del Cile che rovesciarono il governo di Salvador Allende, provocando la sua morte e l'inizio della dittatura di Augusto Pinochet.
Accanto al palazzo due luoghi simbolo di quegli eventi: il monumento a Salvador Allende e il monumento in via Morandé 80 "Memorial del 11 settembre 1973" (una celebre fotografia di quel giorno tragico ritrae un gruppo di pompieri e militari che escono dalla porta di fronte a dove c'è ora il monumento trasportando a braccia la salma del presidente Allende. Un'immagine che allora comparve sulle prime pagine dei giornali in tutto il mondo).
Dopo il ritorno alla democrazia negli anni '90, La Moneda è stato restaurato e trasformato in residenza presidenziale e sede del governo. Oggi, è un luogo simbolo della storia del Cile e cuore politico e culturale nel paese.