La nostra prossima tappa è presso il sito di Hanga Te'e Vai Hu.
Qui possiamo vedere una interessante ricostruzione di come era fatto un antico villaggio di Rapa Nui, come viveva la popolazione, come erano costruite le capanne, come proteggevano dal vento con muri a secco gli alberi da frutto e gli animali da cortile.
Poco lontano dal villaggio ricostruito a fini didattici, accanto alla riva del mare, sorge la zona rituale con la piattaforma ahu e con i Moai... ma qui comincia un'altra storia...
Era il 5 aprile 1722, la domenica di Pasqua di quell'anno, quando il navigatore olandese Jacob Roggeveen avvistò l'isola. Quello che trovò però non fu una antica e fiorente civiltà, ma fame, miseria, morte e devastazione.
La popolazione era ridotta in condizioni miserevoli, i resti di un passato affascinante e glorioso giacevano abbattuti, distrutti, abbandonati.
Cosa era successo? Come aveva potuto una tale grandezza crescere così rapidamente per poi altrettanto rapidamente perire?
La civiltà dei grandi Moai raggiunse la sua fioritura probabilmente tra il XIV e il XVI secolo d.C. poi accadde qualcosa. Gli studiosi hanno avanzato alcune ipotesi: forse un cambio del clima che si fece più freddo (ricordiamo che in quegli anni in Europa iniziava la cosiddetta Piccola Era Glaciale); forse l'arrivo di malattie sconosciute, tramite i contatti con navi europee, che sicuramente ci furono già oltre un secolo prima della scoperta ufficiale; forse un utilizzo smodato ed eccessivo delle limitate risorse naturali dell'isola; forse queste e altre cose insieme...
Il risultato furono terribili carestie, che innescarono una serie di guerre civili tra i diversi clan dell'isola. L'intera società isolana ne fu travolta, l'ordine tradizionale fu sovvertito e gli antichi poteri, politico e religioso, dei capi persero inesorabilmente prestigio e credibilità. Un'intera civiltà implose e giunse al collasso in poche generazioni.
Non restò nulla. Anche gli antichi Moai, simbolo della protezione degli antenati sulla comunità apparvero inutili, anzi divennero il simbolo di un potere che non aveva saputo preservare la comunità dalla catastrofe, e furono abbattuti con rabbia furiosa.
Dopo almeno un secolo di carestia e di guerre, all'arrivo degli europei nel 1722 restavano soltanto miseria e macerie.
Ma anche un nuovo ordine, seppure precario e miserabile, nuovi capi politici e nuove credenze religiose.