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Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Alla scoperta del cielo australe: "Caccia a Sigma Octantis"

Il titolo all'apparenza sembra piuttosto strano, ma non è così. C'è bisogno però di qualche spiegazione...
Per chi, come me, ha familiarità con il cielo boreale, quello dell'emisfero nord, l'osservazione del cielo australe dà sempre una sensazione iniziale di disorientamento; però è una cosa superabile, come ho già detto, con qualche sicuro punto riferimento e con l'aiuto di una carta del cielo o di una buona applicazione per il cellulare.
A ben vedere però, un punto di riferimento importante nell'emisfero australe mancherà sempre: ed è quello della stella polare.
Nell'emisfero nord abbiamo la fortuna di avere una stella luminosa e di facile identificazione a indicare il punto del polo nord celeste, seppure con una certa approssimazione. Alfa Ursae Minoris, la stella più luminosa della costellazione dell'Orsa Minore, che per la sua vicinanza al polo nord celeste si indica anche come Polaris Borealis. Una stella molto luminosa (magnitudine tra 1.86 e 2.13, un indice che misura la luminosità di una stella, in questo caso varia tra un minimo e un massimo perché la stella in questione è una stella variabile, in realtà un sistema composto da tre stelle che orbitano intorno a un comune punto di gravità), in una costellazione di facile riconoscimento, che quasi tutti sanno individuare.
Nell'emisfero australe invece no: una Polaris Australis altrettanto luminosa e di facile individuazione non c'è. Anzi, l'intera area di cielo attorno al polo sud celeste è popolata da stelle che ci appaiono di debole luminosità. Il punto attorno al quale apparentemente ruota tutto il cielo australe è collocato in una piccola costellazione l'Ottante, poco appariscente e di non facile individuazione. La stella di questa costellazione più vicina al polo poi è quasi invisibile a occhio nudo, è la diciottesima per luminosità tra le stelle di una costellazione composta di stelle deboli: Sigma Octantis appunto (magnitudine 5.5, dove 6 è considerato il limite di percezione a occhio nudo di una stella in condizioni ottimali di visibilità; Sigma perché per convenzione si identificano le stelle di una costellazione utilizzando le lettere dell'alfabeto greco, da Alfa la più luminosa a Omega la meno luminosa, e la stella in questione è appunto la diciottesima per luminosità, come la lettera sigma è la diciottesima dell'alfabeto greco).
Ma allora come si può fare a identificare, con una certa approssimazione, il punto del polo sud celeste?
Proviamo a osservare il cielo.

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Ecco una prima foto del cielo: premetto che le condizioni in cui è stata presa questa foto, come pure le successive, sono tutt'altro che ottimali (cielo non limpido ma velato, presenza di troppe luci, foto scattata con il cellulare, a mano libera e dalla nave in movimento... brutte foto insomma... e pure storte: l'orizzonte è sempre obliquo...) ma qualche punto di riferimento comincia a fornirlo...
Vediamo la stessa foto... elaborata...

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Il punto di riferimento più importante è la Croce del Sud. Un metodo empirico per individuare la posizione del polo sud celeste è quello di prolungare idealmente sulla volta del cielo l'asse maggiore della Croce, dalla stella Gacrux alla stella Acrux, e misurare lungo quella linea circa cinque volte la distanza tra le due stelle. Il punto che otterremo si troverà poco sopra la debole costellazione dell'Ottante. Quel punto è il polo sud celeste.
Vediamolo meglio in altre foto dove è indicato con una buona approssimazione.

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Queste foto e le successive ci aiutano anche a familiarizzare un poco con le costellazioni del cielo australe, per noi piuttosto esotiche...

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Ci sono anche altri metodi empirici, da astrofilo dilettante quale mi ritengo, per individuare grossolanamente il polo sud celeste. Uno è quello di costruire un immaginario triangolo equilatero due vertici del quale coincidano con le due Nubi di Magellano, il terzo vertice indicherebbe il polo. Però le due Nubi di Magellano sono visibili solo in condizioni ottimali (nella foto proprio non si vedono) e poi l'indicazione è molto imprecisa, tanto da risultare poco utilizzabile. Come lo è anche l'altro metodo, simile al precedente, ma dove i vertici del triangolo equilatero (ancora più ampio del primo) sono le stelle Canopo (fuori dal campo visivo delle foto, ma collocata in alto sopra le costellazioni del Pesce Volante e del Dorado) e Achernar.
Insomma, venendo al sodo dopo tutti questi discorsi letteralmente... campati in aria, Sigma Octantis non sono riuscito a vederla, in queste condizioni di visibilità è impossibile, ma il polo sud celeste sono riuscito a individuarlo. E osservando il cielo a distanza di qualche ora ci si rende conto di come tutto ruoti apparentemente intorno a quel punto... osservare il cielo è sempre un'esperienza affascinante. Almeno, per me lo è...
Tempo permettendo le osservazioni continuano nelle prossime notti...
 
Ultima modifica:
Non trovo aggettivi adatti per questo meraviglioso diario, conoscendoti, sapevo che avresti fatto un resoconto bellissimo ma questo supera ogni aspettativa.
Per il forum rappresenterà un'opera unica.
grazie!!!!!
 
Roberto, sono senza parole anch’io! Ogni giorno leggo un pezzo del tuo diario-diretta e sogno di esserci. Spero di avere tra un po’ di anni la salute e le possibilità per vivere un’esperienza così unica
 
Buonasera Roberto ,grazie per aver condiviso questa notizia,come immaginavo le notizie le daranno entro il 10 marzo dopo che sono saliti gli ultimi passeggeri...lei fatica a capire cosa si stia aspettando e noi fatichiamo a capire se partire o disdire...
 
Giorni 40 e 41: navigazione

Due giorni di navigazione verso la Polinesia Francese. Ieri ventoso con alternarsi di nuvole e sole, stamattina cielo ancora con nuvole e qualche rovescio di pioggia, ora sereno. Mare calmo e totale assenza di vento. Temperatura oltre i 30 gradi.
Con l'ultimo cambio di ora siamo a -11 rispetto al fuso orario dell'Italia.

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Oltre ai dati di navigazione, aggiungo due foto: la prima delle nubi che hanno portato i rovesci di pioggia questa mattina; la seconda fatta poco fa, con il cielo sereno e il mare assolutamente calmo.

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Proprio come si immaginano i mari del sud...
 
Buonasera Roberto ,grazie per aver condiviso questa notizia,come immaginavo le notizie le daranno entro il 10 marzo dopo che sono saliti gli ultimi passeggeri...lei fatica a capire cosa si stia aspettando e noi fatichiamo a capire se partire o disdire...
Io sarei dovuto essere a bordo con Roberto ma quando a giugno scorso cambiarono l’itinerario ( era la 3ª volta ), annullai la crociera perche’ mi venivano a mancare 3 dei 7/8 scali per i quali avevo prenotato il GdM.
Fossi in lei, se Costa offre una cancellazione senza penali, non partirei rimandando ad un prossimo GdM ( ad es. il 2026 che e’ una fotocopia di questo ) la prenotazione.
 
Roberto, come sempre grazie per questi post.
Spero anche, e, se non lo stai facendo accetta questo consiglio, che tu stia riportando tutto in un bel diario da tenere da parte. Io di solito lo scrivo in nave sul pc e poi me li tengo tutti e me li rileggo ogni tanto con piacere.
 
Complimenti Roberto. Trattazione astronomica eccellente e ottime grafiche. Da (ex) astrofila dilettante in anni di gioventù ho sempre serbato il sogno mirare la Croce del Sud e le nubi di Magellano chissà se un giorno riusciremo anche noi a navigare in quei mari. Per altro a bordo l'osservazione da grandi soddisfazioni per il disturbo luminoso scarso e ne godiamo appena il meteo lo consente. Ci si immerge con la mente sul panorama e sui riferimenti degli antichi naviganti e non si può che restare affascianti e sorpresi, con il naso all'insù.
 
Giorno 42: Papeete, Tahiti (Polinesia Francese)

Tahiti è spesso associata all'immagine stereotipata del classico paradiso tropicale, grazie alla sua combinazione unica di molti elementi: bellezze naturali, mare incontaminato, cultura polinesiana. Quest'isola del Pacifico, che fa parte dell'arcipelago delle Isole della Società nella Polinesia Francese, è spesso idealizzata come un paradiso terrestre, dove le spiagge di sabbia scura si fondono con acque turchesi e una lussureggiante vegetazione tropicale. Una visione idilliaca ampiamente promossa attraverso immagini iconiche dai media, in campagne pubblicitarie di viaggio e in suggestive rappresentazioni cinematografiche.
In aggiunta alla sua bellezza naturale, Tahiti evoca un senso di avventura e di esotismo. La sua posizione remota nel cuore del Pacifico la rende un'ambita meta per coloro che cercano un'esperienza di viaggio autentica e lontana dalle tradizionali destinazioni turistiche. Le tradizioni culturali polinesiane, incluse la musica, la danza e l'artigianato locale, contribuiscono ulteriormente a questa percezione di esotismo e fascino tropicale.
Inoltre, Tahiti è stata oggetto di ispirazione per numerosi artisti, scrittori e registi nel corso del tempo. Opere letterarie come "Taipi" di Herman Melville o "Il paradiso è altrove" di Mario Vargas Llosa, per non parlare dei dipinti di artisti come Paul Gauguin, hanno contribuito a catturare l'immaginazione del pubblico e a consolidare il mito di Tahiti come un luogo idealizzato di libertà creativa e di fuga dalla realtà di tutti i giorni.
E ora questa isola desiderata è mitizzata è qui davanti ai nostri occhi, nella luce del nuovo giorno che sta arrivando.

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Il colore del suo mare è pari alle aspettative. E così pure la bellezza dei suoi panorami e il verde intenso della vegetazione.

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Scendiamo a terra e Tahiti ci accoglie con semplicità, ma con allegria, simpatia e calore.

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Che meraviglia e che nitidezza di colori. Aspettiamo trepidanti gli aggiornamenti di questa tappa!!
Una domanda: con quale fotocamera hai fatto queste foto?
 
Tahiti offre un ampio ventaglio di possibilità in quanto a visite e attività: dalla spiaggia alle gite in barca, dai musei (come quello delle perle) all'esplorazione della natura all'interno dell'isola, dallo snorkeling alla vela, senza contare la vicina e bellissima isola di Moorea.
Il tempo è poco ed è necessario fare delle scelte.
Oggi scegliamo di andare alla scoperta della costa nord e della splendida natura della selvaggia valle di Papeenoo, per poi dedicare il poco tempo che rimarrà alla piccola capitale Papeete.

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La nostra prima sosta è al belvedere di Pointe Ta Pahi, con le sue splendide vedute sulla costa nord dell'isola e le belle spiagge di Ahonu.

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Lasciamo quindi la costa per avventurarci su una pista sterrata a bordo di un fuoristrada nella natura selvaggia della valle di Papeenoo.

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La natura della valle di Papeenoo è semplicemente stupefacente. Questa regione è caratterizzata da una lussureggiante vegetazione tropicale, con una varietà incredibile di piante, alberi e fiori esotici (come il bellissimo ibisco di Tahiti i cui fiori sono gialli se sbocciano durante il giorno e viola se sbocciano dopo il tramonto). Le foreste pluviali che avvolgono la valle offrono rifugio a una vasta gamma di specie animali, tra cui uccelli tropicali colorati, insetti esotici, pesci e piccoli mammiferi.

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I fiumi che attraversano la valle creano scenari mozzafiato, con rapide spumeggianti e cascate che si tuffano in piscine naturali. Queste acque cristalline offrono anche l'opportunità di praticare attività come il kayak e il nuoto, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nella bellezza naturale della zona.

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Insomma, la natura della valle di Papeenoo è una testimonianza della straordinaria bellezza e ricchezza biologica della Polinesia francese, e offre ai visitatori un'esperienza indimenticabile di completa immersione nella natura selvaggia e incontaminata.
 
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