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Stato
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Sono curioso di sapere come vi accoglieranno le comunità locali non abituate alle navi da crociera specie se europei
Non so se mi sono spiegato bene

Per il resto leggo sempre tutto. E vivo questo racconto con tanto interesse
 
Sono curioso di sapere come vi accoglieranno le comunità locali non abituate alle navi da crociera specie se europei
Non so se mi sono spiegato bene

Per il resto leggo sempre tutto. E vivo questo racconto con tanto interesse

Gli scali in questo giro sono stati molti e molto diversi tra loro: alcuni molto frequentati e attrezzati alle navi da crociera, altri meno, altri ancora quasi per niente. Però devo dire che siamo sempre stati accolti bene, al massimo in qualche occasione con indifferenza, mai con ostilità o comunque in modo negativo. In molti luoghi, anche poco attrezzati ad accogliere turismo, abbiamo notato una grande voglia di darsi da fare per offrire qualcosa di più, una grande disponibilità. Non abbiamo notato nessun segno particolare di contestazione o atteggiamento negativo nei confronti delle navi da crociera, come sempre più spesso si vede in Europa.
Poi certo ci sono casi particolari, all'Isola di Pasqua, per esempio, la comunità locale si oppone alla costruzione di un molo che consenta un attracco alle navi, costringendo all'uso dei tender con tutto ciò che ne consegue. Per preservare l'isola da un turismo troppo di massa sono disposti a perdere qualche scalo in più. Ma ci sta. E credo che sia comprensibile. In ogni caso i crocieristi sono bene accolti e l'intera comunità locale ne trae vantaggio con più lavoro, più opportunità di guadagno, più disponibilità finanziarie per garantire la conservazione del patrimonio culturale e naturale. Un bene per tutti credo. Ed è solo un esempio.
 
Giorno 110: Port Elizabeth (Sudafrica)

Al nostro arrivo a Port Elizabeth troviamo finalmente tempo buono. L'alba si porta via le ultime nubi e l'umidità della notte. Il vento del giorno precedente ha spazzato via tutte le nuvole e ha lasciato un cielo sereno e terso.

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Neanche il tempo di sbarcare e siamo già in viaggio. Sì, perché ci aspetta una lunga avventura "on the road", che in tre giorni e 800 chilometri, ci farà attraversare il Sudafrica da Port Elizabeth a Città del Capo.

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Lasciamo rapidamente la città di Port Elizabeth, che non ci appare di particolare interesse, e imbocchiamo la strada statale N2 in direzione di Città del Capo.

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Ciò che subito ci colpisce sono i vasti spazi del Sudafrica, che danno una sensazione di libertà e di grandiosità, come se confini e barriere scomparissero davanti a noi.

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Distese sconfinate di terre verdissime, colline, laghetti e montagne. Boscaglia, ma anche vasti pascoli dove vagano grandi mandrie di bestiame.

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Andando verso l'interno il panorama si fa più montuoso e il tempo cambia. Sulle cime si addensano grandi nuvole scure e minacciose.

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La nostra prima meta è lo Tsitsikamma National Park, una vasta area protetta che offre un ambiente naturale straordinariamente diversificato e spettacolare.

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La sua costa è caratterizzata da alte scogliere che si affacciano sull'Oceano Indiano, con baie isolate, spiagge di sabbia dorata e suggestive formazioni rocciose. All'interno, invece, si trovano fitte foreste pluviali, ricche di biodiversità, con alberi antichi come l'Outeniqua Yellowwood e il Milkwood. Queste foreste offrono habitat per una vasta gamma di specie animali, tra cui scimmie, uccelli tropicali e occasionalmente anche elefanti del Capo. Nel complesso, lo Tsitsikamma National Park è un paradiso naturale che offre un'esperienza indimenticabile per gli amanti della natura e della vita all'aperto.

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Percorriamo una piccolissima parte del famoso sentiero Otter Trail, visitando l'area del "big tree". Ci inoltriamo dentro una foresta pluviale primaria lussureggiante, entro la quale si stagliano maestosi tra gli altri alberi, alcuni esemplari di Outeniqua Yellowwood: con i loro tronchi massicci e le radici possenti, sono impressionanti da vedere da vicino. Non ci si può non fermare per ammirare la loro grandezza. Soprattutto del più grande e più vecchio: circa 800 anni di età e una circonferenza del tronco alla base di 9 metri.
Lungo il sentiero ci sono anche punti panoramici che offrono viste spettacolari sulla foresta e sulle montagne circostanti, completando così l'esperienza immersiva nella bellezza naturale di Tsitsikamma.

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L'Outeniqua Yellowwood è una specie di albero iconica e maestosa che si trova principalmente lungo la Garden Route e nelle foreste montane del Sudafrica meridionale. Questo albero, scientificamente noto come Podocarpus falcatus, è uno dei più grandi alberi del Sudafrica e può raggiungere altezze fino a 40 metri, con tronchi massicci che possono avere un diametro di oltre 3 metri. Le foglie sono lunghe e strette, di colore verde scuro, mentre i piccoli frutti che produce sono di colore rosso. L'Outeniqua Yellowwood è una specie endemica e svolge un ruolo importante nell'ecosistema delle foreste pluviali, fornendo habitat per una vasta gamma di specie animali e vegetali. È anche un simbolo della resistenza e della bellezza della natura selvaggia del Sudafrica.

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Poco lontano dal Parco Nazionale di Tsitsikamma, sulla costa, a Storms River inizia la Garden Route, una delle destinazioni più iconiche del paese, nota per le sue bellezze naturali e noi percorreremo interamente.

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Questa striscia costiera si estende per circa 300 chilometri lungo la costa sud-occidentale del Sudafrica, da Mossel Bay a Storms River. Lungo il percorso, i viaggiatori possono godere di paesaggi spettacolari che includono spiagge sabbiose, scogliere rocciose, foreste pluviali, lagune tranquille e montagne imponenti. La Garden Route è famosa anche per i suoi pittoreschi villaggi costieri, come Knysna e Plettenberg Bay, che offrono una varietà di attività come escursioni, surf, kayak, avvistamento di balene, immersioni subacquee e molto altro ancora. È una delle destinazioni più popolari del Sudafrica per gli amanti della natura e degli sport all'aperto.

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Arriviamo a Knysna, una caratteristica cittadina affacciata su una splendida laguna, nel tardo pomeriggio. Giusto in tempo per goderci lo spettacolo del sole che tramonta dal bel lungomare.

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Giorno 111: Garden Route (Sudafrica)

L'alba sulla laguna di Knysna è magica. Il cielo è sereno e limpido, punteggiato soltanto da qualche piccola nuvola bianca, l'aria è tersa e fresca - quasi fredda -, la laguna immobile sembra uno specchio.

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Seduti sul balcone della nostra camera aspettiamo l'arrivo dei primi raggi del sole, in silenzio.

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L'atmosfera è fiabesca e molto suggestiva: ci soffermeremmo ancora a lungo ad ammirare questo spettacolo. Ma dobbiamo sbrigarci. Oggi ci attende un lungo viaggio: c'è molta strada ancora da fare.

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Scendiamo per la colazione, i bagagli sono già pronti. Resta solo il tempo per un'ultima occhiata all'hotel: una struttura molto caratteristica in stile architettura industriale, infatti è stato ricavato nei locali di una vecchia centrale elettrica che, un secolo fa, serviva ad alimentare una industria per la lavorazione del legname.

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Lasciamo Knysna e proseguiamo lungo la Garden Route.
 
Il percorso della strada statale N2 si snoda lungo le rive della laguna che costituisce l'estuario del Knysna River, protetta da una serie di dune costiere dalle onde dell'oceano Indiano.

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Questa vasta zona umida di acque dolci ospita numerose specie di uccelli, sia stanziali sia migratori, che trovano qui un ambiente ideale per nidificare. La riserva naturale protetta è quindi anche un luogo ideale per il birdwatching.

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Dopo alcuni chilometri, la strada si inoltra verso l'interno, nella zona della Goukamma Nature Reserve.

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Attorno a noi panorami grandiosi, spazi immensi, una natura a tratti selvaggia e incontaminata, a tratti domata dall'opera dell'uomo, ma pur sempre potentemente rigogliosa e vitale.
Superata la cittadina di Sedgefield ammiriamo la grande laguna di Swartvlei.

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Per poi raggiungere la costa nella zona di Wilderness.

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La strada sale poi panoramica verso Dolphin Point, con splendide vedute sulle ampie spiagge di Wilderness e verso Victoria Bay.

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Superiamo il Kaimaans River, oltrepassiamo la città di George, un'importante città lungo la Garden Route, e raggiungiamo Groot Brakrivier.

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Qui abbandoniamo per il momento la strada costiera N2 per inoltrarci verso l'interno. La nostra prossima meta è la riserva di Botlierkop, dove avremo modo di vedere la fauna selvatica per la quale il Sudafrica è famoso.

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Nella riserva troviamo il nostro lussuoso lodge immerso nella natura, che ci ospiterà la prossima notte. E troviamo il ranger che a bordo del suo fuoristrada ci accompagnerà nel nostro primo game drive per avvistare gli animali in libertà nel loro ambiente naturale.

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Riusciremo a vedere qualcuno dei "big five"?
Bufali, elefanti, leoni, leopardi, rinoceronti?
... lo sapremo presto...
 
Il nostro game drive ha inizio: abbiamo tempo fino al tramonto per andare alla ricerca di fauna selvatica. Per vedere la vera Africa, quella che ti aspetti di vedere.
Il ranger guida sicuro sulle piste polverose. Ci dice di tenere pronta la macchina fotografica.

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Ben presto ci troviamo circondati da animali. La prima impressione è di essere finiti per sbaglio in un documentario del National Geographic...

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Ci avviciniamo a un branco di gnu. Gli animali stanno pascolando tranquilli. Il ranger si avvicina cauto, ci dice di non parlare ad alta voce, sa come fare per non spaventarli. Lentamente, arriviamo vicinissimi, a pochi metri.

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È incredibile vederli liberi, nel loro ambiente naturale, così da vicino.
Proseguiamo lungo la pista di terra battuta: in lontananza alcuni elefanti risalgono il fianco di una collina.

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Restiamo a guardarli per qualche minuto. Non è possibile avvicinarci di più. Il ranger ci dice che probabilmente ne vedremo altri più tardi o domani mattina. Ed è certo che riuscirà a mostrarceli più da vicino.
Dal suo sguardo capiamo che possiamo credergli. Non ci deluderà.
 
Il fuoristrada procede lento in un tratto particolarmente impervio, dove la pista si perde nella boscaglia.

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Gnu e antilopi corrono veloci vicino a noi. Ci avviciniamo per vedere da vicino alcuni esemplari di impala.

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Poco oltre vediamo delle antilopi topi, che fuggono subito, e alcune zebre.

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Le zebre continuano a pascolare tranquillamente e si fanno avvicinare senza apparente paura. Sono solo a qualche metro da noi.

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Non c'è bisogno che il ranger ci dica di stare in silenzio: restiamo muti a bocca aperta.
 
Ci inoltriamo ora in una valle boscosa, la vegetazione è fitta. Ad un bivio prendiamo una pista meno battuta che attraversa una zona di acquitrini: il fuoristrada procede lento superando l'ostacolo. Davanti a noi si apre una piccola radura: prima di raggiungerla ci fermiamo e il ranger spegne il motore. Poco dopo ripartiamo con cautela.
Una leonessa avanza pigramente a qualche decina di metri. Non ci degna di uno sguardo.

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Il suo compagno la osserva mentre si avvicina.

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Ci avviciniamo piano, in assoluto silenzio. Gli animali non sembrano infastiditi e ostentano indifferenza nei nostri confronti. Arriviamo veramente vicino a loro. E non si innervosiscono per nulla, anzi si sdraiano placidi sull'erba sonnecchiando.

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Un incontro ravvicinato veramente emozionante.
 
Ritorniamo sulla pista principale e risaliamo su di una collina verso una specie di altopiano. Attorno a noi alcuni gnu si fanno avvicinare, ma conservando una certa vigile diffidenza.

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Arriviamo in una vasta prateria, contornata da colline ricoperte di arbusti e cespugli. Davanti a noi alcuni rinoceronti ci osservano guardinghi. Ci avviciniamo abbastanza per vederli da vicino, ma senza esagerare. I rinoceronti sono animali pericolosi e imprevedibili, se si innervosiscono possono caricare all'improvviso. E, nonostante la mole, sono in grado di correre a 45 chilometri l'ora.
Non vorremmo proprio trovarci in una situazione del genere. E manteniamo una ragionevole distanza.

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Li osserviamo cercando di non disturbarli. Quando si abituano alla nostra presenza e comprendono che per loro non siamo un pericolo, riprendono a pascolare tranquilli.
 
Il sole si sta abbassando sull'orizzonte e le colline disegnano ampie zone d'ombra sul terreno della riserva.

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Facciamo ritorno verso il lodge, al termine di una giornata intensa, piena di tanti incontri straordinari e di tante emozioni. Una giornata che non dimenticheremo.
Ma gli incontri e le emozioni di oggi non sono finite...

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Una giraffa si ciba di foglie a pochi metri dalla pista battuta e non si scompone più di tanto quando le arriviamo vicino, continuando a mangiare senza farsi troppi problemi.

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Due zebre giocano a rincorrersi incuranti della nostra presenza.

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Scende la sera sulla riserva. Dopo una lauta cena ci ritiriamo nel nostro lodge per riposare: domani sarà un'altra giornata intensa, che comincerà molto presto con un suggestivo game drive all'alba.

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Fa freddo fuori. Con il calare della notte le temperature scendono molto. E noi, dentro il nostro accogliente lodge, ci scaldiamo con il gradevole tepore del fuoco di legna.
 
Giorno 112: Garden Route - Città del Capo (Sudafrica)

Prima dell'alba siamo già pronti per il nostro secondo game drive. L'aria è piuttosto fredda, le colline sono ancora avvolte nell'ombra, le praterie sono imperlate di rugiada. In lontananza un branco di struzzi pascola indisturbato.

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Alcuni gnu si avvicinano a un corso d'acqua per dissetarsi.

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Quando il sole comincia ad apparire sopra le colline, incontriamo un branco di rinoceronti, più numeroso di quello visto ieri.

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Seguiamo il corso di un torrente che si perde in una serie di acquitrini. Ne aggiriamo i contorni fino ad alcuni piccoli laghi, popolati di uccelli.

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Lontano, nell'acqua fangosa, due ippopotami emergono appena dalla superficie con il capo. Aspettiamo qualche minuto, nella speranza che si mostrino meglio, ma non sono intenzionati a farsi vedere. Procediamo oltre.

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Il ranger ci conduce allora in una zona dove sono stati avvistati dei ghepardi. Ci inoltriamo con il fuoristrada in una prateria cosparsa di bassi cespugli alla ricerca di tracce fresche. Il ranger ne trova e le segue. Poco dopo ci troviamo di fronte la carcassa di uno gnu. Il ranger la esamina: l'animale è ancora caldo, è stato ucciso da poco, forse mezz'ora. I segni dell'attacco mortale del ghepardo sono evidenti.

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Il ghepardo è sicuramente poco lontano. Andiamo alla sua ricerca.
Ci aggiriamo per un po' intorno alla carcassa; scendiamo verso un torrente; risaliamo per una costa boscosa. Il ghepardo non si mostra: probabilmente l'abbiamo disturbato al momento del pasto e ora ci osserva nascosto tra la vegetazione.
Non siamo riusciti a vedere questo temibile predatore, ma abbiamo visto la sua preda. E abbiamo potuto vedere con i nostri occhi quanto la natura possa essere magnifica ma anche terribile. Quanto crudele e spietata possa essere la lotta per la sopravvivenza in queste terre selvagge.
 
Giorno 112: Garden Route - Città del Capo (Sudafrica)

Prima dell'alba siamo già pronti per il nostro secondo game drive. L'aria è piuttosto fredda, le colline sono ancora avvolte nell'ombra, le praterie sono imperlate di rugiada. In lontananza un branco di struzzi pascola indisturbato.

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Alcuni gnu si avvicinano a un corso d'acqua per dissetarsi.

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Quando il sole comincia ad apparire sopra le colline, incontriamo un branco di rinoceronti, più numeroso di quello visto ieri.

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Seguiamo il corso di un torrente che si perde in una serie di acquitrini. Ne aggiriamo i contorni fino ad alcuni piccoli laghi, popolati di uccelli.

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Lontano, nell'acqua fangosa, due ippopotami emergono appena dalla superficie con il capo. Aspettiamo qualche minuto, nella speranza che si mostrino meglio, ma non sono intenzionati a farsi vedere. Procediamo oltre.

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Il ranger ci conduce allora in una zona dove sono stati avvistati dei ghepardi. Ci inoltriamo con il fuoristrada in una prateria cosparsa di bassi cespugli alla ricerca di tracce fresche. Il ranger ne trova e le segue. Poco dopo ci troviamo di fronte la carcassa di uno gnu. Il ranger la esamina: l'animale è ancora caldo, è stato ucciso da poco, forse mezz'ora. I segni dell'attacco mortale del ghepardo sono evidenti.

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Il ghepardo è sicuramente poco lontano. Andiamo alla sua ricerca.
Ci aggiriamo per un po' intorno alla carcassa; scendiamo verso un torrente; risaliamo per una costa boscosa. Il ghepardo non si mostra: probabilmente l'abbiamo disturbato al momento del pasto e ora ci osserva nascosto tra la vegetazione.
Non siamo riusciti a vedere questo temibile predatore, ma abbiamo visto la sua preda. E abbiamo potuto vedere con i nostri occhi quanto la natura possa essere magnifica ma anche terribile. Quanto crudele e spietata possa essere la lotta per la sopravvivenza in queste terre selvagge.
 
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