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L'ultimo soffio di vita.....: Pompei

La tua descrizione di ciò che resta di Pompei è sempre più affascinante e ricca di dettagli, con numerose informazioni utili per chi desidera visitare questa straordinaria meraviglia. Alcuni dei luoghi che hai menzionato non sono riuscito a visitarli durante la mia recente visita, anche perché un solo giorno non è sufficiente per apprezzare appieno tutta la sua bellezza.

p.s. proprio alcuni giorni fa su La7 il propramma "Una giornata particolare" era dedicato a Pompei ed i suoi ultimi istanti con ricostruzioni fatte dalla AI. E' stato davvero interessante.
 
La tua descrizione di ciò che resta di Pompei è sempre più affascinante e ricca di dettagli, con numerose informazioni utili per chi desidera visitare questa straordinaria meraviglia. Alcuni dei luoghi che hai menzionato non sono riuscito a visitarli durante la mia recente visita, anche perché un solo giorno non è sufficiente per apprezzare appieno tutta la sua bellezza.

p.s. proprio alcuni giorni fa su La7 il propramma "Una giornata particolare" era dedicato a Pompei ed i suoi ultimi istanti con ricostruzioni fatte dalla AI. E' stato davvero interessante.
Gianni, una visita su Pompei non si improvvisa ma la si deve preparare se vuoi vedere alcune zone. Nel mio caso ho fatto scelte preliminari su ciò che desideravo vedere... altrimenti non avrei visto nulla o poco più.
Scegliere innanzitutto il periodo ed informarsi per tempo sulle case aperte, gli orari; ogni casa o costruzione in sé ha orari precisi poiché dipende dall' organizzazione del personale che apre, chiude e sorveglia la singola casa. Quindi tutto è soggetto a rotazione per cui occorre, quando si determina il periodo, accertarsi sul sito ufficiale quali e che orari di apertura hanno i singoli edifici. È un lavoraccio...anche perché devi individuarle in pianta, altrimenti giri a vuoto. Per ultima cosa: essere pronti ai cambiamenti dell' ultima ora....e lo vieni a sapere solo in ingresso al sito.Nel nostro caso la Villa dei Misteri chiudeva molto presto , quindi modifica seduta stante dell' itinerario previsto.

Poi ci sono alcuni cantieri aperti, visitabili, anche questi occorre monitorarli....per potervi accedere. Le trasmissioni di cui hai menzionato, quella su LA7 non l' ho vista, vedrò se riesco a recuperarla, offrono buoni spunti. Io guardo spesso Focus ...anche se a volte sono repliche e poi ovviamente cerco di aggiornarmi qua e là. Proprio in questi giorni è stata presentata alla stampa una nuova scoperta, sempre nella zona dell' insula dei Casti Amanti....una splendida Domus con affreschi simili per fattura e dimensioni a quelli presenti nella Villa dei Misteri. Ancora ci sono fasi di scavo e consolidamento della muratura...ecco, questa andrebbe vista... ovviamente passerà un po' di tempo ma son sicura che, con la nuova politica messa in atto di promuovere e quindi rendere fruibili i nuovi scavi, presto sarà resa disponibile.

Per noi, per l'Italia intera è fonte di grande orgoglio. Io dico sempre: prima conosci la tua Patria e poi il mondo....anche se per molti il mondo è solo qui da noi.
 
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Io invece la Villa dei Misteri ho avuto la fortuna di vederla ed apprezzarne tutta la sua bellezza.
 
Qualche riflessione sullo straordinario racconto di Oriana.

Questa foto del Vesuvio, scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale da un'altitudine di circa 400 km, dà un'idea della mole del vulcano, della parte mancante e della devastazione che ha causato.

Credo che le figure umane pietrificate di Pompei suscitino più emozione e coinvolgimento delle mummie. Queste ultime sono composte artificialmente in posizioni innaturali lontane dalla vita, le figure di Pompei sono immobilizzate in atteggiamenti che solo una persona ancora viva può avere assunto in modo spontaneo e naturale.

Visto lo sfarzo di Pompei, un centro relativamente piccolo e periferico per quanto importante, mi chiedo quale impressione potesse suscitare Roma a quel tempo.
 
Qualche riflessione sullo straordinario racconto di Oriana.

Questa foto del Vesuvio, scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale da un'altitudine di circa 400 km, dà un'idea della mole del vulcano, della parte mancante e della devastazione che ha causato.

Credo che le figure umane pietrificate di Pompei suscitino più emozione e coinvolgimento delle mummie. Queste ultime sono composte artificialmente in posizioni innaturali lontane dalla vita, le figure di Pompei sono immobilizzate in atteggiamenti che solo una persona ancora viva può avere assunto in modo spontaneo e naturale.

Visto lo sfarzo di Pompei, un centro relativamente piccolo e periferico per quanto importante, mi chiedo quale impressione potesse suscitare Roma a quel tempo.
Sono due cose completamente diverse e le seconde suscitano sentimenti, emozioni più forti a mio avviso.

Pompei, non solo, ma tutta la costa era disseminata da numerose ville appartenenti ai vari esponenti politici della Roma di allora....si pensi anche alle numerose dimore di Nerone ad esempio. Tutta la costiera era un po' l'evasione dalla città, un po' come succede anche ai giorni nostri, si cerca delizia e ozio nei luoghi di villeggiatura. Roma a quel tempo era capo di un Impero il più potente e vasto che si conoscesse.


Le foto aeree raffigurano molto bene i luoghi, questa veramente bella e nitida per dove è stata scattata. Grazie!
 
La realizzazione di un acquedotto consentì di rifornire le abitazioni di acqua corrente e di donare l'intera area urbana di fontane, alcune ancora visibili lungo le strade.


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Dopo il terremoto del 62 d.C. le élite aristocratiche abbandonarono le loro case, in attesa che venissero restaurate, e si stabilirono nelle ville suburbane. Ciò permise ai rappresentanti di ricche famiglie di liberti e commercianti, di accedere alle cariche politiche e acquisire un notevole peso nell' amministrazione della città. A una famiglia di origine libertina, apparteneva una delle più lussuose residenze : la Casa dei Vettii.

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La casa di origini antiche, come evidenziano le notevoli dimensioni della parte anteriore, fu acquistata e ristrutturata dai nuovi proprietari intorno alla metà del I sec. d.C., epoca alla quale risalgono la maggior parte delle raffinate pitture di IV stile.

Le attività commerciali si spostarono dal Foro, gravemente danneggiato, alla zona di Via Stabiana e di via dell'Abbondanza, lungo le quali si istallarono botteghe e officine. Mentre le case, anche le più modeste e le strutture di interesse collettivo, come le terme e l:anfiteatro, vennero restaurate o ricostruite con una certa rapidità, al momento dell' eruzione pochi degli edifici pubblici e dei santuari erano agibili.

Il Foro...lo sapevate che era interdetto ai veicoli? Una sorta di isola pedonale...un po' come succede nelle nostre città.

Curioso vedere " i dissuasori" posti alla fine delle strade che confluivano al Foro....come in queste immagini...



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In questa è stata posizionata una fontana al centro della via...


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...questi sono blocchi di pietra posti all' inizio di via dell'Abbondanza dal Foro.

Via dell’Abbondanza è una delle principali strade dell’antica città di Pompei, che collegava il Foro con l’Anfiteatro. Proprio su questa via dell’antica Pompei si sarebbe potuto ammirare le antiche osterie e le varie case di epoca romana, oltre che botteghe, laboratori artigiani, ovvero tutto ciò che a quel tempo racchiudeva la vita quotidiana.
Camminando lungo questa via è ancora possibile notare e ammirare i segni lasciati dal vivere prima che l’eruzione del Vesuvio coprì di cenere e lava la città e facendo in modo di fermarla e di conservarla quasi immutata fino ai giorni nostri.


....
 
Perché si chiama così?
La Via dell’Abbondanza è il Decumano Inferiore di Pompei. Il nome deriva da un bassorilievo che orna una fontana che si trova nel suo tratto iniziale in prossimità del Foro.


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Lungo questa via si possono ammirare alcune botteghe che custodiscono antiche pitture che sono state restaurate come il thermopolium di Asellina, nota locanda, e di alcuni laboratori artigianali.

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Eccolo.... è possibile vederlo solo attraverso un vetro.

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Ma ciò che fa più impressione, lo vedete nella prima immagine del termopolio, alle spalle della persona seduta a terra, dall' apertura ( chiamiamola vetrina) si vede un muraglione che la chiude. Ebbene quello è materiale piroclastico. Solo la sezione di Pompei, per facilità, alla vostra destra entrando dalla porzione di via dell' Abbondanza che parte dal Foro, è stata scavata. La restante parte, a sinistra per capirci, solo parzialmente scavata. In pratica sono emerse solo le facciate delle abitazioni, locande, negozi commerciali, la rimanenza è ancora intrappolata dai materiali fuoriusciti dal Vesuvio. Tutto ciò è affascinante e ricco di mistero ...

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Altra immagine eloquente...


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Queste sono le locande già scoperte poste frontalmente alla prima....

Altre zone di Pompei ancora da scoprire al di là delle facciate si vede il terrapieno....e sul selciato , l'inizio di un nuovo vicolo. Ancora parecchio è celato sotto la cenere...


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Torniamo ai fatti:

" Intanto la colonna eruttiva sale, sale sempre più verso l'alto raggiungendo punti alti, altissimi. I venti a questo punto la faranno piegare verso Sud...e lì c'è proprio Pompei.
I pompeiani vedono questa nuvola che si allarga nel cielo, quasi una macchia di inchiostro che allargandosi oscura tutto.

Il sole scompare inghiottito da questa nuvola che si allarga come un pino marittimo, così lo descrisse Plinio il Vecchio, e poi?....non è finita. Si cominciò a sentire un rumore strano, come un ticchettio di grandine...ma grandine non è. Sono le pomici, che in verità sono molto leggere...sono pezzi di magma piene di aria, gas, sono leggere si, ma strati su strati ne sono venuti giù a valanghe. Formano una coltre molto spessa, tra uno strato e l'altro...solo per mezzo degli scavi è stato scoperto, ci sono dei " sassi " chiamiamoli così, scuri e duri. Presumibilmente pezzi di condotto del vulcano strappati dalla violenza dell' esplosione. Questo materiale è molto più pesante e precipitando da altezze considerevoli ( si parla di decine di chilometri), sono dei veri e propri proiettili che piombano addosso a cose e persone .

I pompeiani corrono, scappano, cercano rifugio accanto ai muri, corrono nelle proprie case. Si cercano, si chiamano i familiari e tutto nella più grande confusione. Ci si chiude in casa, vista come una sorta di fortezza sotto questa pioggia di lapilli che continua incessantemente a cadere. Alcune persone sono state colpite da questi proiettili e restano per strada...alcuni di questi proiettili molto grossi forano le tegole dei tetti, è una pioggia mortale a cui nessuno può sottrarsi..."


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Continua....
 
La città che si presenta oggi a noi è quella che fu sepolta dall' eruzione del Vesuvio nell'autunno del 79 d.C.; quando molti degli edifici pubblici e privati erano ancora in costruzione dopo il terremoto del 62d.C., ma la sua storia è molto antica. Alle origini della città, nella zona del Foro civile, vi era un mercato e qui convergevano le strade provenienti da Cuma, Nola, Stabia, mentre la vicina foce del Sarno offriva un sicuro approdo fluviale per i centri dell' entroterra campano.

Quindi la zona era idonea al sorgere di una città.

L'abitato, che nella prima metà del VI sec.a.C. si sviluppò attorno a questo punto di aggregazione, era cinto da mura in blocchi di lava del Vesuvio e tufo, che avevano lo stesso perimetro di quelle conservate e racchiudono ampi spazi non ancora costruiti ma bensì destinati alla coltivazione e al pascolo.

L'area del Foro all' incrocio dei due assi principali era certamente più piccola di quella a noi nota, di forma irregolare e con un diverso orientamento come evidenzia anche la posizione del tempio di Apollo, la cui costruzione risale a quel periodo. Un santuario extraurbano dedicato a Minerva e Ercole ( Tempio dorico nel considetto foro triangolare) sorgeva sulla sommità di un costone a picco sulla pianura, al limite dell'altopiano e controllava la via di Stabia e la foce del Sarno. Del tempio sono noti la pianta...ma non ne è rimasto poco o nulla.

Un conflitto e la sconfitta subita dagli Etruschi a opera di Cuma e Siracusa nel 474 a.C. determinò una progressiva migrazione dei Sanniti dalle zone montuose del Sarno e dell'Irpinia verso le pianure costiere. L'occupazione sannitica di Pompei, segnò l'inizio di un periodo di prosperità, evidenziato dall' ampliamento del vecchio abitato verso nord e vesto est, al di là rispettivamente dell' asse est/ovest, con un' impronta regolare di matrice greca.

Il nuovo settore urbano fu suddiviso in isolati che si affacciavano sulle strade; la programmazione degli spazi teneva conto delle future necessità urbane e alcuni isolati erano ancora liberi al momento dell' eruzione del 79 d.C.
Tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C. la città si doto' di mura a doppia cortina in lastre di calcare di Sarno... materiale più usato per tutte le costruzioni fino al II sec a.C., con spazi interni riempiti con scaglie di pietra e terra battuta, nel circuito delle mura si aprivano sette porte.

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Per risolvere il problema dell' approvigionamento idrico, causato dall' assenza di acque sorgive, vennero scavati profondi pozzi pubblici e privati, che rimasero in uso fino alla costruzione dell' acquedotto in età augustea. L' acqua così poteva scorrere attraverso condutture in ogni angolo della città ed alimentare le terme, le case e le numerosissime fontane distribuite nelle strade. Avveniva per caduta , vi erano delle colonnine dove l'acqua saliva a determinati livelli e poi per il principio dei vasi comunicanti si distribuiva mantenendo i livelli. Potete vedere qualche colonnina presso alcuni incroci, zone della città...come questa, in via Stabiana all' incrocio con via dell' Abbondanza.


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Proviamo ora a mettere per immagini quanto abbiamo solo potuto immaginare leggendo di questa città....il Foro, i principali templi, le Domus...










Continua...
 
Il Foro era una meraviglia, un cuore pulsante di vita dove la maestosità dei templi e l'eleganza delle colonne raccontavano e raccontano tutt'oggi la grandezza di una civiltà ormai perduta.
 










Delle case più antiche rimangono scarse testimonianze a causa dei molteplici rifacimenti che ne hanno modificato l'aspetto.


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La casa del Chirurgo è una delle pochissime abitazioni risalenti al IV secolo a.C. che abbia mantenuto la planimetria originaria. Dotata di una facciata in opera quadrata di blocchi di calcare e di muri interni a telaio, aveva il suo centro nell'atrio, dotato di impluvio solo nel II sec a.C., sul quale si affacciavano i cubicoli e , in asse con l'ingresso, il Tablinium. La parte posteriore era occupata dall' orto -giardino.

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La casa, che deve il nome al ritrovamento di più di quaranta strumenti chirurgici tra cui sonde e bisturi, fu anche tra le prime
ad essere scavate, e il nome di un tale Tullio graffito nell’intonaco nel 1799 a ricordo del suo passaggio, attesta che a tale epoca era già visitabile.

Alla fine del IV secolo.a.C. nel corso delle guerre che Roma condusse contro le popolazioni sannitiche, si costruirono nuove fortificazioni con una cortina muraria in blocchi di calcare, alla quale, all' interno della città, era addossato un terrapieno; la cortina interna in calcare e tufo di Nocera, fu realizzata nel secolo successivo in previsione dell' arrivo di Annibale.

Nel II sec.a.C. le élite locali ,che fondavano il loro potere economico e sociale sulla proprietà terriera, grazie alla produzione vinicola e ai traffici mercantili con il Mediterraneo orientale, acquisiscono grandi ricchezze, con le quali finanziarono grandiosi interventi edilizi.
Essi si concretizzaron soprattutto nella costruzione di opulenti dimore secondo i modelli descritti dall' ellenismo orientale. Simbolo di questa nuova fase si può considerare la lussuosa Villa/casa del Fauno.


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Per le sue dimensioni occupa un intero isolato, la sua planimetria, gli allestimenti possono essere confrontati solo con i palazzi principali della Macedonia e dell'Asia minore.
Occupata da circa due terzi da grandi cortili a peristilio, esprime pienamente l'orgogliosa ostentazione della ricchezza e del modo di vivere alla greca dei proprietari nella decorazione del portale...

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...i capitelli a soggetto dionisiaco , con riproduzione in stucco delle facciate di un tempietto e nell' eccezionale complesso dei mosaici, fra i quali il celebre mosaico di Alessandro. In loco vedrete una copia fedele all' originale che è custodito al Museo Nazionale di Napoli.

Da questo periodo in poi si verificarono profondi mutamenti anche nella tipologia delle abitazioni di medie dimensioni, che fino ad allora era rimasta immutata. L'orto giardino venne sostituito dal peristilio, intorno al quale si disponevano i vari ambienti di tradizione greca: il triclinium.
Mentre la zona dell'atrio manteneva una configurazione tradizionale, perdendo progressivamente la sua centralità e la sua funzione di rappresentanza.
 
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Immagini della Casa del Fauno

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Il mosaico di Alessandro


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Un ambiente in affaccio sul peristilio...immaginatelo con la copertura, sono rimaste solo le colonne molto ben conservate e al centro il giardino.

La ricostruzione dei giardini ad opera degli architetti paesaggistici ci permette di capire meglio le atmosfere di pace, tranquillità e bellezza vissuta dagli antichi abitanti del luogo.



Conto...
 
Intanto dallo scritto che ci ha lasciato Plinio il Giovane, dall' altra parte del Golfo di Napoli , qualcuno scruta l'orizzonte...

" Mio zio stava per uscire quando un servo gli consegnò un messaggio: era di Rectinia, la sua amica. La sua villa si trovava sulla costa, tra Pompei ed Ercolano. Spaventata da quello che stava succedendo, lo implorava di liberarla da questa situazione tremenda.
L'unica possibilità di scampo , pensa Plinio, è dal mare. La moglie lo implora di non partire, ma Plinio non sente ragioni.
Diede ordine di mettere in mare le quadriremi e vi salì lui stesso con l'intenzione di correre in aiuto, non solo di Rectinia, ma di molti altri perché la costa era tutta fittamente popolata."

Immaginate cosa significava essere in una casa qui a Pompei in quelle ore...la pioggia di pomici non cessava e poi c'erano dei sassi molto più grossi, che cadevano da un' altezza di decine di chilometri. La gente era impaurita...e non solo, le scosse di terremoti erano in aumento. Tutto tremava e cominciavano a crollare le mura sotto il peso delle pomici. I solai si sfondano sotto il peso, i tetti non erano fatti per sostenere grossi pesi, la pioggia al massimo la grandine. I solai si sfondano e le persone vedono i loro cari sparire improvvisamente in una pioggia di pomici, polveri e non solo...cadono anche le lucerne e cominciano così gli incendi. La gente non può uscire fuori, perché fuori vi è l'inferno: è una tragedia nella tragedia.


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Ma queste pomici non colpiscono solo la terra ferma, anche il mare e le navi di Plinio.

" La cenere cadeva sulle navi così calda e fitta quanto più esse si avvicinavano alla costa. Il fondo marino si stava innalzando ed era impossibile attraccare.
Mio zio ad un certo punto ferma le navi e sembra quasi sul punto di tornare indietro. Alla fine decise di andare laggiù a Stabia."

Stabia era una località sulla costiera sorrentina, oggi è Castellammare di Stabia. Questo luogo era costellato da ville meravigliose, una specie di Beverly Hills dell' epoca. In effetti tutto il tratto della costa, non solo questa, anche quella di Napoli erano essenzialmente cementificati con ville lussuosissime.
È il cosiddetto " Miglio d'oro".

Lapilli infuocati, improvvisi bagliori, cupe colonne di fumo. Un pericolo quello del Vesuvio in attività, ma anche uno spettacolo straordinario. O almeno così la pensavano i nobili napoletani che, come il loro sovrano, realizzarono lungo l'antica Strada Regia...tratto iniziale del miglio d'oro, le loro ville di delizia, opere dei maggiori architetti del tempo. Di tanto splendore che si dispiegava senza soluzione di continuità, tra lussureggianti giardini ( le ville sono complessivamente 122) non rimangono oggi che sbiaditi ricordi. Alcune cominciarono a decadere già alla metà del'700, il declino accelerò con la costruzione della prima linea ferroviaria d'Italia la Napoli/Portici, e con lo sviluppo nella zona di concerie, industrie di pellami, cantieri navali e piccoli porti. Ma alcune di esse con il tempo ristrutturate meritano una visita....come vedete il tempo ha modificato il paesaggio ma la vocazione del litorale a ville di delizia è rimasta.

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Ma torniamo indietro nel tempo...

Plinio probabilmente data la pericolosità e la stanchezza...non sarà stato facile navigare in quelle condizioni, decise di fermarsi a Stabia e purtroppo non riuscì nel suo intento di salvare Rectinia, né altre popolazioni della costa. Arriva a Stabia ospite in una delle ville lussuosissime della zona, chissà...forse durante la sua permanenza parla con i proprietari della situazione, prepara un nuovo piano...pensando che dopo la bufera si possa di nuovo prendere il mare. Si riposa un po' e al suo risveglio decide di recarsi sulla spiaggia....a fatica i suoi passi raggiungono l'arenile, gli occhi bruciano, la gola è in fiamme il respiro è corto, troppo corto...si adagia al suolo, ed è lì che lo hanno ritrovato...pareva quasi addormentato....

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Sono passate 12 ore dall' inizio dell' eruzione e il vulcano continua la sua opera di distruzione di Pompei proiettando una pioggia incessante di lapilli, la sta letteralmente seppellendo viva!

Ma altrove com' è la situazione?

Spostandoci più a nord sotto il Vesuvio c'è la città di Ercolano, è più vicina rispetto a Pompei e qui le pomici non sono arrivate. Qui uno straterello di cenere ,certamente ci saranno state le bombe come a Pompei che avranno procurato dei danni. Ma qui la situazione rispetto a Pompei sembra meno drammatica, eppure la fine di questa città non sarà meno atroce.


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Continua....
 
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Ercolano è stata scoperta casualmente scavando un pozzo più di 300 anni fa. Tre quarti della città è ancora sommersa e si trova sotto la città moderna. Ercolano a quel tempo era una città più piccola di Pompei, una città molto raffinata.
Era una città posta al centro del golfo, era il perno delle ville che c'erano nei dintorni, non ville qualsiasi, faraoniche! Una città quieta, tranquilla.
Nel momento poco prima del cataclisma finale , le sue strade, a differenza di Pompei, erano pressoché deserte.

Ma dove sono finiti tutti gli abitanti ?

Sono rimasti in città, non hanno tentato di allontanarsi come a Pompei, sono rimasti tutti...e li scopriranno dopo secoli gli archeologi!
Alla fine di una strada che porta alla spiaggia è lì che si concentra il brusio delle persone. Lì, nella spiaggia, lì si sono radunati tutti, e lì troveranno il loro destino.
Attendono le navi, quelle di Plinio il Vecchio che verranno dal mare....il mare pensano, la loro salvezza. Per qualche motivo però non arrivano. Il vulcano non darà l'oro nessuna possibilità.

Il vulcano, questa grande eruzione improvvisamente collassa e si trasforma in valanghe ustionanti che corrono velocemente lungo le pendici, una di queste si è appena sganciata e sta avvicinandosi alla città.
Nessuno se ne accorge , è un killer silenzioso... è notte, tutto viene sommerso e arriva velocissima sulla spiaggia sommergendo tutti.
La corrente è appena passata, la cenere si è depositata...e tutto è piombato nel silenzio...e le persone, svanite nel nulla.
Verranno ritrovati molti secoli dopo...sembrano addormentati.

Due città accomunate in un unico destino, forse meno atroce la fine per quelli di Ercolano? Non lo sapremo mai....
È impressionante vedere i resti di queste persone nei Fornici di Ercolano, sono fermi, immobili nel loro ultimo istante di vita. Abbracciati per farsi coraggio, o forse semplicemente addormentati stanchi per la lunga attesa...accanto le poche cose che si erano portati nella fuga con la speranza di un rientro, molto presto nelle loro case.

Torniamo a Pompei...
Nessuno ovviamente sa della sorte toccata alla vicina Ercolano, qui si cerca di sopravvivere....

Tra non molto le bellezze di questa città scompariranno per sempre....

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Le ville meravigliose verranno inghiottite e le bellezze celate ma preservate affinché noi oggi le possiamo contemplare e forse capire un po' più del loro modello di vita...
Tra le tante che ho visitato questa ..non è grandissima, ma la sensazione che mi ha dato è di grande intimità...ho cercato di immaginare la famiglia che ci viveva, una madre, dei bimbi che giocano felici attorno all' albero, l'unico posto al centro del piccolo giardino...una piccola oasi di verde rispetto alle grandi ville che ho potuto ammirare, ma non meno bello....
La Casa del Larario di Achille.

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L'ingresso si presenta con il tradizionale Tablinium, la vasca dell' impluvium e sullo sfondo una finestra molto scenografica, una sorta di quinta teatrale da dove si poteva intuire il giardino e l'angolo più intimo della dimora.

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La casa presenta una ricchissima e raffinata decorazione pittorica con colti riferimenti letterari.
Deve il suo nome alla decorazione in stucco di un ambiente che si apre presso l’atrio, probabilmente un piccolo sacello domestico, con scene della guerra di Troia.


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La scelta di questo tema, suggerisce la probabile volontà del proprietario della casa di esaltare le origini della sua famiglia, ricollegandole anche alla storia di Roma.
Uno degli ambienti rivolti verso il giardino era decorato da un grande affresco con due enormi elefanti guidati da amorini che usano come redini rami di mirto, la pianta sacra a Venere. La scena va probabilmente interpretata come una celebrazione della potenza della dea.


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