GIOVEDI 24 MARZO 2016 - ROSEAU (DOMINICA)
La tipica cartolina dei Caraibi raffigura sempre spiagge bianche contornate da palme e mare turchese. Le tappe precedenti della crociera sono state sostanzialmente in linea con questo modello, ma nella quinta giornata arriva Dominica a stravolgere ogni luogo comune sui Caraibi ed a mandare in crisi chi non si era adeguatamente informato e preparato prima di partire.
Dominica o la si odia o la si ama. La si odia perchè non ha spiaggie, perchè ha un territorio montuoso con strade pericolosissime, perchè è un'isola molto povera e le case sono in pessimo stato, perchè non si fa shopping e in genere perchè non offre tutti quei comfort che altrove rappresentano il minimo sindacale. La si ama perchè è un angolino del nostro pianeta dove il progresso inteso come sviluppo industriale, tecnologico ed anche turistico non è mai arrivato e dove la Natura (con la N maiuscola) è incontaminata e straripante e sa regalare spettacoli unici nel loro genere.
Sull'isola non esistono resort e l'aeroporto non è nemmeno internazionale essendo collegato solamente con le altre isole caraibiche. Il territorio dell'isola è interamente coperto dalla foresta pluviale ed il verde è il colore che la fa da padrone. Il turismo è un turismo d'avventura e naturalistico e non di puro relax!
La vita a Dominica è dura di per se, ma a rendere ancora peggiori le condizioni degli abitanti il fatto che si trovi nella traiettoria degli uragani atlantici. Ultimo a colpire l'isola l'ugarano Erika dell'agosto 2015, che ha ucciso una trentina di persone oltre ad aver causato ingenti danni nella parte sud orientale dell'isola, quella meno turistica e più povera.
Per noi è la seconda volta a Dominica, la precedente lo scorso marzo 2015 con la Celebrity Summit. All'arrivo l'isola ci accoglie con una pioggia finissima trasportata orizzontalmente dal vento, sole già alto in cielo ed un arcobaleno sul mare. Un buon biglietto da visita direi.
Anche quest'anno il punto di approdo è in centro a Roseau, la capitale dell'isola, che fortunatamente è stata risparmiata dall'uragano. Esiste un altro molo secondario che viene usato quando sono presenti due navi e che si trova ad un paio di km a nord della città.
Parlare di Roseau come di una capitale fa quasi sorridere. In centro c'è una banca, un hotel, un supermercato e un museo. Stop. Non esistono negozi o fast-food appartementi a catene occidentali e le abitazioni in stile coloniale mostrano evidenti i segni del passare del tempo.
Unica eccezione il palazzone bianco del Presidente che invece è in ottime condizioni!
La MSC Orchestra arriva alle 10 e prima di scendere le bambine ne approfittano per un breve bagno in piscina. L'unico di questa crociera!
Il terminal di Roseau non è altro che una tettoia ... forse un po' scoraggiante per chi arriva per la prima volta.
Ma noi, grazie alla precedente esperienza, sappiamo che questa isola offre parecchie opportunità. Inizialmente ero tentato per un'uscita in alto mare ad avvistare le balene, ma fine marzo non è il periodo migliore e l'Anchorage Hotel, che è il miglior operatore locale di Whale Watching dell'isola, ha orari non compatibili con la sosta della nave. Farlo con la MSC assieme ad altre 50 persone non mi attirava. Vada quindi per l'escursione di terra. Lo scorso anno ci siamo molto divertiti nella foresta pluviale a Trafalgar Falls con una breve sosta snorkeling a Champagne Reef. Quest'anno la priorità va allo snorkeling che tanto appassiona la mia ragazzina. Concordo con un taxi in zona porto 3 ore di uscita a 80$ e partiamo subito in direzione sud ... meta finale il promontorio di
Scott's Head.
Il tragitto lungo la costa è piacevole ma le strade lasciano molto a desiderare e secondo me i tassisti si fidano troppo dei propri mezzi visto che sfrecciano a tutta velocità.
Se si ha voglia di una banana basta allungare il braccio fuori dal finestrino!
Prima di arrivare a destinazione ci fermiamo nel villaggio di
Soufriere ...
... un nugolo di case con una chiesa cattolica ...
... ed il Bubble Beach Bar, allestito di fronte ad una piscinetta idromassaggio ricavata nel mare, con fuoriuscita di bollicine sulfuree dal fondale. Diciamo che non è proprio il beach bar che ci si aspetterebbe di trovare ai Caraibi, ma l'esperienza merita la fermata.
L'arrivo a Scott's Head, il punto più a sud di Dominica, richiede circa 35 minuti.
Si tratta di un piccolo villaggio di pescatori abbarbicato sulle pendici di una collina, dove non c'è assolutamente nulla a parte un piccolo bar vicino al parcheggio.
Scott's Head non è meta di escursioni di massa. I pochi turisti che troviamo in loco sono amanti delle immersioni, in quanto un angolo di mare racchiuso tra le montagne conserva un ricco reef da esplorare. Non c'è una vera e propria spiaggia, ma solo sassi.
Il colore dell'acqua è scuro ma di una limpidità assoluta ed il fondale degrada abbastanza rapidamente.
Nuotare qui è bellissimo e sembra veramente di essere dentro un acquario. Ci sono coralli e pesci di tantissime varietà, anche molto particolari. Abbiamo ammirato da lontano anche una tartaruga marina ed incrociato una manta. Rispetto a Champagne Reef manca la suggestione delle bollicine fuoriuscenti dal fondale marino, ma a livello di vita sottomarina è decisamente meglio Scott's Head.
Dopo lo snorkeling, mentre le ragazze si rinfrescano in acqua, inizio la scalata del promontorio.
L'aria è tersa e pulita ed in lontananza si scorge la nave in porto.
La salita non è difficile e se fatta lentamente non si suda nemmeno. Gli scorci panoramici sono molto belli e dall'alto si vede il reef in tutta la sua estensione.
Ad un certo punto si arriva ad un avamposto con un vecchio cannone mangiato dalla vegetazione, ultime rovine di un vecchio fortino costruito sul promontorio della penisola dal colonnello George Scott (da lui il nome alla città) per tenere a bada i francesi.
Più si sale più il panorama diventa sorprendente e gli scorci si moltiplicano in ogni dove ...
Arrivato in vetta si può vedere il piccolo istmo che collega la penisola alla terraferma, bagnato dal burrascoso Oceano Atlantico da un lato e dal mite Mar dei Caraibi dall'altro.
Scendo a valle e vedo che la mia famiglia si è spostata ad osservare il versante oceanico.
Terminata la bella esperienza a Scott's Head, ritorniamo in auto e dopo un breve tragitto nella foresta pluviale ci dirigiamo al punto di osservazione di
Morne Bruce ...
... che si trova appena sopra Roseau e dal quale si ha una vista completa della città, della nave, dello stadio di cricket e del cimitero cittadino.
Dopo innumerevoli foto scattate da ogni angolo, ci facciamo portare in nave dove pranzeremo al buffet. Dopo pranzo scendiamo nuovamente per visitare i
Botanic Gardens di Roseau, che si raggiungono a piedi in dieci minuti dal porto. Basta prendere la strada principale a fianco del museo ed andare sempre dritti fino a quando non ci si trova l'entrata dei giardini sulla destra.
In passato questi giardini erano conosciuti come i migliori di tutta la regione caraibica, impiantati dagli inglesi sin dal 1890 con tantissime specie di fiori e piante tropicali. L'uragano David del 1979 ha però distrutto tutto e sebbene lo sforzo per ripristinarli sia stato nolevole e con buoni risultati, non si è tornati ai fasti originari.
Passeggiare nel parco è molto bello e rilassante, alcuni alberi sono veramente imponenti come questo Banyan secolare che ha resistito anche all'urto dell'uragano.
Decisamente peggio è andato a questo Baobab che dopo essere stato sradicato da David ha schiacciato uno scuolabus. Ancora oggi questo monumento naturale, chiamato David vs Goliah, è mantenuto a ricordo le vittime del 1979.
Immensa e incredibile anche la Bamboo House che si trova proprio al centro del parco ...
... così come fa sempre un bell'effetto vedere tanti palmeti in ogni angolo del giardino.
Sarei stato disteso all'ombra di questo albero per ore ed ore ... ma alle 18 la nave riparte e l'orario del "Tutti a Bordo" è imminente.
Riporto alcuni scatti del centro di Roseau, dove rimaniamo un po' inquietati dal groviglio di cavi elettrici e telefonici che vagano ovunque sopra le nostre teste.
Questa è la fermata dell'autobus ... gli orari sono abbastanza flessibili .. dalle 7 del mattino alle 7 del pomeriggio!
Come possibile notare, sulla casa di destra, che immagino (e spero) chiusa da anni, sta crescendo una foresta!
Dietro all'ufficio informazioni c'è un mercatino con alcune bancarelle dove compriamo alcuni souvenir prima di ritornare definitivamente sulla nave.
Il messaggio che leggiamo prima di salire a bordo è il seguente:
Ed in effetti Dominica non aveva ancora finito di stupirci! Dalla nostra solita postazione a poppa, dove attendiamo le partenze, ci appare tutto d'un tratto il secondo arcobaleno della giornata.
Dopo un breve acquazzone i colori dell'isola iniziano a cambiare nuovamente, la foresta di fronte a noi si tinge di un colore caldo ed inusuale ...
... che anticipa di poco il terzo arcobaleno, il più esteso e luminoso!
L'atmostera è surreale e visioni del genere possono essere ammirate solo in isole ad elevata connotazione tropicale come Dominica!
Dalla parte opposta dell'isola il sole inizia la sua fase calante ...
... ed in pochi minuti scompare sotto l'orizzonte regalandoci un tramonto da urlo!
Per aspettare il tramonto abbiamo fatto tardi e quindi voliamo in cabina a prepararci per la serata di gala. La cena è veramente ottima e il dolce che viene servito è, come sempre avviene su MSC, il Baked Alaska che a me piace moltissimo. Una cosa che invece non ho trovato molto elegante è stata la tentata vendita al ristorante principale dell'aragosta con calice di vino bianco a 15 euro. Forse sarò io che sono rimasto un po' all'antica e non voglio abituarmi a queste recenti novità ?
Lezioni di Rumba e tributo a Michael Jackson in teatro sono il nostro passatempo serale. Ma la festa brasiliana alle 23 ce la sognamo nel nostro letto.
La giornata a Dominica ci ha fatto vivere la vera essenza di un'isola tropicale non artefatta, dove l'uomo ha saputo mantenere il proprio spazio senza voler prevalicare la natura. Una sosta che secondo me sta a pennello in un itinerario come questo, sebbene inizialmente non fosse prevista essendo stata aggiunta solo in un secondo momento in sostituzione di Isla Margarita in Venezuela (posto non tanto raccomandabile).
Il giorno successivo saremo a Grenada, altra isola visitata l'anno precedente, ed il viaggio tornerà ad assumere una connotazione caraibica più convenzionale.
Stay Tuned ...