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MSC Poesia: il nostro lento viaggiare tra ghiacci e vulcani

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

gimale

Well-known member
Ci avviciniamo al geyser che ancora è attivo per aspettare l’eruzione che ci dicono avviene ogni 5-7 minuti; in realtà le eruzioni si susseguono con molta più frequenza (più o meno ogni 3 minuti) per cui abbiamo modo di fotografarlo e filmarlo più volte.

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Uno SPETTACOLO!!! (concedetemi una trasgressione alla Netiquette sull'uso del maiuscolo ma qui ci vuole)

E' ora di tornare verso l'autobus che ci sta aspettando vicino al Geyser center dove si trova un grande negozio e altri servizi

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Si parte per le cascate di Gullfoss.....
 

Gabriele C.

Well-known member
Continuo a seguire affascinato, sembra proprio un altro mondo, così diverso dai nostri panorami mediterranei...

Gimale, il "grido" in maiuscolo ci sta tutto, ti è concesso per quell'evento così speciale!

L'escursione era disponibile a bordo, o l'hai prenotata sul sito da casa prima di partire?
 

gimale

Well-known member
Continuo a seguire affascinato, sembra proprio un altro mondo, così diverso dai nostri panorami mediterranei...

Gimale, il "grido" in maiuscolo ci sta tutto, ti è concesso per quell'evento così speciale!

L'escursione era disponibile a bordo, o l'hai prenotata sul sito da casa prima di partire?
Tutte le escursioni le ho prenotate prima di partire. A bordo era rimasto proprio poco e molta gente che non aveva prenotato da casa è rimasta a bocca asciutta.
 

gimale

Well-known member
Le cascate Gullfoss si trovano a poca distanza da Geysir. Il nome significa “cascata d’oro” e ci sono diverse teorie o leggende che spiegano questo nome. La prima afferma che l'origine del nome sia dovuto alla luce dorata che riflettono le sue acque al tramonto. Un'altra ipotesi, invece, afferma che il nome "cascata dorata" sia dovuto all'arcobaleno che si forma quando la luce solare attraversa le particelle d'acqua sospese in aria. La terza spiegazione possibile, di carattere più leggendario, afferma che molti anni fa, nei pressi della cascata, viveva un contadino chiamato Gýgur, un uomo che, con il passare degli anni, aveva racimolato un'enorme quantità d'oro. Gýgur, invece di godere della propria ricchezza in vita, si preoccupava costantemente della sorte del proprio oro dopo la sua morte... Poiché non sopportava l'idea che qualcuno potesse sottrarglielo una volta deceduto, decise di nasconderlo in uno scrigno e gettarlo nelle profondità della cascata.

Gullfoss e costituita da due cascate, formate dal fiume Hvítá che ha la sua origine dal lago glaciale Hvítárvatn, alimentato dalle acque di fusione del ghiacciaio Langjökull: la prima compie un salto di 11 metri e la seconda di 21. Non impressiona tanto per l’altezza ma per la sua ampiezza e portata d’acqua. Davanti a lei non si può rimanere affascinati.

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Dalle dimensioni delle persone potete rendervi conto della maestosità di questa cascata

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Terminata la visita alle cascate è tempo di andare a pranzo nel vicino ristorante dove ci verrà servita una zuppa a base di pomodoro e un trancio di salmone con verdure superlativo: mai mangiato così buono!

E’ ora di tornare verso Reykjavik attraversando terre solcate da torrenti impetuosi o placidi fiumi, verdi pianure su cui si trovano le case di vacanza degli abitanti della capitale, zone fumanti per la presenza di falde acquifere bollenti, prati ricoperti di lupini fioriti.

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I lupini in Islanda si trovano praticamente ovunque, si vedono intere distese colorate di viola; in realtà questa pianta non è autoctona dell'isola, è stata introdotta nel XIX secolo con lo scopo di limitare l'erosione del terreno ma è diventata una pianta infestante che, si calcola, copre oltre 300 km quadrati del territorio islandese. Essendo una pianta molto più alta delle piante autoctone islandesi impedisce che queste possano godere della luce e ne causa la morte.
 

gimale

Well-known member
Quando arriviamo a Reykjavik ci sarebbe ancora un’ora di tempo per girare per la città ma siamo un po’ stanchi e preferiamo rientrare in nave accontentandoci di fotografare dall’autobus.
La città è circondata da aree verdi attraversate da sentieri e piste ciclabili dove in questa bella giornata di sole abbiamo visto molta gente.

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Anche sul lungo mare è presente una lunga pista ciclabile e un grande marciapiede su cui è piacevole passeggiare.

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Qui si trova Solfar, la scultura che rappresenta una nave vichinga stilizzata.

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Arriviamo in prossimità dell'Harpa Concert Hall e al laghetto artificiale che la guida ci ha presentato come una delle principali attrazioni della città e punto di incontro dei giovani.

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Tornando verso il porto, scorgiamo il campanile della cattedrale

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La vista sulla baia

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Informazione utile: anche in Islanda esiste il rimborso delle tasse sugli acquisti effettuati per importi minimi di 6000 corone islandesi (circa 42 euro); lo scontrino originale deve essere allegato al modulo di richiesta che va presentato nell’ultimo porto islandese visitato (nel nostro caso sarà Akureyri). Secondo quanto scritto nell’informativa ricevuta in cabina l’ufficiale a cui presentare il modulo è stato a bordo ad Akureyri fino ad un’ora prima della partenza. Non vi so dire se effettivamente è stato così perchè non ho usufruito di questa opportunità.

Alle 20.00 si parte; faremo una giornata di navigazione prima di raggiungere Prins Christian Sund. Si portano gli orologi ancora indietro di un’ora.

Non sono sicura che sia successo qui, partendo da Reykjavik, ma c’è stato un giorno che appena partita improvvisamente la nave ha iniziato ad inclinarsi su un lato, lentamente ma in maniera decisa. Sono passati alcuni secondi che sono sembrati interminabili prima che si “raddrizzasse”. Non sappiamo cosa sia accaduto; chi era a poppa ha detto che subito prima che la nave iniziasse ad inclinarsi ha sentito un colpo ed ha visto l’acqua in scia diventare marrone. In cabina si è rovesciato tutto quello che avevamo sulle mensole del bagno. Qualcuno ha ipotizzato che la nave sia finita su un fondale troppo basso uscendo dal porto ma non so se ciò sia possibile. Abbiamo provato a chiedere a qualcuno dell'equipaggio ma non abbiamo avuto risposta.

Continua....
 

Al&Rita

Well-known member
Grazie Monica per farci piacevolmente " rivedere" e rivivere (meglio) con nuovi scatti ed approfondite descrizioni, quanto già visto poco più di un anno fa..👍👋
 

gimale

Well-known member
La navigazione procede tranquilla su un mare che sembra olio per tutta la giornata e ci dedichiamo a varie attività di intrattenimento, come quasi ogni giorno facciamo anche un po’ di pilates per mettere a tacere la coscienza che con l’aumentare del giro vita inizia a farsi sentire. Inizia anche la sfida di Masterchef at Sea che seguiremo perché tra i partecipanti anche una iscritta a questo forum che abbiamo conosciuto. Abbiamo anche seguito la conferenza sulla Groenlandia purtroppo tenuta solo in Inglese e da una relatrice tedesca. Perciò è stato piuttosto difficile seguirla: il suo inglese era marcatamente “tedesco”.

Riportiamo, ancora e per l’ultima volta, indietro di un’ora l’orologio e durante la notte e la mattina seguente percorriamo le ultime delle 641 miglia che separano Reykjavik dall’ingresso del passaggio Prins Christian Sund e saremo in Groenlandia.

La Groenlandia è un’isola ed appartiene al regno di Danimarca, ha però un parlamento autonomo con sede nella capitale Nuuk composto da 31 rappresentanti eletti; I groenlandesi eleggono anche due loro rappresentanti nel parlamento danese. La lingua comunemente parlata è il groenlandese ma a scuola viene insegnato il danese e l’inglese.

Per gran parte coperta di ghiacci ha la più bassa densità di popolazione per km quadrato (0,03) ma quasi tutta concentrata nelle principali città. In tutto il paese ci sono solo 64 km di strade e la popolazione si sposta prevalentemente in barca e con piccoli aerei. Il nome deriva da un termine vichingo che significa “terra verde”; si racconta che il nome le sia stato dato da Erik il Rosso che qui si era rifugiato, con la famiglia e un gruppo di schiavi, dopo aver commesso un omicidio in Islanda attorno al 982 ma la presenza vichinga è stata accertata già nel secolo precedente. Nei 400 anni successivi ci fu un lungo periodo di innalzamento delle temperature, il così detto “periodo caldo medievale” che favorì la colonizzazione dall’Islanda. L’economia di quel periodo era basata sulla pesca, caccia e allevamento di ovini. Attorno al 1450 le temperature iniziarono nuovamente ad abbassarsi (il periodo è noto come “piccola glaciazione”), non c’era più la possibilità di allevare animali e poco per volta i suoi abitanti si spostarono nuovamente verso l’Islanda e arrivarono gli Inuit dall’Alaska, molto più abituati alle temperature glaciali e meno dipendenti dall’allevamento del bestiame. L’ultima testimonianza della presenza vichinga in Groenlandia risale al 1405 e riguarda una festa di matrimonio celebrata nella chiesa di Hvalsey.

La mattina della navigazione turistica del Prince Christian Sund ci prepariamo con calma, usciamo per la colazione al buffet e chiediamo al nostro cabinista, sempre molto gentile, se può rifare subito la cabina così che alle 11.00, orario previsto per l’ingresso nel passaggio, possiamo sistemarci in balcone e goderci lo spettacolo. (a proposito la cabina veniva regolarmente sistemata due volte al giorno).

Ci piazziamo in cabina provvisti di giacca e cappello, se ce ne fosse bisogno durante le numerose uscite in balcone per le fotografie o per ammirare la bellezza della natura in questo luogo. La cabina sul lato destro ci ha permesso di ammirare i ghiacciai, le cascate e anche il paesino di Aappilatoq stando comodamente seduti sul nostro balcone. All’ora di pranzo mio marito ha fatto una scappata al buffet a prendere due hot dog ed abbiamo continuato ad ammirare quanto avevamo intorno fino all’uscita dal canale avvenuta attorno alle 17.00.

Il canale separa la terraferma groenlandese dall’arcipelago delle isole di Cape Farvel ed è lungo circa 100 km. Ha preso il nome da quello che diventerà re Cristiano VIII di Danimarca ed è navigabile solo in estate.

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In lontananza iniziamo a vedere le prime montagne innevate e i primi iceberg: non vi dico l’emozione che ho provato! Avevo già visto qualche piccolo iceberg nel lago Argentino quando in Patagonia siamo andati a vedere il Perito Moreno ma non così tanti e così grandi.

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All’ingresso del canale le rocce che affiorano sono tutte arrotondate probabilmente per effetto dei ghiacciai che le hanno ricoperte nei passati millenni.

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E poi inizia la vera navigazione del Prins Christian Sund e comincia lo spettacolo….
 

azoto63

Well-known member
Fantastico ... da fare sicuramente!

E che meraviglia di colori questi scatti con un meteo perfetto!

PS : ma sul balcone, avevate il piumino leggero?
 

gimale

Well-known member
La nave procede lentamente all’interno del canale per permettere di apprezzare ogni particolare dei ghiacciai, cascate e iceberg. Viene anche tolta la musica in modo da "sentire" il silenzio e i rumori della natura.

Ci avviciniamo al primo ghiacciaio ed incontriamo altri due iceberg enormi i cui colori sono strabilianti

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ed ecco il ghiacciaio

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la navigazione continua ed incontriamo nuovi iceberg e ghiacciai

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Questo piccolo iceberg sotto il ghiacciaio non sembra una tartaruga?

Incontriamo anche le prime cascate che scendono dalle pareti scoscese delle montagne che si tuffano in mare

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Le montagne che delimitano il canale in alcuni punti sono alte più di 1000 metri.

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gimale

Well-known member
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Arriviamo al ghiacciaio principale dove la nave compirà un giro su se stessa per permettere a tutti di ammirarlo; qui verrà messa in acqua una scialuppa che andrà a raccogliere un pezzo di ghiaccio che sarà poi esposto in piscina.

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gimale

Well-known member
Ci allontaniamo dal ghiacciaio ed inizia quella che ci viene detto sarà la parte più spettacolare del canale

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Continua la navigazione e ci avviciniamo a montagne spettacolari; l'acqua del canale si colora di marrone dove "sfocia" un ghiacciaio che trascina sedimenti con se

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gimale

Well-known member
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Arriviamo a Aappilattoq, un piccolo villaggio dove vivono un centinaio di persone. Visto dalla nave e sormontato da una montagna maestosa sembra finto.
Dietro uno sperone di roccia scorgiamo le prime case colorate

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In questo minuscolo villaggio c'è la scuola, una piccola chiesa, uno stabilimento per la lavorazione del pesce (la costruzione lunga blu dell'ultima fotografia) e persino un campo da calcio.
 
Stato
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