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Musei Vaticani: Le stanze di Raffaello e l'appartamento dei Borgia

Ciao Fabrizio
Sono molto contento di aver stimolato interesse per la nostra Roma e per le meraviglie che racchiude.
Quando lo scorso anno ho postato questo thread non credevo potesse creare interesse in tante persone. :-)
 
Innanzi tutto tenete presente che la visita ai Musei Vaticani merita un'intera giornata, quindi concedetevi tutto il tempo necessario, senza fretta, e non prendete altri impegni per quel giorno.

Gli orari sono dal lunedi al sabato dalle 9 alle 18 e il costo di un biglietto intero (senza guida) è di 16 euro. Domenica chiuso, ad eccezione dell'ultima domenica del mese (con ingresso gratuito, ma orario ridotto).

Code interminabili, sempre, quindi prenotate i biglietti via web, usufruirete di una corsia preferenziale saltando tutta la fila.

Noi abbiamo una prenotazione alle 12:00 (prima non c'era posto), ma si può entrare già mezz'ora prima.
Alle 11:20 in realtà siamo già dentro. Resteremo fino alla chiusura e senza peraltro riuscire a vedere tutto!

Ma andiamo per ordine.

Ci sono due modi per godere della visita, con una guida o in autonomia.
Noi abbiamo optato per questa seconda opzione, ma acquistando un manuale all'ingresso che ci consentisse di seguire con un certo criterio tutto (o quasi) ciò che vedevamo.

Ci ha aiutato moltissimo soprattutto alla Cappella Sistina, dove però, come già scritto da Leo, non si possono scattare foto, che quindi... non vi mostrerò... :p

Questa la mappa ufficiale:

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Ci sono due percorsi possibili, il precorso breve è però l'unico che consenta di vedere il Museo Gregoriano Egizio ed io non avevo alcuna intenzione di perderlo. Fortunatamente si trova proprio all'inizio del percorso, quindi abbiamo "fatto finta" di fare il prcorso breve e dopo la visita al museo egizio siamo tornati sui nostri passi e fatto il percorso completo.

Dopo il museo egizio c'è anche quello etrusco, ma questo purtroppo lo abbiamo saltato, non c'era tempo per tutto.

Appuntamento quindi a domani per la prima tappa del nostro percorso, il Museo Gregoriano Egizio!

Per il momento, auguro la buona notte a tutti! [smilie=dormita_04[:

PS: Leo, hai mica un cuscino per la cervicale?

(continua...)
 
Ultima modifica:
Ho visitato i Musei Vaticani, molti, troppi anni fa...
Sarò a Roma per un lungo week, dal 5 all'8 dicembre, in occasione di Sant'Ambrogio (Santo Patrono di MIlano) e dell'Immacolata, chissà mai che non faccia una puntatina....
Intanto ti seguo...
 
Il Museo Gregoriano Egizio

Il Museo Gregoriano Egizio fu inaugurato il 2 febbraio 1839 per iniziativa di Papa Gregorio XVI, che considerava fondamentale la conoscenza di quella antica civiltà del vicino Oriente per la comprensione dell'Antico Testamento.

Il museo si articola in nove sale espositive, delle quali riprendo le descrizioni dal sito dei Musei Vaticani:

Sala I. Iscrizioni geroglifiche su stele e statue (2600 a.C.-600 d.C.).
Sala II. Costumi funerari nell'antico Egitto (2600 a.C.-200 d.C.).
Sala III. Ricostruzione del Serapeo di Villa Adriana (ca. 131 d.C.).
Sala IV. L'Egitto e Roma (I-II secolo d.C.).
Sala V. Capolavori della statuaria faraonica (2000 a.C.-100 d.C.).
Sala VI. Bronzi votivi del I millennio a.C.
Sala VII. Figurine di bronzo e d'argilla dall'Egitto ellenistico e romano.
Sala VIII. Tavolette cuneiformi e sigilli dalla Mesopotamia; vasi e bronzi dalla Siria-Palestina (III-I mill. a.C.); Rilievi palmireni (I-III sec. d.C.).
Sala IX. Rilievi e iscrizioni dei palazzi Assiri (883-612 a.C.).

Entrando, colpisce subito, sulla sinistra, la Stele commemorativa di Hatshepsut e Thutmosi III, in arenaria gialla, proveniente dal Tempio di Amon (o dio Sole) a Karnak:

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Hatshepsut, seconda figlia di Thutmosis I (la prima morì in tenera età) non avendo avuto figli maschi, dopo la morte dello sposo (e fratellastro) Thutmosis II venne nominata reggente in luogo del giovanissimo Thutmosis III, asssumendo successivamente il titolo di faraone e regnando per 20 anni.

La stele commemora la dedicazione di un monumento al dio Sole, raffigurato a sinistra nella stele, di fronte al quale è appunto Hatshepsut, seguita da Thutmosis III. La quarta figura rappresentata una personificazione di Tebe come dea armata di arco e frecce.

Interessante è anche lo "scarabeo storico" di Amenothep III:

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Perché si chiama così? Guardando la pietra dalla facciata opposta, si nota chiaramente che la sua forma altro non è che il dorso di uno scarabeo.

Per darvi un'idea, riporto ad esempio lo scarabeo che celebra il matrimonio tra Amenhotep III e la princiessa Khilughipa, conservato al British Museum:

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Le incisioni riportate sul ventre, visibile nella foto, ricordavano eventi importanti del regno: esistevano scarabei del matromonio, che ricordavano l'unione del faraone con la regina; scarabei della caccia (a leoni o tori); scarabei del lago (proprio quello che abbiamo fotografato), il cui intento era quello di esaltare l'escavazione di un lago artificiale presso Tebe.

Perché proprio lo scarabeo? Era considerato un simbolo di rinascita: il nome deriva dal verbo kheper che significa appunto nascere o divenire ed era associato al dio solare del mattino Khepri che donava la vita.

Concludiamo la visita della prima sala con le stele di ambito funerario, che recavano i dati del proprietario ed erano legate al monumento sepolcrale di famiglia.

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Qui riportiamo la stele funeraria frammentaria in calcare che mostra la "presa di possesso" delle offerte (in questa foto si intravedono appena, sulla destra*) che garantiscono nutrimento al Ka (ossia la forza vitale che presiede alla creazione e alla sopravvivenza di ogni forma di vita) del defunto, sul cui capo è visibile un cono di unguento aromatico, che veniva indossato durante i giorni di festa: sciogliendosi sui capelli, li rendeva lucenti ed emanava un gradevole profumo. Nel testo conservato, il defunto confessa di non esser reo di alcuna colpa.

* ecco, qui forse si vede meglio:

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Prossimo capitolo la seconda sala: il regno dell'oltretomba!

(continua...)
 
Ultima modifica da un moderatore:
La seconda sala contiene opere legate all'ambito funerario ed al culto dei morti. Grazie alle tecniche di imbalsamazione, gli Egizi cercavano di garantire la conservazione del corpo del defunto. Molto importanti anche la cura della sua dimora e gli scritti che lo avrebbero guidato nel cammino verso l'Oltretomba.

Qui ne vediamo un tipico esempio :-)

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Nell'intento di garantire al defunto gli stessi agi di cui fruiva sulla terra, nelle tombe erano deposti corredi funerari la cui importanza e qualità dipendeva dall'agiatezza della famiglia di appartenenza. Questi potevano includere anche modellini relativi alle attività quotidiane. Qui vediamo un esempio di imbarcazione lignea con equipaggio di rematori e timoniere:

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Un altro elemento importante che veniva posto accanto al defunto per accompagnarlo nel viaggio nell'Aldilà era il Libro dei Morti, una sorta di guida dell'Oltretomba contenente preghiere e formule magico-religiose, con le quali il defunto avrebbe trovato una risoluzione per affrontare i momenti critici; in particolare il testo doveva servire a preparare la testimonianza sulla sua condotta di vita, che il defunto doveva fornire davanti al giudizio di Osiride.

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Questo libro, in particolare, si compone di cinque pagine di scrittura ieratica e di un'illustrazione con il defunto dinanzi ad Osiride.

(continua...)
 
Ultima modifica da un moderatore:
Gli abitanti dell'antico Egitto, nutrivano una profonda fede nell'esistenza di un mondo ultraterreno,nel quale il defunto avrebbe avuto le stesse esigenze analoghe a quelle conosciute in vita. E' per questo motivo che il corredo funebre comprendeva diversi oggetti di uso quotidiano.
Inoltre le tombe ( nell'antico regno le piramidi ) nel Nuovo Regno, divennero immense sepolture scavate nella roccia e decorate con innumerevoli testi magico-religiosi, che avrebbero permesso al defunto di superare le insidie, che avrebbe incontrato nel viaggio ultraterreno, prima di ricongiungersi con il dio sole Ra.
La mummia, durante l'imbalsamazione, veniva munita di numerosi amuleti, nascosti nelle bende che avvolgevano il corpo, anch'essi servivano a preservarlo dai pericoli.....

Grazie Fabrizio...per le belle cose che stai mostrando....scusa l'incursione, ma io adoroooo l'Egitto !!!!!
[smilie=innamorato[:

Aspetto il seguito.....;)
 
Giustissimo Oriana. Prendo spunto dalla tua osservazione per un'ulteriore considerazione. Durante l'epoca tolemaica e successivamente in quella romana le pratiche funerarie subirono alcune modifiche.
Pur resistendo nelle tombe esempi di mummie accuratamente fasciate in bende di lino, vengono rinvenuti anche esempi di tessuti in lino dipinti adagiati sulla mummia stessa, ma anche ritratti del defunto posti sul volto, che andarono a sostituire i sarcofagi lignei dipinti a forma di corpo umano propri dell'Egitto faraonico.
Ve ne mostro un esempio, il ritratto su tavola di un giovane uomo, proveniente dall'oasi del Fayum, nel Basso Egitto (che a dispetto del nome era la parte settentrionale dell'Egitto) presso Menfi, risalente al terzo secolo d.C.

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La tavola, dipinta dopo la morte, veniva posta aul volto e fissata tra le bende di lino o sul telo funebre che ricopriva il defunto. La maggior parte di queste tavole risentono degli influssi della ritrattistica romana. L'uomo nel ritratto indossa una tunica bianca con delle fasce rosse di porpora, dette clavi, che venivano indossate da chi poteva vantare la cittadinanza romana.
 
Ultima modifica da un moderatore:
L'oasi del Faiyum, che hai appena citato, oltre che per la presenza di ruderi romani, ha suscitato interesse per una recentissima scoperta, effettuata dal team egiziano guidato da Zahi Hawass, di una necropoli detta " Valle delle mummie d'oro", nell'area sono state recuperate numerose mummie di epoca Greco-romana, del I e II sec.d.C.
Scoperta quasi per caso, da parte di un'animale che con la zampa sprofondò nella sabbia, rivelò così l'esistenza di una voragine, vennero così portate alla luce, un centinaio di mummie, avvolte in "cartonage" dorati, con riprodotte le sembianze della persona.
E' un'area molto estesa,i lavori di scavo potrebbero protrarsi per decine di anni. La conformazione della zona, le sabbie del deserto e di conseguenza questo clima, le ha perfettamente conservate, occorre molta cautela nel riportarle alla luce, dato la loro delicatezza.
Quest'oasi ospita anche i resti di un tempio, che le sue iscrizioni indicano come dedicato ad Amon-Ra " signore della grande collina".
Interessanti anche le tombe rupestri dei nobili, anch'esse rinvenute in quest'area, la più antica appartenente ad Amenothep, ( governatore), anche se in cattive condizioni, ancora oggi si possono ammirare le splendide decorazioni pittoriche, con colori sorprendentemente vivi ancora oggi.

Grazie Fabrizio....interessante questa parte della tua visita.:)
 
Il prossimo protagonista del racconto è questo nostro piccolo amico:

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che gli Egizi chiamavano "miao" :-)

Nell'Antico Egitto i gatti domestici erano adorati e raffigurati in dipinti, sculture e incisioni.

E' probabile che i motivi per cui iniziarono ad addomesticare i gatti fossero economici e in qualche modo legati alla sopravvivenza. Questo perché il grano allora era non solo importante per il nutrimento, ma anche considerato una moneta di scambio. La presenza di felini aveva in questo senso un'utilità pratica, per tenere lontano i topi dalle riserve di grano.

Il gatto venne ritenuto quindi dagli Antichi Egizi animale sacro e divino, al punto da sceglierlo perfino per rappresentare le forme di alcune divinità.
Ad esempio Bastet, un'antica divinità della mitologia egizia (successivamente identificata come Artemide dai greci), detta anche "Occhio di Ra", in quanto veniva mandata ad annientare i nemici dell'Egitto e dei suoi dei, era raffigurata con una testa di gatto.

I gatti erano considerati animali sacri al punto che la sua uccisione poteva essere punita con la morte del responsabile.
Anche quando il gatto moriva di morte naturale, le persone della casa rispettavano il lutto come se fosse morto un membro della famiglia. Alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore.


Ma non finisce qui, l'argomento Egitto non è ancora concluso. :grin:

(continua...)
 
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Bastet...appartiene alle divinita' minori egizie...ma non meno importanti ;)

Il popolo egiziano aveva una concezione pratica della religione e legava ogni fenomeno che avveniva in natura ad una particolare divinita', che poteva identificarsi anche con animali, piante.
Da qui, la venerazione per molti animali, quali gatti, coccodrilli, tori che dopo la morte venivano imbalsamati e deposti in particolari necropoli.

Tra gli dei venerati ricordiamo: Osiride, mummiforme e dall'incarnato bluastro signore dell'oltretomba.
Iside , sua sposa, potente maga e signora della vita e della rigenerazione.
A nubi, dalla testa di sciacallo, dio delle necropoli e della mummificazione.
Bes, raffigurato come un nano mostruoso , protettore della famiglia........tutti questi dei, sono considerati maggiori e le loro rappresentazioni si trovano sulle pareti di ogni tomba, anzi soprattutto all'ingresso di ogni sepolcro viene raffigurato il Faraone, che si presenta all'ingresso del suo sepolcro e lo accoglie solitamente Anubi, protettore della necropoli....e guardiano del sepolcro.

Fra le divinita' minori, troviamo Maat, rappresentata con la piuma in testa, dea della giustizia.
Seth, con la testa di animale indefinibile , dio della distruzione e della negativita'.
Hathor, con le orecchie di vacca, dea dell'amore, delle arti e della musica.
Sobek, con la testa di coccodrillo, divinita' che proteggeva le acque...soprattutto il Nilo, fiume di grande importanza.

E...per ultima lascio Bastet...con la testa da gatta, dea benefica e protettrice delle nascite.

Grazie ....Fabrizio...:)....mi manca sempre di piu' l'Egitto !!

Aspetto il seguito....;)
 
Visto che ne hai già parlato, anticipo allora una foto relativa ad una rappresentazione di Anubi, che si trova nelle stanze successive:


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Mi piace....e' la prima volta che lo vedo raffigurato cosi!
Gli abiti li trovo un po' strani...per un dio egizio ;)...c'e' una spiegazione?
 
E' qui raffigurato in stile romano, quindi con una toga.
Nella mano destra stringe un sistro (uno strumento idiofono, il cui suono è prodotto tramite vibrazione, sacro alla dea Iside), mentre nella sinistra ha il caduceo di Hermes, che serviva ad indirizzare le anime nella religione greco-romana.
Il Caduceo era un'asta con due serpenti avvolti intorno ad essa, nella cui parte superiore erano posizionate due piccole ali o un elmo alato.
Mercurio (ossia Hermes) è il messaggero degli dei ed è quindi il mediatore della loro volontà presso gli uomini. Sa stare accanto ai comuni mortali e recepire i loro desideri, le loro necessità. È stato perciò incaricato da Zeus di assistere gli uomini nel loro passaggio dalla vita alla morte, accompagnandoli nelle dimore dell'Ade. È chiamato per questo Hermes Psicopompo, che significa "accompagnatore di anime".
 
Ultima modifica:
Avete mai fatto una crociera sul Nilo?
A me piaceva molto salire sul ponte, in alto, ed ammirare a lungo il paesaggio durante la navigazione, e rimanevo sbalordito nel vedere la fitta e rigogliosa vegetazione sulle sponde del fiume, in netto contrasto con il deserto immediatamente alle spalle.

Bene, non credo occorra che vi illustri quanto fosse importante il Nilo per gli Egizi. La statua che vi mostro, situata nella stessa sala di Anubi, ne rappresenta una personificazione:

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Si tratta della "Statua giacente del Nilo", risalente alla fine del I secolo d.C.
Ai piedi della statua (qui non visibile) c'è un piccolo coccodrillo, altro animale sacro per gli egizi, che annuncia l'arrivo della piena del Nilo.
La divinità Sobek, di cui ha già parlato Oriana, si riteneva svolgesse un ruolo molto importante per l'irrigazione e il controllo delle acque, fondamentali per l'economia egiziana. Se l'acqua abbondante era considerata un suo dono, i periodi in cui essa era scarsa erano fatti risalire alla sua collera nei confronti degli uomini.

Nella parte superiore della statua si può vedere una cornucopia, simbolo di fecondità e sovrabbondanza, che ancora una volta riconduce alla piena del Nilo e al limo ricco di minerali.

(continua...)
 
Ultima modifica da un moderatore:
Dal punto di vista filosofico e religioso, gli egizi concepivano il mondo a immagine della valle in cui vivevano.
Una terra che si sviluppa da sud verso nord ( il corso del Nilo).
L'altro elemento dominante di questo loro mondo, era il sole. La sua potenza inaridisce la terra, ma al tempo stesso era portatrice di calore e vita.

Come le acque del Nilo scorrevano, da sud verso nord, gli abitanti dell'Egitto vedevano il sole sorgere e tramontare ( oriente/occidente) secondo una direzione che intersecava l'asse del fiume ( nord/sud).
Ogni sera il sole spariva a occidente, come inghiottito dal cielo, ma durante la notte si rigenerava, riapparendo ad oriente.

Su questa osservazione della natura, gli egizi, svilupparono la loro visione del mondo, imperniata su due assi, quello terrestre nord/sud, quello celeste est/ovest, che fu sempre alla base delle loro credenze.

Curiosamente per quanto vitale il Nilo, per la loro esistenza, gli Egizi non lo divinizzarono mai, collegandolo a divinità, non il fiume, ma bensì i suoi effetti.
Essi perciò identificarono Hapi - dio legato all'abbondanza, e legato al fenomeno dell'innondazione ; Osiride - energia delle acque che rivitalizzano e fecondano la terra.

Credevano, gli antichi egizi, che il Nilo nascesse da una caverna sotterranea, alimentata dall'oceano sotterraneo ( Nun), formato dalle acque primordiali e sulle quali galleggiasse il mondo.
Essi pensavano che il grande fiume scorresse senza sosta verso le acque che lo alimentarono, ritornando in superficie in un ciclo eterno ed immutabile di perenne rigenerazione.

E mi fermo qui..


L'Egitto una terra dai mille volti...meravigliosa colorata e travolgente...per i suoi colori dorati nel tramonto rosso fuoco...con contrasti accesi, dal blu del cielo...rossa come le brucianti distese desertiche..nera come gli scuri sedimenti lasciati dal Nilo...sorprendentemente stellata, nel silenzio del deserto.
...i miei ricordi di questa meravigliosa terra.


Scusa quest'incursione...grazie...aspetto il seguito !
 
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Siamo passati dalla sala II alla IV, ora facciamo un passo indietro alla Sala III, con la ricostruzione del Serapeo del Canopo di Villa Adriana:

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[smilie=stelle[1].g: Di che si tratta?

Negli ultimi giorni ho cercato di trovare una maniera semplice e chiara per poterlo illustrare, e finalmente, dopo attenta riflessione, credo di essere giunto alla soluzione ideale: ve lo spiegherà Oriana!! [emoji38]

In attesa del suo intervento, vi racconto una storiella, prendendo come fonte Nilella 2000(a.C.), una rivista di gossip fondata nel II secolo a.C. da un gruppo di giovani paparazzi che si occupavano di presunti scandali avvenuti sulle sponde del Nilo. :mrgreen:

Il protagonista di questa storia si chiama Adriano... no, non il cantante, e nemmeno il calciatore, stiamo parlando dell'imperatore romano che regnò dal 117 d.C. fino alla sua morte, avvenuta 21 anni dopo.

Successore di Traiano, mirò ad una pacifica opera di consolidamento dell'Impero, garantendo la sicurezza delle frontiere, nel senso che cercò di tracciare confini controllabili a costi sostenibili.
Sotto questo aspetto, decise di abbandonare le conquiste del suo predecessore in Mesopotamia, perché ritenne troppo onerosi i rifornimenti e il mantenimento dei confini.

... e qui entra in scena Antinoo... un bellissimo giovane originario della Bitinia di cui (pare) si invaghì l'imperatore, che lo condusse con sé a Roma e ne fece il proprio favorito... [smilie=innamorato[:

Il fatto: durante un viaggio in Egitto, Antinoo muore annegato nel Canopo, un canale che congiungeva il Nilo con un tempio dedicato alla dea Serapide (Iside) ad Alessandria.

... Omicidio? Suicidio? O tragica fatalità?

Un alone di mistero grava su questa vicenda, le cui cause non sono mai state chiarite...

Fatto sta che la morte di Antìnoo segnò per Adriano l'inizio di una profonda crisi esistenziale. Ossessionato dal ricordo del bellissimo giovane, lo fece divinizzare, idendificandolo con Osiride.

Fulcro di questa devozione fu una nuova città, Antinoopolis, costruita in sua memoria sulle rive del Nilo.
Inoltre, dopo il tragico viaggio in Egitto, il Serapeo (tempio dedicato a Serapide) che apparteneva alla primitiva fase costruttiva della grandiosa villa di Adriano presso Tivoli fu rivisitato in modo da ricordare la divinizzazione di Antinoo-Osiride.

Questa la relativa foto nella sala III del Museo:

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... ok Oriana, adesso tocca a te, spiega tu bene come stanno davvero le cose.... [emoji38] [smilie=danzanti_03:

(continua...)
 
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