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Musei Vaticani: Le stanze di Raffaello e l'appartamento dei Borgia

Premetto che...non mi occupo di gossip ( lo lascio a chi ha scritto sopra)....:cool:


Parliamo della Villa.

Villa Adriana , costruita tra il 118 e 138 d.C., si sviluppa su un'ampio territorio di tufo, territorio ricco d'acque nei pressi di Tivoli.

Io non ci sono ancora stata....ma è una vergogna, che un ....romano...non sappia parlare di questa villa!!!!!...è inaudito !!!![smilie=calcio_04[1:

Comunque ...essa comprende vari edifici collegati tra loro.Cosa caratterizza questa villa ?...la straordinaria decorazione architettonica e scultorea...e non per ultimo i giochi d'acqua delle numerose fontane.
Il Canopo...è un padiglione , un grande spazio, concepito in questa villa, come un'angolo per trascorrervi all'aperto cene e banchetti, come si usava a quei tempi, con un'ambientazione ricca d'acqua, con cascate che creavano un'atmosfera rilassante e davano refrigerio nei giorni di calura.
Che significato dare all'edificio ? Andrebbe interpretato come una rappresentazione dell'ambiente egizio.

Adesso se gentilmente ....lo scansafatiche di Fabrizio...volesse cercare sul web, delle foto di Villa Adriana e del Canopo....forse si capirebbe meglio! :D:p:cool:
 
Ok, ho capito, devo fare sempre tutto io.... :lol:

Ecco qua:


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Come anticipato, il Museo Gregoriano Egizio fa parte del percorso breve (così come quello etrusco, che per motivi di tempo abbiamo saltato), ma noi vogliamo fare quello lungo... così ripercorriamo i nostri passi, attraversando nuovamente la sala II, di cui vi mostro un'ultima breve carrellata di immagini:

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Raccomandata con ricevuta di ritorno (le vecchie Poste Egiziane...) :-)

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Questo è Imothep:

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Ora, lasciando perdere il film "La Mummia", è una figura per me, amante dell'Egitto, molto importante. Ad Imhotep infatti è attribuita la costruzione della prima piramide, la famosa piramide a gradoni di Saqqara.... questa qui insomma (io ci sono stato... :-)):

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Non sono però sicuro che il riferimento sia proprio a lui o si tratti di un caso di omonimia, la targa a fianco non lo chiarisce.
Lo lascio come "compito per casa" a chi di voi si trovasse a visitare i Musei Vaticani nel prossimo futuro...


Infine, una rappresentazione di Iside (questa fuori dalla sala II):

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Spero che questa visita virtuale del Museo Egizio sia stata di vostro gradimento, ma la strada è ancora lunga, c'è ancora molto da vedere... :-)

(continua...)
 
Ultima modifica da un moderatore:
Ci sarebbe tanto da raccontare...guardando queste foto...e tanto da ricordare , per chi ha visto l'Egitto, ogni foto rammenta qualcosa.
Una visita virtuale che per quel che mi riguarda, più che soddisfacente...e che mi dà modo di pensare a quanto ancora di meraviglioso si celi in questo museo...sperando di riuscire a vedere il più possibile....credo, che conoscendomi, una sola giornata...non sarà sufficiente.

Grazie ...per questa anticipazione.


Ora dove si va....;)
 
Siamo nel cortile della Pigna, di cui ha già mostrato un'immagine Leo.

Il nome si deve alla grande pigna, in bronzo, alta quasi quattro metri, proveniente dal Campo Marzio, nel rione chiamato Pigna, dove funzionava come fontana che gettava acqua dalle punte.

Ve la mostro:

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Fu perfino citata da Dante, nel canto XXXI dell'inferno, presentando le figure dei giganti:

La faccia sua mi parea lunga e grossa
come la pina di San Pietro a Roma,
e a sua proporzione eran l’altre ossa;


La pigna infatti fu usata per decorare il centro del quadriportico dell'antica basilica di San Pietro in Vaticano.

Vediamo ora una panoramica del cortile, con al centro, come avete già avuto modo di vedere, la sfera di Arnaldo Pomodoro:

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Sulla sinistra potete notare la testa colossale di Ottaviano Augusto, in marmo.


Attraversiamo il cortile e ci dirigiamo verso la nostra prossima tappa: il museo Pio-Clementino...

(continua...)
 
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Il Museo Pio-Clementino

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Questo museo deve il suo nome a due papi, Clemente XIV in primis e Pio VI successivamente.

Siamo nella seconda metà del XVII secolo quando Clemente XIV decide di acquistare una serie di opere d'arte di cui, a causa della crisi economica, principi e cardinali appartenenti alle famiglia papali avevano deciso di disfarsi, vendendole a grandi collezionisti stranieri, prevalentemente inglesi.
Clemente XIV si adopera perciò per fermare questo "esodo" che avrebbe finito per impoverire il patrimonio di Roma, raccogliendole in un nuovo museo in Vaticano, trasformando allo scopo il Palazzetto del Belvedere.

Alla morte del pontefice, l'opera di ampliamento del museo viene completata dal suo successore, Pio VI, che commissiona all'architetto Michelangelo Simonetti la costruzione di una serie di grandi saloni nel Palazzetto.
Inoltre, viene creato un punto di collegamento con la Biblioteca Vaticana attraverso la "scala Simonetti", dal nome dell'autore del progetto.

Il nucleo originario delle collezioni pontificie di scultura classica risale al "Cortile delle Statue" (oggi Cortile Ottagono) di Papa Giulio II (inizio XVI sec.), che mirava a far rivivere la Roma dei Cesari nella Roma dei Papi. In origine era un giardino di aranci ornato di statue; tre in particolare si insediarono nelle tre "cappellette" della parete principale del cortile: l'Apollo, il Laooconte e la Venus Felix.

Vediamo qui il Laocoonte, il cui viso è già stato mostrato da Leo in apertura:

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Secondo la tradizione, Laocoonte, sacerdote troiano del dio Apollo, si era opposto, durante la guerra di Troia, all'ingresso del cavallo di legno dentro le mura della città.
Atena e Poseidone, favorevoli ai Greci, inviarono dal mare due mostruosi serpenti che avvolsero con le loro spire Laocoonte e i suoi due figli.
 
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Due sale importanti, ma purtroppo chiuse nella nostra visita, sono la sala degli animali e la sala dei busti.

Nella sala degli animali è possibile ammirare un vero e proprio museo zoologico in marmo che include anche animali esotici e fantastici, in parte restaurati o scolpiti nel corso del XVIII secolo.
Per la sala vennero selezionate opere legate al mondo della natura e della caccia. Sono protagonisti gli animali, sia nell'interazione tra loro, sia in relazione a eroi o a divinità del mondo antico.

Non è stato possibile entrare in questa sala, mostro quanto siamo riusciti a catturare dall'esterno:

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Nella nicchia possiamo vedere la statua di Meleagro, l'eroe-cacciatore che sembra dominare la varietà degli animali presenti:

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Ai suoi lati sono un cane e la testa del cinghiale calidonio (Oineo, il padre di Meleagro, era re di Calidonia), da lui pugnalato a morte. Indossa un mantello avvolto intorno al braccio e agitato dal vento e doveva essere armato di un arco o di una lancia, ora non più conservati.
Secondo la mitologia greca, questo cinghiale fu mandato da Artemide (o Diana) a distruggere i possedimenti reali perché adirata del fatto che Oineo avesse dimenticato lei, durante il sacrificio annuale agli dei dell’Olimpo.


La sala dei busti è invece totalmente inaccessibile, un vero peccato perché in essa si trovano busti molto interessanti come quelli di Catone e Porzia, Cesare, Augusto, Commodo e Caracalla. C'è anche quello di Antinoo, una "vecchia conoscenza" del museo egizio.

Ma ci sono ancora altre sale da vedere...

(continua...)
 
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Il gruppo del Laocoonte e' un originale greco del 30 a.C., venne scoperto per un caso fortuito nella vigna sul colle Oppio nella vicinanza della Domus Aurea di Nerone nel 1506. Gli autori tre scultori di Rodi : Agesandro, Polidoro,Atenodoro.
Il Laocoonte opera della grande scultura greca, appartenente al Tardo Ellenismo, dove la Grecia decade a provincia romana, e i conquistatori trasportano a Roma, le piu' belle sculture dell'eta' classica.

A questo periodo artistico, appartengono numerose ed importanti opere, ad esempio La Venere di Milo ( al Louvre).
Cosa caratterizza l'eta' ellenistica ? La torsione dei movimenti nella figura umana e la drammaticita' delle espressioni.
Nel Laocoonte e' ben visibile il dolore fisico,tradotto plasticamente sul viso e nella contorsione del corpo, dalla punta dei piedi, al torace inarcato, al volto disperato......


La visita e' sempre piu' interessante......:)







Aspetto il seguito.....
 
Ultima modifica:
La sala successiva è la Sala delle Muse, ideata per esporre una serie di sculture ritrovate nella cosiddetta villa di Cassio presso Tivoli, tra cui numerose statue di muse.

Qui vi mostro due statue. La prima è quella della Musa Talia, la Musa della Commedia, rappresentata seduta su una roccia:

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La seconda è la musa Calliope (musa della Poesia epica), anch'essa rappresentata seduta e in atto di scrivere su una tavoletta, detta dittico.

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Una curiosità: nessuna delle due statue conserva la sua testa originale; alla statua di Talia è stata aggiunta una testa avente le sembianze di Cristina di Svezia, mentre a Calliope è stata aggiunta una testa del tipo Venere Capitolina.

Ma il Museo Pio-Celementino non finisce qui.
Prossimo capitolo: la sala rotonda.

(continua...)
 
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La Sala Rotonda, costruita anch'essa su progetto dell'architetto Michelangelo Simonetti intorno al 1780, è sovrastata da una cupola, del diametro di oltre 21 metri, che si richiama come modello a quella del Pantheon:

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Al centro della sala, si trova una poderosa tazza di porfido dalla circonferenza lunga tredici metri: molto probabilmente essa proviene dalla Domus Aurea di Nerone:

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qui vediamo anche tre statue: a sinistra quella in bronzo di Eracle

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di cui ha già parlato Leo; al centro Cerere (o Giunone); a destra Antinoo, il favorito dell'imperatore Adriano, raffigurato nell'aspetto di Dioniso-Osiride.

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Nelle altre nicchie troviamo:

Giunone Sospita, il cui tempio è il più celebre fra gli edifici di Lanuvio antica;

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Hera (ossia Era, quindi Giunone) Barberini, del II secolo d.C., già nella Collezione Barberini, restaurata come Demetra da Gaspare Sibilla.

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l'Imperatore Claudio nelle vesti di Giove

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che, rappresentandosi in quel modo, voleva comunicare un messaggio chiaro e forte: come Giove regna sull'Olimpo, così l'imperatore regna sul suo impero. Anche l'aquila ai suoi piedi ha un importante significato simbolico: l'aquila è l'uccello che porta il fulmine di Giove, diventando così simbolo di forza e di potere.

l'imperatore Galba

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la cui statua è stata rinvenuta a ridosso delle Mura Aureliane, nei pressi di Santa Croce in Gerusalemme, rilavorata successivamente da Bartolomeo Cavaceppi.


Chiudiamo infine con i busti di Antinoo e Adriano, nell'ordine:

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Chiude la visita al museo Pio-Clementino la sala a Croce Greca, realizzata sempre da Michelangelo Simonetti, che contiene alcuni mosaici, come quello con busto di Atena e fasi della luna (III secolo d.C.) e Sarcofagi come quello di Costanza e Sant'Elena.
Non ripropongo queste immagini, già inserite da Leo (le cui foto sono venute sicuramente meglio delle mie).

La prossima sala che visiteremo, e che a me è piaciuta moltissimo, è la Galleria delle Carte Geografiche....

(Continua...)
 
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Che spettacolo !!!!......questa cupola, veramente bella !!!
Non vedo l'ora di esserci, anche per vedere quella del Pantheon, nella mia ultima visita a Roma, non ho potuto entrare al Pantheon, era in corso una funzione....dato il poco tempo a disposizione, non ho potuto aspettare la fine....quindi ci devo tornare....;)
 
Che "montagna" di ricchezze, di opere d'arte e di Storia abbiamo nel nostro Paese... se solo sapessimo valorizzarla un po' di più.
 
Che spettacolo !!!!......questa cupola, veramente bella !!!
Non vedo l'ora di esserci, anche per vedere quella del Pantheon, nella mia ultima visita a Roma, non ho potuto entrare al Pantheon, era in corso una funzione....dato il poco tempo a disposizione, non ho potuto aspettare la fine....quindi ci devo tornare....;)

Non mi capita frequentemente di trovarmi da quelle parti, ma ogni volta che passo davanti al Pantheon non riesco a resitere alla tentazione di entrare... :-)

Che "montagna" di ricchezze, di opere d'arte e di Storia abbiamo nel nostro Paese... se solo sapessimo valorizzarla un po' di più.

Parole sante.
 
La Galleria delle Carte Geografiche

Fu voluta da papa Gregorio XIII che volle dedicare all'Italia intera una raffigurazione cartografica, rappresentata in un ciclo di pitture murali: le pareti rappresentano pertanto le regioni bagnate dal mare Adriatico a destra e quelle dal Tirreno a sinistra.

Sul soffitto sono rappresentati episodi miracolosi, posti in corrispondenza della regione italiana in cui essi sono avvenuti.

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La galleria è lunga 120 metri ed è resa ancora più stretta da alcune impalcature (lavori di restauro suppongo) che celano parte delle rappresentazioni geografiche, tra cui quella di Roma.
La conseguenza di ciò è che per fotografare una "carta geografica" bisognava andare alla parete opposta e con tutta la gente che affollava la sala si trattava di un'impresa quasi impossibile...

Come dite? La sala vi sembra sgombra? Ok, abbasso un po' il tiro... :-)

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Le Carte Geografiche

Ciascuna di esse è contenuta entro una cornice sovrastata da un titolo in latino. Su ciascuna mappa sono rappresentate caratteristiche fisiche, ma anche rappresentazioni di eventi storici di epoca classica e medievale. Negli spazi marini compaiono raffigurazioni di barche o navi, nonché di mostri della mitologia classica.

Vediamone alcune foto:

Italia

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Ducato di Parma e Piacenza

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Marche

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Il quadrato in basso rappresenta Loreto, che proviamo ad ingrandire (anche se la qualità non è il massimo...)

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Umbria e Agro Spoletino, con pianta di Spoleto

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Puglia, Penisola Salentina

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Calabria

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Mostro marino presso le coste della Sardegna

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A completare la serie delle carte geografiche ci sono le vedute prospettiche dei principali porti italiani del Cinquecento, di gran valore artistico e anche testimonianze fondamentali dell'aspetto di quelle città durante il Rinascimento: Venezia, Ancona, Genova e Civitavecchia.

Genova

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Venezia

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Civitavecchia

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Nella rappresentazione del porto di Civitavecchia, rinnovato dai papi sulle antiche rovine del porto dell'imperatore Traiano, è raffigurato un obelisco trasportato su una zattera dall'Egitto a Roma.


La visita prosegue con Le Stanze di Raffaello, la Cappella Sistina e la Pinacoteca...
 
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