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Musei Vaticani: Le stanze di Raffaello e l'appartamento dei Borgia

Una piccola premessa sulle Stanze di Raffaello, che sto per raccontarvi. La mia descrizione non vuole in alcun modo sovrapporsi a quella di Leo, di cui costituirà se mai un'integrazione. Le due parti quindi andranno viste congiuntamente. Ometterò quindi molte foto già mostrate da Leo, a meno di qualche eccezione utile per approfondimenti e aneddoti.

Tra poco arrivo...
 
Le Stanze di Raffaello: Stanza della Segnatura

La stanza deve il suo nome all'omonimo Tribunale Ecclesiastico che per un certo tempo vi ebbe sede. In origine la stanza fu dedicata a studio e biblioteca di Giulio II.
Raffaello dipinse una personificazione delle discipline presenti in questo studio, rappresentate nei quattro tondi della volta:

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Esse rappresentano la Teologia, la Filosofia, la Poesia e la Giustizia.

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Sotto l'allegoria della Teologia troviamo una raffigurazione della Teologia nella duplice veste di Chiesa Trionfante (la parte in altro), che contempla il mistero della Trinità, (con Gesù seduto tra la Madonna e San Giovanni Battista, sovrastati da Dio Padre), e Chiesa Militante, ossia terrena (più in basso), che contempla il mistero delal Trinità nell'incarnazione nell'ostia consacrata.

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L'affresco prende anche il nome di Disputa del Santissimo Sacramento, alludendo al dibattito che avvenne nel Cinquecento sulla reale presenza del Corpo di Cristo nell'ostia consacrata.

[continua...]
 
Ultima modifica da un moderatore:
Ma certo! :-)
Più tardi andrò avanti anch'io, sempre relativamente alla stanza della segnatura... parleremo della "Scuola di Atene". Di questa è già stata postata una foto da Leo, partirò proprio da lì per fornire qualche dettaglio che spero possa suscitare il vostro interesse. :-)
 
Ultima modifica:
Grazie...:)....saro' breve ;)...spero ( mi piace troppo questa sala )...


Una particolarita' della volta
Nei tondi dorati, le figure sembrano in rilievo e' stato fatto volutamente dall'artista, e il fondo d'oro imita il mosaico, ma non lo e'...e' dipinto...( lo si vede bene nel particolare della foto), al centro , in un medaglione, lo stemma papale Della Rovere.

La descrizione dell'opera
La disputa del Sacramento, fu la prima scena affrescata da Raffaello in queste sale.

La scena
Si svolge all'aperto, intorno ad un 'altare su cui e' posto un'ostensorio, con l'Eucarestia, centro della scena e fulcro prospettico di tutta la composizione pittorica.

Lo si nota in particolare, dalle linee prospettiche della pavimentazione in primo piano, dalla disposizione delle persone, sia sul piano inferiore ( chiesa terrena), sia sul piano superiore ( chiesa celeste), ambedue convergono nel fulcro ( ostensorio con l'Ostia consacrata).

Una particolarita': dall'ostia, come ad onde, partono l'aureola dello Spirito Santo ( cerchio d'oro che racchiude la colomba) e piu' in alto, sempre piu' grande, l'alone d'oro che racchiude la figura del Cristo in gloria.

Le figure

Di Raffaello, e' particolare in questo dipinto ( ed in tutti gli altri affreschi), la singolare gestualita' delle figure.
Concitate quelle del piano inferiore, dove appunto dialogano tra loro ( scena molto gestuale); si contrappone la tranquillita' delle pose e degli sguardi delle figure dei Santi, al cospetto di Cristo ( calma paradisiaca, raggiungimento della beatitudine, e conoscenza della Verita').

Nel registro superiore....Chiesa trionfante.

Vediamo in primo piano 4 angioletti, che sorreggono le Sacre scritture, una per ogni Evangelista.
Con loro, la colomba dello Spirito Santo, che punta al centro focale dell'affresco: l'Ostensorio.
Accanto alla figura di Cristo, della Vergine e S. Giovanni, figure di Santi ; S.Stefano,Geremia, Mose' riconoscibile perche' sorregge le tavole della Legge ecc.

Nel registro inferiore....Chiesa terrena.

Vengono raffigurati teologi, pontefici, e semplici persone.
Si possono riconoscere personaggi illustri, a SX, Bramante, Francesco Maria della Rovere, Dante Alighieri, ecc.
Era uso nell 500, farsi ritrarre negli affreschi e Raffaello a Firenze, dove lavorava fisso, era conosciuto per questa sua particolarita'....era un'ottimo ritrattista !...
:)
 
Ultima modifica:
Sotto la "Filosofia" troviamo la Scuola di Atene:

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Visto il tema, al centro della scena non possono esserci che loro: Platone ed Aristotele!

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La scalinata simboleggia il percorso di formazione del filosofo, dove i gradini rappresentano una materializzazione delle varie discipline. Nel ritratto di Platone si scorgono le sembianze di Leonardo Da Vinci.

Quasi sdraiato sulle scale è Diogene, che manifsta il rifiuto delle convenzioni sociali e il ritorno alla Natura.

Poco più avanti, sul lato sinistro, è raffigurato Eraclito in meditazione. Figura in realtà ispirata a Michelangelo.

Ai due lati della scalinata, sono posti in evidenza due filosofi attorniati da studenti: a sinistra, seduto, Pitagora:

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Qui vediamo anche una figura femminile: si tratta di Ipazia d’Alessandria, ricordatacome la prima matematica della storia, inventrice tra l'altro dell'astrolabio, uno strumento astronomico tramite il quale è possibile localizzare o calcolare la posizione di corpi celesti come il Sole, la Luna, i pianeti e le stelle.

E' l'unica figura, insieme ad un'altra che vedremo tra pochissimo, che sembra guardare verso l'osservatore.


Dall'altro lato della scalinata, a destra quindi, troviamo Euclide (con i tratti di Donato Bramante), curvo sopra una lavagna nell'atto di misurare con un compasso una figura geometrica:

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Ci spostiamo ancora di più verso destra:

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ed ecco la seconda figura che guarda verso l'osservatore: è lo stesso Raffaello, si tratta quindi di un autoritratto...

Vicino a lui, di spalle, Tolomeo con il globo terrestre in mano. Di fronte, Zoroastro, il profeta iraniano ritenuto il fondatore dell'astronomia (probabilmente più noto con il nome di Zarathustra).

Infine, al fianco di Raffaello, una figura la cui identità lascia ancora qualche dubbio: c'è chi ritiene fosse Sodoma, l'amico e collega che lavorò al dipinto sulla volta ed a cui alcuni hanno attribuito un ruolo anche nell'esecuzione dell'affresco stesso; altri lo identificano nel Perugino, altri ancora in Timoteo Viti.


[continua...]
 
Ultima modifica da un moderatore:
[smilie=applauso[1]:....bravo !

Aggiungo solo per completare che, l'opera e' ambientata in una profonda navata, avvalorata da molti l'ipotesi, trattarsi della fabbrica di S.Pietro, secondo il progetto del Bramante.

Per quanto riguarda la figura di Michelangelo, nei cartoni preparatori disegnati da Raffaello e conservati nella Pinacoteca Ambrosiana a Milano, non e' presente la sua figura.
Si dice che venne aggiunta in seguito da Raffaello, dopo che egli pote' vedere nel 1510, parte della volta della Cappella Sistina, che stava affrescando Michelangelo....quindi la decisione dell'artista di rendergli omaggio, inserendolo nella sua opera.

:)
 
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Sotto la "Poesia" è rappresentato il monte Parnaso (il celebre monte della Grecia considerato sede delle Muse) dove il dio Apollo, seduto al centro, suona la lira, a sottolineare il forte legame tra musica e poesia:

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Intorno a lui sono le nove Muse e poeti antichi e moderni, tra cui si riconoscono Omero (cieco, che canta i suoi versi annotati dal poeta Ennio seduto alla sua destra), virgilio e Dante (con manto rosso e corona di alloro) dietro di lui; in basso troviamo, a sinistra la poetessa Saffo (con il nome scritto su un rotolo) e Petrarca con una veste gialla; a destra, Ariosto e Boccaccio (con una veste azzurra).

Sembra quasi di sentire il suolo della lira di Apollo, accompagnato dal fruscio delle fronde dei lauri e dallo scorrere delle acque della fonte Castalia che sul monte Parnaso era considerata ispiratrice della Poesia.


[Continua...]
 
Ultima modifica da un moderatore:
Stanza di Eliodoro

Questa sala fu adibita alle udienze private del pontefice Giulio II con le massime autorità politiche e religiose.
Se nella stanza della Segnatura i soggetti erano atemporali ed astratti al fine di esaltare le facoltà intellettuali dell'uomo, qui vengono rappresentati episodi storicamente accaduti.

Di questa stanza ho tre foto già mostrate da Leo, mi limiterò pertanto ad una breve descrizione delle stesse.

La cacciata di Eliodoro dal Tempio, tratta dall'Antico Testamento, mostra la protezione di Dio verso la Chiesa. In particolare, Eliodoro, venuto a rubare nel Tempio di Gerusalemme, viene espulso dagli angeli.

Negli Atti degli Apostoli si narra come Pietro, incarcerato a Gerusalemme, vide in sogno un angelo che lo conduceva fuori dalla prigione, con le guardie addormentate. Raffaello traduce il racconto in immagini nella "Liberazione di San Pietro".

Nell'affresco dell'Incontro di San Leone Magno con Attila lo scopo è quello di mostrare la protezione di Dio accordata alla sede di Pietro, Roma. In realtà l'episodio dovrebbe essere avvenuto nei pressi di Mantova, ma Raffaello lo trasferisce alle porte di Roma in quanto considerata il cuore della Cristianità. Al centro della scena Attila su un cavallo nero guarda impaurito in alto gli apostoli Pietro e Paolo armati di spade.
Una curiosità: Giulio II morì durante l'esecuzione dell'affresco, così nei tratti di Leone Magno venne raffigurato il nuovo pontefice Leone X.

[continua...]
 
Sia nel Parnaso che nella Liberazione di S.Pietro, Raffaello si trova a dover affrescare le scene, su una parete che presenta un'apertura.....una finestra.
Ne consegue che l'occhio resta abbagliato dalla luce che proviene dall'esterno, impedendo di mettere a fuoco le scene descritte.

Nel Parnaso, la scena si svolge all'aperto, quindi in situazione di piena luminosita'.
L'artista ovvia al problema, dando un aspetto piu' scultoreo alle figure, arricchendo i chiaroscuri, dando contorno alle figure in modo da farle sembrare in rilievo.

Nella Liberazione di S.Pietro, la scena si svolge al chiuso.
L'effetto e' di controluce, per quanto dicevo sopra, l'effetto consiste di non vedere bene un dipinto su una parete dove si apre una finestra, tale effetto si somma a quello che Raffaello ha finto nell'affresco.
Pone le cose ( la grata, la citta', i soldati ) in una posizione di piano intermedia, fra noi ( che osserviamo il dipinto) e le sorgenti luminose che si contrastano a vicenda....l'effetto che ne risulta, e' assolutamente reale.

Bellissimo ...in questo controluce, l'effetto soprannaturale dell'angelo, esaltato dalla luce bianchissima, che irradia dalla sua figura, al centro dell'affresco.



Grazie Fabrizio.....dove si va ora ?
:)
 
Sia nel Parnaso che nella Liberazione di S.Pietro, Raffaello si trova a dover affrescare le scene, su una parete che presenta un'apertura.....una finestra.
Ne consegue che l'occhio resta abbagliato dalla luce che proviene dall'esterno, impedendo di mettere a fuoco le scene descritte.

Infatti si può notare che nella foto ho oscurato "artificialmente" la luce proveniante dalla finestra :-)



Grazie Fabrizio.....dove si va ora ?
:)

La prossima stanza è quella dell'Incendio di Borgo.... qui potrò aggiungere qualche foto, mi sembra che Leo ne abbia messa una soltanto...
 
Stanza dell'Incendio di Borgo

È l'ultima stanza in cui lavorò personalmente Raffaello. La volta invece venne affrescata dal Perugino tra il 1507 e il 1508, per papa Giulio II, con temi legati alla Trinità.

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Sono quattro scomparti il cui fine è quello di mostrare la gloria del Signore:

il Sommo creatore in trono tra angeli e cherubini (lato est):

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Cristo tentato dal Demonio (lato sud):

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la Santissima Trinità con i docici Apostoli (lato ovest):

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ed infine (lato nord) Cristo tra la Giustizia e la Misericordia (si ritiene che sotto di esso fosse collocato il trono su cui Giulio II firmasse gli atti di grazia):

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La prima scena ad essere realizzata fu quella dell'Incendio di Borgo, da cui prende il nome la stanza, che raffigura un episodio drammatico di cui fu protagonista Leone IV, il quale, con il gesto del segno della croce, spense miracolosamente l'incendio scoppiato nel Borgo che si estendeva tra la basilica di San Pietro e il Tevere. La foto la trovate a pagina 1, inserita da Leo.

Vi mostro invece la foto relativa all'Incoronazione di Carlo Magno, avvenuta nell'800 nell'antica basilica di San Pietro per mano di Papa Leone III:

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Lasciate le Stanze di Raffaello, ci dirigiamo verso una delle tappe più ambite di questo percorso: la Cappella Sistina...

[Continua...]
 
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Scusandomi per il lungo silenzio, eccomi pronto ad iniziare con voi un piccolo viaggio virtuale attraverso la storia della pittura, tra i capolavori di artisti come Giotto, Raffaello, Leonardo, Tiziano, Caravaggio e tanti altri.

Parliamo naturalmente della Pinacoteca, che oggi raccoglie circa 460 dipinti nelle sue 18 sale, in ordine temporale crescente (si parte dal XII secolo della sala 1, con il "Giudizio Finale" di Nicolò e Giovanni, fino ad arrivare al XIX secolo nella sala 18 ).

Nella sala 2 troviamo il "trittico Stefaneschi" di Giotto, di cui qui vediamo il lato posteriore:

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nel quale sono rappresentati, da sinistra a destra, la Crocifissione di Pietro, il Cristo benedicente e la Decapitazione di Paolo. Giotto qui si distingue nella ricerca della profondità delle immagini (si vedano ad esempio i gradini del trono di Gesù) e dell'umanizzazione dei volti, che si riflettono nella partecipazione al dolore di Pietro e Paolo da parte dei gruppi di persone che assistono al loro martirio. Siamo intorno al 1320.

In sala 3 possiamo vedere, tra le altre opere, la Madonna col Bambino fra S. Domenico e S. Caterina d'Alessandria :

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di Beato Angelico, risalente al 1435 circa.
Il dipinto raffigura la Vergine che gioca col Bambino. Nella mano destra ha una rosa, simbolo di saggezza, mentre in primo piano si inginocchiano S. Domenico, fondatore dell'Ordine al quale apparteneva Beato Angelico, e S. Caterina d'Alessandria.

Vi mostro inoltre il trittico con l'Incoronazione della Vergine, di Filippo Lippi (post 1444):

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ai cui lati sono rappresentati angeli musicanti e monaci inginocchiati nella contemplazione dell'evento dell'incoronazione.

[continua...]
 
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Nella Sala IV troviamo il Cristo in Gloria del Correggio, per molto tempo ritenuto soltanto una copia e la cui autenticità è stata accertata dopo una serie di esami scientifici affidati al Laboratorio di Diagnostica dei Musei Vaticani (riflettografie, restituzioni in infrarossi e ultravioletti).

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Nella stessa sala, possiamo vedere gli Angeli musicanti di Melozzo da Forlì; in particolare, mostriamo qui l'Angelo che suona la viola (1480 circa)

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e l'Angelo con il liuto

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La novità rappresentata da Melozzo, nelle sue opere, fu l'applicazione di quello che viene definito l'"illusionismo prospettico", rappresentando le figure dal "sotto in su" per creare l'illusione di uno spazio tridimensionale, su una superficie piatta, semicurva o curva, dal punto di vista di uno spettatore che si trovi al di sotto di essa (ad esempio nel caso di una decorazione di un soffitto).

In quel periodo (negli ultimi anni del XV secolo) si colloca anche (ma dalle foto non sono riuscito a ricostruire la sala in cui si trova il dipinto) questa opera di Pinturicchio, la Madonna Del Davanzale (1498 circa)

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[Continua...]
 
Ultima modifica da un moderatore:
Grazie Fabrizio, il tuo prezioso contributo ha portato alla mente la bellissima visita dei musei fatta circa un mese fa con la mia amica Saskia, una guida geniale, soprattutto per arrivare dalla Cappella Sistina direttamente nella Chiesa di S. Pietro ;)
Ti seguo con interesse!
 
Grazie Fabrizio, per il prosieguo di questo splendido viaggio, attraverso i capolavori pittorici di questo bellissimo museo... visti attraverso i tuoi occhi...
Aspetto il seguito!
 
Della Sala VI mostriamo questa opera di Niccolò Di Liberatore, detto l'Alunno:

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Si tratta del Trittico di Camerino (1480 ca.), di cui viene riportata la parte centrale, rappresentante la Crocifissione.

Del Perugino (Sala VII) è questa Madonna col Bambino e i SS. Lorenzo, Ludovico di Tolosa, Ercolano e Costanzo (nota anche come Pala dei Decemviri), risalente al 1495-1496:

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Si può osservare che la Madonna siede in posizione lievemente asimmetrica, per accentuare la profondità. I santi ai lati sono caratterizzati da simboli che si riferiscono al loro ruolo svolto nell'ambito della Chiesa: in primo piano, a destra, Sal Lorenzo vestito da arcidiacono e, dietro di lui, San Ludovico arcivescovo di Tolosa; a sinistra i santi Ercolano e Costanzo, patroni della città di Perugia, dove l'opera doveva essere collocata.

La sala VII è dedicata a Raffaello, di cui riporto tre opere:

  • l'Incoronazione della Vergine (1502-1503)

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    la cui storia si snoda dal basso verso l'alto: gli Apostoli trovano il sarcofago vuoto e, dove doveva giacere la Vergine, sbocciano alcuni fiori, tra cui gigli (il giglio nell'iconografia cristiana è uno dei simboli associati alla Madonna, in quanto simbolo di castità e purezza).
    Poi, alzando gli occhi al cielo, contemplano con stupore la visione celestiale della sua assunzione in corpo ed anima, e la sua incoronazione a Regina del Cielo, tra teste di cherubini e angeli musicanti.

  • la Madonna di Foligno (1512 circa)

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    In alto vediamo la Vergine con il Bambino, seduti su un trono di nubi e circondati da angeli; in basso, a sinistra, San Giovanni Battista e san Francesco (inginocchiato), mentre a destra, in ginocchio, è rappresentato lo storico Sigismondo de' Conti, il committente dell'opera, presentato alla Vergine da San Girolamo; al centro vediamo un angelo con una targa senza alcuna iscrizione: questa avrebbe dovuto essere dettata a Raffaello da Sigismondo de' Conti, che però morì prima di poterlo fare.

  • la Trasfigurazione (1515 circa)

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    che rappresentata la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, affiancato da Mosè ed Elia. Prostrati ed investiti anch'essi dalla luce sfolgorante sono rappresentati gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Tra loro San Pietro è l'unico a guardare la scena della Trasfigurazione, e negli Atti degli Apostoli è proprio lui a descriverla ai fedeli.

    La scena in basso è ambientata ai piedi del monte Tabor, in cui gli altri nove apostoli incontrano un ragazzo indemoniato (ossesso) con i familiari, la cui guarigione verrà compiuta da Gesù dopo la Trasfigurazione.

    L’opera è stata anche l’ultima realizzata da Raffaello; non sappiamo se è da considerarsi finita o se avesse intenzione di lavorarci ancora. Alla sua prematura scomparsa il quadro fu collocato sul suo letto di morte, affinché tutti coloro che si recavano a dargli l'estremo saluto potessero ammirarlo. Fu poi collocato nella chiesa di San Pietro in Montorio, e successivamente trasportato ai Musei Vaticani, dove è oggi conservato.

    [Continua...]
 
Ultima modifica da un moderatore:
Scusate, mi sono appena accorto di aver riportato erroneamente la sala in cui sono custoditi i dipinti mostrati di Raffaello: è la 8, non la 7.
 
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