34 - seguito USA Coast to Coast and Park to Park
11ª Tappa - GRAND TETON - YELLOWSTONE - 220 km
E’ un ottimo preludio per questa giornata importante nel mio programma di viaggio perchè sto andando alla scoperta di un luogo unico al mondo: Yellowstone e i suoi geyser spettacolari.
Nel Wyoming nord occidentale potrò assistere a uno scenario meraviglioso, talmente particolare che i primi che lo videro e lo descrissero vennero considerati “pazzi”.
Infatti, nel 1807, separandosi dalla spedizione di Lewis e Clark, il trapper John Cold, con suo immenso stupore si imbatté, per caso, in un immenso territorio vaporoso che descrisse in seguito come una terra fatta di fuoco e zolfo che letteralmente bolliva. Un’affermazione talmente delirante che gli valse l’allontanamento dall’esercito. Però, appena dieci anni dopo, le strane storie di Cold furono confermate perchè coloro che facevano parte della prima spedizione ufficiale dovettero ammettere di trovarsi in un territorio talmente unico e sorprendente che valse per Yellowstone l’istituzione del primo Parco Nazionale degli Stati Uniti
Yellowstone ha più sorgenti calde e pozze di fango di qualsiasi altra parte del pianeta. Tutta l’area è disseminata di più di 10.000 pozze termali e più di 300 geyser che rappresentano i due terzi del totale di quelli dell’intero globo. L’origine di tali fenomeni risiede nelle profondità del parco di Yellowstone che, di fatto, è una caldera attiva, grande più o meno quanto la nostra Basilicata, pronta a esplodere in qualsiasi momento dando luogo ad un cataclisma di proporzioni immani con ripercussioni mondiali.
Il calore sprigionato dal materiale lavico, che si trova nelle profondità del suolo e che fa bollire l’acqua delle sorgenti che scorrono fra le rocce, permette al liquido di innalzarsi di molto al di fuori del terreno sotto forma di vapore, fenomeno noto con il nome di geyser.
Non da meno, sulla superficie dell’enorme caldera del parco di Yellowstone bollono innumerevoli fumarole e pozze gorgoglianti di acqua e roccia fusa che ammorbano l’aria con esalazioni di gas nauseabondi.
Questo Parco, dove neanche le rigide temperature invernali riescono a scalfire il fuoco perenne che si cela sotto terra, è nondimeno l’habitat di bisonti, alci, orsi, coiote e numerose altre specie di animali che vivono in un ambiente selvaggio, incontaminato, nel quale sono presenti anche laghetti, torrenti, cascate, foreste, il lago Yellowstone Lake, quattro volte più esteso del Jackson Lake, e il Gran Canyon nel quale scorre lo Yellowstone River.
Purtroppo, la difficoltà della mia visita a Yellowstone risiede sulla vastità del suo territorio e sulla impossibilità di trattenermi più del tempo disponibile che gli ho riservato. Non potrò vedere molto ma almeno qualche pozza spettacolare e il suo famosissimo geyser Old Faithful certamente sì.
In sostanza, potrò soltanto attraversarlo entrando da sud e piegare poi verso l’uscita a est in direzione di Cody.
Parto sulla statale 191 alla scoperta di quel paradiso selvaggio e dopo aver attraversato per trenta chilometri una foresta di pini e abeti, sono davanti ad un grande cippo che segna l’ingresso allo Yellowstone National Park, quasi accanto a un gruppo di motociclisti che attraverso il parco andranno sicuramente a Sturgis.
A Yellowstone, come per coloro che nello Yosemite Park vanno a vedere la sequoia gigante General Sherman, la massima attrazione per tutti, ma proprio per tutti, è Old Faithful, il geyser per eccellenza di tutto il parco. A quel geyser spettacolare sono diretto anch’io, primo impegno del programma odierno che prevede, inoltre, di effettuare una sorta di percorso a guisa di “otto” sulla Grand Loop Road perché tocca tutti i posti più importanti e interessanti per un visitatore.
Il Parco è grande, grandissimo, e le opportunità di sosta, sia pure per fare qualche fotografia, sono veramente infinite. Necessariamente, non senza rammarico, evito di inoltrarmi nel bacino dei geyser West Thumb, puntando subito verso il complesso turistico del Visitor Center e Old Faithful.
Sessanta chilometri percorsi non sono pochi da quando sono entrato ufficialmente dal casello sud ma finalmente giungo nel grandissimo parcheggio del Visitor Center dal quale si accede direttamente all’area di Old Faithful .
I pennacchi vaporosi si notano quasi dappertutto e senza entrare nel centro mi dirigo verso il geyser la cui estesa area di pertinenza assomiglia a un grande campo di gioco, quasi perfettamente circolare, reso accessibile per mezzo di un percorso pedonale.
Questa eccentrica attrazione di Yellowstone è nota con l’appellativo o nomignolo “il vecchio fedele” a ragione del suo geyser che erutta a intervalli precisi, al pari di un orologio svizzero.
Old Faithful è simile a una collinetta conica e tondeggiante del diametro di circa duecento metri e ha un colore biancastro dovuto ai depositi di calcare a seguito dell’eruzione di acqua bollente. Al centro c’è la stretta bocca del geyser e nel momento in cui arrivo sbuffano e si levano nuvole di vapore alte qualche metro. Più lontano, nei dintorni, altri segni di vapore si levano qua e là silenziosi, mostrando comunque un’attività ribollente e perenne del magma nelle profondità del terreno.
Ci sono molti turisti ma non so se attendano una prossima eruzione. Per sincerarmi penso che sia meglio chiedere informazioni nel Centro Visitatori e appena entro trovo subito e in modo sorprendente la risposta al mio interrogativo perchè un grande cartellone evidenzia l’ora, pressoché esatta, del prossimo getto di vapore: 11:15, 10 minuti più o 10 minuti meno.
Mi tocca quindi attendere parecchio, avendo perso mezz’ora fa quella precedente.
Comunque, Yellowstone non è certamente un parco dove ci si può annoiare, sia pure per qualche momento e quindi, nell’attesa, faccio almeno un giro di ispezione nel Centro Visite dove parrebbe necessario trattenersi almeno un paio d’ore per guardare tutte le mostre sulle caratteristiche idrotermali, sull’ecosistema di questi ambienti estremi, sul vulcano sotto Yellowstone e sulle ricerche scientifiche in corso in questo laboratorio vivente tra i più grandi sulla Terra.
I rangers presenti sono sempre lieti di collaborare e offrire tutte le informazioni di cui il turista abbia bisogno e non lesinano consigli sulla migliore fruizione del Parco. Non tralasciano di rammentare l’osservanza di alcune regole fondamentali che riguardano soprattutto la distanza di sicurezza da rispettare quando si incontrano gli animali (orsi, lupi, bisonti) e di rimenare nei percorsi stabiliti quando si va per escursioni nelle aree idrotermali.
Dopo questo primo doveroso sopralluogo mi reco al di là di Old Faithful, sulla Geyser Hill dove passerelle di legno, sapientemente predisposte dal servizio del parco, permettono di osservare ciò che accade intorno e sotto di noi, camminando senza paura…di “scottarsi”.
11ª Tappa - GRAND TETON - YELLOWSTONE - 220 km
Alle sette di mattina sono già in piedi. Dal pontile della Marina di Colter Bay lo spettacolo del Grand Teton e delle montagne che gli fanno compagnia è entusiasmante.
Le altissime cime ancora innevate, illuminate dalla luce radente del mattino, sembrano quasi toccare un cielo limpido e sgombro di nuvole.
Le altissime cime ancora innevate, illuminate dalla luce radente del mattino, sembrano quasi toccare un cielo limpido e sgombro di nuvole.
E’ un ottimo preludio per questa giornata importante nel mio programma di viaggio perchè sto andando alla scoperta di un luogo unico al mondo: Yellowstone e i suoi geyser spettacolari.
Nel Wyoming nord occidentale potrò assistere a uno scenario meraviglioso, talmente particolare che i primi che lo videro e lo descrissero vennero considerati “pazzi”.
Infatti, nel 1807, separandosi dalla spedizione di Lewis e Clark, il trapper John Cold, con suo immenso stupore si imbatté, per caso, in un immenso territorio vaporoso che descrisse in seguito come una terra fatta di fuoco e zolfo che letteralmente bolliva. Un’affermazione talmente delirante che gli valse l’allontanamento dall’esercito. Però, appena dieci anni dopo, le strane storie di Cold furono confermate perchè coloro che facevano parte della prima spedizione ufficiale dovettero ammettere di trovarsi in un territorio talmente unico e sorprendente che valse per Yellowstone l’istituzione del primo Parco Nazionale degli Stati Uniti
Yellowstone ha più sorgenti calde e pozze di fango di qualsiasi altra parte del pianeta. Tutta l’area è disseminata di più di 10.000 pozze termali e più di 300 geyser che rappresentano i due terzi del totale di quelli dell’intero globo. L’origine di tali fenomeni risiede nelle profondità del parco di Yellowstone che, di fatto, è una caldera attiva, grande più o meno quanto la nostra Basilicata, pronta a esplodere in qualsiasi momento dando luogo ad un cataclisma di proporzioni immani con ripercussioni mondiali.
Il calore sprigionato dal materiale lavico, che si trova nelle profondità del suolo e che fa bollire l’acqua delle sorgenti che scorrono fra le rocce, permette al liquido di innalzarsi di molto al di fuori del terreno sotto forma di vapore, fenomeno noto con il nome di geyser.
Non da meno, sulla superficie dell’enorme caldera del parco di Yellowstone bollono innumerevoli fumarole e pozze gorgoglianti di acqua e roccia fusa che ammorbano l’aria con esalazioni di gas nauseabondi.
Questo Parco, dove neanche le rigide temperature invernali riescono a scalfire il fuoco perenne che si cela sotto terra, è nondimeno l’habitat di bisonti, alci, orsi, coiote e numerose altre specie di animali che vivono in un ambiente selvaggio, incontaminato, nel quale sono presenti anche laghetti, torrenti, cascate, foreste, il lago Yellowstone Lake, quattro volte più esteso del Jackson Lake, e il Gran Canyon nel quale scorre lo Yellowstone River.
Purtroppo, la difficoltà della mia visita a Yellowstone risiede sulla vastità del suo territorio e sulla impossibilità di trattenermi più del tempo disponibile che gli ho riservato. Non potrò vedere molto ma almeno qualche pozza spettacolare e il suo famosissimo geyser Old Faithful certamente sì.
In sostanza, potrò soltanto attraversarlo entrando da sud e piegare poi verso l’uscita a est in direzione di Cody.
Parto sulla statale 191 alla scoperta di quel paradiso selvaggio e dopo aver attraversato per trenta chilometri una foresta di pini e abeti, sono davanti ad un grande cippo che segna l’ingresso allo Yellowstone National Park, quasi accanto a un gruppo di motociclisti che attraverso il parco andranno sicuramente a Sturgis.
A Yellowstone, come per coloro che nello Yosemite Park vanno a vedere la sequoia gigante General Sherman, la massima attrazione per tutti, ma proprio per tutti, è Old Faithful, il geyser per eccellenza di tutto il parco. A quel geyser spettacolare sono diretto anch’io, primo impegno del programma odierno che prevede, inoltre, di effettuare una sorta di percorso a guisa di “otto” sulla Grand Loop Road perché tocca tutti i posti più importanti e interessanti per un visitatore.
Il Parco è grande, grandissimo, e le opportunità di sosta, sia pure per fare qualche fotografia, sono veramente infinite. Necessariamente, non senza rammarico, evito di inoltrarmi nel bacino dei geyser West Thumb, puntando subito verso il complesso turistico del Visitor Center e Old Faithful.
Sessanta chilometri percorsi non sono pochi da quando sono entrato ufficialmente dal casello sud ma finalmente giungo nel grandissimo parcheggio del Visitor Center dal quale si accede direttamente all’area di Old Faithful .
I pennacchi vaporosi si notano quasi dappertutto e senza entrare nel centro mi dirigo verso il geyser la cui estesa area di pertinenza assomiglia a un grande campo di gioco, quasi perfettamente circolare, reso accessibile per mezzo di un percorso pedonale.
Questa eccentrica attrazione di Yellowstone è nota con l’appellativo o nomignolo “il vecchio fedele” a ragione del suo geyser che erutta a intervalli precisi, al pari di un orologio svizzero.
Old Faithful è simile a una collinetta conica e tondeggiante del diametro di circa duecento metri e ha un colore biancastro dovuto ai depositi di calcare a seguito dell’eruzione di acqua bollente. Al centro c’è la stretta bocca del geyser e nel momento in cui arrivo sbuffano e si levano nuvole di vapore alte qualche metro. Più lontano, nei dintorni, altri segni di vapore si levano qua e là silenziosi, mostrando comunque un’attività ribollente e perenne del magma nelle profondità del terreno.
Ci sono molti turisti ma non so se attendano una prossima eruzione. Per sincerarmi penso che sia meglio chiedere informazioni nel Centro Visitatori e appena entro trovo subito e in modo sorprendente la risposta al mio interrogativo perchè un grande cartellone evidenzia l’ora, pressoché esatta, del prossimo getto di vapore: 11:15, 10 minuti più o 10 minuti meno.
Mi tocca quindi attendere parecchio, avendo perso mezz’ora fa quella precedente.
Comunque, Yellowstone non è certamente un parco dove ci si può annoiare, sia pure per qualche momento e quindi, nell’attesa, faccio almeno un giro di ispezione nel Centro Visite dove parrebbe necessario trattenersi almeno un paio d’ore per guardare tutte le mostre sulle caratteristiche idrotermali, sull’ecosistema di questi ambienti estremi, sul vulcano sotto Yellowstone e sulle ricerche scientifiche in corso in questo laboratorio vivente tra i più grandi sulla Terra.
I rangers presenti sono sempre lieti di collaborare e offrire tutte le informazioni di cui il turista abbia bisogno e non lesinano consigli sulla migliore fruizione del Parco. Non tralasciano di rammentare l’osservanza di alcune regole fondamentali che riguardano soprattutto la distanza di sicurezza da rispettare quando si incontrano gli animali (orsi, lupi, bisonti) e di rimenare nei percorsi stabiliti quando si va per escursioni nelle aree idrotermali.
Dopo questo primo doveroso sopralluogo mi reco al di là di Old Faithful, sulla Geyser Hill dove passerelle di legno, sapientemente predisposte dal servizio del parco, permettono di osservare ciò che accade intorno e sotto di noi, camminando senza paura…di “scottarsi”.
A me sembra di procedere in un “inferno dantesco” perché, ovunque guardo, pozze d’acqua bollente e gorgogliante dappertutto si confondono con pennacchi di vapore che si levano dal terreno le cui rocce, a volte, assumono una colorazione giallastra dovuta alla presenza di zolfo che scivola liquido. Tutta la zona è pervasa da gas sulfurei che producono il classico odore di uova marce.
Qui l’acqua è perfino più acida dell’elettrolito delle batterie dell’auto e talmente corrosiva da trasformare le rocce circostanti in fango liquido. Di geyser ce ne sono tanti, dai nomi più strani, sparsi un pò ovunque e fra loro scorre il fiume Firehole rendendo il paesaggio altamente spettacolare, drammatico e vivo allo stesso tempo.
continua...
Qui l’acqua è perfino più acida dell’elettrolito delle batterie dell’auto e talmente corrosiva da trasformare le rocce circostanti in fango liquido. Di geyser ce ne sono tanti, dai nomi più strani, sparsi un pò ovunque e fra loro scorre il fiume Firehole rendendo il paesaggio altamente spettacolare, drammatico e vivo allo stesso tempo.
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