Credo che questo post sintetizzi molto bene la realtà e perciò lo condivido, così come condivido moltissime delle osservazioni (a metà tra il sociologico e il commerciale!) fatte da Amoilmare. Fermo restando che ognuno vive la crociera a modo suo, e ciò che piace a uno magari corrisponde esattamente a ciò che non piace all'altro, è inevitabile che ognuno esprima valutazioni basate su personali preferenze e gusti.
Anche io non posso che fare valutazioni personali, possedendo anche una discreta esperienza, avendo fatto ininterrottamente crociere dal 1988 al 2011 (con esclusione del 2010), passando dalla Starlauro alla Costa a molte delle compagnie attualmente operanti sul mercato. Se mi limito a considerare, però, gli ultimi 10 anni, il mio rapporto tra compagnie italiane e straniere (si fa per dire, essendo Costa comunque "americana") e 3 a 7. Nei 10 anni precedenti, invece, era esattamente l'opposto!
Cosa voglio dire?
1) Che più aumenta il livello di esperienza del crocierista (in tutti i sensi) più Costa perde la sua posizione di compagnia preferita, a favore di altre compagnie.
2) Nella transizione Costa Italiana - Costa Americana il livello generale è sempre più sceso verso il basso (anche qui in tutti i sensi), tale per cui il rapporto qualità/prezzo è sempre più a favore delle compagnie straniere (che forse sono autenticamente americane!).
Ma il mercato italiano resta pur sempre uno dei primi al mondo, e il numero dei neofiti ogni anno è tale per cui Costa sarà sempre in grado di riempire le sue navi (magari con sempre più fatica data la crescente concorrenza di Royal sullo stesso target di mercato ed MSC), di essere sempre la prima compagnia a cui pensa il crocierista italiano, di essere sempre in grado di vendere per "lusso" ciò che in realtà è solo un'offerta mass market. Costa Crociere, sotto la guida americana (massimo profitto con il massimo risparmio) è stata brava a cambiare la sua tipologia di offerta (da crociere lussuose, per pochi a crociere mass market per molti) riuscendo a cambiare anche la domanda, spingendo l'italiano a volere proprio ciò che essa offre!
Restano, pertanto, fuori quelli che, come me, apprezzavano un altro stile (veramente italiano), un altro livello di servizio, un altro arredamento, un'altra vivibilità delle navi e che, mi rendo conto, costituisce una minoranza fin troppo costosa per la compagnia.
Forse con CostaNeoRomantica c'è un primo tentativo di recuperare parte di quella clientela persa, di sperimentare nuovi target di mercato con un'offerta differenziata, di vendere un prodotto che non si rivolge al crocierista medio ma a quello più esigente e forse più adulto. Per il bene di Costa spero che il processo in atto vada a buon fine e che possa segnare un parziale ritorno ai fasti (qualitativi) del passato.