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Perù: un viaggio ad "alta quota"

Con l’ausilio del mate de coca, di qualche caramella di coca e con un po’ di acqua florida sulle tempie e sotto il naso e frequenti soste per respiri profondi riusciamo a procedere abbastanza bene fino all’ultima parte del sentiero dove inizia la parte veramente difficile. Fino qui ci si può anche far portare a cavallo ma non è la stessa cosa: arrivare in cima con le proprie gambe è ciò che da soddisfazione. Gli abitanti di questi luoghi sono abituati alla carenza di ossigeno e hanno un numero di globuli rossi nel sangue molto più alto del nostro perciò il loro sangue è in grado di catturare molto meglio l’ossigeno di quanto riusciamo a fare noi. Tutti camminano e addirittura corrono su e giù per il sentiero tirando i cavalli per le redini: più veloci vanno, più turisti portano e più guadagnano.

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Iniziamo a salire aumentando la frequenza delle soste per riprendere fiato; ne approfittiamo per guardarci attorno e voltarci a vedere quanta strada abbiamo già percorso

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e compaiono i primi colori...

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circa a metà salita ecco che iniziamo a vedere la montagna dei 7 colori ma l'ascesa non è ancora finita

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Guardando la salita che ancora dovevo fare ho pensato “non ce la farò mai” ma facendoci forza a vicenda, io mio marito e i due ragazzi in viaggio di nozze che erano con noi, pian piano siamo arrivati in cima. Sono abbastanza allenata visto che spesso vado a camminare per tratti lunghi anche 10-12 km, faccio pilates 3 volte la settimana e 22-24 km in cyclette almeno 4 volte la settimana ma vi assicuro che questi 3 km sono stati una prova decisamente impegnativa. Per fortuna a parte la sensazione di mancanza d’aria siamo stati bene ma abbiamo visto diverse persone colpite dal mal di montagna.

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Ed eccoci arrivati in cima a 5036 m s.l.m.

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Non so dirvi quante volte mi sono fermata a prendere fiato ma, man mano che salivo, i miei sforzi erano ripagati da quanto avevo di fronte. E finalmente eccola: la montagna dei 7 colori o montagna arcobaleno; vista tante volte in fotografia ma essere qui davanti è tutta un’altra cosa. E’ uno spettacolo indescrivibile che le fotografie non rendono. Tutta la fatica fatta si dimentica davanti a questa meraviglia della natura. La sensazione che ho provato è stata di euforia per essere riuscita ad arrivare qui e tutti noi eravamo quasi ipnotizzati e continuavamo a scattare fotografie.

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Che meraviglia!! Deve essere stato davvero emozionante arrivare sin lassù e vedere quello spettacolo.

p.s. 1 Anch'io ho visto in tv l'incidente del pulman dei turisti ed il pensiero è volato a te.

p.s. 2 Ricordo che mio figlio mi disse che, per salire su a Machu Pichu a piedi, la guida gli fece masticare foglie di coca per le sue proprietà stimolanti
 
Ma è arrivato il momento di scendere; la discesa è molto più facile. Saliamo sul pulmino un po’ provati dalla mancanza di ossigeno ma felicissimi di essere riusciti ad arrivare a 5036 metri di altitudine e aver visto dal vivo le montagne di Vinicunca.
Anche i cavalli si stanno riposando, la giornata di lavoro è finita anche per loro

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Ritorniamo al parcheggio dove ci aveva lasciato il bus e riprendiamo la strada per tornare.

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Lungo la strada noto dei muretti di pietra che sembrano dei pizzi: ma come fanno a stare in piedi?!

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Ora i burroni sono dalla mia parte e qualche tratto fa veramente impressione. Gli alpaca ci guardano curiosi e ci prepariamo per le 3 ore di viaggio che ci separano da Cuzco. Ci riposiamo un po’ e ritorniamo a cena nel locale della sera prima questa volta con i ragazzi in luna di miele. Trascorriamo con loro una bella serata e ci salutiamo. Loro domani mattina presto partiranno presto per continuare il loro viaggio che li porterà in Bolivia mentre noi potremo dormire un po’ di più visto che verranno a prenderci alle 2 per accompagnarci in aeroporto.​
 
Comunque vedo che c'è molta gente... si vede che la mantagna ha una forte attrattiva.
Si, in effetti c'è molta gente. Calcolano che ogni giorno qui arrivino circa 1000 persone. Ti assicuro che però non è facile arrivare fino in cima: noi siamo andati ora prima di diventare troppo anziani per una fatica del genere anche se ho visto stare male persone molto più giovani di noi.

I colori di Vinicunca sono stati scoperti solo nel 2015 quando, a causa del cambiamento climatico, si è sciolto il ghiacciaio che la ricopriva. Da allora è diventata una delle mete più attrattive del Perù.

(descrizione presa da Wikipedia)
I diversi colori sono dovuti ai diversi minerali, che nel corso di milioni di anni si sono depositati e sovrapposti. Il fatto che oggi gli strati siano in strisce verticali si può spiegare con la tettonica delle placche: la collisione fra la placca di Nazca e la placca sudamericana ha spinto la crosta terrestre verso l’alto, generando la catena montuosa delle Ande e facendo innalzare questa particolare porzione del territorio.

I colori sono dati dai seguenti minerali:

Da qualche tempo in Perù sono state scoperte altre montagne colorate a Palcoyo, ma sono meno famose e meno frequentate.
 
Un racconto ed un viaggio semplicemente fantastici!
Per caso ci sono anche dei voli, aereo od elicottero, per la montagna dei 7 colori?
 
Un racconto ed un viaggio semplicemente fantastici!
Per caso ci sono anche dei voli, aereo od elicottero, per la montagna dei 7 colori?
Che sappia io si possono raggiungere solo a piedi o a cavallo ma solo fino all'inizio della salita. Ho visto che c'erano anche delle moto che portavano su ma stanno cercando di farle vietare
 
Grazie "gimale" per aver condiviso questo viaggio fantastico che stuzzica notevolmente il desiderio di sognare ad occhi aperti.
 
Giorno 14

Siamo giunti quasi alla fine del viaggio. Dobbiamo lasciare la stanza entro le 9 del mattino ma abbiamo appuntamento con Alicia per essere portati all'aeroporto alle 14.00, così decidiamo di sfruttare al massimo anche queste poche ore che restano da trascorrere a Cuzco.
Approfittiamo della ennesima bella giornata per un ultimo giro in città.
Ci dirigiamo verso Plaza San Francisco passando da una strada laterale rispetto alla più frequentata Avenida del Sol. Qui non ci sono grandi Banche e palazzi ma case e negozi soprattutto di artigiani e chioschi dove fare colazione.

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Attraversiamo Plaza de Arma e arriviamo alla Chiesa del monastero di San Francesco.
I francescani arrivarono a Cusco già nel 1534 stabilendosi in un quartiere periferico, poi si spostarono in Plaza de Armas ed infine qui dove nel 1572 fu costruita la chiesa. Nel 1645 la chiesa originale venne distrutta per essere ammodernata ma mentre era in costruzione fu distrutta dal violento terremoto del 1650 . La chiesa attuale risale al 1652 quando ne fu completata la costruzione.
Esternamente è una delle chiese più semplici e lineari di Cusco ed è affiancata da una torre campanaria quadrangolare sulla cui sommità sono alloggiate 7 campane

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L'interno, a croce latina, è diviso in tre navate delimitate da possenti colonne ed ospita un bellissimo coro risalente al 1652 e scolpito dagli stessi frati francescani.

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Ci spostiamo in calle Santa Clara e troviamo la chiesa aperta, ci dirà più tardi la guida che viene aperta solo di giovedì e che è contenta che siamo riusciti a vederla. In effetti è molto particolare.
Questa chiesa è la più antica di Cusco; la sua costruzione risale al 1622 ed l'unica che non è stata distrutta dal terremoto del 1650 avendo subito solo dei danni a carico del campanile. L'interno è a navata unica e sul fondo di fronte all’altare si trova la grata dietro la quale le monache di clausura dell’Ordine delle Clarisse possono ascoltare la messa; ma la particolarità della chiesa sono gli altari ciascuno con decine di piccoli specchi.

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Arriviamo in fondo alla via sperando di poter visitare anche la chiesa di San Pedro ma purtroppo è chiusa

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Lasciamo la piazza appena terminata la sfilata e ci dirigiamo verso la parte più antica della città

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Le vie sono più strette, il fondo è acciottolato e i palazzi sono costruiti sui resti delle mura Inca

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Arriviamo ad un bel palazzo che può essere visitato, scopriamo che è l'Arcivescovado e decidiamo di entrare

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In questo sito era presente un tempio pre-incaico, una sorta di piattaforma cerimoniale su cui gli Inca costruirono un palazzo in cui alloggiava la famiglia reale. Con la conquista spagnola il palazzo inca fu in parte distrutto e sulle sue basi fu costruito un edificio dove abitò il conquistatore Rodrigo de Orgonez. Quando morì qui rimasero ad abitare la sua vedova e il fratello di lei, primo arcivescovo di Cusco.

L’accesso è su un cortile con al centro una fontana e tutto attorno si aprono le sale visitabili che ospitano numerosi dipinti ed oggetti tra cui una antica portantina.
Le pareti del cortile sono ricoperte di azulejos e i soffitti delle stanze sono in legno a cassettoni a volte dipinti.

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Anche qui non è possibile fare fotografie all'interno ma ho trovato qualche fotografia sul web

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Quest'ultima fotografia si riferisce ad una serie di quadri denominata "la serie dello zodiaco". Questi dipinti che rappresentano ciascuno un episodio della vita di Gesù riportano in un angolo in alto ciascuno un segno zodiacale. Non sono note le ragioni che hanno portato a "mescolare" i segni zodiacali con le rappresentazioni di episodi del vangelo. Si tratta di un esempio unico nel Nuovo Mondo dove le rappresentazioni dello zodiaco non sono comuni. Della serie mancano 3 dipinti corrispondenti ad altrettanti segni zodiacali e non si sa se siano andati perduti o non siano mai stati prodotti.

Usciamo dal palazzo e ci addentriamo tra le viuzze di questo quartiere

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Continua.....
 
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