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Perù: un viaggio ad "alta quota"

gimale

Well-known member
Lungo il tragitto si vedono bouganville fiorite e fichi d’india e pensare che siamo in inverno e 3000 m di altitudine!

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Continuiamo a scendere lungo la Valle Sacra e arriviamo a Ollanatytambo situata a 2792 m s.l.m..

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Ollantaytambo in quechua significa la locanda di Ollantay segno che questo era un luogo di sosta sulla strada che collegava Cuzco alla zona amazzonica. Nel paese si vedono ancora le fondamenta delle costruzioni inca e alcune delle strade che percorriamo sono ancora originali incaiche.

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La città che è stata abitata sin dal XIII secolo è sede di una delle più imponenti fortezze inca e fu sede di una delle ultime battaglie tra Inca e Spagnoli.
Le pietre che furono utilizzate per la costruzione di questo immenso complesso sono state ricavate dalla montagna situata di fronte al paese e sono ancora visibili i resti della cava che appare come una pietraia: la si vede nel centro di questa fotografia non bellissima

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gimale

Well-known member
Le prime costruzioni sono state datate a circa 3000 anni fa; sono quindi molto precedenti al periodo inca. Gli Inca hanno ampliato quanto era già stato costruito dai popoli che li hanno preceduti.
Le rovine Inca sono distinte in 2 parti: quella esterna dove erano presenti strutture abitative molte delle quali ancora abitate e una parte interna, la parte sacra che immetteva ai templi. Il tutto diviso da un muro in cui erano presenti delle porte e attraverso una di queste accediamo al sito che visiteremo.

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Appena entrati nel sito ci si trova di fronte ad un immenso “muro” di terrazze conservative (costruite esclusivamente per evitare le frane) che arrivano in cima alla collina dove sorgeva il tempio. La gente comune poteva entrare per lavorare ma il sito era riservato a riti e studi astronomici da cui il popolo era escluso. All’interno del recinto e alla base delle terrazze sorgevano le costruzioni destinate ai sacerdoti e alla nobiltà. Per vedere il tempio dovremo salire fino in cima

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Mentre saliamo possiamo vedere alcune pietre già tagliate e levigate che però poi non sono state utilizzate per la costruzione del tempio e sulla collina di fronte vediamo i granai costruiti in quella posizione perchè meglio esposti ai venti e quindi più idonei alla conservazione delle derrate alimentari

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gimale

Well-known member
Ai piedi delle terrazze si trovano quelle che erano le abitazioni dei sacerdoti e della nobiltà

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Saliamo fino alla sommità delle collina dove si trovano i resti del tempio riconoscibili per le pietre levigate e magistralmente incastrate tra loro. Alcune presentano delle protuberanze il cui significato non è del tutto chiaro: potrebbero essere servite come appoggio per issare altre pietre oppure potrebbero essere servite come “indicatori astronomici” proiettando la loro ombra in un determinato punto in un preciso momento dell’anno.

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La precisione degli incastri tra le pietre è impressionante

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Superiamo una porta e ci troviamo di fronte alla parete principale del tempio

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gimale

Well-known member
Nel muro del tempio, che non è mai stato terminato, si trovano incisi 3 scalini a salire e 3 a scendere ripetuti per 3 volte. Il numero 3 per le popolazioni preincaiche e per gli inca era molto importante perché identificavano il mondo diviso in 3 piani: il mondo di sopra, Hanan Pacha dove stavano gli dei, il mondo terreno Kay Pacha e il mondo di sotto o dei morti Uku Pacha. Nel mondo di sopra gli dei erano Inti (il sole), Keel (la luna) e Illapa (decideva il vento, la pioggia, i fulmini, il tuono); nel mondo terreno gli dei erano Pacha Mama (la madre terra) e Apus (la montagna sacra); esistevano più montagne sacre e si ritiene che la montagna di fronte al tempio lo fosse in quanto è stata riprodotta in questa pietra intagliata.

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Nel muro del tempio si vedono anche queste strette pietre poste verticalmente e altre più piccole alla base: non hanno un significato particolare ma servivano ad assorbire le sollecitazioni in caso di terremoti.

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La guida poi ci invita a guardare i campi che si trovano ai piedi della collina su cui sorge il tempio....


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Sono perfettamente in piano; ma poi ci fa vedere una fotografia scattata dalla cava nella collina di fronte e "compare" una piramide

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Sopra di noi i resti di quella che sembra una fortezza ma si tratta delle strutture di sostegno di una strada inca che ormai è andata distrutta

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Ultima modifica da un moderatore:

gimale

Well-known member
Riscendiamo ed andiamo verso la fontana dei 4 getti. L’acqua era considerata sacra e ad essa venivano spesso dedicati templi dove ricorre il n° 4: 4 getti d’acqua o 4 nicchie o porte sovrastanti la fontana. Il n° 4 rappresentava i 4 elementi: fuoco, aria, terra e acqua.

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Usciamo dal sito archeologico e ci dirigiamo verso una casa inca che è ancora abitata e che è stata mantenuta come era in origine. Mentre andiamo ci rendiamo conto che stiamo camminando su strade dove hanno camminato gli inca...

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Arrivati alla casa ci accoglie la proprietaria, una anziana signora che continua a filare la lana: gli andini non stanno mai con le mani in mano.

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Appena varcata la soglia ci troviamo in un piccolo cortile a guardia del quale ci sono i due tori simbolo di protezione, asce e croci appese ai muri e una maschera di legno

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Entriamo in casa scendendo due scalini alla cui base sono posizionate 4 ferri di cavallo: impossibile non metterci i piedi sopra! Avrete già capito che il popolo andino è molto superstizioso.

La casa è costituita da un’unica stanza con pavimento in terra battuta; in un angolo si trova un piccolo recinto dove vengono allevate le cavie. Il porcellino d’india in Perù non è un animale da compagnia ma arrostito, dopo essere stato marinato e condito con varie erbe, è il piatto delle feste importanti. In compenso il coniglio è un animale da compagnia e mai si sognerebbero di mangiarlo.

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gimale

Well-known member
Nella parete di fronte al recinto dei porcellini c’è un piccolo altare sotto una nicchia in cui è custodito e venerato il teschio di un antenato della famiglia. Si pregano i morti poiché ritengono che stiano ancora vivendo nell’aldilà e che possano proteggerli.

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In alcune ceste posate per terra e su un piccolo tavolo ci sono le provviste: mais, patate fresche e disidratate, fave e piselli secchi.

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Al centro della stanza gli oggetti che servono per le offerte alla Pacha Mama tra cui il feto di un lama mummificato. Ai tempi degli Huari e degli Inca venivano fatti sacrifici umani che furono vietati dagli spagnoli; allora iniziarono i sacrifici animali e quando anche questi furono vietati è iniziato il commercio di feti mummificati: le tradizioni e le superstizioni sono dure a morire! Ancora oggi non è infrequente che vengano prima fatti i riti con i doni alla Pacha Mama e poi ci si rechi in chiesa per la Messa.

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La stanza si completa con un tavolo attorno a cui ci sono due panche ricoperte di pelli di alpaca e 1 letto con ben 4 coperte: qui non c’è riscaldamento.

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Salutiamo la signora che ci ha permesso di visitare la sua casa e ci ritroviamo tra le vie del paese. La sensazione che ho provato venendo a contatto con la vita di questa persona è stata di sorpresa e in parte di incredulità: ad oltre 500 anni dalla scomparsa degli inca continuano a sopravvivere nelle tradizioni e nelle credenze di questa gente, in una mescolanza di cristianesimo (comunque praticato) e adorazione e rispetto per Pacha Mama e gli dei del cielo.

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