L'impressione che ne ebbi fu di grande, colpevole trascuratezza: ruggine a parte, anche i legni erano rovinati, le moquette macchiate (perché appunto ci pioveva dentro), gli interni troppo bui, persino i teli di copertura esterni erano bucati! Che ci vuole a cambiare un telo di plastica o una lampada?!
I biglietti per visitarla erano anche cari, ma qualunque cosa tu ne voglia fare - un albergo, un museo, un parco divertimenti - bisogna che tu lo renda attrattivo sennò la gente non ci va e si perde una fonte di reddito che aiuti a manutenerla.
Aggiungo che è anche difficilmente raggiungibile: da Los Angeles a Long Beach c'è una metropolitana, ma la fermata è lontana dal porto e non è segnalata, la nave tantomeno, una volta scesi dal treno non si capisce dove andare, la zona è bruttissima e poco sicura... se arrivai fin lì fu proprio perché ci volli ostinatamente arrivare. Che ci vuole - non dico a promozionarla o a collegarla meglio - ma almeno a indicare ai turisti come raggiungerla?
Ecco perché ho usato la parola "colpevole". Non è stato fatto nulla neanche di quel che si poteva fare e sarebbe costato poco.
Io non sono un'esperta di questo genere di investimenti e non mi avventuro in possibili soluzioni radicali.
Ma come mai tanti museucoli inutili (in America ce ne sono di così idioti che uno si domanda chi ci vada) sopravvivono benissimo? Come mai i parchi divertimento a tema sono sempre pieni e prosperano? Come mai gli Uffizi da soli mantengono i musei di mezza Italia? Come mai i musei delle cere di Madame Tussauds proliferano in tutto il mondo? Come mai gli albergoni di Las Vegas sguazzano nei dollari?
Ipotizzo: forse perché - oltre a incuriosire e attrarre il pubblico almeno quanto la Queen Mary - sono anche piacevoli, sicuri, puliti, ben tenuti (almeno dove si vede), illuminati a giorno, indicatissimi e facilmente raggiungibili. Ecco, per mantenersi un introito adeguato da visite e soggiorni alberghieri, almeno questo poteva esser fatto.