Leggendo I vari pareri, sempre nel rispetto delle altrui opinioni, ritrovo poca solidarietà, sottovalutando di molto quanto “possa” essere accaduto e che lo sa soltanto chi era a bordo. Pertanto essendoci stato ve ne faccio un resoconto. In primo luogo si dovrà capire cosa è successo alla nave e perché è successo. Semplice parlare di un problema di natura elettronica, ma guarda caso molti passeggeri durante la manovra nel porto di Salalah hanno visto colorarsi di giallo il mare dalla parte destra di poppa, Cosa poteva essere successo se non che un elica avesse toccato il fondo sabbioso? Il risultato si può tranquillamente configurare in un notevole attrito che ha provocato un surriscaldamento danneggiando parti elettroniche del motore interessato. Guarda il caso, da quel porto la nave ha rallentato la sua andatura e si poteva apprezzare a poppa quanto potete visionare nel cruise blog indicato da fabiet. Comunque secondo il diktat di Costa nessuno verrà mai a confermare nulla, si negherà sempre qualsiasi addebito e responsabilità e tutto resterà sempre sul vago “problema tecnico” come d’altronde più volte affermato negli annunci del comandante e poi indicato nelle note arrivate in cabina, la prima datata 13 aprile e seguita da un aggiornamento in data 14 aprile. Faccio notare la tempestività e correttezza d’informazione…… la Costa Fortuna a Salalah faceva scalo il 3 aprile. La navigazione proseguiva ed al largo delle Yemen c’era una prima sosta per lo sbarco di un passeggero bisognoso di cure. Un'altra sosta, come specificato avveniva a sud di Creta dove c’era l’intervento di un elicottero per il trasporto di altre due persone. Il tempo impiegato in totale per tali operazioni lo possiamo configurare in un arco temporale di circa novanta minuti. Dopo gli scali di Aqaba ed Eliat si parte per Suez con l’annuncio del comandante che per i soliti problemi si è accumulato un ritardo di quattro ore. Si tralascia logicamente di spiegare che si accumulerà ulteriore ritardo perché la Fortuna non risultava essere più la nave di crociera a cui tutti i cargo cedevano il passo, ma succedeva il contrario…… con soste “tecniche” al Grande Lago Amaro ed al bypass di AlBaila. Due rimorchiatori fissi in poppa scortavano la Fortuna per assistenza nella manovra . Avendo fatto il tratto Dubai-Savona per la terza volta vi posso assicurare che le altre volte non c’era nessun rimorchiatore a seguito e che tutti i carghi cedevano il passo alla nave passeggeri. In aggiunta nella giornata di transito del canale di Suez c’era il cocktail del Costa Club. In teatro il direttore di crociera ci informava che il comandante non poteva essere presente perché impegnato nella navigazione. Che dite…. Sarebbe a quel punto lecito che qualcuno abbia qualche preoccupazione? Il giorno seguente l’annuncio che per problemi tecnici veniva cancellato lo scalo di Heraklion. Sul Today il comandante giornalmente comunicava indicazioni sui pianeti, sulla bussola, sugli sbarchi senza mai accennare ai problemi tecnici. Guai a mettere per iscritto….., guai ad informare, tranquillizzare e magari farsi vedere per spiegare la situazione. Dopo la breve sosta a sud di Creta sul monitor si aveva modo di apprezzare la cancellazione dello scalo di Napoli, a cui in giornata seguiva il laconico annuncio del comandante in cui oltre alla suddetta cancellazione informava di un accredito di 100 euro a cabina a fronte del l disagio subito. A quel punto cominciavano le proteste, file interminabili al servizio clienti giustamente infuriati per l’assoluta mancanza di informazioni. Dei connazionali occupavano il palco del teatro per entrambi gli spettacoli del 1° e 2° turno tra fischi e proteste di chi era seduto in attesa di assistere allo spettacolo. Pensate che qualcuno si sia fatto vivo oltre i poveretti dell’animazione? Condanno in primis tali comportamenti che poi si sono ulteriormente protratti anche occupando la pista del ponte 5, intenzionati ad interrompere anche il gioco con l’equipe d’animazione. Dovevano recarsi dal comandante e fare il sit in davanti al suo ufficio e non provocare disagi ai passeggeri. Condanno inoltre il comandante dove in tale frangente la sua presenza era determinante al fine di spiegare, tranquillizzare ed informare come si intendeva risolvere i problemi che inevitabilmente stavano sorgendo. E qui rispondo a coloro che si chiedevano cosa potesse essere di tanto tragico saltare lo scalo di Napoli. In primo luogo si può ragionevolmente intendere che gli ospiti stranieri che ritornano ai loro paesi di origine non vanno sicuramente a sbarcare a Savona, ma si riservano magari una puntata a Napoli per poi ripartire da quella città con voli prenotati. In secondo luogo a Napoli non sbarcavano soltanto i campani ma tutti coloro che abitano nel sud dell’Italia con i rispettivi voli di rientro. Orbene, la prima comunicazione datata 13, che cito sopra, parla solamente di ospiti che devono sbarcare a Napoli che saranno trasferiti con volo Charter in partenza dall’aeroporto di Genova alle ore 14:00. Dopo la “rivoluzione” seguita a tale comunicazione e non pensate che sia solo opera di italiani ……, il giorno 14 arrivava in cabina la nota opportunamente modificata con l’aggiunta che da Napoli gli ospiti saranno assistiti fino alla loro destinazione finale. Preciso che personalmente non ho visto alcuna aggressione od insulti ma solamente tante accese discussioni con coloro che dietro il banco non erano in grado di gestire una situazione e che per certi versi non erano per niente disponibili al dialogo, perché non sapevano cosa rispondere. L’epilogo si è avuto nel cocktail dell’arrivederci dove finalmente si è presentato il comandante. Penoso ed imbarazzante assistere ad una sequenza di domande in tutte le lingue, con toni più che agitati ma giustificati verso colui che fino a quel momento non era stato capace di gestire la situazione. Nessun brindisi…. I bicchieri non si sono levati da parte di alcuna nazionalità. Solo un commento positivo e di solidarietà dallo stakanovista di turno, quello a cui conferiscono la medaglia per il top del punteggio di frequenza al cui intervento sono seguiti cori e fischi di disappunto. Quel connazionale, a cui va bene tutto, basta viaggiare e che della nave ha fatto la sua prima casa. Per coloro che parlavano di velocità della nave aggiungo che i due scali cancellati hanno comportato soste tra arrivo, permanenza e partenza di circa quindici ore. In aggiunta c’è da tenere in considerazione che non toccare Heraklion comporta un non circumnavigare Creta con notevole risparmio di miglia e tempo. L’arrivo a Savona è stato nell’ orario previsto, pertanto non è difficile trarre le conclusioni che nel rispetto dell'orario previsto per l'arrivo a Savona, con un tale bonus temporale la velocità è stata notevolmente inferiore rispetto al solito. Giusta l’affermazione di quanto avesse inciso in termini di tempo il fermarsi in rada a Napoli e tramite le scialuppe far scendere gli ospiti con tale previsto scalo di sbarco. Si è preferito però garantire quanto programmato per far sì che la nave potesse rispettare l’impegno dell’imbarco di 3500 persone nel pomeriggio del 15 aprile. Scelta aziendale che privilegia la garanzia dell’imbarco in orario di tanti a discapito del disagio di pochi. Concludo facendo le mie osservazioni sulla vicenda: Non siamo tutti uguali, ognuno reagisce differentemente e gli stati d’animo mutano proporzionalmente e diversamente al modificarsi delle situazioni in cui ci troviamo. Purtroppo è difficile dimenticare quanto accaduto all'isola del Giglio ed al primo sentore di un fantomatico problema, indicato genericamente dal comandante, ma palpabile alla vista e riconducibile al cuore della nave: I motori, indispensabili al fine che ci sia moto e vita a bordo, inevitabilmente la tendenza è alla preoccupazione. Ed allora il pensiero corre all'Allegra, ferma immobile in mezzo all'oceano Indiano, al largo delle Seychelles, con tutto quello che ne è conseguito. Lentamente, al piacere della vacanza fa' capo la preoccupazione, l'ansia, il tutto corredato dai discorsi dei passeggeri più o meno pessimistici, con la ventilata speranza che vada tutto per il meglio. A quel punto comincia ad essere difficoltoso abbracciare l'idea di sentirsi ancora in crociera, quando intorno non si fa' altro che sentire la classica frase: Speriamo di arrivare a casa..... mista ad improperi e disappunti per i disagi che si è costretti a subire. Infatti la gioia maggiore è l'agognato giungere a destinazione e il bel sogno di vacanza risulta irrimediabilmente compromesso e rovinato.
A colui che parla di sciacalli e di rimborsi allego questo link:
http://www.cruisecritic.com/news/news.cfm?ID=5800
ove si ha modo di apprezzare la serietà e correttezza in simili frangenti. Con tali compagnie non hanno modo di esistere gli “sciacalli”. Non c’è nulla da rosicchiare. La polpa viene fornita bella pronta sul piatto riconoscendo il diritto al rimborso per qualcosa che è mancato. Già il termine sciacallaggio implica un azione deprecabile a seguito di una disgrazia, una calamità. Nel caso di Costa le disgrazie, gli incidenti, i disagi non esistono mai, ma sono solo fantasie ed esagerazioni. Osservazione da parte di colui che nel 2006 ha avuto la disgrazia di essere sull’Allegra da Mumbay a Hong Kong. Siamo finiti su “Mi manda Rai tre”!
A voi commenti e conclusioni.